Diario economico

Dove discutere, confrontarsi o scherzare sempre in modo civile su argomenti attinenti al mondo del food&wine e non solo.

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zampaflex
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 09 set 2024 21:11

Trabateo ha scritto:
tenente Drogo ha scritto:
Trabateo ha scritto:
tenente Drogo ha scritto:https://www.repubblica.it/economia/2024/09/09/news/innovazione_decarbonizzazione_difesa_draghi_presenta_i_tre_assi_per_il_rilancio_delleuropa_sfida_esistenziale-423487424/


Ancora armi?
No grazie

Politiche miopi oppure, invece, che ci vedono benissimo...e che fanno gli interessi di pochi eletti.
A una lenta agonia, il nostro Migliore (e chi con lui) preferisce una morte rapida


se Russia, Cina e Iran si armano tu che fai?


Ti piace giocare ancora con i soldatini?
Dai, andiamo avanti così, tanto si arriverà prima a schiacciare il bottone rosso che a sparare col moschetto in trincea.
Se non si vuole usare la via della diplomazia (Homo Sapiens...), allora ben venga la distruzione del pianeta (Homo str***o...).

E comunque, continui imperterrito a proporre solo due scelte: bianco o nero, as usual.
Un'alternativa, che non sia armarsi e spararsi contro, non te l'ho mai sentita proporre.

Mi viene in mente la barzelletta dell'esercito degli States, asseragliato in un fortino nel vecchio west, che manda un emissario a chiedere allo shamano pellerossa quanto sarà freddo l'inverno...e questi più gli dice che fa freddo, più loro accatastano legna....e lui più accatastano legna più gli dice che l'inverno sarà sempre più freddo :mrgreen:
Idioti perfetti


Permettimi, ma non è che se Tizio e Caio hanno l'atomica, allora sicuramente la useranno. A ottant'anni dalla sua creazione, è stata usata solo due volte sul Giappone perché fu calcolato, dopo la estenuante e devastante (oltre centomila morti giapponesi) presa di Okinawa, isolotto sperduto nel Pacifico, che il Giappone non si sarebbe mai arreso e che portare la guerra sul suo suolo sarebbe stato totalmente impraticabile.
Duecentomila morti in cambio di svariati milioni, è stato il ragionamento, ed ha funzionato.
Non pensare ai morti, pensa a chi l'ha scampata con l'armistizio.
Deterrenza.
Le diplomazie sono costantemente al lavoro ovunque e con chiunque, persino tra Russia e Ucraina, anche se tramite terzi.
Non progredi est regredi
Nexus1990
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Re: Diario economico

Messaggioda Nexus1990 » 10 set 2024 01:25

zampaflex ha scritto:
Trabateo ha scritto:
tenente Drogo ha scritto:
Trabateo ha scritto:
tenente Drogo ha scritto:https://www.repubblica.it/economia/2024/09/09/news/innovazione_decarbonizzazione_difesa_draghi_presenta_i_tre_assi_per_il_rilancio_delleuropa_sfida_esistenziale-423487424/


Ancora armi?
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Politiche miopi oppure, invece, che ci vedono benissimo...e che fanno gli interessi di pochi eletti.
A una lenta agonia, il nostro Migliore (e chi con lui) preferisce una morte rapida


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Ti piace giocare ancora con i soldatini?
Dai, andiamo avanti così, tanto si arriverà prima a schiacciare il bottone rosso che a sparare col moschetto in trincea.
Se non si vuole usare la via della diplomazia (Homo Sapiens...), allora ben venga la distruzione del pianeta (Homo str***o...).

E comunque, continui imperterrito a proporre solo due scelte: bianco o nero, as usual.
Un'alternativa, che non sia armarsi e spararsi contro, non te l'ho mai sentita proporre.

Mi viene in mente la barzelletta dell'esercito degli States, asseragliato in un fortino nel vecchio west, che manda un emissario a chiedere allo shamano pellerossa quanto sarà freddo l'inverno...e questi più gli dice che fa freddo, più loro accatastano legna....e lui più accatastano legna più gli dice che l'inverno sarà sempre più freddo :mrgreen:
Idioti perfetti


Permettimi, ma non è che se Tizio e Caio hanno l'atomica, allora sicuramente la useranno. A ottant'anni dalla sua creazione, è stata usata solo due volte sul Giappone perché fu calcolato, dopo la estenuante e devastante (oltre centomila morti giapponesi) presa di Okinawa, isolotto sperduto nel Pacifico, che il Giappone non si sarebbe mai arreso e che portare la guerra sul suo suolo sarebbe stato totalmente impraticabile.
Duecentomila morti in cambio di svariati milioni, è stato il ragionamento, ed ha funzionato.
Non pensare ai morti, pensa a chi l'ha scampata con l'armistizio.
Deterrenza.

Oddio, tutto un po’ semplicistico, oltre che (e mi spiace dirlo perché, anche se non ti conosco di persona, ti stimo molto per la consapevolezza e l’equilibrio con cui ti esprimi) di una freddezza raggelante. In particolare derubricare a “deterrenza” la completa cancellazione di due aree di oltre 20km quadrati complessivi e la morte di quasi 300mila persone (circa il 100% delle quali civili, il DOPPIO delle vittime civili subite dall’Italia durante l’intero conflitto), facendolo quasi passare per un atto di misericordia mi sembra quantomeno discutibile
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo » 10 set 2024 09:41

vinogodi ha scritto:
tenente Drogo ha scritto:
vinogodi ha scritto:
tenente Drogo ha scritto:
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Ancora armi?
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Politiche miopi oppure, invece, che ci vedono benissimo...e che fanno gli interessi di pochi eletti.
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se Russia, Cina e Iran si armano tu che fai?
...da buon cristiano, porgo l'altra guancia o mi metto prono a 90°... 8)


io sono romano e pagano e ti dico: "para bellum"
...pure io ce l'ho , la calibro 9 , e la uso purtroppo raramente .
vai Beretta!!! :mrgreen:


Fai malissimo: più armi ci sono più furti vengono commessi.
È la lobby dei produttori di armi ad alimentare i furti.
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
(Sam Fuller, a proposito di "The Steel Helmet")

http://fortezza-bastiani.blogspot.com
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Re: Diario economico

