Parliamo di guerra

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Timoteo
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda Timoteo » 28 feb 2022 15:35

lloyd142 ha scritto:alla rabbia e alla cecita' di Martelli, preferisco il buon senso di Tony Capuozzo



Ma Martelli chi, il delfino?
Il ladro?
Il corrotto?
Il pregiudicato?
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 28 feb 2022 20:06

lloyd142 ha scritto:alla rabbia e alla cecita' di Martelli, preferisco il buon senso di Tony Capuozzo




rabbia e cecità non le vedo
trovo le sue analisi sempre puntuali e acute

al netto delle vicende della prima repubblica
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
(Sam Fuller, a proposito di "The Steel Helmet")

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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 01 mar 2022 11:23

I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 01 mar 2022 11:40

I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 01 mar 2022 20:07

ultimo contributo, poi smetto, giuro
ma è troppo interessante questo articolo di Harari originariamente apparso sul Guardian e tradotto da La Stampa

---------------------------

Ecco perché Putin perderà la guerra

YUVAL NOAH HARARI
01 Marzo 2022


A meno di una settimana dall’inizio della guerra, è sempre più plausibile che Vladimir Putin si stia avviando verso una sconfitta storica. Potrà anche vincere tutte le battaglie, ma perderà la guerra. Il suo sogno di ricostruire l’impero russo si è sempre basato sulla menzogna secondo cui l’Ucraina non è una vera nazione, gli ucraini non sono un vero popolo e gli abitanti di Kiev, Kharkiv e Leopoli anelano a essere governati da Mosca. Le sue, però, erano soltanto spudorate falsità: l’Ucraina è una nazione con più di mille anni di storia e Kiev era già una metropoli importante quando Mosca non era neppure un villaggio. Il dittatore russo, tuttavia, racconta questa menzogna da talmente tanto tempo che, a quanto sembra, ci crede lui stesso. Quando ha pianificato l’invasione dell’Ucraina, Putin poteva contare su molti dati certi. Sapeva che dal punto di vista militare la Russia surclassa l’Ucraina. Sapeva che la Nato non avrebbe mandato truppe ad aiutare l’Ucraina. Sapeva che la dipendenza dell’Europa dal petrolio e dal gas russi avrebbe fatto tentennare Paesi come la Germania all’idea di imporre rigide sanzioni. Sulla base di questi fatti certi, il suo piano consisteva nel colpire l’Ucraina in modo energico e rapido, decapitarne il governo, installare a Kiev un regime fantoccio e uscire indenne dall’impotente rabbia delle sanzioni occidentali. Nel suo piano, però, c’era un’incognita molto importante. Come hanno appreso gli americani in Iraq e i sovietici in Afghanistan, è molto più facile conquistare un Paese che tenerselo. Putin sapeva di avere la forza necessaria a conquistare l’Ucraina. Ma il popolo ucraino accetterà senza discutere un regime fantoccio imposto da Mosca? Putin ha scommesso che l’avrebbe fatto. Dopo tutto, come ha spiegato ripetutamente a chiunque fosse disposto ad ascoltarlo, l’Ucraina non è una vera nazione e gli ucraini non sono un vero popolo. Nel 2014, in Crimea la popolazione non oppose quasi resistenza agli invasori russi. Perché nel 2022 le cose avrebbero dovuto andare diversamente?

Con il passare dei giorni, diventa sempre più evidente che la scommessa di Putin è destinata al fallimento. Il popolo ucraino sta resistendo con tutto sé stesso, attirandosi l’ammirazione del mondo intero e vincendo la guerra. Molti altri giorni cupi ci aspettano. I russi potrebbero anche riuscire a conquistare l’Ucraina intera. Ma, per vincere la guerra, i russi dovranno riuscire a tenersela, e potranno farlo soltanto se il popolo ucraino glielo permetterà. Tuttavia, sembra sempre più inverosimile che una cosa del genere possa accadere. Ogni carro armato russo distrutto e ogni soldato russo ucciso incrementano il coraggio degli ucraini a opporre resistenza. Parimenti, ogni ucraino ucciso aumenta l’odio degli ucraini. L’odio è il peggiore dei sentimenti. Ma, per le nazioni oppresse, l’odio è come un tesoro nascosto: è sepolto in fondo al cuore e può alimentare la resistenza per generazioni. Per ricostruire l’impero russo, Putin ha assolutamente bisogno di una vittoria che sia relativamente senza spargimento di sangue e porti a una pace relativamente senza odio. Versando sempre più sangue ucraino, Putin può star certo che il suo sogno non si realizzerà mai. Non ci sarà scritto il nome di Mikhail Gorbaciov sul certificato di morte dell’impero russo: a figurare sarà quello di Putin. Quando Gorbaciov lasciò, i russi e gli ucraini si sentivano come fratelli; Putin li ha trasformati in nemici e può star certo che, da adesso in poi, la nazione ucraina si definirà sempre in contrapposizione alla Russia. Le nazioni, in fin dei conti, si costruiscono a partire da un corpus di storie. Ogni nuovo giorno aggiunge altre storie che gli ucraini racconteranno non soltanto nei cupi giorni a venire, ma nei decenni e alle generazioni future. Il presidente che si è rifiutato di lasciare la capitale dicendo di avere bisogno di munizioni e non di un passaggio; i soldati dell’Isola dei Serpenti che hanno detto all’equipaggio di una nave da guerra russa di “andare a farsi fottere”; i civili che hanno cercato di fermare i carri armati russi sedendosi lungo il loro tragitto. Sono queste le storie che fanno una nazione. E, sul lungo periodo, proprio queste storie contano più dei carri armati. Il despota russo dovrebbe sapere queste cose come chiunque altro. Del resto, da bambino è cresciuto nutrendosi di racconti sul coraggio dei russi durante l’assedio di Leningrado. Adesso è lui a creare molte più storie di questo tipo, nelle quali però egli compare nel ruolo di Hitler.

Le storie sul coraggio degli ucraini infondono determinazione non soltanto negli ucraini, ma nel mondo intero. Sono loro a infondere coraggio ai governi delle nazioni europee, all’Amministrazione degli Stati Uniti, e perfino ai cittadini russi oppressi. Se gli ucraini hanno il coraggio di sfidare un carro armato a mani nude, il governo tedesco può avere il coraggio di rifornirli di missili anticarro, il governo americano può avere il coraggio di estromettere la Russia dal circuito Swift, e i cittadini russi possono avere il coraggio di dimostrare la loro opposizione a questa guerra insensata. Purtroppo, è verosimile immaginare che questa guerra durerà a lungo. La questione più importante, tuttavia, è stata decisa una volta per tutte. Questi ultimi giorni hanno dimostrato in modo inequivocabile al mondo intero che l’Ucraina è una vera nazione, gli ucraini sono un vero popolo e non vogliono vivere sotto un nuovo impero russo, nella maniera più assoluta. Resta irrisolta soltanto una domanda: quanto tempo servirà prima che questo messaggio penetri negli spessi muri del Cremlino?
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda lloyd142 » 06 mar 2022 18:18

Condiviso questo scritto di Capuozzo, che rispecchia esattamente il mio modo di vedere...

