Parliamo di guerra

Dove discutere, confrontarsi o scherzare sempre in modo civile su argomenti attinenti al mondo del food&wine e non solo.

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l'oste
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda l'oste » 29 ago 2025 20:05

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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda bobbisolo » 01 set 2025 09:13

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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 01 set 2025 12:52

vorrei dire due cose sulla Sumud Flottilla, poi non ne parlo più (e non metto link, tanto ognuno li può cercare)

non ho dubbi che molti attivisti siano in buona fede, ma tra i finanziatori della flottiglia c'è un'organizzazione legata ai Fratelli Musulmani, una confraternita di musulmani integralisti nata (e bandita) in Egitto che ha ispirato la fondazione di Hamas

non stupisce che l'attuale governo israeliano (che se fosse intelligente li farebbe sbarcare, così se la vedrebbero con i tagliagole locali) abbia dichiarato che gli attivisti saranno considerati terroristi e arrestati tutti

nella migliore delle ipotesi le navi verranno intercettate e condotte in Egitto, i partecipanti rimpatriati e gli aiuti scaricati e portati a Gaza, ma sono possibili scenari molto peggiori
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 01 set 2025 13:09

e poi Anita Likmeta, imprenditrice albanese naturalizzata italiana e autrice de "Le favole del comunismo", memorie della sua infanzia in Albania

e poi credo che non ho altro da aggiungere

----------------------

"Leggo Ferrara e Sofri e non scelgo un pulpito: li ascolto entrambi perché in ciascuno c’è un tratto di verità che l’altro non può contenere, e tuttavia, proprio mentre mi riconosco in parte in ognuno, mi è impossibile abitare le loro totalizzazioni speculari - l’una che chiama legittima difesa ciò che rischia di normalizzare la crudeltà, l’altra che scorge nel presente il suicidio di Israele fino a farne un destino - mentre tutt’intorno ronzano gli sciacalli del risentimento, i professionisti del colpevole unico, i sacerdoti dell’indignazione intermittente. Difendo Israele perché sono ebrea, perché Israele è l’unica democrazia di quell’area e appartiene all’Occidente non come decorazione ma come responsabilità, perché la sua esistenza non è un’opinione negoziabile; e però non mi sono indifferenti i morti, nessuno: non quelli del 7 ottobre, che hanno lacerato il patto elementare dell’umano, né quelli palestinesi, macerie su macerie che chiedono conto non alle metafore ma alle scelte. È da questa doppia fedeltà che nasce la mia linea, che non è equidistanza e non è cerchiobottismo, ma una ben più dura disciplina del limite: la difesa non può divorare ciò che difende, la memoria non è una licenza, il dolore è asimmetrico ma la dignità è simmetrica, e una democrazia si giudica dal vincolo che impone alla propria forza, non dall’eloquenza con cui la celebra. Non mi sottraggo alla frase che scandalizza gli occhi allenati al bianco e nero: con Israele nella sua legittimità e nel suo diritto alla sicurezza, con i palestinesi nella loro dignità e nei loro diritti politici; non con Netanyahu, che ha trasformato la necessità in dottrina e la dottrina in impunità, e non con Hamas, che ha fatto del terrore una grammatica e del civile un mezzo. So che questo è intollerabile per chi ha bisogno di un assoluto: a chi invoca la sproporzione come virtù sembrerà resa, a chi invoca il naufragio morale come verdetto sembrerà complicità; e tuttavia è l’unica postura che non tradisce né l’intelligenza né la coscienza, perché prende sul serio ciò che la retorica rimuove - che i valori sono plurali e confliggenti, e che la politica non è l’arte di assolutizzarne uno ma la fatica di limitarli tutti, tenendoli in un equilibrio non pacificato ma umano. Non mi chiedo se, nell’istante del fuoco, un soldato abbia il diritto di difendersi: so che ce l’ha; mi chiedo se uno Stato sappia ancora incarnare quel diritto senza trasformarlo in una eccezione permanente, se sappia distinguere il necessario dal gratuito, la forza dalla crudeltà, il nemico dall’ostaggio, l’obiettivo dal volto; e mi chiedo, specularmente, se la causa palestinese vorrà mai esistere al di fuori dell’idolatria del martirio e della delega a chi usa i propri figli come scudi. Il resto è rito: la liturgia del “mai più” usata come lasciapassare, la teologia della colpa delegata, l’algoritmo morale che seleziona solo le vittime utili. Io non ho una via breve da offrire, ho però un criterio che non chiede fede ma responsabilità: ridurre la crudeltà prevedibile e vincolare la forza a questo compito minimo; liberare gli ostaggi non come parentesi umanitaria ma come imperativo politico; riconoscere che nessuna giusta causa sopravvive a lungo a mezzi ingiusti e che nessun mezzo “puro” redime una causa nichilista; tenere fermo che il giudizio non si sospende “perché è guerra” e che la guerra, proprio per questo, o resta dentro il perimetro del diritto o si mangia la democrazia che dice di proteggere. È una scelta più faticosa che seducente, perché mi lascia nel dubbio e nella paura, e tuttavia è qui che io decido di stare: non nel conforto dell’odio rituale, non nella neutralità della distanza, ma nel luogo scomodo in cui si difende Israele e insieme si difende l’umano, in cui si rifiuta la pornografia del dolore e si pretende che il potere porti il peso delle proprie decisioni; un luogo dove memoria e futuro non si assolvono a vicenda, e il presente non è un tribunale metaforico ma un banco di prova concreto - se saremo capaci di restituire alla forza il suo limite e alla dignità il suo rango, allora forse tornerà politicamente dicibile ciò che oggi è solo formula esausta; se non lo saremo, avremo vinto gli argomenti e perso noi stessi."
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda bobbisolo » 01 set 2025 13:31

