Diario economico

Dove discutere, confrontarsi o scherzare sempre in modo civile su argomenti attinenti al mondo del food&wine e non solo.

Avatar utente
zampaflex
Messaggi: 11651
Iscritto il: 25 ago 2010 15:26
Località: Brianza

Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 04 ott 2021 12:46

Un grafico, ovviamente americano perché da noi non ci sono né la stessa profondità di analisi né la stessa disponibilità dei dati, molto interessante riguardi i cicli di accumulo della ricchezza per generazioni.

Immagine
Non progredi est regredi
Avatar utente
tenente Drogo
Messaggi: 26898
Iscritto il: 06 giu 2007 11:23
Località: Roma
Contatta:

Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo » 04 ott 2021 16:36

in Italia una statistica Istat mostrava che le classi più ricche di sempre della storia italiana erano quelle nate (mi pare, vado a memoria) tra il 1950 e il 1955
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
(Sam Fuller, a proposito di "The Steel Helmet")

http://fortezza-bastiani.blogspot.com
Avatar utente
zampaflex
Messaggi: 11651
Iscritto il: 25 ago 2010 15:26
Località: Brianza

Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 05 ott 2021 08:46

Teresa Bellanova, da ministro del Conte 2, fece emanare un provvedimento per la sanatoria degli immigrati. Sanatoria significa che costoro avevano un lavoro in nero, e che con la sanatoria sarebbero diventati regolari, percependo i contributi pensionistici e pagando le tasse. Niente di meglio, no?
Eppure il mondo burocratico sta boicottando l'operazione. Dopo un anno solo 11 mila domande sono state analizzate dalle prefetture. A Roma, delle 16 mila presentate, NESSUNA ha compiuto l’iter di concessione del permesso di soggiorno.
:shock:
Non progredi est regredi
Avatar utente
zampaflex
Messaggi: 11651
Iscritto il: 25 ago 2010 15:26
Località: Brianza

Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 05 ott 2021 08:59

Ripubblico un articolo di Mario Seminerio sulla Belt and Road Initiative.

La Via della seta cinese si conferma quello che molti sospettavano: una macchina di debito e incravattamento per governi di paesi a basso e medio reddito.
Secondo il gruppo di ricerca di sviluppo internazionale AidData, il progetto Belt & Road Initiative (Bri) ha caricato 385 miliardi di dollari di debito “occulto”su paesi emergenti, e oltre un terzo di tali progetti è stato coinvolto in accuse di corruzione e proteste pubbliche. Dalla nascita del progetto Bri, nel 2013, la Cina ha investito oltre 843 miliardi di dollari per realizzare
strade, ponti, porti e ospedali in 163 nazioni, inclusi molti paesi africani e centro asiatici. Quasi il 70 per cento di questi fondi sono stati prestati a banche pubbliche o joint venture tra aziende cinesi e imprese locali in paesi che avevano già un’elevata esposizione debitoria verso Pechino, secondo lo studio di AidData, basato su un imponente dataset globale di oltre 13mila progetti cinesi di sviluppo. In conseguenza di questo preesistente elevato indebitamento e per evitare visibilità e pubblicità, spesso gli accordi sono stati spostati fuori dal bilancio pubblico dei paesi coinvolti. La cifra di 385 miliardi di dollari di esposizione deriva proprio dalla stima di questo debito “sotto la linea”.
Il rapporto, “Banking on the Belt and Road”, mostra che la Cina ha usato il debito anziché gli aiuti per raggiungere la sua attuale posizione dominante nell’ambito del mercato della finanza internazionale allo sviluppo. Dalla creazione del progetto Bri, secondo AidData, Pechino ha fatto segnare un rapporto di 31 a 1 tra prestiti e aiuti a fondo perduto.
La natura commerciale dell’iniziativa cinese si coglie anche dal cambio di soggetti erogatori dei fondi: non più le cosiddette policy bank di Pechino, China Eximbank e China Development Bank, ma banche commerciali statali tra cui Bank of China, Industrial and Commercial Bank of China, e China Construction Bank, le cui attività di prestito estero sono aumentate di cinque volte durante i primi cinque anni di implementazione della Bri. Il numero di “mega progetti”finanziati con prestiti di almeno 500 milioni di dollari è triplicato dal 2013.
Altro elemento che consente di cogliere la natura commerciale e non di aiuto allo sviluppo è data dai termini dei finanziamenti. Un tipico prestito cinese ha un tasso del 4,2 per cento e un periodo di rimborso inferiore a 10 anni. Per contro, le erogazioni dei creditori multilaterali e i termini previsti del Development Assistance Committee dell’Ocse hanno un interesse medio di 1,1 per cento e un periodo medio di rimborso di 28 anni.
La Bri ha rappresentato un cambio di paradigma per la Cina: da aiuto allo sviluppo a tassi agevolati a prestiti commerciali, erogati a paesi che erano già pesantemente esposti, dalla fase precedente, con Pechino. Per occultare queste ulteriori passività, i prestiti Bri sono andati a banche pubbliche, imprese di stato, veicoli speciali di investimento e joint venture dei paesi destinatari, e come tali non figurano nei bilanci ufficiali dei paesi che ospitano tali investimenti. Malgrado ciò, tali
paesi hanno dovuto fornire garanzie, spesso sotto forma di conti escrow, anziché di pegno su opere infrastrutturali già esistenti. Questo gonfia le passività contingenti dei governi, sfocando il confine tra debito privato e pubblico.
Di conseguenza, il peso del debito di tali paesi è maggiore di quanto sin qui stimato da agenzie di rating e istituzioni. Secondo il rapporto, 42 paesi hanno ora una esposizione debitoria verso la Cina che supera il 10 per cento del Pil, ma questi debiti sono sottostimati nel sistema di reporting dei debitori della Banca mondiale. Il valore di questi debiti sottostimati o “sotto la linea”, secondo AidData sarebbe di circa 385 miliardi di dollari, pari al 5,8 per cento del Pil dei paesi coinvolti, e peggiora
nel tempo. La Bri si dimostra quindi non un aiuto allo sviluppo ma un’iniziativa a termini commerciali di grande opacità,
con tutto quello che ne consegue in termini di corruzione locale e controllo democratico dell’indebitamento dei paesi coinvolti. Inoltre, da qui in avanti, la Cina si troverà di fronte altre iniziative concorrenti occidentali nel mercato delle infrastrutture globali, come la Build Back Better World Initiative e la Global Gateway Initiative della Ue. “Vogliamo creare legami, non dipendenze”, dice Ursula von der Leyen. Resta da capire quanto costerà a Pechino questa iniziativa, e in che modo gestirà i rapporti con paesi che da un paio d’anni a questa parte stanno frenando, spaventati da questo iceberg.
Non progredi est regredi
Avatar utente
zampaflex
Messaggi: 11651
Iscritto il: 25 ago 2010 15:26
Località: Brianza

Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 21 ott 2021 14:40

L'ultima newsletter di Mauldin affronta un tema molto sottotraccia: la ribellione dei lavoratori dipendenti che, forse incancreniti da virus e lockdown, vogliono fare tabula rasa della propria esistenza e ripartire daccapo. In qualche modo il fenomeno è visibile anche in Europa, e anche in Italia. Ci sono tensioni localizzate per specifici mercati e funzioni.

https://www.mauldineconomics.com/frontlinethoughts/logistical-sandpiles

Qui un report di McKinsey su cosa vogliono oggi i lavoratori.

https://www.mckinsey.com/business-functions/people-and-organizational-performance/our-insights/great-attrition-or-great-attraction-the-choice-is-yours?cid=always-pso-twi-mip-mck-tsp-2110-i1a&sid=615e5d4e6774b42b7ef9c0b3&s=09
Non progredi est regredi
Avatar utente
zampaflex
Messaggi: 11651
Iscritto il: 25 ago 2010 15:26
Località: Brianza

Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 24 ott 2021 20:59

Anche il riciclaggio dei rifiuti è un fatto economico, che sarà sempre più importante per diminuire l'impatto ambientale e per evitare che risorse tecnicamente scarse possano essere gettate dove non saranno più recuperate.
Mi è piaciuto sentire la scorsa settimana che per carta e cartone abbiamo già raggiunto, unico stato europeo, l'obiettivo PER IL 2035!
https://www.corriere.it/economia/21_ottobre_21/riciclo-carta-italia-virtuosa-supera-anticipa-15-anni-target-ue-28598ab0-324b-11ec-ae69-6ee9c02f57eb.shtml

E alcune iniziative sono talmente di successo che vengono studiate dall'estero, come i sacchi col chip RFID nominativo

https://www.google.com/search?q=gelsia+asturie&oq=gelsia+asturie&aqs=chrome..69i57j35i39i362l3j69i59l3j0i271...3.2231j0j15&sourceid=chrome&ie=UTF-8
Non progredi est regredi
Avatar utente
zampaflex
Messaggi: 11651
Iscritto il: 25 ago 2010 15:26
Località: Brianza

Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 25 ott 2021 11:13

Siete curiosi di sapere quanti e quali reati vengono denunciati nella vostra provincia?

https://lab24.ilsole24ore.com/indice-della-criminalita/indexT.php
Non progredi est regredi
Avatar utente
zampaflex
Messaggi: 11651
Iscritto il: 25 ago 2010 15:26
Località: Brianza

Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 26 ott 2021 22:47

Giovani” e “donne” sono le parole più usate contro la riforma delle pensioni, soprattutto da Matteo Salvini, sponsor di Quota 100, e Maurizio Landini, segretario della Cgil nella quale si acuisce la malattia genetica di opporsi a qualunque riforma delle
pensioni. Eppure nessuno dei due può ignorare che è proprio ai giovani e alle donne che l’uscita dal lavoro con 62 anni di età e 38 di contributi produce i guai maggiori, oltre a un costo per lo stato di circa 30 miliardi fino al 2028; nonostante il mezzo fiasco della misura che in tre anni ha gravato sulle casse pubbliche per nove miliardi su 19 previsti.
Ma per un semplice effetto anagrafico quei 30 miliardi in più lo pagheranno soprattutto i nuovi contribuenti.
Mentre il ricambio generazionale promesso nel 2018 dalla Lega non c’è stato, anzi. Lo scrissero già allora gli esperti, anche di area leghista come Alberto Brambilla, la Confindustria, l’Ocse, l’osservatorio dei consulenti del lavoro.
Primo, perché il sistema previdenziale italiano non funziona con ognuno che si paga la propria pensione: è chi lavora che finanzia gli assegni a chi sta a casa. Da qui il maggior onere per i neoassunti e le imprese.
Secondo, per ogni 10 uscite ci sono state meno di 4 assunzioni, per posti meno qualificati (fonte consulenti del lavoro) e penalizzando il lavoro femminile (fonte Cisl).
Quota 100 è stata utilizzata soprattutto nel pubblico impiego, nelle banche e nei servizi, e appunto da donne. Che dunque più dovranno recuperare in termini di occupazione. Che Salvini neghi l’evidenza, barricandosi dietro il “no al ritorno alla legge Fornero” non è una sorpresa. Lo è invece da parte di Landini, che i dati sul lavoro dovrebbe conoscerli più di altri: l’Italia è penultima in Europa per tasso di occupazione e terzultima per la disoccupazione giovanile (fonte Ue). Quanto alle donne siamo il paese con minore occupazione (fonte Eurostat) peggio anche di Grecia e Spagna: lavora il 57 per cento delle donne rispetto a una media europea del 72. Salvini & Landini uniti nella lotta; ai giovani e alle donne.
Non progredi est regredi
Avatar utente
zampaflex
Messaggi: 11651
Iscritto il: 25 ago 2010 15:26
Località: Brianza

Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 29 ott 2021 10:07

Scoperta di oggi, il report in tempo reale sullo stoccaggio di gas in Europa. Tema sensibile vista l'impennata del prezzo, causata da carenze ma anche da speculazione, parzialmente in rientro dato che ieri il prezzo è sceso a 75 euro per MWh equivalente, rispetto ai 120 di picco di inizio mese.

https://agsi.gie.eu/#/
Non progredi est regredi
Avatar utente
zampaflex
Messaggi: 11651
Iscritto il: 25 ago 2010 15:26
Località: Brianza

Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 06 nov 2021 01:29

I cretini, specie se politici, non perdono mai l'occasione di mostrarsi tali. E così un tal Lollobrigida, di Fratelli d'Italia, sfrutta un palcoscenico d'eccezione come Porta a porta per diffondere una totale falsità, sostenendo l'esistenza di
una mancanza di controlli da parte dell'Inps e della connivenza dolosa dei dipendenti Inps nell'erogazione del Reddito di Cittadinanza. Sperando di lucrare qualche consenso dopo l'inchiesta che ha appena identificato 5000 delinquenti che lo hanno chiesto pur non avendone diritto.
Lungi da me prendere acriticamente le parti di un carrozzone come l'INPS, ma non si può lasciare impunita la vigliaccheria di uno che dovrebbe fare il bene della nazione e invece mente e diffama.
Infatti, su 4.359.359 domande per il Reddito di Cittadinanza tra aprile 2019-15 settembre 2021, ben 1.215.251 (il 27,87%), sono state respinte (con mio grande giubilo). E per fortuna altre 605k sono in scadenza e altre 124k sono state revocate dopo l'assenso iniziale.
Pare che sia in arrivo una querela. Bene.
Non progredi est regredi
Avatar utente
mennella
Messaggi: 720
Iscritto il: 06 giu 2007 13:47
Località: Napoli-Firenze-Trento

