Diario economico

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Sergio VI
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Re: Diario economico

Messaggioda Sergio VI » 14 dic 2014 08:53

Non è solo la pressione fiscale la causa che fa scappare le nostre aziende: costo dell'energia, dei carburanti e della burocrazia! La mancanza di adeguata tutela del credito ed ancora un sistema stato - fisco da santa inquisizione.
possono bastare?????

Ps: nel 2012 eravamo già primi con il 68% contro la Francia, 2^, con il 65% e una media europea del 44%. Mettiamoci le manovre che sono seguite ...
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 14 dic 2014 11:10

Sergio VI ha scritto:Non è solo la pressione fiscale la causa che fa scappare le nostre aziende: costo dell'energia, dei carburanti e della burocrazia! La mancanza di adeguata tutela del credito ed ancora un sistema stato - fisco da santa inquisizione.
possono bastare?????

Ps: nel 2012 eravamo già primi con il 68% contro la Francia, 2^, con il 65% e una media europea del 44%. Mettiamoci le manovre che sono seguite ...


Sulla burocrazia ti do ragione al 100%, è uno dei mali principali del paese e la ovvia risposta, data la nostra natura di cavillosi formalisti non pragmatici, ad un paese di riottosi indisciplinati. Proprio per questo temo, ahinoi, che non ne usciremo mai.
Ci vorrebbero due motivati tagliatori di teste come furono Reagan e Thatcher per rimediare ai guasti del nostro buromostro.
Riguardo alle aliquote, quel 68% non è esatto a meno che non si vogliano prendere per buoni i bilanci tipici delle aziende italiane (che mediamente sono da piccole a piccolissime), che escono taroccati al limite legale (studi di settore per esempio) + pochi euro. E ne vedo tanti, di bilanci così...
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 15 dic 2014 15:19

I nostri titoli di stato non hanno ancora recuperato l'appeal che avevano fino a cinque anni fa: la quota in mano agli investitori esteri resta stabile.

MILANO, 15 dicembre (Reuters) - È diminuito il portafoglio di titoli di Stato italiani detenuti da investitori stranieri, nello scorso mese di settembre.

Secondo quanto comunicato stamane da Bankitalia nel supplemento albollettino statistico 'Finanza pubblica, fabbisogno e debito', il controvalore dei titoli detenuti da investitori non residenti risultava pari a 682,699 miliardi di euro, dai 686,825 miliardi di fine agosto.

In base ai calcoli Reuters su dati divia Nazionale, la quota dei titoli del debito pubblico italiano in mano ad investitori esteri è passata a settembre al 37,9% dal 37,8% del mese precedente.

Bankitalia rileva che in settembre l'importo complessivo dei titoli di Stato italiani incircolazione risultava pari 1.800,038 miliardi di euro, di cui 1.662,528 a lungo termine. In agosto l'importo ammontava a 1.814,624 miliardi, di cui 1.675,906 a lungo termine.

Nei dati odierni sono computati anche i titoli di Stato italiani detenuti da investitori domestici attraverso soggetti non residenti e quelli detenuti dalle banche centrali estere, compresi quelli sottoscritti dalla Bce attraverso il programma Smp. La quota della Bce è stimata attorno al 5% del totale.
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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 12 gen 2015 18:18

Bankitalia, sofferenze novembre +18,4% anno, nuovo calo prestiti

http://it.reuters.com/article/italianNews/idITL6N0UR1EK20150112

Tradotto in parole povere, il "vile affarista" a breve sparerà l'ennesima bazookata per tenere in piedi il banco decotto, con buona pace di ancora spera che er cash affluirà nei canali dell'economia reale.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 13 gen 2015 00:45

Questo grafico dimostra come la crescita delle sofferenze, pur lievemente, rallenta (guardare le linee a barra chiare, scala a destra).
Fa impressione vedere piuttosto come le banche abbiano assorbito 150 miliardi di perdite in cinque anni e funzionino ancora.

http://intermarketandmore.finanza.com/files/2014/11/sofferenze-banche-italiane-2014-npl.png

[sorry, grafico troppo grosso per essere postato qui dentro :evil: ]
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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 13 gen 2015 19:14

zampaflex ha scritto:Fa impressione vedere piuttosto come le banche abbiano assorbito 150 miliardi di perdite in cinque anni e funzionino ancora.