Messaggioda Trabateo » 10 set 2024 11:14

zampaflex ha scritto:
Trabateo ha scritto:
tenente Drogo ha scritto:
Trabateo ha scritto:
tenente Drogo ha scritto:https://www.repubblica.it/economia/2024/09/09/news/innovazione_decarbonizzazione_difesa_draghi_presenta_i_tre_assi_per_il_rilancio_delleuropa_sfida_esistenziale-423487424/


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Mi viene in mente la barzelletta dell'esercito degli States, asseragliato in un fortino nel vecchio west, che manda un emissario a chiedere allo shamano pellerossa quanto sarà freddo l'inverno...e questi più gli dice che fa freddo, più loro accatastano legna....e lui più accatastano legna più gli dice che l'inverno sarà sempre più freddo :mrgreen:
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Permettimi, ma non è che se Tizio e Caio hanno l'atomica, allora sicuramente la useranno. A ottant'anni dalla sua creazione, è stata usata solo due volte sul Giappone perché fu calcolato, dopo la estenuante e devastante (oltre centomila morti giapponesi) presa di Okinawa, isolotto sperduto nel Pacifico, che il Giappone non si sarebbe mai arreso e che portare la guerra sul suo suolo sarebbe stato totalmente impraticabile.
Duecentomila morti in cambio di svariati milioni, è stato il ragionamento, ed ha funzionato.
Non pensare ai morti, pensa a chi l'ha scampata con l'armistizio.
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Ti ha risposto bene Nexus...e ce ne sarebbe tanto altro da aggiungere, ma sono certo che tu guarderai in faccia i tuoi figli e, quando saremo in procinto di saltare per aria, gli dirai che si tratta solo degli effetti collaterali della deterrenza.
Poi sulla diplomazia al lavoro, noto dei gran passi in avanti fatti, solo per fare un esempio, tanto tra Israele e Palestina, con chi fa il monito al monello e allo stesso tempo continua a passargli armi e dollari/euri, quanto tra Russia e Ucraina, con continui sabotaggi (esterni) a chi cerca di portare al tavolo della discussione le parti in causa...senza nemmeno contare quelli interni.
Le uniche battaglie di conquista che conosco e che mi piacciono, sono quelle che facevo quando giocavo a Risiko.
Un passo alla volta, un respiro alla volta.
Tanto se non sopravvivi alla pallottola più vicina alla fronte, non devi preoccuparti di quella dopo...
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zampaflex
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 10 set 2024 14:47

Nexus1990 ha scritto:
zampaflex ha scritto:
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Politiche miopi oppure, invece, che ci vedono benissimo...e che fanno gli interessi di pochi eletti.
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Se non si vuole usare la via della diplomazia (Homo Sapiens...), allora ben venga la distruzione del pianeta (Homo str***o...).

E comunque, continui imperterrito a proporre solo due scelte: bianco o nero, as usual.
Un'alternativa, che non sia armarsi e spararsi contro, non te l'ho mai sentita proporre.

Mi viene in mente la barzelletta dell'esercito degli States, asseragliato in un fortino nel vecchio west, che manda un emissario a chiedere allo shamano pellerossa quanto sarà freddo l'inverno...e questi più gli dice che fa freddo, più loro accatastano legna....e lui più accatastano legna più gli dice che l'inverno sarà sempre più freddo :mrgreen:
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Permettimi, ma non è che se Tizio e Caio hanno l'atomica, allora sicuramente la useranno. A ottant'anni dalla sua creazione, è stata usata solo due volte sul Giappone perché fu calcolato, dopo la estenuante e devastante (oltre centomila morti giapponesi) presa di Okinawa, isolotto sperduto nel Pacifico, che il Giappone non si sarebbe mai arreso e che portare la guerra sul suo suolo sarebbe stato totalmente impraticabile.
Duecentomila morti in cambio di svariati milioni, è stato il ragionamento, ed ha funzionato.
Non pensare ai morti, pensa a chi l'ha scampata con l'armistizio.
Deterrenza.

Oddio, tutto un po’ semplicistico, oltre che (e mi spiace dirlo perché, anche se non ti conosco di persona, ti stimo molto per la consapevolezza e l’equilibrio con cui ti esprimi) di una freddezza raggelante. In particolare derubricare a “deterrenza” la completa cancellazione di due aree di oltre 20km quadrati complessivi e la morte di quasi 300mila persone (circa il 100% delle quali civili, il DOPPIO delle vittime civili subite dall’Italia durante l’intero conflitto), facendolo quasi passare per un atto di misericordia mi sembra quantomeno discutibile


Certo che, alla luce degli ottant'anni di pace odierna, ci sembra un discorso estremo. Ma in quel momento la decisione tremenda fu presa perché altrimenti il Giappone non si sarebbe arreso mai, non avrebbe mai chiesto una pace, e la guerra si sarebbe trascinata per anni con un numero molto superiore di vittime e danni.
E' stato un momento di cinico e calcolato realismo, e se non ci fosse stato, ancora oggi parleremmo invece della orribile guerra del Pacifico.
Senza polemica, invito te e Trabateo, giusto per capire perché ho scritto quelle cose, a fare qualche verifica.
Da cinefilo quale sei, ti riporto ai tre ultimi film, che sono quelli che inquadrano meglio la crudezza del momento (i due di Eastwood e La battaglia di Hacksaw Ridge).
150.000 morti giapponesi per soli 49 chilometri quadrati di terra, lontani duemila km da Tokyo.
Follia imperiale nipponica.
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Re: Diario economico

Messaggioda Nexus1990 » 10 set 2024 16:17

zampaflex ha scritto:
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Trabateo ha scritto:
tenente Drogo ha scritto:
se Russia, Cina e Iran si armano tu che fai?


Ti piace giocare ancora con i soldatini?
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Se non si vuole usare la via della diplomazia (Homo Sapiens...), allora ben venga la distruzione del pianeta (Homo str***o...).

E comunque, continui imperterrito a proporre solo due scelte: bianco o nero, as usual.
Un'alternativa, che non sia armarsi e spararsi contro, non te l'ho mai sentita proporre.

