MarcelloR ha scritto:Insomma, contano solo i soldi....
A parte il fatto che potremmo fare un elenco lungo un chilometro di gente ha speso una marea di soldi senza vincere in modo proporzionale agli investimenti effettuati (in Europa PSG e Manch. City solo per citare i casi più clamorosi e recenti ma anche in Italia l'Inter e la Roma non scherzano nel rapporto soldi spesi/risultati ottenuti), il che sarebbe sufficiente a dimostrare che servono altri ingredienti oltre ai "soldi": se non hai capacità manageriali, visione sul lungo periodo, capacità di gestire le squadre giovanili, se non hai una rete internazionale di osservatori e talent-scout onesti e capaci, uno stadio di proprietà per diversificare i ricavi, una profonda conoscenza del marketing moderno, la capacità di creare alleanze sinergiche fra il business prioritario della proprietà e quello del calcio, ecc. ecc. non vinci un bel niente.
Ma facendo finta che tutto questo non esista (un gioco di pura fantasia cioè), mi dici in quale parte dell'universo chi investe soldi (in qualunque tipologia di attività che preveda l'inserimento di denaro e non solo di conchiglie, perline colorate, e sassi di fiume) non avrebbe il sacrosanto diritto di ottenere dei risultati in grado di ripagare il suo investimento.
A tutti quelli che scrivono o dicono questa frase, vorrei chiedere: ma tu li metteresti tutti i tuoi soldi in qualcosa che ti genera puro divertimento senza alcun ritorno? Finchè si parla di spiccioli, siamo tutti bravi a fare gli "splendidi", ma quando poi arrivano i soldi veri, quelli a 6 zeri?
Io un mondo dello sport fatto di "mecenati" che pagano di tasca propria il divertimento per il "popolino", esattamente come gli imperatori romani pagavano "panem et circenses" per la plebe, sinceramente non lo voglio. Non sono un suddito ma un cliente delle attività di intrattenimento: pago volentieri per ciò che mi fa divertire di più. E' quindi giusto che dall'altra parte ci siano imprenditori che mettano soldi nel business dell'intrattenimento a fronte di possibili, legittimi, guadagni (o perlomeno non perdite contenute). Sarei piuttosto favorevole a capire quali vantaggi ottenagno quei presidenti che per anni gestiscono "in perdita pesante" delle società calcistiche: che nessuno mi venga a raccoltare che lo facciano per "amore del calcio", la passione per lo sport o addirittura l'amore per la citta di quella determinata squadra. "Accà nisciuno è fess"! Ci sono interessi occulti che dovrebbero invece emergere e che noi "tifosi" (che siamo anche cittadini, lavoratori ed imprenditori tassati, utenti dei servizi pubblici, ecc.) dovremmo conoscere e monitorare: appalti pubblici, concessioni, licenze di costruzioni, varianti ai piani regolatori, per non parlare di altri meccanismi che vanno oltre la linea di confine fra legale ed illegale.
Se volessimo "cambiare il calcio", i primi a cambiare dovremmo essere noi!