Toni Capuozzo
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ELOGIO DELLA RESA ?
E’ domenica, nevica, e avrei voluto raccontarvi di questi giorni in Bosnia, a girare tra quel che resta di una guerra lontana. E invece mi torna in mente di quando ero un giovane inviato nelle rivoluzioni dell’America Latina, e non riuscivo a non sorprendermi della crudezza di una parola d’ordine diffusa: “Patria o muerte”. Veniva da un discorso di Fidel Castro nel 1960, ma assomigliava alle storie risorgimentali che mi avevano insegnato a scuola, a un’ idea del sacrificio che mi pareva marmorea, retorica, e fuori dal mio tempo (Non avresti combattuto il nazifascismo ? Credo di sì, ma non è il mio tempo…). Mi è successo tante altre volte di chiedermi se avessero ragione quelli che si apprestavano, o almeno si dichiaravano pronti a morire per qualcosa, da Sarajevo a Gerusalemme, da Kabul a Mogadiscio, dalla Libia alla Siria. Sono uno che prova paura, ed evitavo di chiedermi se la mia distanza fosse viltà, o miseria di valori. Mi dicevo che morirei per salvare i miei figli, e la domanda successiva riapriva il problema: dove arriverei per difendere i figli degli altri ? So come me la cavavo: non morirei, ma neanche ucciderei in nome di una bandiera, in nome di un confine, non c’è nulla che valga la vita di un altro. Questa mia confusione ritorna, in questi giorni. Voglio confessarla semplicemente, come un pensiero banale. Non mi sorprende la voglia di resistenza degli ucraini, anche se penso che la loro esperienza di guerra, prima, fosse solo la guerra sporca del Donbass. Non mi sorprende che resistano con un orgoglio quasi commovente a un’aggressione. Mi sorprende il loro leader, che riscuote tanta ammirazione per un comportamento che ci sembra senza pari, tra i politici nostri, e per la forza delle parole, delle espressioni, della barba trascurata e delle magliette da combattente. Un grande leader, per me, non è chi è pronto a morire. Questo dovrebbe essere il minimo sindacale. Un grande leader è quello che accompagna il suo popolo nella traversata del deserto, lo salva. Ecco, a me pare che Zelensky lo stia accompagnando allo sbaraglio, sia pure in nome della dignità e della libertà e dell’autodifesa, tutte cause degnissime. E dunque mi sorprende ancora di più l’Occidente che lo spinge, lo arma, e in definitiva lo illude, perché non acconsente a dichiarare quella no fly zone che vorrebbe dire essere trascinati in guerra, come a Zelensky non dispiacerebbe. E da questa comoda posizione però incita, fosse mai che la trappola diventi la tomba per Putin: si chiamano proxy war, guerre per interposta persona, che altri combattono in nome tuo. Se va bene, bene, abbiamo vinto. Se va male, che siano curdi o afghani, hanno perso loro. In due parole: credo che sarebbe stato più sensato e utile mediare, provare non a sconfiggere Putin con il sedere degli altri, ma a fermarlo, a scombussolarne i piani. Cosa intendo ? Una resa dignitosa, una trattativa per cedere qualcosa ma non tutto, per raffreddare il conflitto, mettendo in campo caschi blu e osservatori, idee e prese di tempo. E invece vedo che piace l’eroismo, vedo che i nazionalismi non fanno più paura, che patria o morte torna di moda, dopo che anche i presidenti della Repubblica erano passati al termine “Paese”: piacciono le patrie altrui. No, si chiama de escalation: evitare che milioni debbano scappare. Evitare che migliaia debbano morire, salvare il salvabile, le idee e le persone che si fa in tempo a salvare. Però ormai lo scelgono loro. Per quel che riguarda noi, risparmiamoci almeno la retorica.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda zampaflex » 07 mar 2022 09:41

Capuozzo è un bravo giornalista, ma qui è semplicemente un grande illuso. Putin ha cominciato l'invasione dell'Ucraina un decennio fa e non ha nessuna intenzione di fermarsi. Niente e nessuno lo farà desistere dall'occupazione del paese e dalla sostituzione del governo con uno fantoccio, nonché dalla eliminazione fisica, via uccisione o incarcerazione, di tutta l'opposizione politica. Lo sta già facendo a casa sua: Politkovskaja, Litvinenko, Nemtsov, Berezovskij, Chodorkovskij, Navalny, perché non dovrebbe farlo altrove?

https://twitter.com/kamilkazani/status/1500495309595725831
L'autore è un russo che ora vive negli USA.

"Let's discuss what's happening in Russia. To put it simply, it's going full fascist. Authorities launched a propaganda campaign to gain popular support for their invasion of Ukraine and they're getting lots of it. "
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 07 mar 2022 14:31

nel frattempo la Russia propone "corridoi umanitari" per chi fugge dal teatro di guerra che portano solo in Bielorussia o nella Russia stessa, e spara ai profughi che cercano di fuggire in Polonia
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda lloyd142 » 07 mar 2022 14:44

zampaflex ha scritto:Capuozzo è un bravo giornalista, ma qui è semplicemente un grande illuso.


Sara' anche un illuso, ma dice le stesse cose di Inzerilli , ex Capo Gladio per dodici anni, e in quanto tale, nessuno di piu' lontano dal pensiero Putiniano. Volenti o nolenti, per fermare le operazioni bisogna soddisfare quelle condizioni , che anche a me non sembrano cosi' peregrine. Smilitarizzazione e dichiarazione di neutralita' da parte dell'Ucraina.