Quello che forse dovrebbe preoccupare di più è la proposta di istituire una sorta di "garanzia pubblica" per salvare le banche.

"......l’idea del governo è convincere Francoforte ad acquistare crediti bancari a rischio insolvenza accollandosi il peso dell’eventuale default, cioè della definitiva impossibilità di recuperarli. Per avere un’idea dei numeri, venderne 50 miliardi significherebbe riceverne in cambio dalla Bce circa 20. Se poi, per ipotesi, il 40% di quei 50 miliardi si rivelerà irrecuperabile, la Bce batterà cassa. Chiedendo allo Stato italiano di versare la garanzia: in questo caso almeno 8 miliardi di soldi pubblici....."

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/12/crediti-rischio-governo-studia-garanzia-pubblica-per-salvare-banche/1333254/

Sono 6 anni che stiamo disquisendo di soluzioni ad hoc e bacchette magiche, quando sarebbe così semplice far affondare le banche zombie e assumersi le responsabilità delle proprie scelte, sbagliate logicamente.
Ed invece il popolo dei contribuenti continua ad essere assimilato a qualcosa che somiglia ad un ente assistenziale della classe dirigente. :(
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Messaggioda zampaflex » 14 gen 2015 15:30

Guarda che non siamo più al medioevo, il ruolo delle banche nell'economia moderna è semplicemente imprescindibile. Se tu ne fai fallire qualcuna, a parte dovere indennizzare i depositanti col fondo di garanzia rischi di scatenare una ondata di panico tipo quella che è occorsa dopo i fallimenti di Bear Sterns e Lehman Bros.
There's no other way, lo cantavano anche i Blur.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 14 gen 2015 19:25

Il punto della situazione delle energie alternative col calo del petrolio. Crisi? Niente affatto.

http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-01-14/un-traino-rinnovabili-073556.shtml?uuid=ABvGNedC

"I costi del solare fotovoltaico sono scesi del 70 percento dal 2000 al 2014, e oggi anche i pannelli più efficienti si producono a costi inferiori a un dollaro per megawatt (MW) – che possono scendere a 50 cent per quelli con efficienza più bassa di qualche punto percentuale. Certo, i costi di installazione e gli iter burocratici possono far lievitare il prezzo reale per l'acquirente anche a 5-7 dollari per MW, almeno per i pannelli da istallare sui tetti. Ma la vera rivoluzione si sta realizzando nelle centrali elettriche fotovoltaiche, dove i costi totali si stanno rivelando straordinariamente bassi. E non si tratta di stime fatte da ambientalisti irragionevoli, ma dall'esito di alcune gare per la costruzione di centrali solari concluse negli ultimi mesi del 2014.
A dicembre, la saudita Acwa Power ha vinto la gara per la costruzione di una centrale solare da 100 MW a Dubai garantendo un costo di appena $60 per MW/ora; il mese precedente, il Brasile aveva ricevuto offerte di $85 dollari per MW/ora nella sua prima gara per forniture elettriche da solare. Si consideri che i prezzi all'ingrosso della generazione elettrica in Europa, nello stesso periodo, si aggiravano sui $65 per MW/h. Costi del tutto inattesi quelli usciti dalle gare a Dubai e in Brasile, perché si riferiscono non tanto al costo di installazione (il MW), ma all'effettivo costo di generazione (il MW/ora) – che a sua volta tiene conto dell'intermittenza della luce solare, e quindi della sua indisponibilità per lunghe fasi dell'anno."
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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 14 gen 2015 22:16

zampaflex ha scritto:Guarda che non siamo più al medioevo, il ruolo delle banche nell'economia moderna è semplicemente imprescindibile.


