davidef ha scritto:in quel vino che ho bevuto io la quota lavica non c'entrava e con Soave fatto bene mi sembrava ci fossero perlomeno qualche discordanza e su diversi aspetti anche diciamo sostanziali ...lo sussurro da non esperto intendiamoci, faro' qualche approfondimento...
Certo che per quello che ricordo quel Runcata 2009 non allacciava nemmeno le scarpe al Calvarino 92 dell'altra sera, quello dava la definizione corretta di Soave e di Minerale
La mia impressione, dopo svariati assaggi di questo vino, è che sia contemporaneamente molto buono e piuttosto difforme rispetto alla media dei vini etichettati come Soave. Una media in verità assai difficile da prendere come riferimento o anche solo da fissare in maniera univoca, visto che la presenza non solo dello Chardonnay ma di tutti gli altri vitigni "idonei alla coltivazione", autoctoni ed internazionali, autorizzati oltre alla Garganega ne rende il profilo piuttosto variabile.
In ogni caso la tessitura del vino e la componente fruttata molto austera e rigorosa non mi riportano alla lievità ed alla dolcezza di frutta gialla che trovo spesso sulla maggior parte dei Soave. Quando si hanno vigne molto vecchie succede spesso che il varietale da una parte tenda ad assumere connotazioni particolari dovuti al microclima della vigna, e soprattutto che il materiale possa essere composto da vecchi cloni, di norma assortiti in massale, la cui diffusione nell'ambito dell'areale della denominazione può essere molto ridotto.
La cosa che mi pare emerga nettamente dalla degustazione è l'impronta sapida assai rilevata, che a me sembra parlare piuttosto chiaramente di tre cose: terreno vulcanico, vigna vecchia, mano attenta a non cancellarne il tratto in vinificazione. Mi piacerebbe sapere perché ritieni invece che il terreno non c'entrasse con quel vino che avevi bevuto tu, e quali sono gli altri dubbi di cui parli.
A prescindere dalla questione -pur fondante- della tipicità, mi pare che sia un vino bianco in acciaio molto molto buono, come se ne trovano pochi non solo a Soave, ma anche nelle altre zone d'Italia. Le diverse (tre) cieche totali in cui mi è capitato di assaggiarlo lo hanno finora confermato piuttosto chiaramente.
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”