complimenti, la forma di questo pezzo è veramente notevole
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda bobbisolo » 01 set 2025 13:40

Che spettacolo di prosa, sembra di leggere la versione deluxe del cerchiobottismo occidentale: frasi interminabili, latinismi morali, "disciplina del limite", "dignità simmetrica".... roba che fa tanto manuale di filosofia morale in edizione illustrata.

Peccato che, tolta la patina letteraria, resti la solita formula prefabbricata: usraele è sempre legittimo, hamas è sempre il male assoluto, i palestinesi hanno diritto a........ dignità astratta (ma guai a parlare di diritti concreti).

Insomma: brillante nella forma, vuoto nella sostanza.
L’equilibrismo come arte: dire e non dire, condannare e assolvere, criticare bibi ma senza disturbare la narrativa dominante.
Una retorica perfetta per far sentire tutti "adulti e complessi", senza mettere in discussione nulla di reale.

É la politica ridotta a esercizio di stile: è più un ferrara+sofri in salsa TED talk che un’analisi del conflitto.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda zampaflex » 01 set 2025 14:21

bobbisolo ha scritto:C
Peccato che, tolta la patina letteraria, resti la solita formula prefabbricata: usraele è sempre legittimo, hamas è sempre il male assoluto, i palestinesi hanno diritto a........ dignità astratta (ma guai a parlare di diritti concreti).



Sempre legittimo un par di balle, Oreste. Eddai. Ha puntualizzato gli errori degli uni e degli altri, ha stigmatizzato i professori del partito preso, preferendo dubbio e fatica.
Se non accetti che la situazione sia così (io lo dico da tempo, ma mai sarei capace di esprimere questa complessità di concetti, grande merito a lei) vuol dire che parteggi per una parte sola, ed in quel calderone che è il vicino Oriente vuol dire che hai torto marcio: perché lì colpe e diritti sono equamente distribuiti come una mano di scala quaranta.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda bobbisolo » 01 set 2025 15:10

zampaflex ha scritto:
bobbisolo ha scritto:C
Peccato che, tolta la patina letteraria, resti la solita formula prefabbricata: usraele è sempre legittimo, hamas è sempre il male assoluto, i palestinesi hanno diritto a........ dignità astratta (ma guai a parlare di diritti concreti).