Santa pupa, altro che medioeveo, qui siamo nel paleozoico!!! Sono trascorsi 6 anni di crisi e incu£ate, ma i risparmiatori italiani ancora hanno il gruzzoletto (quello che rimane!)nella banchetta ladrona e ai BOTtarelli, sempre perchè sò sicuri!
L'unico scopo di tenere in piedi le banche è per i grandi speculatori razziatori Mussari style. Il resto è noia.

In ogni caso è meglio far fallire una banca che far tracollare l'intero sistema. Se passa il rimborso degli ABS, con garanzia da parte del Tesoro, neanche in Brianza vi salvate, dammi retta :wink:

Ti posto un articolo da incorniciare, tanto per capire da che pasta di papponi siamo governati

http://phastidio.net/2015/01/12/ingegneria-finanziaria-per-furbi-disperati-edizione-italiana/
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 15 gen 2015 18:41

harmattan ha scritto:Ti posto un articolo da incorniciare, tanto per capire da che pasta di papponi siamo governati

http://phastidio.net/2015/01/12/ingegneria-finanziaria-per-furbi-disperati-edizione-italiana/


Oh, finalmente uno che scrive di qualcosa che capisce!
Detto questo, le valutazioni in corso sono, appunto, valutazioni. E non è detto che si traducano in realtà.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 16 gen 2015 15:46

Una curiosità. Questo link riporta in forma grafica l'importo lordo medio per trimestre dei bonus che la Goldman Sachs ha erogato ai suoi 34.000 dipendenti.
Medio, eh, il che vuol dire che i pesci piccoli hanno preso magari solo il 25% di quella cifra, o meno (che sono comunque tanti soldi) e i senior partner cifre 100 volte superiori.

http://www.zerohedge.com/sites/default/files/images/user5/imageroot/2015/01/GS%20comp.jpg
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 16 gen 2015 16:52

E' un po' che non si parla di TARGET2. Questo studio aggiorna i dati. Molto interessante.

http://www.yardeni.com/Pub/target2.pdf
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 20 gen 2015 13:58

Notizie che si muovono nella direzione giusta sul fronte del credito.

"Circa un quarto delle banche della zona euro hanno visto salire la richiesta di mutui per la casa da parte delle famiglie nel quarto trimestre 2014 e un 19% si aspetta che aumenti ancora a inizio 2015. Secondo l'indagine sull'attività di erogazione condotta dalla Banca centrale europea, nei tre mesi al 31 dicembre scorso la domanda di mutui per la casa è aumentata in Olanda, Italia e Germania, restando piatta in Francia. Le banche di Germania, Francia, Olanda e Spagna hanno visto crescere la domanda di prestiti dalle aziende domestiche nel quarto trimestre mentre la richiesta è rimasta invariata in Italia.
Il 18% netto degli istituti censiti riferisce di un aumento nelladomanda di credito da parte delle imprese negli ultimi tre mesi del 2014 e un 17% netto prevede un ulteriore aumento nel primo trimestre.
In particolare, il 5% netto delle banche della zona euro hanno ammorbidito i requisiti per la concessione di credito alle aziende nel quarto trimestre dal 2% del periodo luglio-settembre. Il 4% delle banche parla di un allentamento degli standard per la concessione di mutui negli ultimi tre mesi del 2014 rispetto al 2% del trimestre precedente."

"Le condizioni di offerta del credito da parte delle banche italiane migliorano leggermente e dovrebbero continuare a migliorare, così come la domanda delle imprese resta e dovrebbe restare invariata.
E' questo il trend che emerge dall'ultima indagine di Bankitalia presso le banche nazionale sia per l'ultimo trimestre del 2014, sia, come previsione, per i primi 90 giorni del 2015.
"Nel quarto trimestre del 2014 i criteri di offerta dei prestiti a imprese e famiglie hanno registrato un moderato allentamento, beneficiando principalmente del miglioramento della posizione di liquidità degli intermediari e della maggiore pressione concorrenziale da parte di altre banche" spiega Bankitalia, agggiungendo che"il miglioramento delle politiche creditizie si è tradotto soprattutto in una riduzione dei margini sul costo medio dei prestiti".
Nel primo trimestre 2015 l'unica variazione riguarda le famiglie, con un previsto aumento della domanda di credito e di mutui."

