Parliamo di guerra

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Patàta
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda Patàta » 08 gen 2023 12:04

L'importante è crederci.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda Trabateo » 08 gen 2023 12:59

tenente Drogo ha scritto:
Trabateo ha scritto:
tenente Drogo ha scritto:stai a vedere che i russi hanno fatto un affare istigando Conte e Salvini a far cadere Draghi

https://www.repubblica.it/esteri/2023/0 ... 382385219/


Ma gira ancora sta favola? :lol:
Intendo che c'è stato il combloddo dei russi dietro la caduta, anzi, l'autocaduta, del governo guidato da Mario Draghi


autocaduta non direi
Conte ha trovato un pretesto e Salvini e Berlusconi si sono accodati
neanche la dignità di sfiduciarlo apertamente
quaquaraquà

per quanto riguarda Mosca, sui legami con Salvini mi pare non ci siano dubbi
più di un sospetto su Conte (d'altra parte lui ripagherebbe opponendosi all'invio di armi in Ucraina)


Preferirei che non mi fossero attribuite cose che non ho detto.
Ho asserito che non ci sono i russi dietro la caduta del governo Draghi (se hai dati in tuo possesso che lo provano, perché non fornirceli?) ma che, alla fine, si è voluto auto-sfiduciare quando una maggioranza ce l'aveva eccome (PD + FI + Lega + i 60 profughi di Di Maio), gli sarebbe bastato far votare la proposta di risoluzione avanzata da Lega + Forza Italia + UDC, per dare il via libera a un nuovo esecutivo, con un cambio di ministri e senza i 5 stelle. Risoluzione che però non è stata messa ai voti in aula. E alla fine salviniani e berlusconiani sono usciti dall'aula senza votare la fiducia all'esecutivo.
Ah, tra le altre cose, se stiamo ai fatti, come hai ben detto tu, Draghi non è stato sfiduciato.
Sui motivi, un'idea (o anche più d'una) ce l'avrei: mancata nomina come PdR oppure evitare un certo autunno ormai alle porte.
In ogni caso, se voleva dimostrarsi persona di e con una certa responsabilità, diciamo che ha fallito in toto.

Tornando a Mosca & Putin o amici di Putin (ah, il lettone...) non ho mai asserito che Salvini non abbia (o abbia avuto) legami con i Russi.
Su Conte e/o i 5S, se hai delle prove, ti pregherei di dimostrarcele: sai che scoop!

Altro capitolo meriterebbe la finta opposizione di FdI al governo Draghi ma, sinceramente, anche no, ognuno ci faccia su i ragionamenti che vuole, che tanto non ne veniamo a capo lo stesso: evviva la democrazia!!! o presunta tale
Un passo alla volta, un respiro alla volta.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 08 gen 2023 15:34

Trabateo ha scritto:
tenente Drogo ha scritto:
Trabateo ha scritto:
tenente Drogo ha scritto:stai a vedere che i russi hanno fatto un affare istigando Conte e Salvini a far cadere Draghi

https://www.repubblica.it/esteri/2023/0 ... 382385219/


Ma gira ancora sta favola? :lol:
Intendo che c'è stato il combloddo dei russi dietro la caduta, anzi, l'autocaduta, del governo guidato da Mario Draghi


autocaduta non direi
Conte ha trovato un pretesto e Salvini e Berlusconi si sono accodati
neanche la dignità di sfiduciarlo apertamente
quaquaraquà

per quanto riguarda Mosca, sui legami con Salvini mi pare non ci siano dubbi
più di un sospetto su Conte (d'altra parte lui ripagherebbe opponendosi all'invio di armi in Ucraina)


