Nexus1990 ha scritto:Tex Willer ha scritto:Niente, è una forma mentis, neppure ci si accorge che un indagato per qualsiasi reato non è colpevole fino al terzo grado di giudizio e che i processi si fanno nei tribunali e non nelle procure della Repubblica. Esiste un contraddittorio ,esistono dei diritti degli imputati ma si capisce che se non si è abituati al concetto di presunzione di innocenza non si va molto lontano
La carcerazione preventiva ed i detenuti in attesa di giudizio rappresentano 1/3 della popolazione carceraria: si tratta di una quantità che risolverebbe,per esempio,il sovraffollamento delle carceri che provoca un morto al giorno .
La carcerazione preventiva si dovrebbe applicare esclusivamente per casi particolari,usata in questo modo è uno strumento in mano alla magistratura che lo usa senza scrupoli,forte del sostegno dei babbei forcaioli e dei sinistrorsi allo champagne, sempre pronti a richiedere la galera per l'avversario politico.
Voglio condividere anche io il mio umile pensiero, non da “studioso” ma da “curioso”: sono fermamente convinto, ormai da anni, che la carcerazione dovrebbe essere l’estrema ratio. Non mi sembra che il carcere “rieduchi” molte persone (con qualche eccezione,
specialmente nei carceri minorili ma chiaramente recuperare un ragazzo di 16 anni è molto più semplice) e sono d’accordo con te (se ho capito il tuo pensiero) che la gran parte delle persone che chiede pene più severe sia più interessata a “punire” che a “recuperare”. Credo inoltre che il carcere non abbia il potere deterrente che molti millantano, se così fosse in USA non dovrebbe praticamente esserci la criminalitá: in USA è detenuto il 25% della popolazione carceraria mondiale, o se vogliamo leggerla in un altro modo possiamo dire che lo 0,75% della popolazione statunitense è, ad oggi, in carcere. Sono numeri che a me personalmente fanno rabbrividire. Credo in effetti, anche se non ho dati a suffragio della mia opinione che quindi resta un’opinione “intuitiva”, che una popolazione carceraria maggiore possa alimentare nei cittadini la percezione della normalità della carcerazione, e quindi sortire l’effetto opposto. Ció detto, nel caso di specie mi sembra realistico che Toti potesse inquinare le prove e/o reiterare il reato. Certo, potrebbe inquinarle pure da casa, le prove, ma magari è più complicato. In ogni caso è un tema delicato e non ho le competenze nè conosco a fondo la vicenda per dire se sia giusto o sbagliato il provvedimento, su cui quindi non ho una posizione chiara, ma ci tenevo comunque a dire la mia
Qualche anno fa ho letto un articolo di giornale sul tema, citava anche statistiche su carcerazione e reiterazione dei reati.
Il criminale medio non ha paura di essere preso e finire in prigione, altrimenti cambierebbe mestiere.
Chi va in carcere la prima volta tende a considerare la detenzione come un fatto sfortunato, e una alta minoranza se ne frega e attende solo di poter uscire per ricominciare.
Chi ci ritorna getta quasi sempre la spugna, il peso della privazione della libertà è troppo forte e, se gli si insegna un mestiere, li si rende persone finalmente in pace e in grado di acquisire l'indipendenza economica pulitamente.