"L'ultimo rapporto mensile dell'Abi (Associazione bancaria italiana) segnala che a dicembre è continuato il trend negativo dei prestiti (-1,75% sullo stesso mese del 2013, rispetto al -1,45% di novembre), tuttavia i prestiti a famiglie e imprese mostrano una variazione leggermente positiva (+0,1%). La raccolta complessiva ha registrato un calo dell'1,6%, ma con una dinamica positiva per i depositi (+3,6%) e un calo ancora pronunciato della raccolta obbligazionaria (-13,8%).
Il dato sulle sofferenze, salite del 21,1% a 181 miliardi di euro, si riferisce al mese di novembre ed era già stato comunicato da Banca d'Italia, così come il tasso di copertura delle sofferenze, che si attesta al 53,2%. "
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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 20 gen 2015 16:33

Il Fondo Monetario taglia stime crescita globale per il 2015, in Italia ripresa più lenta del previsto

http://www.borsainside.com/mercati_usa/54992-fmi-taglia-stime-crescita-globale-in-italia-ripresa-piu-lenta-del-previsto/

Se è questa l'utilità dell'informazione, ossia pubblicare dati e previsioni stranoti anche alle scimmie, stiamo veramente freschi!!!
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 27 gen 2015 17:18

Questa lettera è interessante, dopo un periodo di fiacca.

http://d21uq3hx4esec9.cloudfront.net/uploads/pdf/150126_TFTF.pdf
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 28 gen 2015 13:41

Bel grafico sul cambio medio dell'Euro verso le altre valute e quindi sul principale effetto implicito del QE di SuperMario. Siamo attualmente scesi ai livelli pre-minimi del periodo 2000-2002.

http://www.marctomarket.com/#!/2015/01/great-graphic-fx-channel-more-promising.html
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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 28 gen 2015 17:00

Un aspetto poco noto su una delle tante bubble create negli USA, con buona pace del tanto sbandierato +5% di PIL


"USA boom di morosi nei prestiti universitari. E ora la bolla rischia di contagiare anche il mattone"

"Il debito complessivo degli universitari statunitensi ha sfondato da tempo il tetto dei 1000 miliardi di dollari, fino a una cifra monstre indicata oggi dagli osservatori a più di 1,2 trilioni di dollari......"

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-01-26/perche-si-teme-l-effetto-domino-spese-e-consumi--203826.shtml?uuid=ABlicRkC
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo » 28 gen 2015 17:43

harmattan ha scritto:Un aspetto poco noto su una delle tante bubble create negli USA, con buona pace del tanto sbandierato +5% di PIL


"USA boom di morosi nei prestiti universitari. E ora la bolla rischia di contagiare anche il mattone"

"Il debito complessivo degli universitari statunitensi ha sfondato da tempo il tetto dei 1000 miliardi di dollari, fino a una cifra monstre indicata oggi dagli osservatori a più di 1,2 trilioni di dollari......"

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-01-26/perche-si-teme-l-effetto-domino-spese-e-consumi--203826.shtml?uuid=ABlicRkC


beato te che ti godi il tuo bel +20% :)

cosa hai stappato?
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
(Sam Fuller, a proposito di "The Steel Helmet")

http://fortezza-bastiani.blogspot.com
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 28 gen 2015 18:37

A proposito di prestiti agli studenti, questi grafici vi danno l'idea di quanto il fenomeno sia esploso.
Parallelo e concausa, l'incremento delle rette universitarie: andare al college oramai negli USA ti segna per la vita, peggio di un mutuo per un attico a Cortina!

http://www.jasonsummers.org/wp-content/uploads/2014/11/student-loans.png

http://media.peakprosperity.com/images/tution-vs-other-price-indices.jpg

http://cdn.static-economist.com/sites/default/files/imagecache/290-width/images/2012/11/articles/body/20121201_USC536.png
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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 28 gen 2015 19:45

tenente Drogo ha scritto:
beato te che ti godi il tuo bel +20% :)

cosa hai stappato?


