Le Colonne Milanesi

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de magistris
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda de magistris » 09 feb 2011 14:32

Dedalus ha scritto:Condivido tutto, salvo l'idea piu' o meno implicita che quando si danno valutazioni molto piu' alte del solito a vini che quindi di solito vengono valutati ad un livello inferiore, lo si faccia per imporre l'argomento all'attenzione altrui, regalando quindi nel gioco parecchi punti, e non invece perche' quella e' esattamente la propria giusta misura valutativa.

Come non deve esserci la fretta di portare per forza al primo posto vini che sono solo da secondo o terzo, cosi' non deve nemmeno esserci l'ignavia di lasciare al secondo o terzo posto vini che invece ci sembrano da primo, per quieto vivere in buona sostanza.

Con la qual cosa non sto parlando di te, visto che come hai ricordato prima non sei certo tu quello che va in giro a contestare pregiudizialmente la congruita' delle valutazioni altrui.


Io credo che molti degli equivoci che viviamo quotidianamente, non solo sul forum, nascano nella totale buona fede ma anche nell'ingenuità di chi non si rende conto che la frammentazione territoriale e stilistica del vino italiano deve ancora trovare la chiave per trasformarsi in vera forza piuttosto che limite.

La guida verde può partire da una divisione in una decina di macro-territori, in Italia sarebbe impossibile. Il che vuol dire decine e decine di variabili su cui costruire altrettanti modelli di qualità, tipicità, riconducibilità territoriale. E' un lavoro entusiasmante ma lungo e faticoso e secondo me le accelerazioni-forzature il più delle volte producono effetti controproducenti rispetto alla scelta di mettere a disposizione strumenti informativi e di approfondimento lasciandoli sedimentare nel vissuto personale di assaggio e scoperta.

Il fatto è che da noi si continua a guardare con enorme sospetto al riconoscimento di chiare gerarchie: di territori e di vigne, innanzitutto, ma anche di interpreti e bottiglie. Perché oltre a non trovare accordo ovviamente su chi avrebbe la titolarità per incidere su questo piano, si pensa che le gerarchie immobilizzino il tutto.
E non è così, perché è proprio il modello gerarchico francese che consente alle novità più interessanti (o a chi si rilancia) di emergere in maniera riconosciuta e autorevole. Basti pensare a certi chateaux bordolesi di seconda e terza fascia che in certe annate dimostrano di saper fare meglio di diversi premier senza bisogno di urlare. O di certi territori di partenza ed esplorazione più recente che trovano sponda proprio nei mostri sacri per svelare il proprio valore. Penso ad esempio a Calce che senza un Gauby accettato al tavolo dei Faucault e dei Leflaive non sarebbe il fenomeno di cui sempre più appassionati e critici francesi parlano negli ultimi mesi.

In definitiva, io credo che le potenzialità per dare origine stabilmente a tanti grandi vini ci siano in diversi territori italiani, alcuni dei quali insospettabili. Ma chi ci arriva diciamo in anticipo a sentirle, a toccarle, non può non tenere conto di quanta strada ci sia ancora da fare. Basta ricordare, del resto, quanto sia ancora incasinata la situazione a Montalcino: e stiamo parlando della più conosciuta (o comunque tra le prime tre) delle denominazioni/territori italiani..
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda pippuz » 09 feb 2011 15:02

Pigigres ha scritto:Oggi, in compagnia di un noto forumista de Roma, abbiamo bevuto:

Viognier Vallania 1990
Clos Vougeot Musigni Gros Frere et Soeur 2005
Gattinara Riserva Anzivino 2004
Carema Le Tabbie 2004 Orsolani
Lessona Omaggio a Quintino Sella 1999 Tenute Sella


Tutti vini buonissimi, ma il Carema di Orsolani 2004, al mio secondo assaggio, dimostra di essere un vino pazzesco, assoluto, straordinario. Grazie della splendida compagnia.

Aggiungerei un paio di note sul pranzo:

Sfilacciati di manzo con nocciole
Animelle arrostite con salsa al caffè (da paura)
Agnolotti del Plin con crema di parmigiano
Pasta e fagioli con foie gras (pure questa da paura)
Dolce: Il sigaro (da vedere le facce di Armando, Francesco e Rossano quando è arrivato in tavola)

Manca qualcosa ?
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda Pigigres » 09 feb 2011 15:06

pippuz ha scritto:
Pigigres ha scritto:Oggi, in compagnia di un noto forumista de Roma, abbiamo bevuto:

Viognier Vallania 1990
Clos Vougeot Musigni Gros Frere et Soeur 2005
Gattinara Riserva Anzivino 2004
Carema Le Tabbie 2004 Orsolani
Lessona Omaggio a Quintino Sella 1999 Tenute Sella


Tutti vini buonissimi, ma il Carema di Orsolani 2004, al mio secondo assaggio, dimostra di essere un vino pazzesco, assoluto, straordinario. Grazie della splendida compagnia.

Aggiungerei un paio di note sul pranzo:

Sfilacciati di manzo con nocciole
Animelle arrostite con salsa al caffè (da paura)
Agnolotti del Plin con crema di parmigiano
Pasta e fagioli con foie gras (pure questa da paura)
Dolce: Il sigaro (da vedere le facce di Armando, Francesco e Rossano quando è arrivato in tavola)

Manca qualcosa ?