Preferirei che non mi fossero attribuite cose che non ho detto.
Ho asserito che non ci sono i russi dietro la caduta del governo Draghi (se hai dati in tuo possesso che lo provano, perché non fornirceli?) ma che, alla fine, si è voluto auto-sfiduciare quando una maggioranza ce l'aveva eccome (PD + FI + Lega + i 60 profughi di Di Maio), gli sarebbe bastato far votare la proposta di risoluzione avanzata da Lega + Forza Italia + UDC, per dare il via libera a un nuovo esecutivo, con un cambio di ministri e senza i 5 stelle. Risoluzione che però non è stata messa ai voti in aula. E alla fine salviniani e berlusconiani sono usciti dall'aula senza votare la fiducia all'esecutivo.
Ah, tra le altre cose, se stiamo ai fatti, come hai ben detto tu, Draghi non è stato sfiduciato.
Sui motivi, un'idea (o anche più d'una) ce l'avrei: mancata nomina come PdR oppure evitare un certo autunno ormai alle porte.
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Altro capitolo meriterebbe la finta opposizione di FdI al governo Draghi ma, sinceramente, anche no, ognuno ci faccia su i ragionamenti che vuole, che tanto non ne veniamo a capo lo stesso: evviva la democrazia!!! o presunta tale


ognuno ha la sua opinione

tu hai detto "autocaduta" e io non sono d'accordo
Draghi sarebbe rimasto fino alla fine della legislatura e glielo hanno impedito - opinione mia naturalmente

correttamente non avrebbe continuato con una maggioranza diversa da quella con cui era nato, e molto molto probabilmente, anzi direi sicuramente, il PD non avrebbe accettato un'alleanza con Lega e Forza Italia senza i 5S

non poteva fare altro che dimettersi, visto il comportamento irresponsabile di M5S e Lega (mia opinione ovviamente)
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 08 gen 2023 15:35

sui legami Conte Russia non ci sono prove ma molti indizi
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 08 gen 2023 16:07

Patàta ha scritto:L'importante è crederci.
Ciecamente.


io non credo a niente
mi informo da fonti che ritengo affidabili (per esempio l'ottimo giornalista investigativo Jacopo Iacoboni della Stampa)

naturalmente tutto è soggettivo e c'è chi preferirà "Il Fatto Quotidiano", "Report" o "La Verità"
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda Patàta » 08 gen 2023 18:42

Immagine
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda zampaflex » 08 gen 2023 19:42

Trabateo ha scritto:Sui motivi, un'idea (o anche più d'una) ce l'avrei: mancata nomina come PdR oppure evitare un certo autunno ormai alle porte.
In ogni caso, se voleva dimostrarsi persona di e con una certa responsabilità, diciamo che ha fallito in toto.


Mancata nomina di chi?
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 08 gen 2023 20:29

Patàta ha scritto:Immagine


ho usato TinEye reverse search per scoprire che è un certo James Russel Lowell, mentre avrei fatto prima a leggere il nome del file

ma che ci azzecca?
boh
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda Trabateo » 09 gen 2023 10:16

zampaflex ha scritto:
Trabateo ha scritto:Sui motivi, un'idea (o anche più d'una) ce l'avrei: mancata nomina come PdR oppure evitare un certo autunno ormai alle porte.
In ogni caso, se voleva dimostrarsi persona di e con una certa responsabilità, diciamo che ha fallito in toto.


Mancata nomina di chi?


Mi correggo, mancata proposta del suo nome come PdR: semper lu, Mario Draghi
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda fly666 » 09 gen 2023 13:27

non so perchè deviate il discorso, ma la guerra ha una unica soluzione :

la Russia vince, perchè la Russia vince sempre e non perde mai .. ditemi voi, qualcuno ha mai conquistato MOSCA ?
:twisted: 8) :twisted:
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda fly666 » 09 gen 2023 13:28

ora andare a lavorare o nella sezione compro vendo vino, qui è inutile, decido io :evil:
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda Timoteo » 09 gen 2023 14:08

fly666 ha scritto:non so perchè deviate il discorso, ma la guerra ha una unica soluzione :

la Russia vince, perchè la Russia vince sempre e non perde mai .. ditemi voi, qualcuno ha mai conquistato MOSCA ?
:twisted: 8) :twisted:


Finalmente ho capito, lazzarone.
Ne stai facendo una questione personale.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda zampaflex » 09 gen 2023 20:07

Trabateo ha scritto:
zampaflex ha scritto:
Trabateo ha scritto:Sui motivi, un'idea (o anche più d'una) ce l'avrei: mancata nomina come PdR oppure evitare un certo autunno ormai alle porte.
In ogni caso, se voleva dimostrarsi persona di e con una certa responsabilità, diciamo che ha fallito in toto.