Re: Diario economico

Messaggioda mennella » 07 nov 2021 14:45

Ieri scorrendo i notiziari tv mi sono imbattuto nella cosa di una trasmissione dove discorrevano
delle vaccinazioni e sul perche' il Governo non abbia imposto l'obbligo.
Il tal Lollobrigida sosteneva che non essendoci l'obbligo il cittadino era non solo libero di scegliere
ma anche in diritto di avere tutte le possibilita' che hanno i vaccinati.
Concordo con Zampa il tal e' un cretino
mavis59 [ agosto 2003 ]
Avatar utente
Patàta
Messaggi: 740
Iscritto il: 28 mar 2011 12:32
Località: Ferrara

Re: Diario economico

Messaggioda Patàta » 08 nov 2021 12:01

mennella ha scritto:Ieri scorrendo i notiziari tv mi sono imbattuto nella cosa di una trasmissione dove discorrevano
delle vaccinazioni e sul perche' il Governo non abbia imposto l'obbligo.
Il tal Lollobrigida sosteneva che non essendoci l'obbligo il cittadino era non solo libero di scegliere
ma anche in diritto di avere tutte le possibilita' che hanno i vaccinati.
Concordo con Zampa il tal e' un cretino


Non è detto che un cretino qualche volta, magari per sbaglio, non possa dire delle non cretinate.
Wir müssen wissen, wir werden wissen (D. H.)
Avatar utente
tenente Drogo
Messaggi: 26898
Iscritto il: 06 giu 2007 11:23
Località: Roma
Contatta:

Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo » 08 nov 2021 16:47

Patàta ha scritto:
mennella ha scritto:Ieri scorrendo i notiziari tv mi sono imbattuto nella cosa di una trasmissione dove discorrevano
delle vaccinazioni e sul perche' il Governo non abbia imposto l'obbligo.
Il tal Lollobrigida sosteneva che non essendoci l'obbligo il cittadino era non solo libero di scegliere
ma anche in diritto di avere tutte le possibilita' che hanno i vaccinati.
Concordo con Zampa il tal e' un cretino


Non è detto che un cretino qualche volta, magari per sbaglio, non possa dire delle non cretinate.


non so se sia questo il caso (ma essendo Lollobrigida cognato di Meloni e deputato di FdI forse sì, è il caso), ma questo argomento, utilizzato anche dal comunistissimo Barbero è spesso la foglia di fico degli antivaccinisti

mi spiego: io sono contro i vaccini (nel caso di Lollobrigida perché esserlo porta voti, poi magari loro si vaccinano), ma non voglio dirlo esplicitamente

allora ricorro a un argomento idiota e inconsistente: "sarei pure a favore dell'obbligo, ma se non sono obbligatori libertà di scelta"

ma fate pace col cervello: se davvero siete per l'obbligo (e non è una trovata ipocrita) allora non siete a favore della libertà di scelta
e se siete a favore dell'obbligo non potete neanche essere contrari al Green Pass, perché se il vaccino fosse obbligatorio, come si farebbe a controllare se uno ha adempiuto all'obbligo?
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
(Sam Fuller, a proposito di "The Steel Helmet")

http://fortezza-bastiani.blogspot.com
Avatar utente
zampaflex
Messaggi: 11651
Iscritto il: 25 ago 2010 15:26
Località: Brianza

Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 09 nov 2021 13:58

Torniamo all'economia con un estratto di un articolo letto ieri sul Foglio a proposito del clima.

Da Glasgow usciranno accordi vincolanti per combattere la deforestazione e, soprattutto, per tagliare in misura drastica le emissioni “fuggitive” di metano, un potente gas serra. Oltre quaranta nazioni, tra cui la Polonia (ma non gli Usa), hanno accettato di programmare l’abbandono del carbone negli anni Trenta del Duemila. Altri venti hanno promesso di cancellare i finanziamenti pubblici ai progetti per l’estrazione di combustibili fossili all’estero in assenza di adeguate misure di mitigazione delle emissioni.
Insomma: il bicchiere è mezzo pieno.
Il medesimo bicchiere è mezzo vuoto: gli impegni assunti finora non basteranno a garantire che le temperature non superino
l’asticella di 1,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali, e neppure quella dei 2 gradi. E’ comunque probabile che, se rispettati, il termometro di fermerà tra 2,1 e 2,3 gradi: ben lontano, insomma, dagli scenari più allarmisti, che prevedono un riscaldamento dell’ordine di 4-5 gradi e spesso si basano su scenari emissivi inverosimili. Tra l’altro, gli ultimi dati rivelano che abbiamo pesantemente sottostimato gli assorbimenti di CO2 da parte del suolo. Tenendo conto delle informazioni più
recenti, si scopre che le emissioni complessive negli ultimi dieci anni non sono cresciute.
E’ ancora presto per trarne conclusioni definitive, visto che le incertezze sono tante, ma certo questo dà fiato a quegli studiosi che da tempo mettono in guardia contro assunzioni troppo pessimistiche sull’andamento delle emissioni future. E’ il caso di Zeke Hausfather e Glen Peters su Nature e il team della Banca d’Italia che si occupa di economia del clima (si veda “Banche centrali, rischi climatici e finanza sostenibile”, marzo 2021 https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/qef/2021-0608/index.html). Non solo: il capoeconomista dell’Agenzia internazionale dell’energia, Fatih Birol, ha mostrato che – tenendo conto del nuovo pacchetto che sta emergendo da Glasgow – lo scenario più probabile punta verso un riscaldamento di 1,8 gradi.