Si, manca l'antipasto di castagne e tortino di foie gras...

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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda de magistris » 09 feb 2011 15:11

Dedalus ha scritto:
Qui ci sarebbe ciccia per una bella discussione.

Io non penso che si debba "perdonare" niente a nessuno, in nome del terroir.

I Carema che presentano una certa immaturita' tannica debbono scontare una certa penalizzazione valutativa, salvo il tannino un poco acerbo sia esattamente quello che si cerca nel vino, ma in tutti i vini. Fuori da questa (masochistica) ipotesi estrema, i Carema che risultano eccellenti possono essere solo quelli dal tannino perfettamente maturo. Il che non toglie che possano presentare comunque inequivoci i segni del terroir freddo da cui vengono, attraverso una certa espressione aromatica, attraverso una certa impronta strutturale, etcetera. Cose ben diverse dal tannino acerbo, ugualmente dipendente dal terroir, che si puo' sentire su di un vino di montagna.

Idem per il Primitivo di turno. E' grandissimo Primitivo solo quello che pur portandosi appresso il grado gigantesco che sappiamo, riesce ad esprimerlo nel bicchiere senza denunciare le zaffate alcoliche da grappa, senza ridurre lo spettro fruttato alla ciliegia sotto spirito della Toschi, senza cuocere il palato come un vin brulee. Per questo c'e' una enorme differenza fra vini come l'ES e Polvanera da una parte, e il Tretarante dall'altra, a cui non faccio alcuno sconto di meridionalita' nel giudicare eccessivo il calore con cui scende nel bicchiere e in bocca. Per questo fra Polvanera ed ES, forse forse e' meglio Polvanera, e forse forse Gioia del Colle e' un terroir superiore a Manduria. Dico cosi' non per stilare classifiche, ma per rappresentare il meccanismo, solo a titolo esemplificativo, ovviamente.

Idem per la Champagne. Ovviamente ogni tipologia va considerata nell'ambito dei propri riferimenti tecnici, quelli definitori intendo. All'interno dei Metodo CLassico, ad ordinare la qualita' ritorna per me lo stesso parametro di trasparenza varietale e territoriale che vale per i vini di diversa tipologia. Non si perdona allo Champagne di sapere di ieviti e relative note di autolisi, si apprezza la capacita' di un vino caratterizzato da questa lavorazione di renderla funzionale all'espressione del terroir e del varietale, facendosi quanto possibile da parte, cosi' come deve succedere con un vino che fa macerazione sulle bucce, o che invecchia in legno, o che e' ottenuto da uve appassite, o botritizzate, o surmaturate...



Rossano, mi stai dando implicitamente ragione. Chi definisce l'ambito dei riferimenti tecnici definitori? E in base a quali parametri?
Non possono che essere, per me, parametri prima di tutto culturali ed estetici e come tali ampiamente soggettivi o, nel migliore dei casi, condivisi sulla base di una sensibilità e un percorso comune.
Ritorno all'esempio dello Champagne. Il vino lì non è nato già con le bollicine. Ci è voluta un'invenzione umana e un intervento su quello che era evidentemente percepito come un limite troppo forte di quel terroir. Poi viene tutto quello che hai evidenziato giustamente tu.
E, se ci rifletti, è lo stesso meccanismo che applichi al tuo quadro di riferimento qualitiativo di un primitivo: intervenire sul limite di quel terroir (in questo caso più che altro climatico) per ricondurre i vini ad un modello più "normale", aromaticamente e glicericamente.
Perché meravigliarsi se qualcun altro possa percepire come limite superabile attraverso il lavoro dell'uomo il tannino acerbo di un nebbiolo di montagna?
Insomma, non è che alla fine c'è come sempre un dato notevolmente personale che dice al nostro cervello ciò che è tollerabile e addirittura eccitante e ciò che non lo è? Dato che, perdipiù, è in continua evoluzione nel nostro percorso? E lo dice uno che con i tannini più o meno acerbi c'è cresciuto e che ha ormai una parete intera (e mezza) della cantina dedicata ad Alto Piemonte e dintorni e 12 bottiglie totali di primitivo...

ps a che punto è l'Omaggio '99?
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda pippuz » 09 feb 2011 15:14

de magistris ha scritto:ps a che punto è l'Omaggio '99?

Molto buono, l'ho portato io ed ero anche un po' preoccupato visto che la bottiglia aperta prima di questa non si può dire fosse molto in forma (stesso cartone).
Questa invece era perfetta, anche se lo preferivo qualche anno fa quando era più "esplosivo".
Ultima modifica di pippuz il 09 feb 2011 15:22, modificato 1 volta in totale.
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda COOMBE » 09 feb 2011 15:20

Dedalus ha scritto:Evvabbe', tanto ce lo sapevo che a non dare notizia nazionale al passaggio di Armando si finiva a schifio... :D

Io intanto mi mangio le mani per non aver resistito a tenere piu' a lungo la stagnola, dopo che Armando a prima snasata mi ha fatto vedere il braccio con la pelle d'oca (vero, letterale) per esprimere concretamente l'emozione che stava provando, dopo che si e' cominciato a parlare di Montalcino Riserva, dopo che fra lui e un altro sfigat de la degustasiun alla cieca come el pibe de oro si e' cominciato a dire "SOLDERA..."