Ucraina, Inzerilli (ex capo Gladio): "Io sto con Putin, il problema della guerra è Zelensky"
Fonte ADN Kronos

“Io ho due pallini, la storia e la geografia – spiega il Generale -, ma in genere la gente evita di ricordare ciò che è successo nel passato. La Russia, fin da quando era zarista, è sempre stato un Paese a disagio perché si è sempre sentita circondata, in qualche modo bloccata, sentivano di non avere libertà di movimento. Con l’Unione Sovietica era lo stesso, perché è stata creata la Nato contro l’eventuale espansionismo sovietico. La situazione, dunque, si è tramandata. Tutto quello che sta succedendo adesso, perciò, è sempre dovuto al fatto che la Russia, non più Unione Sovietica, ha paura, si sente circondata da Paesi ostili. E il presidente dell’Ucraina, Zelensky, a mio parere fa una dimostrazione di forza quando in effetti tutto quello che la Russia ha chiesto è la dichiarazione ufficiale di non ingresso dell’Ucraina nella Nato e la demilitarizzazione del Paese. Ecco, non mi sembrano richieste assurde, ma Zelensky non ne vuole sapere”.
L’assurdità, per il Generale Inzerilli, sta altrove: “Un paio di settimane fa – dice - si è riunito il Consiglio atlantico della Nato, e i mass media, riportando una dichiarazione del segretario generale Stoltenberg fatta prima della riunione, hanno scritto ‘Stoltenberg gela l’Ucraina’, nel senso che secondo il segretario generale non c’era in agenda nessun argomento che riguardasse l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. È dunque Zelensky che vuol far vedere di essere in gamba, bravo, super indipendente, costi quel che costi, il che per un Capo di Stato mi sembra leggermente folle. Ma se gliel’hanno detto ufficialmente che al momento non se ne parla, perché non se n’è stato buono e tranquillo, senza agitarsi, invece di fare scoppiare questo caos? L’esercito russo contro quello ucraino…viene da ridere”.
Per l’ex capo della ‘Gladio’, però, c’è un altro punto importante. “Prima che iniziasse il conflitto, gli Stati Uniti dissero che se la Russia avesse invaso l’Ucraina, loro, come Stati Uniti e non come Nato, sarebbero intervenuti per difenderla. Poi hanno cambiato le dichiarazioni, cominciando a parlare di invio di aiuti, che significa quattrini, ed è ben diverso”.
“Ecco perché – afferma senza indugio il Generale – valutando la situazione attuale mi sento più russo che ucraino, perché penso sempre che il compito di un presidente di un Paese è prima di tutto quello di salvare la pelle dei cittadini e non di compiere gesti di forza per una libertà che in pratica esiste e che invece secondo Zelensky non esiste”.
L’obiettivo finale di Putin, per il Generale Inzerilli, è dunque chiaro: “Lui vuole solo fare in modo di non avere i Paesi Nato al confine. Se l’Ucraina entrasse nella Nato significherebbe avere i missili a 180 chilometri da Mosca, e onestamente voglio vedere chi ha qualcosa da protestare. Non dico a cannonate, ma coi missili di oggi 180 chilometri sono una distanza ridicola. L’Ucraina, dunque, fa storia a sé”. Arrivati a questo punto, come si fermano le ostilità? “Io credo che nessuno in questo momento sia disposto a farsi ammazzare per bloccare Putin – osserva il Generale Inzerilli -, dunque oggi la Nato dovrebbe concedere a Putin la demilitarizzazione dell’Ucraina insieme a una dichiarazione ufficiale di non ingresso nella Nato. Non si fa la guerra, con già migliaia di morti da una parte e dall’altra, per un principio primo di una parte, non un principio primo del mondo”.
Anche perché, aggiunge il Generale, “il rischio nucleare potrebbe essere serio, ma anche lì attenti alle fake news. Giornali e tv dicono che i russi hanno bombardato la centrale nucleare e che non c’è stato nessun morto. Ora, per quello che so visto il mestiere che ho fatto, un bombardamento può anche non fare morti, ma certamente distrugge l’obiettivo, ma qui non è stato distrutto un accidente. Se hanno bombardato, allora hanno devastato la centrale, la quale invece è intonsa. Allora c’è qualcosa che non quaglia”.
L’aggressione di Putin all’Ucraina ha sorpreso quasi tutti, e il Generale Inzerilli non fa eccezione: “Non mi aspettavo che sarebbe accaduto ciò che sta avvenendo, né da una parte né dall’altra – afferma -, però uno per principio vuole la libertà di fare quello che vuole, l’altro per principio vuole la garanzia di non avere ‘nemici’, o comunque ‘non amici’, alle porte, era chiaro che le due cose fossero piuttosto inconciliabili. Il fatto è che la determinazione di Putin, basata anche sulla forza del proprio esercito, si scontra con il principio di non avere imposizioni da parte di Paesi terzi”. Quanto alle conseguenze che le durissime sanzioni imposte a Mosca possano provocare una rivolta anti Putin, fino al tradimento e alla sua eliminazione da parte dei servizi segreti o comunque di qualcuno molto vicino a lui, il Generale Inzerilli osserva: “Mi sembrerebbe strano. L’unica volta che chi governava la Russia è stato defenestrato, è stato all’epoca degli Zar, una cosa del genere non è mai più successa. D’altra parte oggi gli 007 di Kiev hanno fatto fuori, perché considerato una spia, uno dei loro negoziatori”.
Alla fine della chiacchierata con l’AdnKronos, il Generale si sofferma proprio sulla Gladio, la struttura anti sovietica da lui diretta per 12 anni: “Beh, all’epoca avevamo ragione di certo – afferma -, conoscevamo i segnali di pericolo provenienti dall’Unione Sovietica. Oggi, però, non mi sembra si possa dire che la Russia sia il nostro nemico. Le relazioni, post Guerra Fredda, ovviamente, sono sempre state tranquille. Tutt’ora si stanno ammazzando, ma il gas dalla Russia, passando attraverso l’Ucraina, continua ad arrivare nell’Europa occidentale. Dunque, quale nemico?”. Un lungo ragionamento, quello del Generale Inzerilli con l’AdnKronos, che si conclude nell’unico modo possibile: “Per quel che mi riguarda oggi il problema di questa guerra si chiama Zelensky”.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda zampaflex » 07 mar 2022 15:11

lloyd142 ha scritto:
zampaflex ha scritto:Capuozzo è un bravo giornalista, ma qui è semplicemente un grande illuso.


Sara' anche un illuso, ma dice le stesse cose di Inzerilli , ex Capo Gladio per dodici anni, e in quanto tale, nessuno di piu' lontano dal pensiero Putiniano. Volenti o nolenti, per fermare le operazioni bisogna soddisfare quelle condizioni , che anche a me non sembrano cosi' peregrine. Smilitarizzazione e dichiarazione di neutralita' da parte dell'Ucraina.



La struttura Gladio, permettimi, era tutto fuorché allineata. Eversiva, piuttosto. E probabilmente il generale ragiona ancora per blocchi come quando operava. Esattamente come Putin, che ragiona ancora attraverso gli imperativi geopolitici della Russia zarista.
Ma la domanda che va fatta a costoro è diversa, ed è semplice: perché non accogliete pienamente il sistema democratico occidentale, in modo da non dovervi più preoccupare della NATO (che peraltro è stata ormai abbandonata a se stessa dagli USA, che sono invece concentrati sullo scacchiere indopacifico)?
La risposta è che la cricca spionistico-mafiosa imperante in Russia non ne ha voglia! Dai, cinque mandati di fila pronti a diventare sette per Putin ti sembrano democratici? E gli oppositori uccisi o incarcerati? Non c'è ramificazione del potere civile, che sia giustizia o amministrazione, che non sia nelle mani di Vladimiro o allineato (leggasi fantoccio).
Putin agisce così perché pensa che l'Occidente sia IL MALE, il nemico dei disegni imperiali della Russia. E Inzerilli gli va a ruota perché la sua vita è stata dedicata a combattere quel disegno. Simul stabunt, eccetera. Senza una Russia neoimperialista la carriera del Gen. diventa quasi vuota. Potrebbe pensare diversamente? Si, se ne avesse il coraggio.

