Kalosartipos ha scritto:Sydney ha scritto:Il problema è stato che attorno alla Roma si erano create aspettative eccessive. Giocatori, tifosi e giornalisti mettevano al Roma al livello dei top club europei e Garcia ha giocato a viso aperto credendosi all'altezza.
La differenza che c'è fra le due migliori squadre italiane e le più forti squadre europee.. magari non proprio sei reti di gap, però..
La differenza tra le due squadre non è sicuramente quella vista ieri sera.
La Roma di Garcia è, da almeno 7/8 anni a questa parte tra tutte le squadre italiane, quella che ha per tipologia di gioco, elementi e allenatore, le caratteristiche migliori per dire la sua in Europa.
Neanche l'Inter di Mourinho, che viveva di momenti estemporanei, aveva queste attitudini.
La Roma gioca bene, concede poco, riparte veloce e se decide di chiuderti nella tua metà campo, come dice giustamente De Rossi, in Italia ti fa venire il fiato corto.
Ha velocità, tecnica, dinamismo e piedi buoni in mediana, solidità in difesa.
Il problema della Roma è la cosiddetta piazza e tutto quel mondo esaltato che la permea e la fa sragionare.
Un ambiente che ti fagocita e vive di eccessi; si passa dai tweet di Destro "ora asfaltiamo il Bayern"
a "il Bayern è la squadra più forte del mondo".
Si passa da un Garcia che arriva in punta di piedi e da dimostrazione di essere sveglio e tatticamente preparato, al Garcia che fa il buffone nelle conferenze stampa e soffre di deliri di onnipotenza.
Si passa dagli striscioni di luglio "bentornate merde" a Trigoria fino ad arrivare alle canzoncine "amo ucciso er campionato" di tre mesi dopo.
In questa altalena tritacarne, ci finiscono tutti. I tifosi, fomentati dall'etere e dalle loro stesse caratteristiche, i giocatori e gli allenatori.
E' ovvio che in questi tourbillon di sensazioni, risulta difficile avere la misura e fare i passi giusti e per fare troppo i "fenomeni", poi suonano le sveglie come quella di ieri sera.
"I vincenti trovano sempre una strada, i perdenti trovano sempre una scusa" JFK.