Sempre legittimo un par di balle, Oreste. Eddai. Ha puntualizzato gli errori degli uni e degli altri, ha stigmatizzato i professori del partito preso, preferendo dubbio e fatica.
Se non accetti che la situazione sia così (io lo dico da tempo, ma mai sarei capace di esprimere questa complessità di concetti, grande merito a lei) vuol dire che parteggi per una parte sola, ed in quel calderone che è il vicino Oriente vuol dire che hai torto marcio: perché lì colpe e diritti sono equamente distribuiti come una mano di scala quaranta.


Equamente distribuiti? Ma siamo seri per favore.
É come dire che in un match di boxe tra un peso massimo con i guantoni d’acciaio e un ragazzino a mani nude, "i torti sono equamente distribuiti" perché entrambi stanno sul ring.

Ho capito, continuiamo sulla strada inaugurata dal "post" di Vasco Rossi... questo non è altro che la fotocopia del messaggio di vasco scritto però con tono aulico e solenne: la differenza è solo stilistica, il contenuto (debole) il medesimo. Vasco semplificava, questa qui invece complica. La sostanza politica però è la stessa.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 01 set 2025 16:09

bobbisolo ha scritto:
zampaflex ha scritto:
bobbisolo ha scritto:C
Peccato che, tolta la patina letteraria, resti la solita formula prefabbricata: usraele è sempre legittimo, hamas è sempre il male assoluto, i palestinesi hanno diritto a........ dignità astratta (ma guai a parlare di diritti concreti).



Sempre legittimo un par di balle, Oreste. Eddai. Ha puntualizzato gli errori degli uni e degli altri, ha stigmatizzato i professori del partito preso, preferendo dubbio e fatica.
Se non accetti che la situazione sia così (io lo dico da tempo, ma mai sarei capace di esprimere questa complessità di concetti, grande merito a lei) vuol dire che parteggi per una parte sola, ed in quel calderone che è il vicino Oriente vuol dire che hai torto marcio: perché lì colpe e diritti sono equamente distribuiti come una mano di scala quaranta.


Equamente distribuiti? Ma siamo seri per favore.
É come dire che in un match di boxe tra un peso massimo con i guantoni d’acciaio e un ragazzino a mani nude, "i torti sono equamente distribuiti" perché entrambi stanno sul ring.

Ho capito, continuiamo sulla strada inaugurata dal "post" di Vasco Rossi... questo non è altro che la fotocopia del messaggio di vasco scritto però con tono aulico e solenne: la differenza è solo stilistica, il contenuto (debole) il medesimo. Vasco semplificava, questa qui invece complica. La sostanza politica però è la stessa.


Hamas ti sembra "un ragazzino a mani nude"?
sono armati fino ai denti

su quale pianeta vivi?
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda bobbisolo » 01 set 2025 16:17

tenente Drogo ha scritto:
bobbisolo ha scritto:
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bobbisolo ha scritto:C
Peccato che, tolta la patina letteraria, resti la solita formula prefabbricata: usraele è sempre legittimo, hamas è sempre il male assoluto, i palestinesi hanno diritto a........ dignità astratta (ma guai a parlare di diritti concreti).



Sempre legittimo un par di balle, Oreste. Eddai. Ha puntualizzato gli errori degli uni e degli altri, ha stigmatizzato i professori del partito preso, preferendo dubbio e fatica.
Se non accetti che la situazione sia così (io lo dico da tempo, ma mai sarei capace di esprimere questa complessità di concetti, grande merito a lei) vuol dire che parteggi per una parte sola, ed in quel calderone che è il vicino Oriente vuol dire che hai torto marcio: perché lì colpe e diritti sono equamente distribuiti come una mano di scala quaranta.


Equamente distribuiti? Ma siamo seri per favore.
É come dire che in un match di boxe tra un peso massimo con i guantoni d’acciaio e un ragazzino a mani nude, "i torti sono equamente distribuiti" perché entrambi stanno sul ring.