Ti sembra uno stato normale quello in cui i poliziotti sequestrano i telefoni dei passanti?
https://twitter.com/KevinRothrock/status/1500458582902460420
O menano in questo modo dei pacifici contestatori della guerra?
https://twitter.com/brewerov/status/1500465514577022981

Quello di Putin è un REGIME, che ha invaso una nazione pacifica. Ma non oggi, nel 2014! Crimea e Donbass. Long in the making, questa guerra.
Se al Putin non fosse un residuo della guerra fredda le cose sarebbero andate diversamente? Certo che si.

Ti consiglio caldamente di leggerti questo libro, per capire perché oggi succede quello che succede.
https://www.lafeltrinelli.it/uomini-di-putin-come-kgb-libro-catherine-belton/e/9788834604113?lgw_code=50948-B9788834604113&awaid=9507&gclid=Cj0KCQiA95aRBhCsARIsAC2xvfyWidwZzVo9S-3Iip5CTwY5bKB_wc0H5SfHAe-uUsa9ckMeJFjLuzgaAtIIEALw_wcB

Vladimiro deve difendere la sua ragione di esistere, anche perché altrimenti con tutti i soldi che si è rubato gli fanno saltare la testa (letteralmente).
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda lloyd142 » 07 mar 2022 15:23

zampaflex ha scritto:
lloyd142 ha scritto:
zampaflex ha scritto:Capuozzo è un bravo giornalista, ma qui è semplicemente un grande illuso.


Sara' anche un illuso, ma dice le stesse cose di Inzerilli , ex Capo Gladio per dodici anni, e in quanto tale, nessuno di piu' lontano dal pensiero Putiniano. Volenti o nolenti, per fermare le operazioni bisogna soddisfare quelle condizioni , che anche a me non sembrano cosi' peregrine. Smilitarizzazione e dichiarazione di neutralita' da parte dell'Ucraina.



La struttura Gladio, permettimi, era tutto fuorché allineata. Eversiva, piuttosto. E probabilmente il generale ragiona ancora per blocchi come quando operava. Esattamente come Putin, che ragiona ancora attraverso gli imperativi geopolitici della Russia zarista.
Ma la domanda che va fatta a costoro è diversa, ed è semplice: perché non accogliete pienamente il sistema democratico occidentale, in modo da non dovervi più preoccupare della NATO (che peraltro è stata ormai abbandonata a se stessa dagli USA, che sono invece concentrati sullo scacchiere indopacifico)?
La risposta è che la cricca spionistico-mafiosa imperante in Russia non ne ha voglia! Dai, cinque mandati di fila pronti a diventare sette per Putin ti sembrano democratici? E gli oppositori uccisi o incarcerati? Non c'è ramificazione del potere civile, che sia giustizia o amministrazione, che non sia nelle mani di Vladimiro o allineato (leggasi fantoccio).
Putin agisce così perché pensa che l'Occidente sia IL MALE, il nemico dei disegni imperiali della Russia. E Inzerilli gli va a ruota perché la sua vita è stata dedicata a combattere quel disegno. Simul stabunt, eccetera. Senza una Russia neoimperialista la carriera del Gen. diventa quasi vuota. Potrebbe pensare diversamente? Si, se ne avesse il coraggio.

Ti sembra uno stato normale quello in cui i poliziotti sequestrano i telefoni dei passanti?
https://twitter.com/KevinRothrock/status/1500458582902460420
O menano in questo modo dei pacifici contestatori della guerra?
https://twitter.com/brewerov/status/1500465514577022981

Quello di Putin è un REGIME, che ha invaso una nazione pacifica. Ma non oggi, nel 2014! Crimea e Donbass. Long in the making, questa guerra.
Se al Putin non fosse un residuo della guerra fredda le cose sarebbero andate diversamente? Certo che si.

Ti consiglio caldamente di leggerti questo libro, per capire perché oggi succede quello che succede.
https://www.lafeltrinelli.it/uomini-di-putin-come-kgb-libro-catherine-belton/e/9788834604113?lgw_code=50948-B9788834604113&awaid=9507&gclid=Cj0KCQiA95aRBhCsARIsAC2xvfyWidwZzVo9S-3Iip5CTwY5bKB_wc0H5SfHAe-uUsa9ckMeJFjLuzgaAtIIEALw_wcB

Vladimiro deve difendere la sua ragione di esistere, anche perché altrimenti con tutti i soldi che si è rubato gli fanno saltare la testa (letteralmente).


Bah...non capisco...
E quindi???
Giochiamo alla terza guerra mondiale???
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda zampaflex » 07 mar 2022 15:34

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Sara' anche un illuso, ma dice le stesse cose di Inzerilli , ex Capo Gladio per dodici anni, e in quanto tale, nessuno di piu' lontano dal pensiero Putiniano. Volenti o nolenti, per fermare le operazioni bisogna soddisfare quelle condizioni , che anche a me non sembrano cosi' peregrine. Smilitarizzazione e dichiarazione di neutralita' da parte dell'Ucraina.



La struttura Gladio, permettimi, era tutto fuorché allineata. Eversiva, piuttosto. E probabilmente il generale ragiona ancora per blocchi come quando operava. Esattamente come Putin, che ragiona ancora attraverso gli imperativi geopolitici della Russia zarista.
Ma la domanda che va fatta a costoro è diversa, ed è semplice: perché non accogliete pienamente il sistema democratico occidentale, in modo da non dovervi più preoccupare della NATO (che peraltro è stata ormai abbandonata a se stessa dagli USA, che sono invece concentrati sullo scacchiere indopacifico)?
La risposta è che la cricca spionistico-mafiosa imperante in Russia non ne ha voglia! Dai, cinque mandati di fila pronti a diventare sette per Putin ti sembrano democratici? E gli oppositori uccisi o incarcerati? Non c'è ramificazione del potere civile, che sia giustizia o amministrazione, che non sia nelle mani di Vladimiro o allineato (leggasi fantoccio).
Putin agisce così perché pensa che l'Occidente sia IL MALE, il nemico dei disegni imperiali della Russia. E Inzerilli gli va a ruota perché la sua vita è stata dedicata a combattere quel disegno. Simul stabunt, eccetera. Senza una Russia neoimperialista la carriera del Gen. diventa quasi vuota. Potrebbe pensare diversamente? Si, se ne avesse il coraggio.