Mi viene in mente la barzelletta dell'esercito degli States, asseragliato in un fortino nel vecchio west, che manda un emissario a chiedere allo shamano pellerossa quanto sarà freddo l'inverno...e questi più gli dice che fa freddo, più loro accatastano legna....e lui più accatastano legna più gli dice che l'inverno sarà sempre più freddo :mrgreen:
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Permettimi, ma non è che se Tizio e Caio hanno l'atomica, allora sicuramente la useranno. A ottant'anni dalla sua creazione, è stata usata solo due volte sul Giappone perché fu calcolato, dopo la estenuante e devastante (oltre centomila morti giapponesi) presa di Okinawa, isolotto sperduto nel Pacifico, che il Giappone non si sarebbe mai arreso e che portare la guerra sul suo suolo sarebbe stato totalmente impraticabile.
Duecentomila morti in cambio di svariati milioni, è stato il ragionamento, ed ha funzionato.
Non pensare ai morti, pensa a chi l'ha scampata con l'armistizio.
Deterrenza.

Oddio, tutto un po’ semplicistico, oltre che (e mi spiace dirlo perché, anche se non ti conosco di persona, ti stimo molto per la consapevolezza e l’equilibrio con cui ti esprimi) di una freddezza raggelante. In particolare derubricare a “deterrenza” la completa cancellazione di due aree di oltre 20km quadrati complessivi e la morte di quasi 300mila persone (circa il 100% delle quali civili, il DOPPIO delle vittime civili subite dall’Italia durante l’intero conflitto), facendolo quasi passare per un atto di misericordia mi sembra quantomeno discutibile


Certo che, alla luce degli ottant'anni di pace odierna, ci sembra un discorso estremo. Ma in quel momento la decisione tremenda fu presa perché altrimenti il Giappone non si sarebbe arreso mai, non avrebbe mai chiesto una pace, e la guerra si sarebbe trascinata per anni con un numero molto superiore di vittime e danni.
E' stato un momento di cinico e calcolato realismo, e se non ci fosse stato, ancora oggi parleremmo invece della orribile guerra del Pacifico.
Senza polemica, invito te e Trabateo, giusto per capire perché ho scritto quelle cose, a fare qualche verifica.
Da cinefilo quale sei, ti riporto ai tre ultimi film, che sono quelli che inquadrano meglio la crudezza del momento (i due di Eastwood e La battaglia di Hacksaw Ridge).
150.000 morti giapponesi per soli 49 chilometri quadrati di terra, lontani duemila km da Tokyo.
Follia imperiale nipponica.

Film visti tutti e tre ovviamente :mrgreen:
Ma figurati Luciano, nessuna polemica, potrebbe anche essere come dici, per quanto impossibile da verificare. Un po’ ho studiato anche io e qualche dubbio me lo tengo, non fosse altro che il metodo storico-scientifico, se pure viene applicato con il massimo rigore conduce, non di rado, a conclusioni molto diverse anche tra storici onesti e competenti. E parliamo dell’interpretazione di fatti realmente accaduti. Sui fatti che invece neanche sono accaduti ma “sarebbero potuti accadere” la distorsione aumenta a dismisura, e quindi non me la sento di dare un giudizio netto del tipo “sarebbe certamente andata così” soprattutto se la conseguenza è condonare un massacro aberrante come quello della bomba atomica. Che poi, la prima… ma la seconda, cazzo erano passati 3 giorni. Non penso che dopo 3 giorni potessero avere la certezza matematica che il Giappone non si sarebbe mai arreso
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Re: Diario economico

Messaggioda l'oste » 10 set 2024 18:15

Come abitanti e pseudo-governanti di questo pianeta siamo un fallimento.
La stagione "magica" del love and peace dopo la II Guerra mondiale è esistita solo nei libri, nelle arti, nelle idee, ma non si è mai concretizzata nella pratica. Ha prevalso il fatturato.
Dopo 80 anni parlano ancora le armi, il focus è ancora uccidere gli altri per depredare, diventare più potenti e provare ad imporre un proprio modello di "gestione del mondo".
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini
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Re: Diario economico

Messaggioda vinogodi » 10 set 2024 19:59

l'oste ha scritto:Come abitanti e pseudo-governanti di questo pianeta siamo un fallimento.
La stagione "magica" del love and peace dopo la II Guerra mondiale è esistita solo nei libri, nelle arti, nelle idee, ma non si è mai concretizzata nella pratica. Ha prevalso il fatturato.
Dopo 80 anni parlano ancora le armi, il focus è ancora uccidere gli altri per depredare, diventare più potenti e provare ad imporre un proprio modello di "gestione del mondo".
...io uso le armi solo per difendermi...ammetto con un po' di sadismo, visto che preferisco il pugnale alla calibro 9 ...scherzo, se mi lasciano scelta, preferisco sempre una bella scazzottata :lol:
Ente Nazionale Tutela dei Bevitori Capiscitori (EnTuBeCa) - Ministero della Cultura Enologica Popolare (MinCulEnPop)
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 11 set 2024 09:03

Questo post si intitola "Stati fiscalmente canaglia".
Riposto il Dataroom di Gabanelli sulla Global Minimum Tax per le imprese multinazionali.

