tenente Drogo ha scritto:l'oste ha scritto:Comunque uno voglia credersela, sulla lavagna non ci sono le canoniche due liste, c'è solo quella dei cattivi.
Litigare via tastiera se è più cattivo il russo, l'iraniano, l'israeliano, l'americano o il cinese non è lo schema di una barzelletta ma la dimostrazione del divide et impera e dell'accettazione della guerra come soluzione.
La diplomazia al limite dopo, prima vediamo chi lo ha più lungo.
Negli ultimi secoli la costruzione di una pace globale e una coesistenza virtuosa tra popoli non è mai stato un obbiettivo di chi aveva potere.
La pace non piace, non rende, non crea disuguaglianze, non arricchisce potere e brama, non sfoga la foia rabbiosa dell'uomo.
Non avveniva nemmeno quando su una terra meno inquinata, climaticamente più stabile e più ricca di risorse, viveva una popolazione cento volte più bassa di oggi.
Non è un'opinione, è statistica.
sono in parte d'accordo
ma allora se sono tutti cattivi, mandato di arresto non solo per Putin e Netanyahu, ma anche Khamenei, Biden, Trump e Xi
La mia era una riflessione storica, antropologica, filosofica, tristemente e statisticamente realistica.
Dopo la seconda guerra mondiale il mondo ha vissuto una breve illusione di buon senso e programmazione virtuosa da parte dei potenti.
Abbiamo esempi concreti di statisti illuminati e atti di elevato spessore politico e sociale come l'allargamento delle nazioni all'ONU, la nascita di Israele, la Costituzione italiana, le severe leggi "anti nazismo" in Germania e socialmente, la stagione culturale, artistica e globale del "peace and love".
È stato un periodo breve ma la logica della conquista/brama/potere ha pian piano ripreso il suo cammino, la guerra in Corea, la dittatura sanguinaria di Stalin, il franchismo, i massacri in Africa, il Vietnam, gli anni di piombo e via fino ad oggi dove c'è solo l'imbarazzo della scelta.
Il punto non è arrestare tutti, ma scegliere veramente i migliori uomini sul pianeta, trasversalmente e dare loro il potere di cambiare mentalità, priorità per proporre soluzioni eque e concrete per il futuro di tutti i popoli e del pianeta stesso.
Si chiama utopia, lo so, ma sarebbe l'unica via per non vivere in un mondo insicuro, violento e ingiusto.