Messaggioda tenente Drogo » 21 ago 2024 11:46
tweet di un certo Marco Canestrari
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Vi traduco il messaggio agli attivisti pubblicato da Beppe Grillo sul suo Blog poco fa, così risulta più chiaro cosa sta succedendo.
IL NOSTRO DNA
Cari attivisti, portavoce e sostenitori del MoVimento 5 Stelle,
ho fatto un bel casino e devo riflettere su come restare rilevante, com'ero all'inizio. Quando abbiamo fondato il MoVimento 5 Stelle, io e Gianroberto, lo abbiamo fatto con un ideale chiaro: prenderci il nostro posto a tavola.
Il nostro viaggio è nato da un sogno condiviso, un sogno che ci ha portato a sfidare un sistema corrotto, a far finta che ce ne fregasse qualcosa dei cittadini e a provare a costruire un partito-azienda che sembrasse trasparente.
Nel 2013 abbiamo letteralmente quasi assaltato il Parlamento, dopo la rielezione di Napolitano. Come ogni specie animale ci siamo dovuti adattare, per sopravvivere, e con grande agilità entro la fine della legislatura i nostri parlamentari annullavano i bonifici e si tenevano i soldi che avevano promesso di restituire.
Durante tutto questo cammino, ci siamo sempre ancorati a tre pilastri imprescindibili: il nostro simbolo, il nostro nome, e la regola che alla fine comando io.
Il simbolo del MoVimento 5 Stelle non è solo un segno grafico, è un richiamo ai rating che si fanno online come su Amazon, un po' come quando vi profilavamo sulla piattaforma Rousseau. È il vessillo che, diciamolo, è un po' una pecionata: l'ha disegnato Maurizio in un pomeriggio schiantando in Photoshop la "V" di quel film là e 5 stelle trovate su Google Immagini.
Un partito politico... ma che cazzo dico, un partito politico? Ma noi non dicevamo che non siamo un partito, non siamo una casta, siamo cittadini punto e basta? Mi sa che mi son fatto belinare.
Va beh, comunque il nostro nome, MoVimento 5 Stelle, non è solo una sequenza di suoni o lettere: in realtà non sappiamo nemmeno più che cazzo sia, perché abbiamo creato talmente tante associazioni chiamate "Movimento 5 Stelle" per sfilarci dai casini con gli attivisti, il Garante della Privacy e altre cagate che abbiamo combinato che tra un passaggio e l'altro mi sono fatto sfilare pure la proprietà del marchio.
Quando pronunciamo MoVimento 5 Stelle, però, la gente ancora pensa a me. Cambiare un nome è come mettermelo definitivamente in quel posto, rinunciare a quel ponte invisibile che collega il sistema di ticketing dei teatri al mio conto corrente.
Nella vita ci possono essere molte trasformazioni ma il nome, belin, almeno il nome lasciatemelo.
Movimento 5 Stelle è il nome che abbiamo fregato agli attivisti che volevano creare "Italia 5 Stelle" ben prima del 2010, ma Casaleggio non voleva perché aveva un contratto con Di Pietro e aveva paura di farsi concorrenza da solo. Poi Di Pietro se n'è andato e ci siamo ritrovati senza partito da infiltrare, cosa dovevamo fare?
E poi c'è la regola del secondo mandato. Era l'8 settembre del 2007: con il V-Day si avviava la raccolta firme per tre proposte di legge di iniziativa popolare, tra cui l'introduzione di un tetto massimo di due legislature. Da cui tutto ebbe inizio, mentre in regia si registrava lo spettacolo di Bologna di cui qualche settimana dopo Casaleggio Associati avrebbe venduto il DVD.
La politica, nella sua essenza più pura, non deve essere un mestiere ma una nobile missione. Trasformare l'impegno politico in una professione perpetua significa tradire la fiducia dei cittadini e sprofondare nel pantano della mediocrità e dell’opportunismo. Molto meglio, credetemi, gestire il potere, avere influenza, generare un bel flusso di cassa. Limitare i mandati significa che tutti sarebbero passati mentre io e Casaleggio, senza nemmeno candidarci, senza nemmeno poter perdere il posto, saremmo rimasti per sempre. E infatti, eccomi qui. Lui è morto, purtroppo, e il figlio - uno che come password del mio Blog aveva 'davidavi'... ci siamo capiti - si è fatto infinocchiare: io e Conte gli abbiamo sfilato il partito, ma ora Conte vuole infinocchiare me!
La regola del secondo mandato è un principio che ci distingue, che ci ha resi unici, che ci rende liberi dal potere e dalle sue tentazioni. È la garanzia che il MoVimento rimarrà sempre fedele al suo spirito originario: voi vi fate un paio di giri a Montecitorio, io strappo qualche contrattino per scrivere un po' di articoli, mi girate due soldi come "consulenza per la comunicazione" e la gente viene a vedere i miei spettacoli.
Questi tre nostri pilastri non sono in nessun modo negoziabili. Più o meno, dai... se ci pensate abbiamo sempre negoziato tutto in questi anni: il dimezzamento dello stipendio, il non farsi chiamare "onorevoli", decidere tutto sulla piattaforma Rousseau. Cambiarli non significherebbe nulla se troviamo un accordo che faccia contenti tutti!
Vi chiedo quindi di riflettere profondamente, di ascoltare la vostra coscienza. In questo momento cruciale non posso permettermi di non contare più nulla. Custodiamo e proteggiamo ciò che abbiamo costruito insieme. Il MoVimento è e deve rimanere una forza di cambiamento autentico, e per farlo, dobbiamo rimanere fedeli ai nostri principi fondativi e comunque alla fine voglio comandare io.
Con un po' paura di farmi belinare anche io,
Beppe Grillo.
Garante e custode dei valori fondamentali dell’azione politica del MoVimento 5 Stelle, almeno così mi avevano assicurato.