Si accomodino i tanti che ironizzano e spendono valutazioni di vino leggerino e rustico, da 87-88 punti, si accomodino...

Si accomodino tutti quelli che si sbilanciano ogni volta ad esercitare l'antica arte del nonnismo, ogni volta che il buon pigigres da buon 23enne si macchia del reato di dare per primo e con l'entusiasmo della giovinezza notizia di qualcosa di particolarmente buono, si accomodino...



io ho detto soldera, qualche settimana fa, con il taurasi di perrillo 2002... però purtroppo non ho più 23 anni e non sono nemmeno nonno... sarà che le quotazioni di soldera sono in calo? :lol:
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda pippuz » 09 feb 2011 15:23

COOMBE ha scritto:
Dedalus ha scritto:Evvabbe', tanto ce lo sapevo che a non dare notizia nazionale al passaggio di Armando si finiva a schifio... :D

Io intanto mi mangio le mani per non aver resistito a tenere piu' a lungo la stagnola, dopo che Armando a prima snasata mi ha fatto vedere il braccio con la pelle d'oca (vero, letterale) per esprimere concretamente l'emozione che stava provando, dopo che si e' cominciato a parlare di Montalcino Riserva, dopo che fra lui e un altro sfigat de la degustasiun alla cieca come el pibe de oro si e' cominciato a dire "SOLDERA..."

Si accomodino i tanti che ironizzano e spendono valutazioni di vino leggerino e rustico, da 87-88 punti, si accomodino...

Si accomodino tutti quelli che si sbilanciano ogni volta ad esercitare l'antica arte del nonnismo, ogni volta che il buon pigigres da buon 23enne si macchia del reato di dare per primo e con l'entusiasmo della giovinezza notizia di qualcosa di particolarmente buono, si accomodino...



io ho detto soldera, qualche settimana fa, con il taurasi di perrillo 2002... però purtroppo non ho più 23 anni e non sono nemmeno nonno... sarà che le quotazioni di soldera sono in calo? :lol:

Io ho detto Soldera anche con un chinotto Lurisia ... sarà che ci siamo un po' rincojoniti ? :lol:
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda COOMBE » 09 feb 2011 15:42

pippuz ha scritto:
COOMBE ha scritto:
Dedalus ha scritto:Evvabbe', tanto ce lo sapevo che a non dare notizia nazionale al passaggio di Armando si finiva a schifio... :D

Io intanto mi mangio le mani per non aver resistito a tenere piu' a lungo la stagnola, dopo che Armando a prima snasata mi ha fatto vedere il braccio con la pelle d'oca (vero, letterale) per esprimere concretamente l'emozione che stava provando, dopo che si e' cominciato a parlare di Montalcino Riserva, dopo che fra lui e un altro sfigat de la degustasiun alla cieca come el pibe de oro si e' cominciato a dire "SOLDERA..."

Si accomodino i tanti che ironizzano e spendono valutazioni di vino leggerino e rustico, da 87-88 punti, si accomodino...

Si accomodino tutti quelli che si sbilanciano ogni volta ad esercitare l'antica arte del nonnismo, ogni volta che il buon pigigres da buon 23enne si macchia del reato di dare per primo e con l'entusiasmo della giovinezza notizia di qualcosa di particolarmente buono, si accomodino...



io ho detto soldera, qualche settimana fa, con il taurasi di perrillo 2002... però purtroppo non ho più 23 anni e non sono nemmeno nonno... sarà che le quotazioni di soldera sono in calo? :lol:

Io ho detto Soldera anche con un chinotto Lurisia ... sarà che ci siamo un po' rincojoniti ? :lol:


i segnali sono chiari... :lol:
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda vinogodi » 09 feb 2011 16:38

pippuz ha scritto:
COOMBE ha scritto:
Dedalus ha scritto:Evvabbe', tanto ce lo sapevo che a non dare notizia nazionale al passaggio di Armando si finiva a schifio... :D

Io intanto mi mangio le mani per non aver resistito a tenere piu' a lungo la stagnola, dopo che Armando a prima snasata mi ha fatto vedere il braccio con la pelle d'oca (vero, letterale) per esprimere concretamente l'emozione che stava provando, dopo che si e' cominciato a parlare di Montalcino Riserva, dopo che fra lui e un altro sfigat de la degustasiun alla cieca come el pibe de oro si e' cominciato a dire "SOLDERA..."

Si accomodino i tanti che ironizzano e spendono valutazioni di vino leggerino e rustico, da 87-88 punti, si accomodino...

Si accomodino tutti quelli che si sbilanciano ogni volta ad esercitare l'antica arte del nonnismo, ogni volta che il buon pigigres da buon 23enne si macchia del reato di dare per primo e con l'entusiasmo della giovinezza notizia di qualcosa di particolarmente buono, si accomodino...



io ho detto soldera, qualche settimana fa, con il taurasi di perrillo 2002... però purtroppo non ho più 23 anni e non sono nemmeno nonno... sarà che le quotazioni di soldera sono in calo? :lol:

Io ho detto Soldera anche con un chinotto Lurisia ... sarà che ci siamo un po' rincojoniti ? :lol:
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda gremul » 09 feb 2011 18:20

Ebbasta con questo Nord Piemonte, ma due note sul Musigni 2005 si possono avere o no??
La diversità di ognuno di noi non è un'arma per discriminare, etichettare, ma una ricchezza (P.P. Pasolini)
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda Aramis » 09 feb 2011 18:29

pippuz ha scritto:
de magistris ha scritto:ps a che punto è l'Omaggio '99?