La Corte Europea il 10 settembre ha condannato Apple per evasione fiscale. L’azienda di Cupertino, la cui sede europea è in Irlanda, tra il 2003 e il 2014 non ha pagato 13 miliardi di euro di tasse grazie a uno speciale accordo fiscale col Paese. A ottobre 2021, per frenare le mosse di elusione delle tasse da parte delle multinazionali, su iniziativa dell’Ocse, dell’amministrazione Biden e della Ue, 139 Paesi (a cui se ne sono aggiunti poi altri otto) hanno firmato un accordo che prevede un meccanismo più stringente, al fine di costringere queste società a versare almeno una quota minima a partire dal 2023. Vediamo di cosa si tratta e cosa è successo da allora in poi.
Il gioco per pagare meno tasse si chiama «Base Erosion and Profit Shifting» e consiste nello spostare i profitti in Paesi a tassazione ridotta o nulla. Si tratta, per lo più, di azioni legali e, proprio per questo, difficili da contrastare. Basta, ad esempio, stabilire la sede fiscale dove le tasse sono più basse, oppure fatturare in un Paese estero con fiscalità agevolata o ancora utilizzare il «transfer pricing», le transazioni economiche (spesso fittizie) all’interno di un gruppo multinazionale (come prestiti, cessione di marchi o brevetti, servizi assicurativi), il tutto gestito da una controllata che ha sede in un paradiso fiscale. I più gettonati fino ad oggi sono Porto Rico, Panama, Andorra, Lichtenstein, Svizzera, Monaco, Bahrein, Seychelles, Mauritius, i Territori d’Oltremare del Regno Unito e i centri offshore asiatici (Hong Kong, Singapore, Macao). E poi ci sono i nemici casalinghi, quelli nel cuore dell’Europa come Irlanda, Lussemburgo, Cipro, Paesi Bassi, Belgio, Ungheria, Bulgaria. Colossi dell’economia mondiale come Apple, Pfizer, Microsoft, General Electric, Ibm, Johnson & Johnson, Cisco System, Google, Nestlè, Stellantis, Volkswagen che nel 2022, secondo i calcoli dell’Osservatorio Ue sulle tasse, hanno realizzato utili mondiali per 16.000 miliardi di dollari di cui 2.800 al di fuori del Paese dove ha sede la multinazionale, come quelli registrati da Apple al di fuori degli Stati Uniti, da Bmw al di fuori della Germania, da Toyota al di fuori del Giappone, ecc. Di questi 2.800 miliardi il 35%, circa 1.000 miliardi, sono stati spostati verso i paradisi fiscali. Con questi meccanismi, secondo i calcoli dell’Osservatorio Ue sulle Tasse, dal 2015 al 2020 in Italia per esempio le multinazionali hanno evitato di pagare tasse per quasi 37 miliardi di euro.
Il sistema di contrasto elaborato nel 2021 prevede due misure: 1) una nuova imposta minima del 15% applicabile a tutte le multinazionali con un fatturato annuo di almeno 750 milioni di dollari in tutti i Paesi che hanno firmato l’accordo (definito «Pillar two»); 2) un meccanismo di ripartizione degli utili verso i Paesi dove le multinazionali vendono i loro servizi: le aziende con fatturati superiori ai 20 miliardi di euro dovranno ridistribuire una quota dell’utile eccedente il 10% nei Paesi dove effettivamente hanno venduto i lori beni e servizi, e dove sarà tassato dal fisco locale. Questo secondo principio coinvolge soprattutto le big tech: infatti i colossi dell’economia digitale, da Amazon a Meta, grazie al fatto che i loro beni sono immateriali, finiscono per pagare le tasse lì dove hanno piazzato il proprio quartier generale e non nei Paesi in cui gli utenti finali acquistano il servizio offerto.
Cosa succede oggi
Facciamo alcuni esempi concreti. In Italia la principale tassa per le aziende è l’Ires che ha un’aliquota del 24%, ma non è dovuta se si hanno risultati negativi. Fca Italy nel 2022 ha fatturato nel nostro Paese 24 miliardi di euro, con un passivo di 375 milioni e pertanto non ha pagato alcuna Ires (ed è così dal 2019). Gli utili, lo stesso anno, li ha fatti invece la capofila Stellantis: 23,3 miliardi su 179,6 di ricavi, che ha però sede in Olanda dove le tasse per le società, grazie a meccanismi di sgravi e detrazioni, scendono fino al 2,5%. Nel 2023 Google ha registrato un fatturato globale 307,4 miliardi di dollari di cui quasi la metà negli Stati Uniti: 146,29 miliardi. Gli utili sono stati di 85,72 miliardi e le tasse di 11,92 miliardi. Con la global minimum tax il colosso di Montain View avrebbe pagato almeno 12,86 miliardi.
A che punto siamo
Come abbiamo detto doveva entrare tutto in vigore nel 2023 e secondo l'Ocse avrebbe generato un gettito fiscale aggiuntivo di 220 miliardi di dollari a livello mondiale. A condizione che il meccanismo fosse applicato da tutti i Paesi coinvolti. Non è andata così. Per l’anno fiscale 2024, scrive l’Ocse, solo 45 Paesi hanno adottato misure per implementare l'Imposta minima globale sugli utili delle grandi imprese multinazionali. Ci sono Norvegia, Australia, Corea del Sud, Giappone, Canada, Bermuda. C’è il Regno Unito che però non potrà imporre nulla ai suoi territori d’oltremare (come Isole Vergini, Cayman, etc) che fiscalmente sono autonomi. Per l’Unione Europea la commissione ha diramato una direttiva nel 2022 (la 2523) che obbligava l’adozione delle nuove misure nel 2024: 19 Stati l’hanno fatto (Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia), quattro hanno avuto il via libera a differirla nel 2030 perché hanno meno di 12 multinazionali presenti (Estonia, Lettonia, Lituania, Malta) e ad altri quattro è stata inviata una lettera formale di messa in mora: Cipro, Portogallo, Polonia e Spagna, anche se queste ultime due hanno pubblicato una bozza di legge per il recepimento dal 2025. Grandi assenti invece la Cina, che ha firmato l’accordo, e soprattutto gli Stati Uniti che sono stati tra gli ispiratori della misura.
Il Grande Assente: gli Stati Uniti
Grazie alla riforma Trump, dal 2018 le più grandi aziende americane hanno pagato meno tasse. L’Institute on taxation and economic policy (Itep) ha pubblicato a maggio un report secondo il quale, in seguito alle modifiche fiscali del Presidente Trump, 296 grandi aziende americane tra il 2018 e il 2021 hanno «risparmiato» oltre 250 miliardi di dollari di tasse e la loro aliquote fiscali effettiva è scesa da una media del 22% al 12,8%. Le grandi società che avevano pagato aliquote fiscali inferiori al 10% erano aumentate da 56 a 95. Alcuni esempi: Verizon ha registrato un calo delle tasse di 10,7 miliardi, Walmart e AT&T entrambi di 9 miliardi, Meta di 8 e Intel di 7,7 miliardi.
Fin dalla sua elezione Biden aveva chiesto agli americani più ricchi e alle grandi aziende di pagare la giusta quota, annunciando una riforma. Già da quest’anno l’aliquota sui redditi dei cittadini superiori a 400 mila dollari torna al 39,6% (Trump l’aveva abbassata al 35%) e la tassazione sui redditi di impresa generati negli Stati Unti è stata portata al 28% (Trump l’aveva tagliata al 21%), ma il vero tema sono le deduzioni che permettono alle grandi aziende di abbassare la loro quota di tasse sotto il 13%. Biden aveva promesso di introdurre la global minimum tax al 15%, come previsto dall’accordo Ocse, ma per farlo ha bisogno del voto del Senato, che controlla, e della Camera dei rappresentanti, in mano ai repubblicani che invece sono contrari. Quindi addio global minimum tax e addio redistribuzione degli utili (una parte consistente delle grandi multinazionali ha sede proprio negli Usa). Almeno per il momento. Deciderà il prossimo presidente.
In Italia cambierà poco
In Italia l’introduzione della global minimum tax da quest’anno ha cancellato la digital tax. L’allora ministro dell’Economia, Daniele Franco, aveva spiegato che la sostituzione tra la vecchia e la nuova imposta non avrebbe impattato sul gettito fiscale annuo delle big tech, circa 250 milioni di euro.
Bisognerà capire, invece, cosa succederà con le multinazionali italiane e straniere degli altri settori (Finmeccanica, Pirelli, Generali, Unicredit, Stellantis, Bmw, Wolkswagen, Toyota etc) che, adottando strategie di «tax planning» finora legittime, dichiarano almeno una parte dei profitti all’estero. Secondo le stime dell’Osservatorio Ue sulle tasse per l’Italia si parla di un extragettito di oltre 6 miliardi di euro all’anno. Dati puntuali sono contenuti nel report di Mediobanca, ma riguardano solo le software e webcompanies. Dentro ci sono Adobe, Google, Amazon, Booking, Microsoft, Meta, ma non Apple. Sono 26 aziende in totale che, nel 2022, hanno fatturato nel nostro Paese 9,3 miliardi di euro e hanno pagato tasse per 162 milioni, con un’aliquota del 28,3% rispetto agli utili dichiarati. Ma il tema è quello di individuare i profitti effettivi e non quelli dichiarati.
Anche quando il sistema andasse a regime, secondo l’Osservatorio Ue sulle tasse «Non c'è una ragione chiara per cui le multinazionali debbano pagare meno delle aziende nazionali di medie o piccole dimensioni», scrive nel rapporto 2024. L’Osservatorio suggerisce due misure: riformare l'accordo internazionale sulla tassazione minima delle imprese per applicare un'aliquota del 25%, eliminando le scappatoie che favoriscono la concorrenza fiscale, e introdurre una tassa minima globale per i miliardari pari al 2% della loro ricchezza. E fa i calcoli: nel mondo ci sono 2.756 persone che hanno un patrimonio personale miliardario che, sommato, vale 12.916 di dollari. Oggi, per quel patrimonio, tutti assieme pagano 44 miliardi di dollari di tasse: appena lo 0,34%. Con un’aliquota del 2% ne pagherebbero 258. Per avere un’idea: un anno di tasse dei miliardari mondiali al 2% vale come dodici anni di aiuti europei per lo sviluppo dell’Africa. Intanto accontentiamoci almeno del fatto che in Olanda, Irlanda e Lussemburgo si paghi «almeno» il 15% e non più lo zero virgola, come è stato fino a qualche mese fa.
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Re: Diario economico