Mancata nomina di chi?


Mi correggo, mancata proposta del suo nome come PdR: semper lu, Mario Draghi


Cioé davvero tu pensi che il governo Draghi si sia dimesso per una sua impuntatura?
La prossima volta che ci vediamo a quattr'occhi ne parliamo seriamente, ma prima di bere :lol:
...I sondaggi, maledizzzione, i sondaggi...Salvini più vedeva scendere i suoi più aveva bisogno frenetico di staccare la spina...
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda zampaflex » 09 gen 2023 20:08

Patàta ha scritto:L'importante è crederci.
Ciecamente.


Per l'obbedire ed il combattere ci stiamo attrezzando, garantisce la cucurbitacea.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda fly666 » 10 gen 2023 00:08

Timoteo ha scritto:
fly666 ha scritto:non so perchè deviate il discorso, ma la guerra ha una unica soluzione :

la Russia vince, perchè la Russia vince sempre e non perde mai .. ditemi voi, qualcuno ha mai conquistato MOSCA ?
:twisted: 8) :twisted:


Finalmente ho capito, lazzarone.
Ne stai facendo una questione personale.
Di cognome.


Doppio cognome, come minimo, e senza titoli, siamo persone qualunque ..
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda fly666 » 10 gen 2023 00:10

zampaflex ha scritto:
Patàta ha scritto:L'importante è crederci.
Ciecamente.


Per l'obbedire ed il combattere ci stiamo attrezzando, garantisce la cucurbitacea.


abbiamo previsto miglioramenti anche riguardo la cocozza carrozza, a breve novità .. buona serata a tutti.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda fly666 » 10 gen 2023 04:27

Patàta ha scritto:L'importante è crederci.
Ciecamente.


buongiorno Patàta, buongiorno Timoteo
il desiderio della pucchiacca o fessa e un po' di bigliettoni ben redistribuiti hanno messo fine alla Guerra
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 13 gen 2023 17:07

dal Corriere della Sera

-----------------------
La Russia sta per disintegrarsi come l’Urss? I segnali e le incognite
di Luca Angelini

Gli esperti: «Tutti gli imperi alla fine si frantumano. Pensare che per quello di Putin — e per la Russia — sarà diverso è solo un altro difetto di immaginazione»
La Russia sta per disintegrarsi come l’Urss? I segnali e le incognite

Nel momento in cui, sul terreno ucraino, l’Armata russa sembra poter riconquistare posizioni, nel settore di Soledar e Bakhmut, in Donbass, parlare di possibile dissoluzione della Federazione russa può sembrare wishful thinking, uno scambiare per realtà i propri desideri. Eppure, il tema ricorre. Ne abbiamo scritto sulla Rassegna del 23 novembre. Guido Santevecchi ha segnalato che, secondo quanto hanno rivelato alcune fonti cinesi al Financial Times, «a Pechino si sono convinti che “Putin è pazzo” e che la sua Russia uscirà dal pantano ucraino ridotta a “una potenza minore”». Federico Fubini, parlando delle migliaia di soldati russi, soprattutto delle regioni più lontane da Mosca, mandati a morire in Ucraina, ha aggiunto che «le minoranze ora iniziano a reagire». E Danilo Taino ha ricordato che gli «scontri di potere e proteste sociali in Russia» sono risultati, secondo i 540 esperti contattati dal Center for Preventive Action, una delle sette crisi più probabili del 2023.