Molto buono, l'ho portato io ed ero anche un po' preoccupato visto che la bottiglia aperta prima di questa non si può dire fosse molto in forma (stesso cartone).
Questa invece era perfetta, anche se lo preferivo qualche anno fa quando era più "esplosivo".


Ho identica esperienza recente, una bottiglia aperta un mese fa mi era sembrata piuttosto stanca. Questa invece, pur non scintillante come era il vino all'inizio, era decisamente più vitale, e comunque abbastanza riconoscibile alla cieca.
Ps All'elenco dei piatti non manca anche un secondo?

Il Clos Vougeot Musigni, da me battezzato à l'aveugle per uno Charmes-Chambertin, è un vinone gommoso, bluastro e nerboruto, con un gran naso denso e speziato, molto varietale, e con un tocco cioccolatoso che mi ha fuorviato del tutto. Nel bicchiere, la tenuta della nota di incenso è buona, manca un po' di finezza ed è - non la si scambi per una excusatio non petita - del tutto irriconoscibile sia come Clos Vougeot che come vino della sua "fascia" (cioè, non potrebbe essere un Musigny, ecco). Però è lungo e appagante, e per diversi degustatori e appassionati che conosco può risultare un vino goloso e desiderabile. Io darei 89/100.
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda Dedalus » 09 feb 2011 18:41

de magistris ha scritto:In definitiva, io credo che le potenzialità per dare origine stabilmente a tanti grandi vini ci siano in diversi territori italiani, alcuni dei quali insospettabili. Ma chi ci arriva diciamo in anticipo a sentirle, a toccarle, non può non tenere conto di quanta strada ci sia ancora da fare. Basta ricordare, del resto, quanto sia ancora incasinata la situazione a Montalcino: e stiamo parlando della più conosciuta (o comunque tra le prime tre) delle denominazioni/territori italiani..


Condivido in buona parte le tue considerazioni, mi soffermo su questa che invece non mi pare inequivoca nell'interpretazione concreta, per chiederti qualche chiarimento.

In sostanza secondo te bisognerebbe abbassare il volume ed esprimere con maggior moderazione le proprie opinioni qualitative, specie quando queste fossero tanto inattese da rischiare di risultare destabilizzanti, quindi controproducenti.

Bisognerebbe insomma dedicarsi prima a cambiare la cultura, e solo dopo, una volta pavimentata adeguatamente la strada, a parlare dell'effettiva qualita' dei vini di zone fuori dal cono di luce delle poche grandi denominazioni celebrate e conosciute.

Corretto, oppure volevi dire altro?
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda Aramis » 09 feb 2011 19:04

albi ha scritto:
gremul ha scritto:Ebbasta con questo Nord Piemonte, ma due note sul Musigni 2005 si possono avere o no??


E' troppo forte per te. Stop. :lol:


Credo che sia il TERZULTIMO Borgogna al quale penserei se dovessi regalare un Borgogna a te, Greg.
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda l'oste » 09 feb 2011 19:05

Dedalus ha scritto:
de magistris ha scritto:In definitiva, io credo che le potenzialità per dare origine stabilmente a tanti grandi vini ci siano in diversi territori italiani, alcuni dei quali insospettabili. Ma chi ci arriva diciamo in anticipo a sentirle, a toccarle, non può non tenere conto di quanta strada ci sia ancora da fare. Basta ricordare, del resto, quanto sia ancora incasinata la situazione a Montalcino: e stiamo parlando della più conosciuta (o comunque tra le prime tre) delle denominazioni/territori italiani..


Condivido in buona parte le tue considerazioni, mi soffermo su questa che invece non mi pare inequivoca nell'interpretazione concreta, per chiederti qualche chiarimento.

In sostanza secondo te bisognerebbe abbassare il volume ed esprimere con maggior moderazione le proprie opinioni qualitative, specie quando queste fossero tanto inattese da rischiare di risultare destabilizzanti, quindi controproducenti.


Bisognerebbe insomma dedicarsi prima a cambiare la cultura, e solo dopo, una volta pavimentata adeguatamente la strada, a parlare dell'effettiva qualita' dei vini di zone fuori dal cono di luce delle poche grandi denominazioni celebrate e conosciute.

Corretto, oppure volevi dire altro?

Discutere di vino su un forum non è mai come farlo dal vivo, anche tra chi si conosce di persona.
Quando non si tratta di discussione "a quattrocchi", c'è anche il rischio che alcune prese di posizione generali, percepite come "volume alto" o persino apodittico, possano sembrare anche come un volersi fregiare di personali medaglie da profeti.
Non è certamente il caso specifico Rossano, beninteso, ma secondo me a volte può capitare.
Come dici, in questi casi, il malinteso potrebbe risultare controproducente per il valore che si sta comunicando, non perchè inatteso, ma per la veemenza formale. Forse a volte la passione appassiona troppo.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda gremul » 09 feb 2011 19:06

Aramis ha scritto:
albi ha scritto:
gremul ha scritto:Ebbasta con questo Nord Piemonte, ma due note sul Musigni 2005 si possono avere o no??