Messaggioda bobbisolo » 11 set 2024 09:53

fa piacere vedere i nomi di tutte queste aziende(non dico multinazionali, lo dice l'articolo), tutte impegnate nell'aumentare e diffondere la propria responsabilità sociale... a parole.
Esempio di come conti prima di tutto il profitto e solo se poi c'è spazio, ma più per pulirsi la faccia e allamare i credenti delle società liberali che si trasformano in defensor fidei, contribuire al benessere del mondo e delle persone.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 11 set 2024 12:42

E' compito dei governi delle società liberali (in cui dovresti credere di più, dal momento che difendi Telegram, a meno che tu non sia della variante anarcoide alla Thiem / Musk / miliardari crypto) imporre regole per ottenere un fair and levelled field.
Ma troppi, ovunque, chiudono gli occhi per convenienza o per paura.
Il problema è che se tu non imponi una tassa A PRESCINDERE come è questa global, per la quale ci sono voluti anni di sforzi, ma ti limiti a sanzionare le aziende sul tuo territorio, queste semplicemente traslocano in altro stato più accogliente (vedi Lussemburgo, Irlanda, Olanda, Caraibi e Antille varie, Panama...eccetera).
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Re: Diario economico

Messaggioda bobbisolo » 11 set 2024 13:33

zampaflex ha scritto:E' compito dei governi delle società liberali (in cui dovresti credere di più, dal momento che difendi Telegram, a meno che tu non sia della variante anarcoide alla Thiem / Musk / miliardari crypto) imporre regole per ottenere un fair and levelled field.
Ma troppi, ovunque, chiudono gli occhi per convenienza o per paura.
Il problema è che se tu non imponi una tassa A PRESCINDERE come è questa global, per la quale ci sono voluti anni di sforzi, ma ti limiti a sanzionare le aziende sul tuo territorio, queste semplicemente traslocano in altro stato più accogliente (vedi Lussemburgo, Irlanda, Olanda, Caraibi e Antille varie, Panama...eccetera).


il problema della tassa è chiaro... ed è chiaro che siano i governi a dover imporre regole.
Si nota comunque quanto "le multinazionali" siano sempre più abili nello sfuggire alle regole... in barba anche all'etica, come dicevo nel mio commento sopra.