Ancora più espliciti sono stati Casey Michel, in un intervento sul Financial Times, e Janusz Bugajski, su Politico Europe. Entrambi hanno usato la parola «disintegrazione». Ed entrambi tracciano un parallelo con il crollo dell’Unione Sovietica. In pochi, ricorda Michel, pronosticarono il collasso dell’Urss, anche se le crepe nell’edificio non mancavano: la guerra fallimentare in Afghanistan, la stagnazione economica, le difficoltà nel controllare l’immenso territorio. «Ora, con il Cremlino che dissangua ancora una volta uomini e risorse in una guerra straniera, e di nuovo cede sotto un’economia in stato di torpore, i politici occidentali rischiano di essere colti di sorpresa una seconda volta. Proprio come un difetto di immaginazione ha accecato l’Occidente di fronte all’imminente fine dell’Unione Sovietica, così lo stesso difetto — e l’incapacità o la riluttanza a comprendere la Russia come l’impero coloniale che rimane — sta accecando i politici occidentali sulle potenzialità di una dissoluzione della Federazione Russa».

Michel non intende sostenere che tale dissoluzione sia imminente, ma è convinto che non la si possa più escludere dall’orizzonte delle possibilità: «Niente di tutto questo significa che la disintegrazione territoriale dello Stato russo sia inevitabile, o addirittura all’orizzonte immediato. Ma con le vittime che continuano ad accumularsi e con il revanscismo messianico del presidente Vladimir Putin di cui non si intravede la fine, l’eventuale scioglimento della Federazione Russa non può più essere ignorato. I politici occidentali devono iniziare a prepararsi per questa possibilità prima piuttosto che dopo». Anche perché, come abbiamo più volte argomentato anche in questa Rassegna, un eventuale tracollo avrebbe effetti difficili da prevedere e, potenzialmente, destabilizzanti a livello globale.

Michel invita comunque a riflettere sul fatto che anche la Federazione russa è una costruzione di origine coloniale e «l’invasione dell’Ucraina ha in effetti fatto esplodere il mito della Russia unita di Putin , anche perché il Cremlino ha preso di mira, per la coscrizione, nazionalità specifiche, come sakha, tartari e ceceni». Per questo starebbero aumentando, alla periferia del Paese, le voci critiche che parlano di «imperialismo e colonialismo e di discriminazioni razziali ed etniche» del Cremlino. La conclusione di Michel è che «la guerra di Putin in Ucraina rischia di trasformare la Russia in uno Stato fallito con confini incontrollati. Ciò offre alle nazionalità colonizzate dalla Russia e gettate nelle fauci del conflitto la possibilità di rivendicare sovranità e libertà».

Non sorprenderà che Bugajski, membro della Jamestown Foundation e autore di un libro appena uscito intitolato Failed State: A Guide to Russia’s Rupture, sia sostanzialmente d’accordo con lui. E lo dice fin dalle prime righe del suo intervento: «Stiamo attualmente assistendo a una rivoluzione in corso nella sicurezza globale a cui i responsabili politici occidentali sono chiaramente impreparati: l’imminente collasso della Federazione Russa ». Bugajski ne è talmente convinto da ritenere irrealistiche le proposte di vie d’uscita dal conflitto ucraino «non umilianti» per Mosca e in grado di garantire il mantenimento dell’integrità del Paese.

Troppo tardi, ormai, a suo avviso: «La Russia è uno Stato fallito. Non è stata in grado di trasformarsi in uno Stato-nazione, in uno Stato civile o persino in uno stabile Stato imperiale. È una federazione solo di nome, poiché il governo centrale persegue una politica di omogeneizzazione etnica e linguistica e nega ogni potere alle 83 repubbliche e regioni del Paese. Tuttavia, l’ipercentralizzazione ha messo in luce le molteplici debolezze del Paese, tra cui un’economia in contrazione schiacciata dalle sanzioni internazionali; le sconfitte militari in Ucraina rivelano l’incompetenza e la corruzione della élite al potere e l’inquietudine in numerose regioni per i budget in calo».