E' troppo forte per te. Stop. :lol:


Credo che sia il TERZULTIMO Borgogna al quale penserei se dovessi regalare un Borgogna a te, Greg.


:D

Gli ultimi due sono Dugat-Py e... ?
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda Aramis » 09 feb 2011 19:20

gremul ha scritto:
Aramis ha scritto:
albi ha scritto:
gremul ha scritto:Ebbasta con questo Nord Piemonte, ma due note sul Musigni 2005 si possono avere o no??


E' troppo forte per te. Stop. :lol:


Credo che sia il TERZULTIMO Borgogna al quale penserei se dovessi regalare un Borgogna a te, Greg.


:D

Gli ultimi due sono Dugat-Py e... ?


Direi Perrot-Minot.
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda Dedalus » 09 feb 2011 19:24

l'oste ha scritto:
Dedalus ha scritto:
de magistris ha scritto:In definitiva, io credo che le potenzialità per dare origine stabilmente a tanti grandi vini ci siano in diversi territori italiani, alcuni dei quali insospettabili. Ma chi ci arriva diciamo in anticipo a sentirle, a toccarle, non può non tenere conto di quanta strada ci sia ancora da fare. Basta ricordare, del resto, quanto sia ancora incasinata la situazione a Montalcino: e stiamo parlando della più conosciuta (o comunque tra le prime tre) delle denominazioni/territori italiani..


Condivido in buona parte le tue considerazioni, mi soffermo su questa che invece non mi pare inequivoca nell'interpretazione concreta, per chiederti qualche chiarimento.

In sostanza secondo te bisognerebbe abbassare il volume ed esprimere con maggior moderazione le proprie opinioni qualitative, specie quando queste fossero tanto inattese da rischiare di risultare destabilizzanti, quindi controproducenti.


Bisognerebbe insomma dedicarsi prima a cambiare la cultura, e solo dopo, una volta pavimentata adeguatamente la strada, a parlare dell'effettiva qualita' dei vini di zone fuori dal cono di luce delle poche grandi denominazioni celebrate e conosciute.

Corretto, oppure volevi dire altro?

Discutere di vino su un forum non è mai come farlo dal vivo, anche tra chi si conosce di persona.
Quando non si tratta di discussione "a quattrocchi", c'è anche il rischio che alcune prese di posizione generali, percepite come "volume alto" o persino apodittico, possano sembrare anche come un volersi fregiare di personali medaglie da profeti.
Non è certamente il caso specifico Rossano, beninteso, ma secondo me a volte può capitare.
Come dici, in questi casi, il malinteso potrebbe risultare controproducente per il valore che si sta comunicando, non perchè inatteso, ma per la veemenza formale. Forse a volte la passione appassiona troppo.


E questo lo posso capire, visto che ho appena formulato io stesso il concetto.

Mi posso permettere di dire che c' e' anche pero' la possibilita' che esista una reazione infastidita dal fatto stesso che qualcuno si permetta di smuovere le sacre gerarchie, a prescindere dal modo in cui si presenta al propria opinione?

Altrimenti facciamo del martaflavismo, ci mettiamo tutti li' nel nostro bel salottino pseudo-televisivo a scambiarci i biscottini delle ore-liete stando attenti a non sorridere mai a bocca troppo larga perche' qualcuno potrebbe prenderla come una posa troppo provocante, o sguaiata, e andiao avanti a parlare di quanto sia bon il vin de la madame.

Occhilone nero pestato lviido... :lol:
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda l'oste » 09 feb 2011 19:24

Aramis ha scritto:
gremul ha scritto:
Aramis ha scritto:
albi ha scritto:
gremul ha scritto:Ebbasta con questo Nord Piemonte, ma due note sul Musigni 2005 si possono avere o no??


E' troppo forte per te. Stop. :lol:


Credo che sia il TERZULTIMO Borgogna al quale penserei se dovessi regalare un Borgogna a te, Greg.


:D

Gli ultimi due sono Dugat-Py e... ?


Direi Perrot-Minot.

Mi hai bruciato sul filo...
Anche alcune cose di Denis Mortet e Jean Grivot sono poco "gremuliane"...
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Pigigres
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda Pigigres » 09 feb 2011 19:28

Sicuramente il CV era poco gremuliano, però era bono :!: Un vino "sessuale" direi. La descrizione di Armando è perfetta, quindi non aggiungo altro.
Mia valutazione: 90/100.
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de magistris
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda de magistris » 09 feb 2011 19:34

Dedalus ha scritto:Condivido in buona parte le tue considerazioni, mi soffermo su questa che invece non mi pare inequivoca nell'interpretazione concreta, per chiederti qualche chiarimento.

In sostanza secondo te bisognerebbe abbassare il volume ed esprimere con maggior moderazione le proprie opinioni qualitative, specie quando queste fossero tanto inattese da rischiare di risultare destabilizzanti, quindi controproducenti.

Bisognerebbe insomma dedicarsi prima a cambiare la cultura, e solo dopo, una volta pavimentata adeguatamente la strada, a parlare dell'effettiva qualita' dei vini di zone fuori dal cono di luce delle poche grandi denominazioni celebrate e conosciute.

Corretto, oppure volevi dire altro?


Dedalus ha scritto:
In sostanza secondo te bisognerebbe abbassare il volume ed esprimere con maggior moderazione le proprie opinioni qualitative, specie quando queste fossero tanto inattese da rischiare di risultare destabilizzanti, quindi controproducenti.

