Messaggioda tenente Drogo » 25 gen 2010 15:10
interessante intervista a Moggi
(disclaimer, per i rossaniferrazzani che fossero ancora in giro: non approvo tutto quello che dice Moggi, ne' lo stimo sul piano etico (etica e' una parola grossa nel calcio))
diciamo che sono d'accordissimo con lui che il problema e' John Elkann - che non capisce niente di come si guida un'azienda calcistica - che infatti ha scelto un incompetente cone Blanc
spero che Blanc se ne vada, ma non che torni Moggi
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Con Andrea Agnelli tornerei alla Juve
Juventus sconfitta per la sesta volta nelle ultime otto partite, sesta in
classifica, a quattro punti dalla Champions League, senza gioco e
identità. Cosa succede, Moggi?
«Succede quello che avevo previsto da tempo. La società non esiste,
guidata da gente che non sa di pallone. E la squadra fa acqua. Dopo un
anno che era arrivato a Torino, Blanc ebbe il coraggio di dire che il
calcio è più semplice di quanto pensasse. Poveretto. Cosa ne sa lui di
questo mondo?».
L'arrivo di Bettega non ha prodotto buoni risultati?
«E come poteva? Ci vorrebbe un progetto che non c'e'. E poi lui non è
adatto a tenere il timone di un'azienda. È un bravo ragazzo, un operativo.
Se lo mandi in giro fa il suo dovere. Ma ha bisogno di qualcuno che gli
stia sopra, come ai tempi miei e di Giraudo».
Ma si aspettava che rientrasse nello staff?
«Non lo stimo più, Bettega. Anzi, sa cosa le dico? Non lo saluterò neanche
se me lo ritrovassi a un passo. Ma come? Al Tribunale sportivo di Roma gli
azionisti, certi azionisti almeno, ci scaricano e ci tirano addosso. Alla
Procura di Torino ci denunciano per infedeltà patrimoniale. E lui rientra
in società, dentro questa società? Ci vuole anche la faccia come il c...
per richiamarlo. Bettega farà la fine di Ferrara, glielo garantisco. A
Ciro gli hanno fatto accettare un gruppo senza capo né coda, a lui
rinfacceranno di non aver rimesso a posto la squadra».
E Secco, che lavorava con lei? Non va bene neppure lui...
«È fuori posto, non è un direttore sportivo, di quelli che sanno fare le
squadre. Lui può fare il team manager, lavorare dentro lo spogliatoio,
fare da intermediario fra società e squadra. Allora sì che potrebbe essere
utile».
Cosa fare allora se il manico non funziona?
«Bisognerebbe cambiare la dirigenza. Blanc è al posto sbagliato. E John
Elkann sa di calcio ancora meno. In 3 stagioni hanno speso 250 milioni, lo
raccontano gli aumenti di bilancio. Antonio (Giraudo, ndr) ed io non
abbiamo fatto spendere una lira o un euro agli azionisti in oltre 10 anni
di onorata attività. Su questo nessuno può permettersi di dire il
contrario».
Scusi l'insistenza. E come si può modificare un consiglio
d'amministrazione?
«A metà degli Anni '90, Gianni Agnelli lasciò il testimone al fratello
Umberto. Adesso John Elkann dovrebbe fare altrettanto con Andrea Agnelli,
il figlio di Umberto e Allegra. Lui sì che conosce i meccanismi del
calcio, è sempre stato vicino al padre, ci ha accompagnato in tante
situazioni. Con lui tornerei di corsa nella Juventus per rifare una grande
società e una grande squadra, in qualsiasi momento. Ci saranno novità dopo
il processo di Napoli».
Ma lei è squalificato fino al 2011.
«E cosa significa? Vorrà dire che ricomincerei da consulente di Andrea.
Dov'è il problema?».
E se oggi la richiamasse Blanc?
«E chi gli risponderebbe? In un'intervista a Le Monde il signor Blanc ha
raccontato che già nel 2004 John Elkann gli aveva detto di voler fare
fuori la vecchia guardia e quindi di tenersi pronto. L'affermazione fa
scopa con la testimonianza di un generale della Finanza che in tempi non
sospetti mi confessò: guarda che Montezemolo ne dice di tutti i colori su
di te e Giraudo, vi vogliono togliere di mezzo. Alla fine ne hanno
approfittato tutti. Ma chi fa del male, si ritroverà in mezzo al male».
Nel sistema questa Juve conta qualcosa?
«Il potere è in mano alle milanesi, l'avevo detto tre anni fa che sarebbe
finita così. Fate attenzione al volemose bene di Galliani. Quando Adriano
dice a Blanc: siete bravissimi, intende dire, siete co... Lui il giochino
lo conosce alla perfezione. E l'Inter s'è trasformata in una potenza
quando ha acquistato Ibrahimovic dalla Juventus per 25 milioni, salvo
venderlo praticamente a 100. Questo volevano e questo hanno ottenuto».
Intanto i tifosi contestano a muso duro. L'Europa è così a rischio?
«La squadra non è forte come si pensava la scorsa estate, ma può ancora
farcela a guadagnare i preliminari di Champions League, a patto che lasci
da parte ogni ambizione e giochi con umiltà».
Come si comporterebbe con Ferrara? Lo caccerebbe o no?
«Se fossi nella Juve, lo lascerei al suo posto perché sarei in grado di
guidarlo io. Ma io non ci sono. Lascerei da parte le situazioni a tempo,
tipo Zoff, che è fermo da troppi anni. Hiddink va benissimo. A meno di
aspettare Wenger, il manager dell'Arsenal, un grande. Mi piace anche
Magath».
Sbagliato cacciare Ranieri?
«Ma certo. Claudio è una persona seria, competente, conosce il calcio in
profondità. Di più non poteva fare. Ma quelli che pensavano di vincere
tutto e subito l'hanno attaccato e fatto attaccare a piè sospinto. Con il
risultato di mettere Ferrara in panchina, un debuttante. Ma si può?».
Il Milan s'è affidato a Leonardo...
«Ma i suoi dirigenti l'hanno sostenuto sempre e comunque. Anche nei
momenti peggiori».
La Juve ha sbagliato mercato?
«Certo. Di tutti quanti avrei preso solo Cannavaro che, a essere sincero,
mi sta deludendo. Vuol dire che la carta d'identità vale qualcosa. Non
avrei mai preso in considerazione Grosso, un mezzo giocatore, non so
perché Lippi ci tenga tanto. Su Felipe Melo e Diego hanno sbagliato
valutazione. Pensavano che il brasiliano fosse un regista? Ha dovuto dire
lui che è un mediano difensivo. Diego non ci azzecca nulla in questa
squadra. Nel Werder giocava da seconda e qualche volta anche da prima
punta, qui sta a 30-40 metri dalla porta, non gli va di prendere colpi
alle gambe. Vi raccomando poi Poulsen, uno come lui è da Juve?».
Consigli per gli acquisti?
«Ne parleremo in futuro. Nel frattempo Blanc deve chiedere a Grande
Stevens, uno dei più illustri legali al mondo, di invitare Mezzaroma, il
nuovo proprietario del Siena, a rimandare indietro un giocatore che è
della Juventus: Paolucci. Una cortesia costata 800mila euro. Con il cavolo
che noi buttavamo via i soldi così».