[Meno male, aggiungo]

Tra il 1990 e il 2019 il pil globale è cresciuto, in termini reali, del 75 per cento. Le emissioni di CO2 sono aumentate solo del 10 per cento. Nelle aree più ricche del globo, gli Usa e l’Unione europea, il reddito nazionale è incrementato all’incirca del 55 per cento. Nello stesso periodo di tempo, le emissioni pro capite nel ricco Occidente sono addirittura diminuite, con un calo del 31 per cento in Europa e del 21 per cento in America, dove tuttavia restano due volte e mezzo più alte che nel Vecchio Continente. Nel paese del miracolo economico, la Cina post-maoista, il pil pro capite si è moltiplicato per dieci, passando da
meno di 1.500 dollari a oltre 16.000, mentre le emissioni sono sì salite, ma solo di tre volte, raggiungendo grossomodo il livello europeo.

Le fonti rinnovabili saranno il pivot della transizione energetica.
Secondo il World Energy Outlook dell’Agenzia internazionale dell’energia, per arrivare a net zero la generazione di energia eolica e fotovoltaica dovrà passare dagli attuali poco più di 2.000 TWh annui a 12.000; e anche nello scenario più pessimista arriverà a circa 8.000 TWh. Sarebbe però ingenuo illudersi che possiamo cavarcela affidandoci solo alle rinnovabili e all’elettrificazione. E, se anche così fosse, sarebbe comunque opportuno avere un “piano B”. Come ha detto Mario Draghi a Glasgow, “nel lungo periodo le energie rinnovabili possono avere dei limiti, e quindi occorre investire in tecnologie innovative in grado di catturare il carbonio”.
Il premier ha, in tal modo, rotto un tabù: l’utilizzo delle tecnologie per la cattura, lo stoccaggio e l’utilizzazione della CO2 (Ccs&u). La Ccs&u rappresenta una delle frontiere più importanti per almeno due ragioni distinte: una di breve, una di lungo periodo. Nel breve periodo, essa può contribuire a rendere (più) sostenibile l’utilizzo dei combustibili fossili, specie nei settori industriali nei quali essi sono tecnicamente o economicamente difficili da sostituire (il cemento, la siderurgia, il vetro…).
In quegli ambiti, l’impronta carbonica può essere ridotta sia direttamente, catturando le emissioni di CO2 (e di metano) quando vengono generate, sia indirettamente, sostituendo il gas naturale con l’idrogeno.
Questo ci porta al secondo tabù: quanto più siamo seri nell’intento di eliminare il carbone, tanto più dobbiamo venire a patti col gas come combustibile per la transizione. Il gas serve anche a offrire flessibilità ai sistemi elettrici, che ne hanno tanto più bisogno ai fini del bilanciamento quanto più le rinnovabili guadagnano rilevanza. Infatti, la stessa Agenzia internazionale dell’energia prevede una riduzione della domanda di gas nel 2050, solo dopo che essa avrà conosciuto un periodo di ulteriore espansione rispetto ai livelli attuali.

Molti pensano che sia arrivato (o tornato) il tempo dello stato imprenditore, con i governi che dovrebbero individuare le tecnologie preferite e promuoverne direttamente l’adozione. E’, in buona misura, la strategia seguita dall’Unione europea con le fonti rinnovabili. L’Italia, per esempio, spende oltre 12 miliardi di euro l’anno per effetto degli incentivi impegnati anni fa, il cui ciclo continuerà ancora a lungo, per un totale cumulato stimabile in 200 miliardi di euro. A livello europeo, la spesa annua per gli incentivi alle fonti rinnovabili è all’incirca di 60 miliardi di euro, corrispondenti a un costo implicito attorno ai 100 euro / tonnellata di CO2 abbattuta. I sostenitori di questa politica argomentano che è solo grazie all’enorme impegno finanziario europeo (e, in misura minore, di altri paesi) se oggi le rinnovabili sono (quasi) competitive. Per esempio, negli ultimi dieci anni il costo dei pannelli fotovoltaici è sceso dell’82 per cento. Resta la domanda: il gioco è valso la candela? In Europa abbiamo un meccanismo di scambio delle quote di emissione, che serve ad allocare l’onere dei tagli là dove essi sono
meno costosi. Il prezzo medio di un certificato, nel periodo 2010-2020, si è aggirato nel range 10-20 euro / ton CO2. Significa che, a parità di spesa, per ogni tonnellata di emissioni evitate grazie ai sussidi avremmo potuto tagliarne dieci in altri ambiti.
Perfino oggi, che i certificati hanno raggiunto livelli record di 60 euro e più, i sussidi creano arbitraggi, ottimi guadagni per alcuni, ma, collettivamente, un pessimo affare per l’ambiente.
Non progredi est regredi
Avatar utente
tenente Drogo
Messaggi: 26898
Iscritto il: 06 giu 2007 11:23
Località: Roma
Contatta:

Re: Diario economico

Messaggioda tenente Drogo » 11 nov 2021 14:21

zampaflex ha scritto:Torniamo all'economia con un estratto di un articolo letto ieri sul Foglio a proposito del clima.



quello di Carlo Stagnaro (uno degli economisti preferiti da noi liberisti da divano)?

per chi ha FB e vuole, l'ho fotograto e postato integralmente sul mio profilo
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
(Sam Fuller, a proposito di "The Steel Helmet")

http://fortezza-bastiani.blogspot.com
Avatar utente
zampaflex
Messaggi: 11651
Iscritto il: 25 ago 2010 15:26
Località: Brianza

Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 13 nov 2021 20:34

Stiamo andando meglio degli altri paesi europei, e non di poco. Guardate in particolare il grafico in fondo alla pagina.

https://www.huffingtonpost.it/entry/si-allarga-la-forbice-tra-una-italia-in-crescita-e-una-germania-stagnante_it_618e2c00e4b06c5987c61055?utm_hp_ref=it-homepage
Non progredi est regredi
Avatar utente
zampaflex
Messaggi: 11651
Iscritto il: 25 ago 2010 15:26
Località: Brianza

Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 20 nov 2021 18:27

Nella legge di Bilancio c’è
l’attenuazione del colossale mecca- nismo di garanzie pubbliche che i governi Conte prima e Draghi poi hanno disposto per piccole, medie e grandi imprese. Uno sforzo da 240 miliardi lungo 20 mesi, per consen- tire alle banche di continuare a pre- stare soldi durante la pandemia. Un anno e mezzo dopo si può dire che il sistema ha retto, il credito è au- mentato – benché una larga fetta di quelle garanzie sia servita a sposta- re rischi creditizi dalle banche al Te- soro - e i fallimenti aziendali sono, fi- nora, contenuti. Ma un passaggio della Relazione tecnica dell’artico- lo 14, che rinnova almeno fino al 30 giugno 2022 il meccanismo (poi cambierà la cornice temporanea po- sta dall’Europa) rivela il costo stima- to dall’Erario per questo servizio: 22 miliardi. È la stima delle perdite po- tenziali, per le aziende che non sa- ranno in condizione di restituire il denaro.
«A copertura pluriennale dell’o- peratività del Fondo Mcc già insisto- no risorse per circa 25 miliardi di eu- ro e, considerata la perdita attesa sul portafoglio garantito, al 31 di- cembre 2022 pari a circa 22 miliardi di euro, sono stimate risorse libere da impegni pari a circa 3,4 miliar- di», si legge nella relazione che ac- compagna la manovra. Per com- prendere ampiezze e tecnicismi del legislatore serve qualche inciso. Per “pluriennale” bisogna intendere le perdite attese da qui al 2027, quan- do scadrà la gran parte dei finanzia- menti dietro garanzia, che hanno
una durata media di cinque anni e tre mesi. Il Fondo del Mediocredito Centrale, che ha accolto richieste di garanzia per 209,7 miliardi a favore di 2,52 milioni di microimprese e Pmi, accantona storicamente tra l’8% e il 10% di quanto stanzia, per far fronte alle perdite future. In que- sto caso è il 10,5%: ma in realtà è an- cora poco, perché il portafoglio ga- rantito è drogato da altre misure di agevolazione messe in campo du- rante l’emergenza. Per esempio le moratorie, che congelano le rate e sono ancora in essere per 60 miliar- di o i preammortamenti, che ritar- dano il pagamento della quota capi- tale. Le banche, con clienti ben più “scelti”, nei primi 9 mesi 2021 han- no limitato il costo del rischio su perdite creditizie sotto lo 0,5% me- dio.
Il rimbalzo del Pil è un altro fatto- re che limiterà i fallimenti, specie per le piccole aziende, la categoria più esposta. E quindi anche gli even- tuali costi per lo Stato. Dall’effettiva resilienza di queste centinaia di mi- gliaia di negozianti, artigiani, parti- te Iva dipenderà la perdita finale, e il connesso aggravio del debito pub- blico. Le garanzie, infatti, finora hanno uno stanziamento «a saldi netti» nei conti pubblici: si esercita- no quando una banca perde i soldi e si rivale su Mcc o su Sace (qui le atte- se di perdite finora si limitano a 600 milioni, essendo «imprese più gran- di e con rating più alto»). A quel pun- to il Mef dovrà finanziarle, con tagli o emissioni di debito.
Intanto la legge di bilancio ha stanziato altri 3 miliardi per il Fon- do Mcc, già capiente per 25. Il ritor- no alla normalità prevede anche una riduzione delle percentuali ga- rantite (dal 90 all’80% per i finanzia- menti sotto i 30 mila euro), l’intro- duzione di una commissione tra lo 0,1 e lo 0,5% e il limite massimo di impegni, a 50 miliardi, che il Fondo Mcc potrà assumere nel 2022.
Non progredi est regredi
Avatar utente
zampaflex
Messaggi: 11651
Iscritto il: 25 ago 2010 15:26
Località: Brianza

Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 01 dic 2021 10:26

Come la Cina strozza i poveri paesi del Terzo Mondo che hanno ingenuamente ceduto alle sue offerte

https://formiche.net/2021/11/cina-africa-prestiti-uganda-debito/
Non progredi est regredi
Avatar utente
gianni femminella
Messaggi: 3541
Iscritto il: 26 nov 2010 14:43
Località: Castiglione della Pescaia - Finale Emilia

Re: Diario economico

Messaggioda gianni femminella » 03 dic 2021 17:02

Lo trovo strano, in giro leggo poco o niente sulla mancanza delle materie prime e della conseguente inflazione. Sarà che il mio lavoro è strettamente connesso, e la mia percezione è amplificata, ma non capisco perché non se ne parli.
Io sono al punto che quando un cliente è intenzionato a fare un ordine non prendo impegni riguardo ai tempi di consegna.
Roma, fecisti patriam diversis gentibis unam
Rutilio Namaziano, de reditu
Avatar utente
zampaflex
Messaggi: 11651
Iscritto il: 25 ago 2010 15:26
Località: Brianza

Re: Diario economico

Messaggioda zampaflex » 03 dic 2021 17:57

gianni femminella ha scritto:Lo trovo strano, in giro leggo poco o niente sulla mancanza delle materie prime e della conseguente inflazione. Sarà che il mio lavoro è strettamente connesso, e la mia percezione è amplificata, ma non capisco perché non se ne parli.
Io sono al punto che quando un cliente è intenzionato a fare un ordine non prendo impegni riguardo ai tempi di consegna.


Beh, se adesso ordini un notebook in fabbrica ti danno tempi dai sei agli otto mesi...c'è molta domanda, su qualunque bene, a causa del recupero della richiesta rimandata durante il 2020, delle nuove necessità insorte, degli stimoli pubblici immessi da molti paesi. La produzione di ogni bene è rimasta spiazzata.
Non progredi est regredi
Avatar utente
Patàta
Messaggi: 740
Iscritto il: 28 mar 2011 12:32
Località: Ferrara

Re: Diario economico

Messaggioda Patàta » 03 dic 2021 22:43

gianni femminella ha scritto:Lo trovo strano, in giro leggo poco o niente sulla mancanza delle materie prime e della conseguente inflazione. Sarà che il mio lavoro è strettamente connesso, e la mia percezione è amplificata, ma non capisco perché non se ne parli.
Io sono al punto che quando un cliente è intenzionato a fare un ordine non prendo impegni riguardo ai tempi di consegna.


Se ne parla da mo': tutti i giornali e TG hanno parlato di Stellantis, VW, Mercedes, GM, Ford... hanno fermato la produzione per mancanza di componenti elettronici, dei prezzi di alcune materie prime che sono raddoppiati, dei costi dei container triplicati, per non parlare di gas e petrolio.
Il fatto è che sono saltati i delicati equilibri su cui si basava l'efficienza pre pandemia, just in time e delocalizzazione in primis, trasporti e tutto il resto a seguire, con conseguente corsa all'accaparramento.
Ciò accadono da sempre, ma in aree circoscritte, stavolta è successo per tutti i settori nello stesso momento.
Prima che tutto torni normale (ma non come prima) ci vorrà un po'.
Nel frattempo c'è chi fa affari d'oro e chi smadonna come non mai.