Bisognerebbe insomma dedicarsi prima a cambiare la cultura, e solo dopo, una volta pavimentata adeguatamente la strada, a parlare dell'effettiva qualita' dei vini di zone fuori dal cono di luce delle poche grandi denominazioni celebrate e conosciute.

Corretto, oppure volevi dire altro?


Spero non si sia capito questo.
Non è questione di abbassare il volume o di dedicarsi prima a cambiare la cultura, ma di non perdere mai di vista la "risposta" delle persone con cui vogliamo condividere certi punti di vista, rivoluzionari o "normali" che siano. Senza sottovalutare la potenza e l'onda lunga di un sasso gettato in uno stagno, se è il sasso e lo stagno sono quelli giusti. Non c'è niente da fare: per me i vini davvero assoluti, se ha senso una definizione del genere in un contesto densissimo di valori soggettivi, estetici e culturali, sono quelli in grado di coagulare un senso e un'aura autenticamente "corale", universalmente comprensibile, ripetibile, pacificatrice.

Ti faccio un altro esempio personale riprendendo il mio rapporto col Taurasi: puoi considerarlo il mio alto piemonte o rossese, scegli tu. :D
Dunque, dalle cose vecchie e nuove che ho assaggiato, da singole bottiglie ed esperimenti contadini ho maturato la convinzione che l'aglianico di Taurasi sia potenzialmente un vino in grado di sedersi affianco ai grandissimi. E che possa ogni anno tirar fuori un tot di interpretazioni over 90, tanto per capirci, e non così raramente la zampata over 95.
Decido di confrontare la mia convinzione con altri colleghi e appassionati, organizzo gratis et amore dei una presentazione annuale della nuova vendemmia, posto le note delle bevute che dovrebbero "dimostrare" nel bicchiere quanto sto dicendo, cerco di condividere delle informazioni che consentano alle persone di inquadrare le specificità della zona e del vitigno e di valutarlo per quello che è e non può non essere, senza attendersi ad esempio che faccia il nebbiolo o il sangiovese. E' sufficiente per stabilire che ho "ragione"?

Purtroppo no. Se la percezione diffusa delle persone che approfondiscono il tema Taurasi continua ad essere molto diversa dalla mia, io ne devo prendere atto e continuare ad approfondire la storia, anche se sono certo rispetto alla mia onestà intellettuale che un paio di bocce di Molettieri '01 erano davvero da 95/100, che Urciuolo '99 aperto con adeguato anticipo se la può giocare con diversi pari annata di Langa o che alcuni 2005 hanno le palle per aggiungere un bel po' di punti al loro curriculum. Può darsi che il tempo avvicini le posizioni, può darsi di no. Può darsi che qualcuno si accorga prima di certe potenzialità, qualcuno dopo. Ma ad un appassionato vero non sono queste le cose che dovrebbero spostare la nervatura, se solo della più appassionata delle passioni si tratta. :wink:

Non so se sono più chiaro così. Insomma, non credo che il grande vino viva in sé stesso o in qualche bottiglia sinceramente e seriamente stupefacente, ma lo diventi davvero solo quando viene riconosciuto come tale da persone con percorsi e sensibilità diverse.
Se vogliamo inquadrare il discorso in un contesto più ampio, altrimenti è chiaro che il grandissimo vino per me può essere anche l'aglianico che faceva zio ciccio a Montecalvo o per mia cugina il Patrimo bevuto con le amiche in una sera speciale. :D
Paolo De Cristofaro

http://www.tipicamente.it/

Ci si può divertire anche senza alcool. Ma perché correre il rischio? (Roy Hodgson)

Auspico una guida che non metta i vini DRC al vertice. Sarà la migliore. (Edoardo Francvino)
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda l'oste » 09 feb 2011 19:34

Dedalus ha scritto:
l'oste ha scritto:
Dedalus ha scritto:
de magistris ha scritto:In definitiva, io credo che le potenzialità per dare origine stabilmente a tanti grandi vini ci siano in diversi territori italiani, alcuni dei quali insospettabili. Ma chi ci arriva diciamo in anticipo a sentirle, a toccarle, non può non tenere conto di quanta strada ci sia ancora da fare. Basta ricordare, del resto, quanto sia ancora incasinata la situazione a Montalcino: e stiamo parlando della più conosciuta (o comunque tra le prime tre) delle denominazioni/territori italiani..


Condivido in buona parte le tue considerazioni, mi soffermo su questa che invece non mi pare inequivoca nell'interpretazione concreta, per chiederti qualche chiarimento.

In sostanza secondo te bisognerebbe abbassare il volume ed esprimere con maggior moderazione le proprie opinioni qualitative, specie quando queste fossero tanto inattese da rischiare di risultare destabilizzanti, quindi controproducenti.


Bisognerebbe insomma dedicarsi prima a cambiare la cultura, e solo dopo, una volta pavimentata adeguatamente la strada, a parlare dell'effettiva qualita' dei vini di zone fuori dal cono di luce delle poche grandi denominazioni celebrate e conosciute.

Corretto, oppure volevi dire altro?