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Ma troppi, ovunque, chiudono gli occhi per convenienza o per paura.
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo » 12 set 2024 11:19

Immagine
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
(Sam Fuller, a proposito di "The Steel Helmet")

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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 12 set 2024 17:11

Da leggere, perché il progresso non è sempre scolpito nella pietra.

https://ilmanifesto.it/lindia-devastata-da-25-anni-di-ogm
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo » 12 set 2024 21:50

zampaflex ha scritto:Da leggere, perché il progresso non è sempre scolpito nella pietra.

https://ilmanifesto.it/lindia-devastata-da-25-anni-di-ogm


non riesco a leggere tutto l'articolo, ma siamo sicuri non sia una bufala come quelle di Vandana Shiva?
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Tutto questo ha aiutato il film.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 15 set 2024 21:25

https://www.wired.it/article/plastica-pha-tecnologia-polimeri-bio-on/

Un polimero totalmente biodegradabile che può sostituire diversi tipi di plastica
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 18 set 2024 17:07

Una Commissione “Ursulacentrica” con due satelliti: la Francia e la Spagna. Il resto è accessorio.
Nasce così il bis di von der Leyen con sei vicepresidenti, tutti esecutivi (ossia con poteri di coordinamento rispetto agli altri commissari) tra cui Raffaele Fitto. Una “medaglia” che viene lucidata dal governo Meloni come se fosse aurea ma
che invece è composta da una lega molto spuria.
Il treno di testa dell’Unione europea viene infatti affidato alla locomotiva tedesca della presidente e ai due vagoni di Parigi e Madrid. L’Italia, esce di fatto dal cosiddetto “triangolo” che guidava l’Europa, e ottiene il distintivo della vicepresidenza
esecutiva ma con un portafoglio molto debole, imparagonabile a quelli degli alleati franco-spagnoli.
E soprattutto riconsegna gli Affari economici ad uno dei commissari uscenti più “falchi” (il lettone Dombrovskis).
Il governo Meloni ottiene dunque una vittoria politica per conto dell’Ecr ma una sconfitta in relazione al Paese o a quello che si potrebbe definire “interesse nazionale”. La lettera di missione inviata al ministro italiano per gli Affari europei contempla
la competenza per la politica di coesione, l’attuazione del Pnrr – condivisa con lo stesso Dombrovskis – e le riforme. Portafogli secondari rispetto alla Francia che ottiene le politiche industriali e ancora di più rispetto alla Spagna che somma la Transizione ecologica (e quindi il Green deal che la presidente della Commissione ha definito la «nostra spina dorsale») e la potentissima Concorrenza.
Non solo. Le deleghe affidate a Fitto, nella parte economica e non solo, sono minime. I fondi di coesione sono già assegnati fino al 2028, il Pnrr finisce nel 2026 e comunque è un impegno condiviso con lo stesso Dombrovskis e la sua “supervisione”
vicepresidenziale riguarda: trasporti, agricoltura e pesca.

«Sarai tu a garantire l’implementazione efficace e coerente del nuovo Patto di Stabilità».
Basta leggere questo passaggio della lettera con cui Ursula von der Leyen incarica il lettone Valdis Dombrovskis per capire quanto sarà difficile per l’Italia la strada del risanamento economico. E quanto sia stato controproducente lo scorso
anno per il governo Meloni estraniarsi dalla trattativa sulle riforme della governance economica.
Nei festeggiamenti inconsapevoli della maggioranza meloniana per la vicepresidenza esecutiva a favore di Raffaele Fitto, sembra infatti scomparire questo dato di fatto: dopo almeno cinque anni di “colombe” nella valutazione dei nostri conti
pubblici, adesso tornano i “falchi”.
E per Roma non è certo un bel ritorno. Non lo è soprattutto per il futuro Commissario italiano che dovrà fronteggiare un contesto piuttosto complicato.
Per i prossimi sette anni, infatti, il nostro deficit e le misure per ritornare al di sotto del 3 per cento dovranno essere giudicate ogni anno da Bruxelles. A situazione invariata la compagine di centrodestra dovrà predisporre risparmi annui per
oltre tredici miliardi di euro. Questo solo per ridurre il disavanzo. Poi si dovrà mettere mano al debito pubblico. E l’“esaminatore” sarà proprio Dombrovskis, noto per la sua rigidità, per l’incapacità di comprendere le esigenze del fronte meridionale dell’Unione e per la totale assenza di empatia.
A questo va aggiunto un altro elemento: Wopke Hoekstra, il commissario olandese.
Apparentemente il suo portafoglio, il Clima, non dovrebbe avere alcun impatto sul nostro Paese. Ma se si legge con attenzione la lettera di missione scritta da von der Leyen allora si capisce bene che i “falchi” torneranno a volare minacciosamente sulla Capitale. Perché? Perché a Hoekstra è stata affidata anche la competenza sulle tasse. L’esponente olandese non è uno qualsiasi. Durante la pandemia era il ministro delle Finanze di Amsterdam che con più tenacia si opponeva al Recovery Fund. Mettere il fisco nelle sue mani è quasi una provocazione. La probabile alleanza tra lui e il “collega” lettone vuole quindi dire che il percorso di “pulizia” del bilancio italiano rischia di essere lastricato di mine e trappole.
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Re: Diario economico

Messaggioda l'oste » 18 set 2024 17:16

Con il "fuoriclasse" pugliese hanno segnato un gol, su rigore inesistente, a tempo scaduto del secondo supplementare, rigore fatto ripetere dopo che il primo tiro era stato parato, con il portiere avversario infortunato.
E gioiscono come pazzi per la "vittoria" dell'Italia.
Ridicoli alla canna del gas.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 27 set 2024 17:55

La pretesa del nostro governo di potere ottenere una fabbrichetta di auto elettriche cinesi sul suolo patrio si scontra contro il duro e crudo mercantilismo imperialista del Compagno Xi.
Le condizioni poste sono:
- opposizione ai dazi europei sulle auto cinesi;
- cancellazione del divieto di comprare ed installare apparati di rete telefonica Huawei;
- mappatura di ogni progetto italiano sulla IA.

Eh, insomma.
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Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo » 27 set 2024 17:57

zampaflex ha scritto:La pretesa del nostro governo di potere ottenere una fabbrichetta di auto elettriche cinesi sul suolo patrio si scontra contro il duro e crudo mercantilismo imperialista del Compagno Xi.
Le condizioni poste sono:
- opposizione ai dazi europei sulle auto cinesi;
- cancellazione del divieto di comprare ed installare apparati di rete telefonica Huawei;
- mappatura di ogni progetto italiano sulla IA.