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Quello di Putin è un REGIME, che ha invaso una nazione pacifica. Ma non oggi, nel 2014! Crimea e Donbass. Long in the making, questa guerra.
Se al Putin non fosse un residuo della guerra fredda le cose sarebbero andate diversamente? Certo che si.

Ti consiglio caldamente di leggerti questo libro, per capire perché oggi succede quello che succede.
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Bah...non capisco...
E quindi???
Giochiamo alla terza guerra mondiale???


Chi come te pensa che basti accontentare lo zar per farla finita velocemente non ha capito appieno il suo gioco. Che è molto sporco, e che lo sta giocando da trent'anni, prima in campo interno per arrivare al potere, consolidarlo e mantenerlo, poi per ripristinare lo scenario geopolitico che a suo parere è l'unico accettabile, con la ricostituzione dei confini sovietici.
Non sei in cattiva compagnia, peraltro, visto che già da settembre/ottobre i governi europei sono stati avvisati dagli anglo che le intenzioni erano quelle, ma non li hanno ascoltati.
O i caccia russi (potenzialmente armati con testate nucleari) in Transnistria e a Kaliningrad facciamo finta di non vederli?
Di fronte ad un Putin così fermamente deciso a dominare con la paura l'intero continente, a cominciare dai finanziamenti a tutte le formazioni di estrema destra nazionalista sparse per l'Europa, funzionali ad una disgregazione degli obiettivi politici comuni della UE (ricorda il romano divide et impera), esistono due strade: la guerra diretta o i bastoni tra le ruote (delega affidata in questo momento a Zelensky, e alle preparate ben prima sanzioni) sperando con la seconda soluzione di indebolirlo a tal punto da rendergli inefficace ogni tentativo di proiezione esterna della sua forza. O, ma con scarse probabilità, di farlo esautorare dalla componente mafiosa e affaristica del suo cerchio di potere e addivenire quindi ad un gioco più democratico.

Siamo già in guerra, per procura per fortuna, ma la guerra è stata iniziata molto tempo fa. E non dall'Occidente.

PS: mi ero dimenticato dei costanti tentativi di Mosca di dominare l'area, compresi l'avvelenamento di Juscenko e l'incarcerazione della Timoscenko.

https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell%27Ucraina#La_dissoluzione_dell'Unione_Sovietica_e_l'indipendenza_dell'Ucraina
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda lloyd142 » 07 mar 2022 15:59

zampaflex ha scritto:
Chi come te pensa che basti accontentare lo zar per farla finita velocemente non ha capito appieno il suo gioco. Che è molto sporco, e che lo sta giocando da trent'anni, prima in campo interno per arrivare al potere, consolidarlo e mantenerlo, poi per ripristinare lo scenario geopolitico che a suo parere è l'unico accettabile, con la ricostituzione dei confini sovietici.
Non sei in cattiva compagnia, peraltro, visto che già da settembre/ottobre i governi europei sono stati avvisati dagli anglo che le intenzioni erano quelle, ma non li hanno ascoltati.
O i caccia russi (potenzialmente armati con testate nucleari) in Transnistria e a Kaliningrad facciamo finta di non vederli?
Di fronte ad un Putin così fermamente deciso a dominare con la paura l'intero continente, a cominciare dai finanziamenti a tutte le formazioni di estrema destra nazionalista sparse per l'Europa, funzionali ad una disgregazione degli obiettivi politici comuni della UE (ricorda il romano divide et impera), esistono due strade: la guerra diretta o i bastoni tra le ruote (delega affidata in questo momento a Zelensky, e alle preparate ben prima sanzioni) sperando con la seconda soluzione di indebolirlo a tal punto da rendergli inefficace ogni tentativo di proiezione esterna della sua forza. O, ma con scarse probabilità, di farlo esautorare dalla componente mafiosa e affaristica del suo cerchio di potere e addivenire quindi ad un gioco più democratico.

Siamo già in guerra, per procura per fortuna, ma la guerra è stata iniziata molto tempo fa. E non dall'Occidente.


Quindi...l'arma politica dell'occidente e...il bastone tra le ruote sarebbe Zelenzsky?
E il bastone tra le ruote prevede che si lasci ammazzare la propria gente per inseguire degli irrealizzabili miraggi a breve come l'ingresso nella Nato e nella UE ???
A dispetto delle tue granitiche certezze, io ho visto tanto stupore dipinto sui leader di almeno tre quarti dei paesi UE quando e' iniziata questa stupida guerra ...altro che cose ben conosciute e sanzioni preparate in anticipo.
E affidare il nostro futuro alla tenuta della brutta copia del nostrano Beppe Grillo, mi sembra un tantino azzardato...
E giuro che vorrei che qualcuno smettesse da questa parte del mondo di buttare benzina sul fuoco.
Se e quando i russi vorranno guardare al modello occidentale, dovranno farlo da soli e non dovremmo essere noi a spingerli.
«E coloro che furono visti danzare, vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica»
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 07 mar 2022 16:39

che la Russia si senta circondata a me sembra solo una penosa scusa

è perfettamente legittimo che alcune nazioni abbiano volontariamente scelto di aderire alla NATO perché preferiscono rientrare nell'orbita economica degli USA e della UE e nel sistema di valori occidentali, invece di far parte dell'orbita della Russia ... pensa un po' che scemi

(per esempio l'economia dei paesi baltici che erano occupati dall'URSS è decollata dopo l'indipendenza, l'adesione alla UE e alla NATO, che dovrebbe proteggerli da eventuali invasioni)

Putin si sente circondato da democrazie e ha paura che contagino il suo regime

e comunque proprio per l'importanza geopolitica che riveste l'Ucraina, si è sempre parlato di eventuale adesione alla UE ma non alla NATO; piacerebbe magari a molti ucraini, ma la NATO lo ha sempre escluso
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 07 mar 2022 17:20

Il poker cinese: Xi Jinping potrebbe essere determinante nel fermare Putin

Pechino ha interesse a ristabilire la quiete sui mercati per proseguire la sua scalata globale

Stefano Stefanini
07 Marzo 2022

Modificato il: 07 Marzo 2022

3 minuti di lettura

A Vladimir Putin le cose non stanno andando per il verso giusto. Può ancora domare gli ucraini a suon di cannonate, ricattare l’Europa con l’atomica, ignorare Papa Francesco – ha il precedente di Iosif Vissarionovic (Stalin). Questo finché può contare sull’asse con Pechino. Non hanno forse i due Presidenti giurato «amicizia senza limiti» mentre l’uno si preparava a godere delle Olimpiadi invernali, l’altro dell’invasione dell’Ucraina? Dopo neanche un mese questi limiti sono messi a dura prova. La guerra scatenata di Putin è tossica per Xi Jinping perché provoca uno sconquasso mondiale che non è negli interessi della Cina. Pechino si trova fra l’incudine degli equilibri internazionali cui tiene e il martello dell’alleanza con Mosca.

