- Krug 1996: in grandissima forma, splendido duetto naso-bocca, salino, acido, potente, lungo, non è che gli manchi molto. Andrà avanti oper decenni ma è già goduria. 95/100
- Chablis Le Clos 2004 Dauvissat: un filo di butto ed una bocca non così ampia gli impediscono di accedere all'empireo. Migliora nel bicchiere, si beve bene, ma riesco a dimostrare ciò che volevo. 90/100
- Montrachet GC 2002 Bouchard pere et fils: gran bel vino che come molti altri 2002 risulta ancora un filo troppo indietro, gran bella bocca, ampia e potente, un filo di legno al naso. 93/100
- Le Montrachet GC 2004 Fontaine Gagnard: parte a mille, esplosivo sia al naso che in bocca, col tempo però tende leggermente a sedersi su toni più dolci, piacevoli, ma non di estreme complessità. 94/100
- Meursault 1er cru Perrieres Coche Dury: esiste solo un altro cru in grado di giocarsela e spesso vincere col Montrachet ed infatti anche stavolta è così. Naso inizialmente abbastanza chiuso e con molto zolfo, col tempo si apre su note di mineralità estrema e qualche accenno floreale, bocca da paura che ti prende tutto il palato, rigirandoti la lingua e finendo lunghissimo con grande ritorno retronasale. 97/100
- Musigny GC 2003 De Voguè: forse ancora troppo indietro, più probabilmente figlio di un'annata non eccezionale, è risultato il vino più "deludente" rispetto al blasone, del lotto intero. Molto frutto al naso, dove comunque mantiene una discreta freschezza, ma è in bocca che paga pegno a causa di un tannino troppo poco fine per un Borgogna di quel livello. Certo non è da buttare, ma qua dovremmo volare alti. 90/100
- Apparita 1992 Mg. Ama: già detto, grande, grandissimo merlot, da mettere assieme a qualche francese di livello, qualcuno potrebbe finire sgambettato.
- Barbaresco 1990 Rizzi: certo non è più un giovanotto, ma ha mantenuto una certa integrità, nonostante un alcol troppo in evidenza. Si avvertono le note tipiche delle Langhe, la bocca è scarna, ma ancora viva e di discreta bevibilità Non un brutta prova in considerazione del blasone. 84/100
- Vosne Romanée Les Beaux Monts 1990 Leroy: il vino che forse ha diviso di più. Chi lo ha amato per le sue note di incenso, cola, rabarbaro, spezie orientali, un po' puttaneggiante, ma di gran classe, bella anche la bocca, non di complessità mostruosa, ma di notevole goduria. C'è pure chi non lo ha apprezzato un granchè, ma lascio a loro la parola sul perché. 94/100
- Mission Haut Brion 1990: tappo. Vacca troia.
- Barolo Collina Rionda 1974 Giacosa: tappo. Ormai è tradizione, se è tappato uno, è tappato anche quello che viene aperto di riserva.
- La Turque 1990 Guigal: vabbè, sui Guigal anni 80-90 è inutile continuare a soffermarsi, uno meglio dell'altro. 96/100.
- Brunello di Montalcino riserva 1970 Biondi Santi. Alleluja

Finalmente ne becco uno come si deve, anche questo ha abbastanza diviso, ma io sono rimasto molto ben impressionato. Se al naso ci sono note riconducibili anche ai Nebbiolo con parecchi anni, in bocca risulta molto composto, con una struttura tannica davvero ben equilibrata ed un'impressionante, ma assolutamente non scissa, acidità finale che ne rinfresca la beva. Per qualcuno vino della giornata per qualcun altro non eccezionale. 94/100
- Barolo 1970 Fontanafredda: certamente siamo su altri registri, molto evoluto ed ormai quasi scheletrico, ma assolutamente non da buttare.
- Barolo 2001 Cannubi Boschis Sandrone: aperto a seguito di discussione nata sul produttore. Devo dire che ormai ero assai provato, ma di certo non avrebbe sfigurato alla barolata di quest'annata, tanto frutto, ma non svaccato ed anche lui un filo di alcol di troppo. Bel corpo. 89/100
E' capitato di bere anche peggio, sempre soggettivamente parlando, ovvio.