Bugajski sembra non darsi troppa pena per le incognite che una eventuale dissoluzione della Federazione russa, con il distacco di molte repubbliche di confine, comporterebbe. E invita, piuttosto, a non sottovalutarne i benefici. «Con Mosca che i ripiega verso l’interno, la sua capacità di aggressione verso l’esterno diminuirà. E in quanto Stato superstite (rump State, ossia rimanenza di uno che fu molto più esteso, ndr), sottoposto a intense sanzioni internazionali e privato della sua base di risorse in Siberia, avrà capacità grandemente ridotte di attaccare i vicini. Dall’Artico al Mar Nero, il fronte orientale della Nato diventerà più sicuro; mentre Ucraina, Georgia e Moldavia riconquisteranno i loro territori occupati e chiederanno l’integrazione dell’Unione Europea e della Nato senza timore della reazione della Russia. Anche i Paesi dell’Asia centrale si sentiranno sempre più liberi e potranno rivolgersi all’Occidente per collegamenti energetici, di sicurezza e economici. La Cina sarà in una posizione più debole per espandere la sua influenza poiché non potrà più collaborare con Mosca e nuovi Stati filo-occidentali potranno emergere dall’interno della Federazione Russa, migliorando la stabilità in diverse regioni dell’Europa e dell’Eurasia».

A noi pare che il wishful thinking non manchi in questa visione di Bugajski. Lui, però, ribalta l’accusa. Il vero wishful thinking, a suo avviso, è sperare, come fanno molti in Occidente, «che possano essere stabilite benefiche relazioni con un Cremlino post Putin, o che i liberali possano democratizzare l’impero». La sua conclusione è che «l’Occidente ha commesso un grave errore quando ha creduto che il crollo del comunismo sovietico significasse la fine dell’imperialismo russo . E, visto che gli Stati imperiali crollano invariabilmente quando superano il limite e quando le pressioni centrifughe sono alimentate da difficoltà economiche, risentimenti regionali e risvegli nazionali, ora deve evitare di ripetere quell’errore, questa volta presumendo erroneamente che l’attuale impero sia permanente».

Conclusione praticamente identica a quella di Michel: «Tutti gli imperi alla fine si frantumano. Pensare che per quello di Putin — e per la Russia — sarà diverso è solo un altro difetto di immaginazione». Che la si consideri una fortuna o una sciagura, forse conviene iniziare a prendere l’ipotesi in seria considerazione.
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda fly666 » 14 gen 2023 01:58

tenente Drogo ha scritto:dal Corriere della Sera

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La Russia sta per disintegrarsi come l’Urss? I segnali e le incognite
di Luca Angelini

Gli esperti: «Tutti gli imperi alla fine si frantumano. Pensare che per quello di Putin — e per la Russia — sarà diverso è solo un altro difetto di immaginazione»
La Russia sta per disintegrarsi come l’Urss? I segnali e le incognite

Nel momento in cui, sul terreno ucraino, l’Armata russa sembra poter riconquistare posizioni, nel settore di Soledar e Bakhmut, in Donbass, parlare di possibile dissoluzione della Federazione russa può sembrare wishful thinking, uno scambiare per realtà i propri desideri. Eppure, il tema ricorre. Ne abbiamo scritto sulla Rassegna del 23 novembre. Guido Santevecchi ha segnalato che, secondo quanto hanno rivelato alcune fonti cinesi al Financial Times, «a Pechino si sono convinti che “Putin è pazzo” e che la sua Russia uscirà dal pantano ucraino ridotta a “una potenza minore”». Federico Fubini, parlando delle migliaia di soldati russi, soprattutto delle regioni più lontane da Mosca, mandati a morire in Ucraina, ha aggiunto che «le minoranze ora iniziano a reagire». E Danilo Taino ha ricordato che gli «scontri di potere e proteste sociali in Russia» sono risultati, secondo i 540 esperti contattati dal Center for Preventive Action, una delle sette crisi più probabili del 2023.