Xi Jingping deve decidere fra sostegno all’amico russo e intervento da mediatore che inevitabilmente lo allontanerebbe da Putin. Per la prima basta continuare a chiudersi in un celestiale silenzio, la seconda richiede iniziativa diplomatica e politica, comprendente anche pressioni su Mosca. Finora la Cina si è barcamenata con le due astensioni all’Onu, in Consiglio di Sicurezza e in Assemblea Generale, che avranno deluso la Russia permettendo però a Pechino di rimanere nelle retrovie della crisi. In genere la posizione cinese ha un effetto trainante sui grandi numeri onusiani, africani, asiatici. Non questa volta. Le astensioni sono rimaste una minoranza.

Da come la Cina deciderà di uscire da questa strettoia dipendono forse le prospettive di una soluzione politica della guerra ucraina; certamente il ruolo internazionale di Pechino, finora seconda potenza mondiale ma non leader globale sullo stesso piano degli Stati Uniti. Per esercitare leadership nel mondo, come gli americani sanno bene, bisogna pagare quota piena in rischi ed esposizione. I cinesi si sono limitati a una progressiva, apparentemente inarrestabile, ascesa economica e militare. Gli manca qualcosa. La guerra ucraina è l’occasione per fare il salto di qualità internazionale.

Sono molte le capitali a sollecitare Pechino. Non ultima Kiev – l’Ucraina ha buoni rapporti con la Cina, le bandiere giallo-blu sventolano alte nelle Paralimpiadi invernali. Come titolava efficacemente ieri Michele Valensise sul Huffington Post, «il telefono di Xi Jingping squilla, ma per ora preferisce non rispondere». Il Presidente cinese soppesa i pro e i contro. Nella sua ottica ci sono ottimi motivi per lasciare che la crisi ucraina continui il suo corso. Innanzitutto, indebolisce l’Occidente, sempre più rivale sistemico se non nemico. Distrae gli Stati Uniti dal Pacifico per farli ripiombare nelle beghe europee. Una Russia provata militarmente, impoverita economicamente e isolata politicamente, sarà ancor più tributaria della Cina, le riverserà gas e petrolio rifiutati dall’Europa, squilibrando ulteriormente a favore di Pechino un’alleanza senza amore reciproco. Xi Jinping ha tanto da guadagnare dalla guerra di Putin. Senza bisogno di muovere un dito, come raccomanda Sun Tzu.

Xi è discepolo del grande stratega militare. Pertanto, sa che vanno fatte anche altre considerazioni. Almeno tre lo spingono in direzione opposta. La prima sono le conseguenze potenzialmente dirompenti della guerra ucraina su economia e stabilità mondiale. La Cina è il maggior beneficiario della globalizzazione. Ha bisogno che continui, o quantomeno sopravviva. Ne avverte già incrinature, causate dalla pandemia e dai soprassalti di un Occidente che vuole allentare i vincoli di dipendenza industriale e tecnologica. La guerra ucraina rischia di spingere, di nuovo, l’economia internazionale in recessione e di dare il colpo di grazia alla globalizzazione.

La Cina ha un interesse fisiologico alla stabilità internazionale. Il rischio maggiore, in questo momento, è rappresentato proprio dall’amico «senza limiti», Vladimir Putin. Non sappiamo, forse non sapremo mai, cosa si sono detti i due Presidenti nel firmare la dichiarazione congiunta di un mese fa. Xi avrà chiesto di aspettare la fine delle Olimpiadi per invadere l’Ucraina, come racconta l’intelligence americana? Putin gli avrà detto cosa aveva intenzione di fare? Può darsi. Non sottovalutiamo il cinismo di due autocrati. Quand’anche l’Europa fosse kantiana (non lo è mai stata se non nei libri), il mondo è darwiniano.

Una luce verde esplicita all’invasione è poco in carattere con linguaggio e prudenza cinesi. Comprensione sottintesa forse, sempre sulla base del presupposto che Vladimir Putin accreditava finché non è fallito miseramente nelle pianure gelate dell’Ucraina e nei sobborghi di Kiev e Mariupol: guerra lampo, resa di Volodymyr Zelensky, governo filorusso, Ucraina liberata, abbraccio fra i due popoli, Europa e Occidente spettatori. Xi Jinping lo poteva accettare da Putin, freddo giocatore di scacchi. Molto difficilmente si trova a suo agio con Vlad il Matto che minaccia la Terza guerra mondiale e rispolvera lo spettro nucleare - unico terreno sul quale la Cina è inferiore alla Russia. L’allarme atomico non deve aver fatto guadagnare al Cremlino molti amici nella Città Proibita. Il rivale americano si è rivelato molto più ragionevole dell’amico russo. Forse qualche limite all’amicizia è il caso di metterlo.

Il terzo motivo che spinge la Cina verso un ruolo nel mettere fine alla tragedia ucraina con una soluzione politica, che fermi quella militare voluta da Putin, sta nella reazione dell’Occidente. I cinesi non se l’aspettavano, soprattutto non dall’Europa. La capacità di assumere costi e sacrifici, la difficile decisione di armare gli ucraini, lo straordinario affiatamento fra Stati Uniti, Ue e Nato, l’improvviso riavvicinamento fra Londra e Bruxelles, meritano rispetto nel mondo della realpolitik che Xi Jinping pratica. Entrano nel calcolo e controbilanciano i guadagni immediati della semplice solidarietà con Mosca. Fermezza occidentale, nerbo ucraino e incoscienza putiniana portano Pechino a farsi parte diligente di una soluzione politica. Speriamo.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda maxer » 07 mar 2022 20:23

tenente Drogo ha scritto:ultimo contributo, poi smetto, giuro



01 mar 2022 20:07


..... spergiuro ..... :mrgreen:
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 07 mar 2022 21:20

maxer ha scritto:
tenente Drogo ha scritto:ultimo contributo, poi smetto, giuro



01 mar 2022 20:07


..... spergiuro ..... :mrgreen:


mi hai sgamato
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 07 mar 2022 21:53

visto che sono spergiuro, una dichiarazione surreale del ministro degli esteri russo

l'obiettivo della guerra è impedire una guerra

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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda lloyd142 » 08 mar 2022 10:09

Leggevo stamattina gli scarni comunicati in merito ai risultati degli incontri tra russi ed ucraini e, tra le righe, la presunta disponibilita' da parte di Zelensky di trovare un accordo sullo scioglimento del Battaglione Azov.
Sono andato a cercare notizie in merito, e su Wikipedia ( prendere quindi con beneficio di inventario)... ho trovato una ampia pagina in merito.
Che Putin nelle sue farneticanti esternazioni si riferisse a questo quando parlava di denazificazione del paese?
Interessante notare le varie date in cui questo reparto si e' costituito e via via evoluto fino a diventare un reparto regolare della polizia.
E anche il fatto , che dal 2016 sia finanziato ed addestrato dagli Stati Uniti!! ( ma guarda un po' !!)
E ancora , che all'interno dello stesso , una parte dell'organico sia costituita da cittadini russi....
Veramente difficile capire tutti gli intrecci. Individuare il lupo e l'agnello ( ammesso che gli agnelli esistano...) e' sempre piu' complicato.