Spicci caro Tenente, solo spicci.
Immagina invece a chi sta liquido, pesante, in CHF. Che bingo!

Cmq sono di gusti semplici, niente supertuscan & Co. ma solo ottime riserve di lagrein e montepulciano.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 05 feb 2015 11:35

Spiccioli di ripresa...

4 febbraio "in decisa ripresa l'attività manifatturiera e dei servizi in italia a gennaio. l'indice pmi composito sale a 51,2 punti da 49,4 di dicembre, contro attese ferme a 50,1 punti. in particolare, il settore servizi prende slancio con l'indice in crescita a 51,2 punti."

Bruxelles, 4 febbraio - Si conferma positivo anche in dicembre, per il terzo mese consecutivo, l'andamento delle vendite al dettaglio in Europa: come informa Eurostat, il dato e' salito di un modesto 0,3% sia nell'Eurozona che in Ue a 28 paesi. Sia in novembre che in ottobre, nella zona euro l'aumento era stato dello 0,7%, mentre rispetto a un anno prima, il volume delle vendite al dettaglio e' salito del 2,8% nell'Eurozona e del 3,2% in Ue. Gli aumenti hanno riguardato soprattutto le vendite di carburanti (+0,4%), mentre Alimentare e non alimentare sono entrambi saliti dello 0,3%.

Auto: 02 febbraio 2015
Inizia con un incoraggiante segno positivo il 2015: +10,9% in gennaio rispetto allo stesso mese dello scorso anno. “Un risultato positivo raggiunto grazie a poderose politiche di inflottamento del noleggio a breve termine (+54%) e dalla distribuzione di modelli in fase di lancio commerciale”. "sul fronte privati le immatricolazioni evidenziano nel mese un debole segno positivo (+2%)"
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Re: Diario economico

Messaggioda harmattan » 06 feb 2015 19:16

zampaflex ha scritto:Spiccioli di ripresa...


Auto: 02 febbraio 2015
Inizia con un incoraggiante segno positivo il 2015: +10,9% in gennaio rispetto allo stesso mese dello scorso anno. “Un risultato positivo raggiunto grazie a poderose politiche di inflottamento del noleggio a breve termine (+54%) e dalla distribuzione di modelli in fase di lancio commerciale”. "sul fronte privati le immatricolazioni evidenziano nel mese un debole segno positivo (+2%)"



Fermo restando le solite "false immatricolazioni", ossia i km zero che le concessionarie in fase asfittica si intestano per esigenze di utili, la situazione rimane molto critica.

Come fa osservare lo stesso Squinzi:
"Le indicazioni di Confindustria sulla crescita del Pil italiano “non sono una previsione, ma una estrapolazione teorica condizionata a fattori potenziali come il calo del petrolio, il cambio euro-dollaro e l’intervento della Bce”. Lo precisa il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, rispondendo ad una domanda sul recente documento del Centro Studi che ha indicato un possibile +2,1% riferito al 2015."

Il 2,1% di crescita millantato da Confindustria fa parte di quella cattiva e disonesta abitudine della classe dirigente itajana di sparare caz zate ai danni del prossimo. Se solo esistesse un briciolo di coerenza per ammettere che la crescita nella nostra economia non ci sarà mai più come siamo abituati a conoscerla, allora già sarebbe un passo in avanti.

L'articolo dell'illuminante Seminero parla chiaro.

http://phastidio.net/2015/02/06/stati-di-estrapolazione/
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 09 feb 2015 10:39

Notizie sparse raccolte da Yahoo Finanza da fonti non controllate sul fenomeno del reshoring (rientro di aziende delocalizzate in precedenza) anche in Italia. Molto significativo.

Tonno Asdomar. Tutta la produzione di tonno è stata spostata dal Portogallo a Olbia, dove nel 2008 l’azienda ha rilevato impianti e macchinari di Palmera e sono stati investiti 25 milioni di euro per costruire un nuovo stabilimento.