Ancora più espliciti sono stati Casey Michel, in un intervento sul Financial Times, e Janusz Bugajski, su Politico Europe. Entrambi hanno usato la parola «disintegrazione». Ed entrambi tracciano un parallelo con il crollo dell’Unione Sovietica. In pochi, ricorda Michel, pronosticarono il collasso dell’Urss, anche se le crepe nell’edificio non mancavano: la guerra fallimentare in Afghanistan, la stagnazione economica, le difficoltà nel controllare l’immenso territorio. «Ora, con il Cremlino che dissangua ancora una volta uomini e risorse in una guerra straniera, e di nuovo cede sotto un’economia in stato di torpore, i politici occidentali rischiano di essere colti di sorpresa una seconda volta. Proprio come un difetto di immaginazione ha accecato l’Occidente di fronte all’imminente fine dell’Unione Sovietica, così lo stesso difetto — e l’incapacità o la riluttanza a comprendere la Russia come l’impero coloniale che rimane — sta accecando i politici occidentali sulle potenzialità di una dissoluzione della Federazione Russa».

Michel non intende sostenere che tale dissoluzione sia imminente, ma è convinto che non la si possa più escludere dall’orizzonte delle possibilità: «Niente di tutto questo significa che la disintegrazione territoriale dello Stato russo sia inevitabile, o addirittura all’orizzonte immediato. Ma con le vittime che continuano ad accumularsi e con il revanscismo messianico del presidente Vladimir Putin di cui non si intravede la fine, l’eventuale scioglimento della Federazione Russa non può più essere ignorato. I politici occidentali devono iniziare a prepararsi per questa possibilità prima piuttosto che dopo». Anche perché, come abbiamo più volte argomentato anche in questa Rassegna, un eventuale tracollo avrebbe effetti difficili da prevedere e, potenzialmente, destabilizzanti a livello globale.

Michel invita comunque a riflettere sul fatto che anche la Federazione russa è una costruzione di origine coloniale e «l’invasione dell’Ucraina ha in effetti fatto esplodere il mito della Russia unita di Putin , anche perché il Cremlino ha preso di mira, per la coscrizione, nazionalità specifiche, come sakha, tartari e ceceni». Per questo starebbero aumentando, alla periferia del Paese, le voci critiche che parlano di «imperialismo e colonialismo e di discriminazioni razziali ed etniche» del Cremlino. La conclusione di Michel è che «la guerra di Putin in Ucraina rischia di trasformare la Russia in uno Stato fallito con confini incontrollati. Ciò offre alle nazionalità colonizzate dalla Russia e gettate nelle fauci del conflitto la possibilità di rivendicare sovranità e libertà».

Non sorprenderà che Bugajski, membro della Jamestown Foundation e autore di un libro appena uscito intitolato Failed State: A Guide to Russia’s Rupture, sia sostanzialmente d’accordo con lui. E lo dice fin dalle prime righe del suo intervento: «Stiamo attualmente assistendo a una rivoluzione in corso nella sicurezza globale a cui i responsabili politici occidentali sono chiaramente impreparati: l’imminente collasso della Federazione Russa ». Bugajski ne è talmente convinto da ritenere irrealistiche le proposte di vie d’uscita dal conflitto ucraino «non umilianti» per Mosca e in grado di garantire il mantenimento dell’integrità del Paese.

Troppo tardi, ormai, a suo avviso: «La Russia è uno Stato fallito. Non è stata in grado di trasformarsi in uno Stato-nazione, in uno Stato civile o persino in uno stabile Stato imperiale. È una federazione solo di nome, poiché il governo centrale persegue una politica di omogeneizzazione etnica e linguistica e nega ogni potere alle 83 repubbliche e regioni del Paese. Tuttavia, l’ipercentralizzazione ha messo in luce le molteplici debolezze del Paese, tra cui un’economia in contrazione schiacciata dalle sanzioni internazionali; le sconfitte militari in Ucraina rivelano l’incompetenza e la corruzione della élite al potere e l’inquietudine in numerose regioni per i budget in calo».