Ho capito, continuiamo sulla strada inaugurata dal "post" di Vasco Rossi... questo non è altro che la fotocopia del messaggio di vasco scritto però con tono aulico e solenne: la differenza è solo stilistica, il contenuto (debole) il medesimo. Vasco semplificava, questa qui invece complica. La sostanza politica però è la stessa.


Hamas ti sembra "un ragazzino a mani nude"?
sono armati fino ai denti

su quale pianeta vivi?


Visto che ti piace spostare il focus su chi ha i "guantoni d’acciaio", torno al mio esempio: non sto dicendo che hamas sia un ragazzino a mani nude, sto dicendo che la retorica del "tutti colpevoli allo stesso modo" è ridicola.

Il pianeta? Quello della logica, della cronaca e dei fatti.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 01 set 2025 16:38

bobbisolo ha scritto:
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Se non accetti che la situazione sia così (io lo dico da tempo, ma mai sarei capace di esprimere questa complessità di concetti, grande merito a lei) vuol dire che parteggi per una parte sola, ed in quel calderone che è il vicino Oriente vuol dire che hai torto marcio: perché lì colpe e diritti sono equamente distribuiti come una mano di scala quaranta.


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Hamas ti sembra "un ragazzino a mani nude"?
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a me sembra che Hamas sia colpevole quanto il governo israeliano
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda littlewood » 01 set 2025 17:31

tenente Drogo ha scritto:
bobbisolo ha scritto:
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Visto che ti piace spostare il focus su chi ha i "guantoni d’acciaio", torno al mio esempio: non sto dicendo che hamas sia un ragazzino a mani nude, sto dicendo che la retorica del "tutti colpevoli allo stesso modo" è ridicola.

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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda l'oste » 02 set 2025 12:53

In Cina hanno radunato un bel gruppetto di "galantuomini", il top team della Dittatura Leaugue.
Per rispondere alla formazione delle Orient All Stars il team dei dittatori West All Stars dovrebbe schierarare Trump, Orban, Nehanhau, Bolsonaro, Afd ma alcuni non sono in carica. Magari dalla Francia in caduta libera potrebbe arrivare una Marie in rinforzo.

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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda mennella » 02 set 2025 13:10

Economicamente e politicamente parlando mi sembra un inizio di accordo che puo' dare una direzione
non proprio piacevole per l'Occidente.
Con la Cina potenza egemone e l'India potenza economica in divenire. In due circa 3mld di abitanti e tanti consumatori.
La Russia la vedo in prospettiva solo come fornitrice di materie prime. Ma tanto a Putin interessa solo incassare e "governare".

L'Europa non pervenuta il progetto UE sembra fare acqua senza politica ed consistenza militare.
Funzionano solo gli accordi economici, che pero' si stanno sgretolando sotto i colpi Green.
mavis59 [ agosto 2003 ]
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 02 set 2025 13:22

un successone per Trump l'intesa tra Cina e India
non sa il latino e non ha mai sentito dire "divide et impera"

resta il dubbio se sia imperizia o dolo (come asset russo)
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda zampaflex » 02 set 2025 17:08

tenente Drogo ha scritto:un successone per Trump l'intesa tra Cina e India
non sa il latino e non ha mai sentito dire "divide et impera"

resta il dubbio se sia imperizia o dolo (come asset russo)

Questo dopo che Biden aveva ingaggiato l'India nella alleanza Quad per contrastare la Cina.
Ah ma Trump per i destrorsi è un genio...
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 02 set 2025 18:55

ah, questa lobby ebraica che controlla il mondo dello spettacolo

https://www.open.online/2025/09/02/rocc ... ntisemita/
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda fly666 » 02 set 2025 22:47

tenente Drogo ha scritto:ah, questa lobby ebraica che controlla il mondo dello spettacolo

https://www.open.online/2025/09/02/rocc ... ntisemita/


ma dai Tenente, qui si parla del festival di Tagliamento :D non è un segreto che Hollywood è in mano agli ebrei USA, certo per meriti loro : vedi i principali registi, produttori .. e se non sbaglio da quelle parti nessuno sventola la bandiera della Palestina :oops:
take a sad song and make it better

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