GPP (Global Garden Products). L’azienda di Castelfranco Veneto, 450 milioni di euro di fatturato, aveva delocalizzato gli impianti in Slovacchia e in Cina per poi spostarsi in Svezia, ma, negli ultimi due anni, è tornata sui suoi passi concentrando ricerca e progettazione in Italia.

Felm. La famiglia Colombo produce motori elettrici e fattura 20 milioni di euro l’anno. Fra le prime aziende a scommettere sulla delocalizzazione, a metà degli anni Ottanta, è stata anche fra le prime a tornare a casa per agevolare la personalizzazione dei motori che richiedono progettazione e controlli di alta qualità, quindi il braccio e la mente non troppo lontani l’uno dall’altra.

Gta Moda. Da oltre 50 anni produttrice di pantaloni classici e sportivi, l’azienda ha deciso di trasferire la manifattura dalla Romania all’Italia.

Furla. Il marchio di pelletteria bolognese negli ultimi tre anni ha prodotto 300mila borse in più in Italia.

Artsana. Dalla Chicco alla Control, dall’abbigliamento Prénatal ai deodoranti Lycia, Artsana produce ricavi per 1,2 miliardi di euro l’anno e il suo ad Claudio De Conto ha deciso di rilocalizzare la produzione abbandonando la produzione indiana, cinese e coreana.

Beghelli. L’azienda produttrice di strumenti e accessori elettrici ed elettronici ha avviato nel 2013 un percorso di disinvestimento dagli stabilimenti di Cina e Repubblica Ceca.

Space 2000. Da 25 anni in Cina e delocalizzata anche in Bangladesh, la Space 2000 di Manuel Musso ha deciso di tornare a produrre magliette e pantaloni in Italia.

Fiamm. Leader europeo delle batterie per auto ha rilocalizzato ad Avezzano la propria produzione chiudendo lo stabilimento che aveva in Repubblica Ceca fino a cinque anni fa.

Aku. L’azienda veneta di scarponi da montagna aveva delocalizzato il 90% della produzione da Montebelluna a Cluj, ora è tornata a realizzare “in casa” il 30% della produzione.

Secondo i dati di una ricerca curata dal Back-reshoring Research Group del consorzio universitario Uni-Club More, il 20% delle rilocalizzazioni italiane avviene proprio nel settore dell’abbigliamento.

Sono sempre più curioso di vedere come se la passano quelli che hanno deciso di spostarsi in Svizzera in questi ultimi anni. Stato che funziona benissimo, certo. Ma costi oramai abnormalmente più alti rispetto a noi...
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 10 feb 2015 18:14

Paper molto approfondito di McKinsey sulla crescita del debito complessivo nel mondo tra il 2007 e il 2014, cause, fonti e modi di gestirlo.
Scaricate la versione completa (3MB).

http://www.mckinsey.com/Insights/Economic_Studies/Debt_and_not_much_deleveraging?cid=mckgrowth-eml-alt-mgi-mck-oth-1502
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 12 feb 2015 10:20

Dopo l'ultima Asset Quality Review condotta dalla BCE ecco l'inevitabile risultato: le banche italiane finora più restie ad accantonare i crediti incagliati hanno cominciato seriamente a fare pulizia.

Banca Popolare Etruria - commissariata oggi
UBI Banca - 882 mln di rettifiche, perdita per 725 mln
Banco Popolare - 3,6 mld di rettifiche, perdite totali a 1,9 mld
Banca Carige - altri 543 mln di perdite
MPS - annuncia un aumento di capitale da 3 mld per potere adeguare i mezzi propri
Credito Valtellinese - rettifiche per 330 mln, perdita netta a 325

Spiccano i conti stabili di Intesa e Unicredit che sono meno esposte percentualmente all'Italia e hanno cominciato a fare pulizia molto prima.
Questa ondata di bilanci in rosso non deve spaventare: il ritmo di crescita degli incagli si è arrestato e il riconoscimento delle perdite permetterà di ripartire da bilanci più trasparenti, soprattutto se verrà costituita la bad bank di sistema a cui vendere i crediti ora svalutati.
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