Messaggioda Marco » 13 mag 2009 14:33
Dal messaggero.it
di VINCENZO CERRACCHIO
ROMA - Ecco la notte delle gambe che tremano. Delle curve che cantano, delle bandiere al vento, delle tribune che fremono, delle sciarpe evaporate sulle spalle perché fa caldo fuori, in una Roma già estiva. E dentro, nell’anima, brucia un fuoco. E’ una notte di maggio. Vale una stagione intera, più di altre finali di una coppa rivalutata, tirata fuori un anno fa dalla cantina del robivecchi. Perché è secca, si gioca nella Capitale, senza calcoli, senza appello e in tribuna c’è il Capo dello Stato e sarà lui a consegnare il trofeo. E c’è il resto d’Italia collegato, presente, curioso, che tifa a simpatia e aspetta i numeri dei giocolieri, la fatica dell’ultimo strappo, la gioia e il dramma da sempre epilogo dello sport.
Lazio e Sampdoria protagoniste sul campo se le aspettavano in pochi. La prima ha messo in fila Milan e Juventus, l’altra ha annichilito l’Inter col pugno della prima ripresa. Lo hanno fatto con i gol, certo, ma pure con le difese (quella laziale a Torino, quella doriana a Milano), che però restano il loro tallone d’Achille. Tanto che uno 0-0 che arrivi fino ai rigori sarebbe sorprendente davvero. Più facile che sia un tiro a segno, per come sono affilati i destri di Zarate e Cassano, per la rapinosa bravura di Pazzini, per l’affiatamento concreto di Pandev e Rocchi. Chi ferma chi? Una chiave è questa. L’altra, altrettanto decisiva, è il predominio a centrocampo, dove la Samp parte sulla carta con un uomo in più, secondo il credo di Mazzarri che la pensa diversamente da Rossi e crede nella spinta degli esterni più che nelle vie centrali dei biancocelesti. Il resto è fra le linee, come dicono gli esperti di tattica, dove s’infilerà l’estro. Nel pressing sui portatori di palla, dove conteranno le gambe, le forze residue di stagione. Che per Lazio e Samp finisce stasera, formale lo scorcio che resta di campionato. Dove sfileranno soltanto la gloria dell’una e il rimpianto dell’altra. Chi vince in Italia penserà all’Europa e a Pechino. Penserà da grande.