Discutere di vino su un forum non è mai come farlo dal vivo, anche tra chi si conosce di persona.
Quando non si tratta di discussione "a quattrocchi", c'è anche il rischio che alcune prese di posizione generali, percepite come "volume alto" o persino apodittico, possano sembrare anche come un volersi fregiare di personali medaglie da profeti.
Non è certamente il caso specifico Rossano, beninteso, ma secondo me a volte può capitare.
Come dici, in questi casi, il malinteso potrebbe risultare controproducente per il valore che si sta comunicando, non perchè inatteso, ma per la veemenza formale. Forse a volte la passione appassiona troppo.


E questo lo posso capire, visto che ho appena formulato io stesso il concetto.

Mi posso permettere di dire che c' e' anche pero' la possibilita' che esista una reazione infastidita dal fatto stesso che qualcuno si permetta di smuovere le sacre gerarchie, a prescindere dal modo in cui si presenta al propria opinione?

Altrimenti facciamo del martaflavismo, ci mettiamo tutti li' nel nostro bel salottino pseudo-televisivo a scambiarci i biscottini delle ore-liete stando attenti a non sorridere mai a bocca troppo larga perche' qualcuno potrebbe prenderla come una posa troppo provocante, o sguaiata, e andiao avanti a parlare di quanto sia bon il vin de la madame.

Occhilone nero pestato lviido... :lol:

Può essere, toccare lo status quo, le gerarchie, può togliere rassicurazione e mettere in discussione ciò che -per i più svogliati e superficiali- ha i connotati di certezza "quasi oggettiva". Basti vedere quando nel valutare il fantomatico Testalonga vignevecchiesoloperamici, si sono azzardati nomi sacri a paragone.
E' anche vero che c'è anche il rischio opposto, soporifero e formale; come il salotto di Marta Flavi o i bigini e le selezioni del Reader's Digest, il senso è quello.
L'equilibrio* è sempre difficile, il vino insegna.

*a questo proposito, vorrei citare il capitolo sulla leggerezza, tratto dalle "Lezioni americane" di Italo Calvino.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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andrea
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda andrea » 09 feb 2011 19:50

Pigigres ha scritto:
pippuz ha scritto:
Pigigres ha scritto:Oggi, in compagnia di un noto forumista de Roma, abbiamo bevuto:

Viognier Vallania 1990
Clos Vougeot Musigni Gros Frere et Soeur 2005
Gattinara Riserva Anzivino 2004
Carema Le Tabbie 2004 Orsolani
Lessona Omaggio a Quintino Sella 1999 Tenute Sella


Tutti vini buonissimi, ma il Carema di Orsolani 2004, al mio secondo assaggio, dimostra di essere un vino pazzesco, assoluto, straordinario. Grazie della splendida compagnia.

Aggiungerei un paio di note sul pranzo:

Sfilacciati di manzo con nocciole
Animelle arrostite con salsa al caffè (da paura)
Agnolotti del Plin con crema di parmigiano
Pasta e fagioli con foie gras (pure questa da paura)
Dolce: Il sigaro (da vedere le facce di Armando, Francesco e Rossano quando è arrivato in tavola)

Manca qualcosa ?


Si, manca l'antipasto di castagne e tortino di foie gras...

Immagine

E l'agnello dei Pirenei a cottura di 12 ore con tisolcazzo di accompagamento. Anche questo abbastanza da paura
Ti amo Licia!!!
mangè mangè nu sèi chi ve mangià

Spedisco entro 5 giorni lavorativi, sempre che riesca a trovare i vini nel casino della mia cantina
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda pippuz » 09 feb 2011 19:56

andrea ha scritto:
Pigigres ha scritto:
pippuz ha scritto:
Pigigres ha scritto:Oggi, in compagnia di un noto forumista de Roma, abbiamo bevuto:

Viognier Vallania 1990
Clos Vougeot Musigni Gros Frere et Soeur 2005
Gattinara Riserva Anzivino 2004
Carema Le Tabbie 2004 Orsolani
Lessona Omaggio a Quintino Sella 1999 Tenute Sella


Tutti vini buonissimi, ma il Carema di Orsolani 2004, al mio secondo assaggio, dimostra di essere un vino pazzesco, assoluto, straordinario. Grazie della splendida compagnia.

Aggiungerei un paio di note sul pranzo:

Sfilacciati di manzo con nocciole
Animelle arrostite con salsa al caffè (da paura)
Agnolotti del Plin con crema di parmigiano
Pasta e fagioli con foie gras (pure questa da paura)
Dolce: Il sigaro (da vedere le facce di Armando, Francesco e Rossano quando è arrivato in tavola)

Manca qualcosa ?


Si, manca l'antipasto di castagne e tortino di foie gras...

E l'agnello dei Pirenei a cottura di 12 ore con tisolcazzo di accompagamento. Anche questo abbastanza da paura

Ecco cosa mancava !!! In stile "Roca" con la pelle e il grasso croccanti ... buonissimo.
over the mountain watching the watcher
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paipus
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda paipus » 09 feb 2011 20:06

de magistris ha scritto:
Dedalus ha scritto:Condivido in buona parte le tue considerazioni, mi soffermo su questa che invece non mi pare inequivoca nell'interpretazione concreta, per chiederti qualche chiarimento.

In sostanza secondo te bisognerebbe abbassare il volume ed esprimere con maggior moderazione le proprie opinioni qualitative, specie quando queste fossero tanto inattese da rischiare di risultare destabilizzanti, quindi controproducenti.