Eh, insomma.


direi proprio di no
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 09 ott 2024 18:05

Riprendo il meritevole articolo di Walter Galbiati per dettagliare una delle meno conosciute voci di discussione sulla spesa pubblica italiana: le detrazioni e deduzioni fiscali.

https://www.repubblica.it/economia/rubriche/outlook/2024/10/09/news/quei_125_miliardi_di_sconti_fiscali_che_il_mef_chiama_regali_elettorali-423545098/?ref=RHLF-BG-P4-S1-T1

Soldi non ce ne sono. Debito, interessi e deficit, tutto si muove contro la manovra a cui il ministro Giancarlo Giorgetti cerca di mettere mano. Da qui la necessità di andare a tagliare là dove possibile. E una delle voci prese di mira si chiama Tax Expenditures.

Cosa sono. In tutti i Paesi del mondo vengono definite come “le misure che riducono o pospongono il gettito per uno specifico gruppo di contribuenti o un’attività economica rispetto a una regola di riferimento che rappresenta il benchmark”. In pratica sono una deviazione dalla norma, una specie di favore e di concessione a una particolare categoria di contribuenti.

La peculiarità italiana. E nelle eccezioni noi italiani siamo stati i migliori di tutti. Secondo il Rapporto annuale sulle spese fiscali che il ministero dell’Economia redige ogni anno, tra tutti i Paesi Ocse l’Italia non solo ha gli importi più elevati di spesa e gettito non riscosso grazie alle Tax expenditures, ma è anche il Paese con il maggior numero di voci di spesa.

Numeri e valori. Si contano ad oggi 625 misure che si sono accumulate negli anni, di cui 555 ancora vigenti nel 2024. Per quelle di cui si è potuto calcolare l’impatto, comprendendo sia le misure erariali che quelle locali, il Mef lo ha valutato in 125,6 miliardi per il 2023 che dovrebbero salire a 152 miliardi nell’anno corrente.

Stiamo parlando di una cifra pari al 7% del Pil e che negli anni non ha fatto altro che crescere. Nel 2017 l’impatto delle Tax expenditures era stato di 87,3 miliardi (il 5% del Pil di allora) con una crescita di oltre il 74% rispetto alla stima prevista per il 2024.

Perché è difficile intervenire. Una enormità alla quale serve mettere mano e a cui punta la delega fiscale. Ma andare a toccare questa ridda di voci non è facile, perché come riconosce lo stesso ministero dell’Economia molte di queste misure sono veri e propri regali con chiari fini elettorali.

Molte e di poco valore. Di fatto, rispetto ad altri Paesi, le Tax expenditures italiane hanno un importo medio per contribuente molto contenuto tanto che la metà di tutte ha un costo inferiore ai 10 milioni di euro. Il che significa che non hanno un carattere sistemico, ma sono frammentate, quasi cavilli costruiti su misura, mettendo così in evidenza “l’utilizzo – scrive il rapporto del Mef – per finalità di scambio con vari gruppi di interesse”, “un beneficio ad alcuni gruppi di produttori e consumatori per fini politici”.

L’economia politica. “La political economy delle spese fiscali nel nostro Paese – si legge nel rapporto - è molto chiara e a poco a che fare con obiettivi tributari, di efficienza o distributivi: esse sono in prevalenza un sussidio tributario – che equivale a una spesa diretta – che emerge nel processo di scambio con i gruppi di pressione”.

Per questo è difficile eliminarle e i vari governi che si sono succeduti non hanno fatto altro che rinnovare quelle introdotte dai governi precedenti, per non scontentare nessuno, anzi ne hanno spesso introdotte di nuove, fino ad arrivare alla strabordante situazione attuale.

Perché le spese fiscali. Questi interventi sono più facili da adottare rispetto a qualsiasi altra misura per la quale bisogna trovare risorse ad hoc. Qui basta concedere uno sconto su quello che già si paga. Il campionario va dall’esenzione alla deduzione dal reddito, dalla riduzione di imposta al rimborso di imposta e dalla riduzione di aliquota fino al differimento di imposta.

In più hanno una minore trasparenza, perché a volte è difficile, se non si mette un tetto di spesa, calcolarne i costi, come è accaduto di recente con il Superbonus.

Il peso dei bonus edilizi. Tra tutte le Tax expenditures, quelle che pesano maggiormente sui conti dello Stato sono proprio i vari bonus edilizi che da soli rappresentano circa il 40% del totale delle spese fiscali censite, per un valore di 36 miliardi.

E Giorgetti lo sa bene, tanto che allo studio c’è un piano di riordino dei benefici la cui colpa può essere tranquillamente spostata dal governo alla direttiva europea sulle Case green. Al momento l’esecutivo prevede, salvo un intervento diverso, che le aliquote per le ristrutturazioni scendano dal 50 al 36% con un tetto di spesa che passa da 92mila a 46mila, e quelle per l’efficienza energetica dal 70 al 65%.

Non solo casa. Basta però dare una rapida scorsa alle missioni interessate dai favori concessi per capire come i beneficiari siano un po’ tutti i settori: oltre la casa, ci sono agricoltura, pesca, energia, imprese di tutti i tipi, comprese banche e assicurazioni, trasporti, commercio, ricerca e innovazione, sostenibilità e ambiente, salute, cultura, scuola e università.

La Missione 11. Oltre la casa un altro pacchetto su cui il governo vorrebbe intervenire e di cui si è parlato con insistenza riguarda la Missione 11: Competitività e sviluppo delle imprese, che nei programmi di spesa 2024 ha un valore complessivo di 32,7 miliardi. Qui le voci più importanti sono due.

1) La prima è il cuneo fiscale, classificato come “trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni private”, che il governo si è già impegnato a voler prorogare per il 2025 e che è costato alle casse dello Stato 4,3 miliardi di euro.

2) La seconda voce per importanza riguarda “i trasferimenti alle imprese” pari a 5,1 miliardi che si materializzano prevalentemente attraverso due misure, una a favore delle banche e l’altra degli autotrasportatori.

a) Deferred tax asset. Agli istituti di credito il fisco concede di non pagare le tasse e di rinviarle nel tempo (Deferred tax asset), nel caso in cui nel bilancio di quell’anno ci siano perdite dovute a svalutazioni per attività immateriali e avviamenti o a operazioni straordinarie. Nel 2024 questo giochetto ha impedito allo Stato di incassare 3,4 miliardi di tasse che sono state procrastinate nel tempo.

b) Riduzione dell’accisa. Agli autotrasportatori è stato consentito di alleggerire il prezzo del carburante grazie alla riduzione dell’accisa, un beneficio che viene restituito non alla pompa, ma quando si pagano le tasse. Questo favore costa alle casse pubbliche 1,5 miliardi.