"Il reggimento operazioni speciali "Azov" conosciuto in precedenza anche come battaglione "Azov" , è un reparto militare ucraino neonazista con compiti militari e di polizia. Inquadrato nella Guardia nazionale dell'Ucraina[16] e istituito con lo scopo principale di contrastare le crescenti attività di guerriglia dei separatisti filo-russi del Donbass durante la guerra del Donbass del 2014], il reparto è divenuto famoso a seguito di accuse di crimini di guerra e tortura.
L'Azov è composto per la maggior parte da volontari, provenienti da partiti e movimenti politici legati all'estrema destra ucraina e integrati da volontari d'ispirazione nazifascista e neonazista provenienti anche da diversi paesi europei tra cui Italia, Francia, Spagna e Svezia. Fonti del governo di Kiev negano che il battaglione Azov avesse espresso alla sua costituzione ideologie o posizioni ufficiali assimilabili al nazismo e, pur ammettendo che il reparto abbia attratto diversi volontari con dichiarate posizioni di estrema destra, nel 2015 hanno dichiarato che il 70-80% dei militari sarebbe politicamente neutrale. La formazione militare è legata al Corpo Nazionale, un progetto politico creato dai membri del battaglione, che partecipa anche alle elezioni e ha rapporti internazionali con altri gruppi suprematisti bianchi.
Il simbolo del battaglione fa riferimento al Wolfsangel, che simboleggia una trappola per lupi, attestato dal medioevo per la sua funzione di amuleto contro i lupi e utilizzato in vari stemmi araldici: esso nel corso del XX secolo fu adottato inizialmente dal nazismo, per essere poi soppiantato dalla svastica, e in seguito da alcune unità militari SS della Germania nazista operanti durante l'invasione dell'URSS.Sullo sfondo è posto il sole nero (Schwarze Sonne), costituito dalla rotazione di una serie di svastiche inscritte in un cerchio, anch'esso ispirato alla tradizione runica legata al misticismo nazista.

Storia
A causa del caos politico e istituzionale che si è venuto a creare in Ucraina dopo l'Euromaidan, con la deposizione di Viktor Janukovyč ed il suo governo, la perdita della Crimea seguita dall'annessione della regione alla Russia ed un aumento considerevole nelle diserzioni dell'esercito ucraino, ha portato le autorità governative ad avvalersi sempre più dell'utilizzo di gruppi paramilitari composti da combattenti provenienti da gruppi nazionalisti dell'estrema destra come l'Assemblea Social-Nazionale (A.S.N.) e i Patrioti d'Ucraina, formando i cosiddetti "Battaglioni di volontari civili".
Nell'aprile del 2014, questi "battaglioni" vengono regolarmente autorizzati dal Ministro dell'Interno Arsen Avakov, permettendo conseguentemente la costituzione di reparti paramilitari per un totale di circa 12000 uomini, affiancandoli all'esercito regolare. Essendo un reparto di volontari, per legge il Battaglione Azov non poteva far parte delle Forze Armate permanenti ucraine e nelle sue prime fasi viene quindi inquadrato nella Polizia.

Il battaglione "Azov" è stato inizialmente una delle cinque unità paramilitari (unitamente ai battaglioni "Aidar", "Dnepr-1", "Dnepr-2" e "Donbass") composte anche da nazionalisti provenienti da varie nazioni d'Europa, e nelle prime fasi del conflitto è parte degli oltre quaranta battaglioni di volontari dislocati in tutto il territorio ucraino; inquadrati successivamente nella Guardia nazionale dell'Ucraina e finanziati dall'oligarca ucraino Igor Kolomoisky, già governatore di Dnepropetrovsk e ritenuto anche il finanziatore delle milizie nazionalistiche di Pravyj Sektor[27] considerate le responsabili della strage di Odessa dove morirono trentotto persone.
Il battaglione ha sede a Urzuf, città costiera che si affaccia sul Mar d'Azov da cui prende il nome, a circa quaranta chilometri a sud-ovest di Mariupol' nell'Oblast' di Donec'k.

Attività operativa
Ed è proprio a Mariupol' che, il 13 giugno, avviene il battesimo del fuoco del reparto: la città costiera, che era stata precedentemente occupata dai ribelli separatisti, viene riconquistata e poi dichiarata "Capitale provvisoria dell'Oblast' di Donec'k", in sostituzione della città di Donec'k ancora occupata dai separatisti. Da allora in avanti, il Battaglione Azov conosce un'intensa attività operativa contro le forze separatiste dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Doneck', sostenuta dalla Russia, partecipando a numerose operazioni militari come "Battaglione Speciale di Polizia" sotto il controllo del Ministero degli Interni ucraino.
L'11 agosto il Battaglione Azov e i paracadutisti dell'esercito ucraino liberano la città di Marinka, occupata dalle forze separatiste filorusse; nel settembre 2014 il Battaglione Azov partecipa alla seconda battaglia di Mariupol' e, in seguito al cessate-il-fuoco del 6 settembre, rimane sul fronte di Donec'k conducendo intense attività di bonifica da ordigni esplosivi e di ricognizione.
Alla fine di settembre, il Battaglione Azov è incorporato nella Guardia nazionale dell'Ucraina e trasformato in unità militare regolare e permanente. Assieme all'altrettanto celebre Battaglione "Donbass" e al DUK (Corpo Volontari Ucraini) è stato uno dei reparti militari di Kiev più intensamente impegnati nel conflitto.
Dall'alto: alcune immagini della Battaglia di Mariupol' del giugno 2014, quando la città fu occupata brevemente dalle forze filorusse della Repubblica Popolare di Doneck. Il Battaglione Azov, assieme ad unità speciali dell'esercito ucraino, liberò la città dopo aspri scontri. Nel settembre 2014, le forze separatiste tentarono nuovamente di impadronirsi della città, senza riuscirvi: Mariupol' fu allora sottoposta a bombardamenti con razzi Grad.
Nel gennaio 2015 il Battaglione è promosso allo status di Reggimento Operazioni Speciali (Polk Osoblyvogo Priznacenniya) e intraprende un'intensa attività di addestramento e riorganizzazione, concentrandosi su attività di ricognizione, controguerriglia, operazioni speciali e bonifica da ordigni (EOD). Riceve una compagnia carri (con T-64 e T-72) e, in aprile, dei pezzi d'artiglieria. I componenti sono ora militari ucraini regolari e ricevono (maggio 2015) una paga mensile di 10.000 Gryvnie (400 Euro)[, e sono sottoposti alla disciplina e ai regolamenti militari; strutture amministrative e addestrative vengono aperte a Kiev e a Urzuf, e tutto ciò, unitamente ai rifornimenti regolari di armi e materiali inviati dalla Guardia nazionale, aumenta notevolmente l'efficienza del reparto, che a maggio 2015 schiera oltre 1.000 uomini, impegnati a sorvegliare il fronte di Donec'k'. Molti dei militari dell'"Azov" sono di origine russa.
Struttura e organizzazione
A partire dal 2015, il Reggimento "Azov" ha assunto forma e strutture tipiche di un'unità militare di fanteria leggera[; la transizione da unità spontanea di volontari (per quanto riconosciuta dal governo) in un reparto militare regolare permanente ha naturalmente comportato l'adozione di procedure, regolamenti e standard del tutto identici a quelli dell'esercito. Le reclute sono sottoposte a una prima fase di selezione e scrutinio in un apposito centro di mobilitazione a Kiev ; quindi devono affrontare due settimane di selezione nel centro di addestramento situato nell'ex-complesso industriale "Atek", alla periferia di Kiev, periodo descritto come "molto impegnativo" dalla stampa estera che ha visitato il complesso nell'aprile 2015. Quindi gli aspiranti vengono assegnati ai reparti, dove intraprendono un intenso addestramento militare incentrato su operazioni speciali, ricognizione, controguerriglia.
I reparti di ricognizione e di bonifica ordigni (EOD) sono considerati l'élite del Reggimento e sono composti dagli elementi più esperti; il Reggimento "Azov" è strutturato inoltre su diverse unità di fanteria leggera, un reparto meccanizzato, una compagnia corazzata, artiglieria, genio, sanità, trasmissioni, secondo uno standard organizzativo comune a tutti i reggimenti speciali ucraini.