Bugajski sembra non darsi troppa pena per le incognite che una eventuale dissoluzione della Federazione russa, con il distacco di molte repubbliche di confine, comporterebbe. E invita, piuttosto, a non sottovalutarne i benefici. «Con Mosca che i ripiega verso l’interno, la sua capacità di aggressione verso l’esterno diminuirà. E in quanto Stato superstite (rump State, ossia rimanenza di uno che fu molto più esteso, ndr), sottoposto a intense sanzioni internazionali e privato della sua base di risorse in Siberia, avrà capacità grandemente ridotte di attaccare i vicini. Dall’Artico al Mar Nero, il fronte orientale della Nato diventerà più sicuro; mentre Ucraina, Georgia e Moldavia riconquisteranno i loro territori occupati e chiederanno l’integrazione dell’Unione Europea e della Nato senza timore della reazione della Russia. Anche i Paesi dell’Asia centrale si sentiranno sempre più liberi e potranno rivolgersi all’Occidente per collegamenti energetici, di sicurezza e economici. La Cina sarà in una posizione più debole per espandere la sua influenza poiché non potrà più collaborare con Mosca e nuovi Stati filo-occidentali potranno emergere dall’interno della Federazione Russa, migliorando la stabilità in diverse regioni dell’Europa e dell’Eurasia».

A noi pare che il wishful thinking non manchi in questa visione di Bugajski. Lui, però, ribalta l’accusa. Il vero wishful thinking, a suo avviso, è sperare, come fanno molti in Occidente, «che possano essere stabilite benefiche relazioni con un Cremlino post Putin, o che i liberali possano democratizzare l’impero». La sua conclusione è che «l’Occidente ha commesso un grave errore quando ha creduto che il crollo del comunismo sovietico significasse la fine dell’imperialismo russo . E, visto che gli Stati imperiali crollano invariabilmente quando superano il limite e quando le pressioni centrifughe sono alimentate da difficoltà economiche, risentimenti regionali e risvegli nazionali, ora deve evitare di ripetere quell’errore, questa volta presumendo erroneamente che l’attuale impero sia permanente».

Conclusione praticamente identica a quella di Michel: «Tutti gli imperi alla fine si frantumano. Pensare che per quello di Putin — e per la Russia — sarà diverso è solo un altro difetto di immaginazione». Che la si consideri una fortuna o una sciagura, forse conviene iniziare a prendere l’ipotesi in seria considerazione.


grazie dei copia incolla, ora non ci servi più .. via i vigilini grazie
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda fly666 » 20 gen 2023 23:41

Rebus sic stantibus, vedo necessaria una pausa nella paventata escalation, fermiamo le macchine e lasciamo la parola un momento alla diplomazia, vediamo se riusciamo a ricomporre nel più ampio interesse possibile, per il bene dell' Umanità.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda fly666 » 29 gen 2023 03:23

sempre più convinto della necessità di un intervento diplomatico per salvare il popolo ucraino, vittima delle mire espansionistiche NATO
la Russia non può fermarsi, Putin lotta insieme a noi in nome della Libertà e della Giustizia
via i neonazisti dal Donbass
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 29 gen 2023 19:49

fly666 ha scritto:sempre più convinto della necessità di un intervento diplomatico per salvare il popolo ucraino, vittima delle mire espansionistiche NATO
la Russia non può fermarsi, Putin lotta insieme a noi in nome della Libertà e della Giustizia
via i neonazisti dal Donbass


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I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda fly666 » 31 gen 2023 09:32

o russ quann ver a ross je vien a toss
a russ quann ver o russ je vien a moss

e chest'è
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda tenente Drogo » 31 gen 2023 11:31

Putin ha realizzato plusvalenze fittizie scambiando Lugansk con l'Inguscezia e inoltre ha falsificato a penna una fattura del gas, sicché è stato condannato ad arretrare di 15 chilometri.
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
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Re: Parliamo di guerra

Messaggioda EnoRossoMare » 01 feb 2023 11:31

fly666 ha scritto:sempre più convinto della necessità di un intervento diplomatico per salvare il popolo ucraino, vittima delle mire espansionistiche NATO
la Russia non può fermarsi, Putin lotta insieme a noi in nome della Libertà e della Giustizia
via i neonazisti dal Donbass

Ma cos'è un "intervento diplomatico"?
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