Giorgetti potrebbe intervenire su queste due voci per recuperare qualche miliardo dei 10 che gli servirebbero per chiudere la manovra, ma la Lega ha già fatto sapere che non se ne farà nulla per gli autotrasportatori, mentre Forza Italia ha preso la difesa delle banche.

“Le termiti”. Sarebbe tuttavia necessario che si cominci a mettere mano alla giungla delle Tax expenditures, perché come dice lo stesso Mef sono come le termiti che logorano dall’interno il bilancio dello Stato.

“Le Tax expenditures – leggiamo nel rapporto - sono vere e proprie termiti che possono lentamente logorare la struttura dei sistemi tributari. Se non si interviene con misure adeguate, le termiti indeboliscono il funzionamento di qualsiasi sistema tributario, lasciando come opzione ai vari governi solo quella di aggiungere ai regimi promossi dal governo precedente, altri regimi di favore per le varie constituencies. Le spese fiscali creano un’elevata dipendenza da cui è complicato liberarsi. Serve un’azione seria e programmata per restituire trasparenza, semplicità ed efficacia ai sistemi fiscali”.

Insomma, serve coraggio, senza pensare solo alle elezioni.
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Re: Diario economico

Messaggioda Patàta » 10 ott 2024 09:35

vinogodi ha scritto:...pure io ce l'ho , la calibro 9 , e la uso purtroppo raramente .
vai Beretta!!! :mrgreen:


Secondo me, oltre alla BEREtta, tu possiedi anche un VINchester. :D
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Re: Diario economico

Messaggioda bobbisolo » 10 ott 2024 13:53

@zampa

quadro tragico... la sensazione che il governo, nel caso in cui non dovesse vincere le prossime elezioni, lascerebbe un'eredità di merda ai prossimi... se governano possono continuare a "infamare" (sic! meloni) i precedenti governi di sinistra che hanno dominato nel ventennio berlusconiano (sta retorica funziona sempre :lol: "ha stato la sinistra ad alzare le tasse, noi ci siamo sempre battuti e ci batteremo per abbassarle, come sanno bene i lavoratori dipendenti"), se finiscono all'opposizione avranno comunque sempre argomenti per rivoltare l'opinione pubblica vs il governo

speriamo davvero che stiano facendo la storia, così almeno li ricorderemo per quello che sono :D
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 10 ott 2024 14:30

bobbisolo ha scritto:@zampa

quadro tragico... la sensazione che il governo, nel caso in cui non dovesse vincere le prossime elezioni, lascerebbe un'eredità di merda ai prossimi... se governano possono continuare a "infamare" (sic! meloni) i precedenti governi di sinistra che hanno dominato nel ventennio berlusconiano (sta retorica funziona sempre :lol: "ha stato la sinistra ad alzare le tasse, noi ci siamo sempre battuti e ci batteremo per abbassarle, come sanno bene i lavoratori dipendenti"), se finiscono all'opposizione avranno comunque sempre argomenti per rivoltare l'opinione pubblica vs il governo

speriamo davvero che stiano facendo la storia, così almeno li ricorderemo per quello che sono :D


Quando dico che l'italiano medio è un conservatore, e col paraocchi...
Una analisi dei livelli del debito pubblico italiano stabilisce che il centrodestra è "detassa (gli amici) e spendi (in deficit)", mentre i successivi governi di centrosinistra, pur con un occhio di riguardo alla propria constituency, aggiustano i conti e riducono il rapporto debito/pil

Immagine
(non aggiornatissimo purtroppo)

L'altra constatazione è che, nonostante questa perniciosa tendenza del centrodestra a sfondare il bilancio e accumulare deficit presenti e futuri (governo Gonde I docet), nei momenti più difficili l'animus pugnandi degli uomini di conto messi al MinFin scatena la dignità personale di questi ultimi impedendo lo sputtanamento finale (Tremonti nell'ultimo Berlusconi, Giorgetti oggi).

Infine, un commento, che avevo già postato: un lavoratore dipendente che abbia votato questo governo, e che sia disposto a rivotarlo, è da internare.
Regali assurdi, mai visti al mondo, ai professionisti e piccole partite IVA, che già evadevano a piene mani, e nessun recupero del fiscal drag * per chi ha il fisso.

* vedasi post sotto
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Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 10 ott 2024 14:42

Cos'è il fiscal drag?
E' l'incremento implicito della tassazione sul reddito nei momenti di alta inflazione.

Se nel 2020 Tizio prendeva 50k lordi, pagando 10k di IRPEF (aliquota media = 20%), dopo tre anni di inflazione e ricerca del recupero con i rinnovi contrattuali si troverà, supponiamo, a prendere nel 2025 il 15% in più, arrivando a 57,5k, e penserà con soddisfazione che per lui nulla è cambiato, grazie agli aumenti di stipendio ricevuti.

MA se il governo nel frattempo non modifica la curva delle aliquote, adeguando le fasce all'inflazione, Tizio si troverà a pagare sull'incremento di reddito l'aliquota marginale (qui, 43%) pagando perciò un totale di imposte di 13,2k (aliquota media = 23%).

Quindi, senza adeguamenti alla tassazione, il nostro povero Tizio, nonostante abbia lottato con il proprio datore di lavoro per recuperare il proprio potere di acquisto, si troverà domani con MENO SOLDI a parità di potere di acquisto rispetto a cinque anni prima. 77% del reddito lordo contro 80%.

La gente si lamenta oggi dell'inflazione? Normale, perché è reale. Ma i lamenti devono andare in tre direzioni:
- verso le aziende che non fanno abbastanza per diventare più efficienti e ridurre il costo dei propri beni e servizi;
- verso i propri datori di lavoro che non adeguano gli stipendi all'inflazione anche se i profitti sono saliti molto;
- ma anche verso il governo che regala evasione legalizzata agli autonomi mentre tassa implicitamente più di prima i dipendenti.
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