Rapporti internazionali
Dal 2016 il battaglione Azov viene addestrato e finanziato, come altri corpi delle forze armate ucraine, dagli Stati Uniti d'America. Il battaglione ha rapporti con diverse organizzazioni di estrema destra in Europa e negli Stati Uniti. In Italia ha contatti con Casapound.]
Crimini di guerra
Amnesty International, dopo un incontro avvenuto l'8 settembre 2014 tra il segretario generale di Amnesty Salil Shetty con il primo ministro Arsenij Jacenjuk, ha chiesto al governo ucraino di porre fine agli abusi e ai crimini di guerra commessi dai battaglioni di volontari che operano unitamente alle forze armate di Kiev. Il Governo ucraino ha aperto un'inchiesta ufficiale al riguardo, dichiarando che non risultano indagati ufficiali o soldati del Battaglione "Azov".Nel 2016 un rapporto dell'OSCE ritiene il Battaglione "Azov" responsabile dell'uccisione di massa di prigionieri, di occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e dell'uso sistematico di tecniche di tortura fisica e psicologica.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda Patatasd » 09 mar 2022 13:15

Tra l'altro tra Mosca e i confini Ucraini ci sono minimo 450Km, dove abbia tirato fuori i 180km non ci è dato sapere.
Per inciso Mosca dista attualmente 600Km dalla Latvia, paese membro della NATO.

Quindi sta roba di non avere missili vicino mi sembra una scusa tipo le armi di distruzione di massa di Saddam, visto anche che in questo momento la Russia ha sulla carta una tecnologia missilistica più avanzata di quella NATO.

Infine vorrei ricordare che si discute sempre tra chi ha ragione (o chi sono i buoni) tra Russia o NATO, o su cosa dovrebbe fare Zalensky per la sua nazione per accontentare queste due potenze.

Ma la questione primaria è che la Russia ha invaso l'Ucraina con l'intento di destituire il potere e mettere un governo filo-russo utilizzando missili, caccia e carro-armati. Non capisco veramente che giustifichi o cerchi di razionalizzare un'intervento del genere.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 09 mar 2022 15:53

da "La Stampa" di oggi

-----------------

Secondo quanto riferisce Interfax, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa che: «l’operazione speciale della Russia in Ucraina non punta all'occupazione dell'Ucraina, alla distruzione delle sue istituzioni o al rovesciamento dell'amministrazione in carica».«L’attacco – ha aggiunto – non è nemmeno diretta contro la popolazione civile».

-----------------

Eppure mi era sembrato di vedere un'altra cosa.

Mi ritorna in mente una barzelletta sovietica:

"Ho bisogno di un oto-oculista"
"Ma che dici? Non esiste l'oto-oculista"
"Ma è quello che mi serve: sento una cosa e ne vedo un'altra"
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 09 mar 2022 16:43

la pesante eredità sovietica, il fardello delle economie pianificate: le difficoltà logistiche

https://twitter.com/christogrozev/statu ... FWZ9g&s=19

stanno senza benzina

vinceranno lo stesso, con la forza bruta, ma intanto si impantanano
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda zampaflex » 10 mar 2022 15:32

lloyd142 ha scritto:Leggevo stamattina gli scarni comunicati in merito ai risultati degli incontri tra russi ed ucraini e, tra le righe, la presunta disponibilita' da parte di Zelensky di trovare un accordo sullo scioglimento del Battaglione Azov.


Storia complessa, come molte avvenute da quelle parti.
Che però rischia di offuscare la visione di insieme. Specie dopo che i russi non si fanno premure nel bombardare gli ospedali sostenendo che erano stati svuotati e usati come centro di comando militare. :roll:

By the way, il tweet di Lavrov "famo la guera pe nun fà la guera" è surreale.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 11 mar 2022 10:13

"Non voglio il Donbass, ridatemi Netflix"

https://mailchi.mp/editorialedomani/dom ... er-7514490
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda Patàta » 11 mar 2022 14:39

zampaflex ha scritto:
lloyd142 ha scritto:Leggevo stamattina gli scarni comunicati in merito ai risultati degli incontri tra russi ed ucraini e, tra le righe, la presunta disponibilita' da parte di Zelensky di trovare un accordo sullo scioglimento del Battaglione Azov.


Storia complessa, come molte avvenute da quelle parti.
Che però rischia di offuscare la visione di insieme. Specie dopo che i russi non si fanno premure nel bombardare gli ospedali sostenendo che erano stati svuotati e usati come centro di comando militare. :roll:

By the way, il tweet di Lavrov "famo la guera pe nun fà la guera" è surreale.



La verità non la sappiamo, ma le foto dell'evacuazione dell'ospedale diffuse dagli ucraini puzzano un po' di fake...
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