Nel mio piccolo ho produzioni ferme per mancanza di componenti: per alcuni (e ne basta uno per bloccare tutto) ho indicazioni di consegna per inizio 2023 :shock:
Wir müssen wissen, wir werden wissen (D. H.)
Avatar utente
gianni femminella
Messaggi: 3541
Iscritto il: 26 nov 2010 14:43
Località: Castiglione della Pescaia - Finale Emilia

Re: Diario economico

Messaggioda gianni femminella » 03 dic 2021 23:07

@Patatà
È vero, si parla di grandi gruppi e di grandi produzioni. Il problema però è più capillare. Oggi parlavo con un cliente che di lavoro si occupa di tappi, cassette per vino e altro. Cliente nel senso che da me compra materiale come privato.
Mi raccontava che, oltre al legno e al sughero, cominciano a mancare le bottiglie.
Da altre fonti mi arrivano carenze di ventilatori per le stufe a pellet (come per te, se manca un componente, dico uno solo, si blocca tutto il resto), vernice per le canne fumarie, colle per i cartoni, il già citato aumento del metano che spingerà le industrie ceramiche a spegnere i forni a gennaio. Poi mancano profili di alluminio per i box doccia, resine per i piatti, cippato per produrre pellet ( ne abbiamo circa 300 bancali in magazzino tutti già prenotati e pagati dalla clientela, e il problema è che i nostri due fornitori principali ci hanno comunicato che per ora non ce ne mandano più... Il rischio concreto è che a gennaio in vendita non ce ne sarà più, se non piccoli quantitativi a prezzi assurdi.

Quello che voglio dire è che a grandi linee si parla di aumento delle spese per l'energia e di crisi del settore auto, ma il problema è di portata enorme. È fuori misura e riguarda i settori più impensati. Le persone non sembrano avere compreso cosa sta succedendo. Segno che l'informazione è carente.

Sempre che serva a qualcosa esserne informati :roll: tanto succederà quello che deve succedere
Roma, fecisti patriam diversis gentibis unam
Rutilio Namaziano, de reditu
Timoteo
Messaggi: 3795
Iscritto il: 04 ott 2009 15:57

Re: Diario economico

Messaggioda Timoteo » 03 dic 2021 23:45

gianni femminella ha scritto:@Patatà
È vero, si parla di grandi gruppi e di grandi produzioni. Il problema però è più capillare. Oggi parlavo con un cliente che di lavoro si occupa di tappi, cassette per vino e altro. Cliente nel senso che da me compra materiale come privato.
Mi raccontava che, oltre al legno e al sughero, cominciano a mancare le bottiglie.
Da altre fonti mi arrivano carenze di ventilatori per le stufe a pellet (come per te, se manca un componente, dico uno solo, si blocca tutto il resto), vernice per le canne fumarie, colle per i cartoni, il già citato aumento del metano che spingerà le industrie ceramiche a spegnere i forni a gennaio. Poi mancano profili di alluminio per i box doccia, resine per i piatti, cippato per produrre pellet ( ne abbiamo circa 300 bancali in magazzino tutti già prenotati e pagati dalla clientela, e il problema è che i nostri due fornitori principali ci hanno comunicato che per ora non ce ne mandano più... Il rischio concreto è che a gennaio in vendita non ce ne sarà più, se non piccoli quantitativi a prezzi assurdi.

Quello che voglio dire è che a grandi linee si parla di aumento delle spese per l'energia e di crisi del settore auto, ma il problema è di portata enorme. È fuori misura e riguarda i settori più impensati. Le persone non sembrano avere compreso cosa sta succedendo. Segno che l'informazione è carente.

Sempre che serva a qualcosa esserne informati :roll: tanto succederà quello che deve succedere


qualcuno è informato sulle riserve di gnagna?
Avatar utente
Patàta
Messaggi: 740
Iscritto il: 28 mar 2011 12:32
Località: Ferrara

Re: Diario economico

Messaggioda Patàta » 04 dic 2021 10:50

Timoteo ha scritto:
qualcuno è informato sulle riserve di gnagna?


Stai lontano dalla gnagna: solo che ne guardi storta una ti denunciano per molestie...
Wir müssen wissen, wir werden wissen (D. H.)
Avatar utente
Patàta
Messaggi: 740
Iscritto il: 28 mar 2011 12:32
Località: Ferrara

Re: Diario economico

Messaggioda Patàta » 04 dic 2021 10:54

gianni femminella ha scritto:Sempre che serva a qualcosa esserne informati :roll: tanto succederà quello che deve succedere


Esatto
Wir müssen wissen, wir werden wissen (D. H.)

Torna a “La piazza dei forumisti”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: L_Andrea, littlewood, l'oste e 25 ospiti