Dopo aver visto la serie "La regina degli scacchi" mi è insolitamente venuta voglia di leggerne il libro.
Sapevo che Tevis aveva scritto sia "Lo spaccone", sia "L'uomo che cadde sulla terra", ma non avevo mai letto nulla di suo.
Di solito, forse per evitare delusioni, non leggo un libro di cui ho già visto il film (miniserie in questo caso); questa volta non so perché ho osato e ho fatto bene: sono rimasto folgorato, tanto che ho subito letto in rapida successione: "Solo il mimo canta al limitare del bosco", "A pochi passi dal sole" e "Lontano da casa".
Assieme a "L'uomo che cadde sulla terra" sono catalogati tra i romanzi fantascientifici, ma sotto questa etichetta e sotto lo stile apparentemente semplice di Tevis c'è un mondo di piani di lettura e interpretazione, soprattutto sul piano psicologico.
Di fantascientifico hanno in effetti ben poco, ma proprio la mancanza di invenzioni futuristiche hanno permesso loro di superare indenni il trascorrere del tempo (al contrario di romanzi che all'uscita erano apparsi mirabolanti ed oggi ci appaiono ingenui, se non addirittura ridicoli).
Alla fine i romanzi di Tevis sono, tutti (compresa "La regina degli scacchi"), come lui stesso affermò, dei romanzi autobiografici, in cui ricorrono i temi della dipendenza dai farmaci e dall'alcol, del riscatto personale e anche gli scacchi.
Prima o poi leggerò anche "L'uomo che cadde sulla terra", anche se in questo caso il timore del condizionamento dato dal ricordo del film di Roeg con Bowie (film con luci ed ombre) è molto molto forte... in realtà lo temevo anche per "La regina degli scacchi"...
Wir müssen wissen, wir werden wissen (D. H.)