Bisognerebbe insomma dedicarsi prima a cambiare la cultura, e solo dopo, una volta pavimentata adeguatamente la strada, a parlare dell'effettiva qualita' dei vini di zone fuori dal cono di luce delle poche grandi denominazioni celebrate e conosciute.

Corretto, oppure volevi dire altro?


Dedalus ha scritto:
In sostanza secondo te bisognerebbe abbassare il volume ed esprimere con maggior moderazione le proprie opinioni qualitative, specie quando queste fossero tanto inattese da rischiare di risultare destabilizzanti, quindi controproducenti.

Bisognerebbe insomma dedicarsi prima a cambiare la cultura, e solo dopo, una volta pavimentata adeguatamente la strada, a parlare dell'effettiva qualita' dei vini di zone fuori dal cono di luce delle poche grandi denominazioni celebrate e conosciute.

Corretto, oppure volevi dire altro?


Spero non si sia capito questo.
Non è questione di abbassare il volume o di dedicarsi prima a cambiare la cultura, ma di non perdere mai di vista la "risposta" delle persone con cui vogliamo condividere certi punti di vista, rivoluzionari o "normali" che siano. Senza sottovalutare la potenza e l'onda lunga di un sasso gettato in uno stagno, se è il sasso e lo stagno sono quelli giusti. Non c'è niente da fare: per me i vini davvero assoluti, se ha senso una definizione del genere in un contesto densissimo di valori soggettivi, estetici e culturali, sono quelli in grado di coagulare un senso e un'aura autenticamente "corale", universalmente comprensibile, ripetibile, pacificatrice.

Ti faccio un altro esempio personale riprendendo il mio rapporto col Taurasi: puoi considerarlo il mio alto piemonte o rossese, scegli tu. :D
Dunque, dalle cose vecchie e nuove che ho assaggiato, da singole bottiglie ed esperimenti contadini ho maturato la convinzione che l'aglianico di Taurasi sia potenzialmente un vino in grado di sedersi affianco ai grandissimi. E che possa ogni anno tirar fuori un tot di interpretazioni over 90, tanto per capirci, e non così raramente la zampata over 95.
Decido di confrontare la mia convinzione con altri colleghi e appassionati, organizzo gratis et amore dei una presentazione annuale della nuova vendemmia, posto le note delle bevute che dovrebbero "dimostrare" nel bicchiere quanto sto dicendo, cerco di condividere delle informazioni che consentano alle persone di inquadrare le specificità della zona e del vitigno e di valutarlo per quello che è e non può non essere, senza attendersi ad esempio che faccia il nebbiolo o il sangiovese. E' sufficiente per stabilire che ho "ragione"?

Purtroppo no. Se la percezione diffusa delle persone che approfondiscono il tema Taurasi continua ad essere molto diversa dalla mia, io ne devo prendere atto e continuare ad approfondire la storia, anche se sono certo rispetto alla mia onestà intellettuale che un paio di bocce di Molettieri '01 erano davvero da 95/100, che Urciuolo '99 aperto con adeguato anticipo se la può giocare con diversi pari annata di Langa o che alcuni 2005 hanno le palle per aggiungere un bel po' di punti al loro curriculum. Può darsi che il tempo avvicini le posizioni, può darsi di no. Può darsi che qualcuno si accorga prima di certe potenzialità, qualcuno dopo. Ma ad un appassionato vero non sono queste le cose che dovrebbero spostare la nervatura, se solo della più appassionata delle passioni si tratta. :wink:

Non so se sono più chiaro così. Insomma, non credo che il grande vino viva in sé stesso o in qualche bottiglia sinceramente e seriamente stupefacente, ma lo diventi davvero solo quando viene riconosciuto come tale da persone con percorsi e sensibilità diverse.
Se vogliamo inquadrare il discorso in un contesto più ampio, altrimenti è chiaro che il grandissimo vino per me può essere anche l'aglianico che faceva zio ciccio a Montecalvo o per mia cugina il Patrimo bevuto con le amiche in una sera speciale. :D



è verissimo ciò che dici ma la conclusione mi sembra un'affermazione un po' pericolosa, van gogh era già grande quando nessuno se lo filava e moriva povero e solo.. vediamo di non far morire troppi "piccoli ma potenzialmente grandi" aspettando che "persone con percorsi e sensibilità diverse" li riconoscano.. 8)
..quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai banalità ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi d'artificio gialli che esplodono simili a ragni sopra le stelle e nel mezzo si vede scoppiare la luce azzurra e tutti fanno «Oooooh!»..
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Re: Le Colonne Milanesi

Messaggioda gremul » 09 feb 2011 20:10

paipus ha scritto:
è verissimo ciò che dici ma la conclusione mi sembra un'affermazione un po' pericolosa, van gogh era già grande quando nessuno se lo filava e moriva povero e solo.. vediamo di
non far morire troppi "piccoli ma potenzialmente grandi" aspettando che "persone con percorsi e sensibilità diverse" li riconoscano.. 8)


appunto, pensaci tu con la Franciacorta :D :D :D
La diversità di ognuno di noi non è un'arma per discriminare, etichettare, ma una ricchezza (P.P. Pasolini)
A Broccolino i rom eravamo noi (M. Pannella)
SIAMO TUTTI STRANIERI

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