gianni femminella ha scritto:Ho letto una intervista a Franco Bruni su un possibile ritorno dell'inflazione mondiale. Non ho commenti se non quello di aver vissuto, ormai da adulto, alla metà degli anni 80 una epoca di alta inflazione.
Messer Zampa, a lei la parola.
Sarò letterale: una parola.
"Bullshit".
Ci sono ulteriori cause non citate e forse non conosciute dal professore, ma indicate dai migliori gestori di grandi patrimoni, riguardo alla componente antiinflazionistica implicita nella crescita della componente servizi nella formazione del PIL
Ma dalla sua intervista voglio riprendere questo passaggio, ennesima testimonianza anti ritorno alla lira:
D: Meglio dunque oggi che allora?
R: “Assolutamente sì. La situazione attuale è molto migliore di quella degli anni Settanta. Era un mondo brutto: i prodotti nazionali perdevano competitività all’estero, costavano di più perché il cambio si svalutava: l’alta inflazione alzava molto i tassi di interesse, distorceva il tasso di cambio e di tanto in tanto occorrevano svalutazioni. E per evitare la fuga dalla lira che si svalutava c’erano limitazioni alla libera circolazione dei capitali, era un problema procurarsi la valuta anche per una vacanza breve all’estero. Si creavano ostacoli anche al commercio internazionale di beni e servizi e a volte si arrivava a interventi statali di blocco dei prezzi. Le grandi imprese con attività anche all’estero erano privilegiate e si finanziavano più a buon mercato (si parlava di “lira Fiat” ad esempio) mentre le Pmi non riuscivano a competere finché non c’era una nuova svalutazione. Per quanto riguarda i salari, c’era un assurdo sistema di compensazione dall’inflazione, il “punto unico di contingenza” che difendeva solo i salari più bassi mentre sacrificava le classi medie. Ed erano sfavoriti tutti coloro che tenevano i soldi in banca, soprattutto i piccoli risparmiatori”.