Messaggioda zampaflex » 25 lug 2025 09:00
"Martedì Unicredit ha sorpreso il mercato ritirando l'ops su Banco Bpm. Un passo indietro inatteso, che segna un brusco stop in una delle operazioni più rilevanti del risiko bancario italiano. Alla base della decisione, secondo Piazza Gae Aulenti, ci sono i paletti imposti dal governo con il golden power, considerati eccessivamente restrittivi per portare avanti l'operazione. Se sul mercato l'offerta è ormai tramontata, scrive MF, per la Commissione il caso è tutt'altro che chiuso. La DgComp aveva approvato l'operazione dopo aver imposto a Unicredit la cessione di 209 filiali di Bpm. A metà luglio, però, l'Antitrust Ue guidato dalla vicepresidente esecutiva Teresa Ribera ha inviato a Palazzo Chigi una lettera per chiedere chiarimenti proprio sull'uso del golden power. Ora attende la replica dal governo nonostante la ritirata di Andrea Orcel. "Prendiamo atto della decisione di Unicredit, ma il decreto è ancora sul tavolo e quindi anche la nostra lettera", dichiara il portavoce Thomas Reigner. "Il confronto con le autorità italiane resta aperto e ci aspettiamo una risposta". La Dg Comp vuole capire se sia stato l'intervento del governo a far naufragare l'offerta, cosa che chiederà anche a Unicredit. In caso affermativo potrebbe emergere una violazione del regolamento sulle concentrazioni, che aprirebbe la strada a una procedura d'infrazione contro l'Italia. L'Antitrust Ue continua a nutrire dubbi sull'esistenza di questioni di sicurezza nazionale perché l'ops coinvolge due società italiane, non extra-europee. Ecco perché Ribera vuole conoscere il parere del governo, che dopo la ritirata di Orcel non è convinto di dover rispondere e sta analizzando la questione dal punto di vista tecnico. A Palazzo Chigi il golden power viene ancora considerato uno strumento prezioso e determinante e potrebbe essere utilizzato in altre partite finanziarie, a partire da quelle che a breve potrebbero coinvolgere Generali e la sua controllata Banca Generali."
Le probabilità che il decreto governativo scritto per impedire a Unicredit, banca italiana, di comprare BPM, banca italiana, solo perché la seconda (malgestita da decenni) è in quota Lega, di sopravvivere all'esame della UE sono pari a zero.
L'assurdo delle vicenda è che il governo ha preferito favorire uno straniero (Crédit Agricole che ha già raggiungo il 29,9% del capitale attraverso possesso diretto, acquisti di opzioni, e pacchetti collocati in mani amiche), cedendogli a quanto si sussurra un consistente pacchetto di filiali e un corposo insieme di fondi investiti dalla clientela, pur di mantenere il controllo POLITICO della banca (guardate chi siede in CdA, in che quota partitica è stato nominato), nella speranza di riuscire a farla maritare con MPS (impegnata a cercare di comprare Mediobanca) e creare il terzo polo.
Per molto meno Fassino fu crocifisso dagli indegni fogliacci della destra buoni per incartare il pesce, all'epoca della scalata di Unipol a BNL.
Non progredi est regredi