Muffato ha scritto:Franc se ho detto delle corbellerie avvisami con mp
Ma figurati! Sono contento ti sia piaciuto.
Hai fatto bene ad aprirla: per mia esperienza le bottiglie con del percolato vanno aperte subito. Invece mai avuto problemi con tappo ricoperto di un sottile velo di muffa. Anzi, come per certi salami o formaggi, pare che le protegga meglio.
Riguardo a Collestefano ne approfitto per riportare alcune impressioni di una casuale miniverticale (causale perché ci siamo trovati in una cena dove ognuno aveva portato la stessa etichetta ma di annate diverse ignorando le scelte degli altri).
Abbiamo sentito:
2014: appena uscito. Dal lato aromatico è ovviamente compresso sul lievito ma la sua tipica freschezza agrumata non è certo in secondo piano. È venato d'inflessioni floreali, gli danno ulteriore levità. La bocca è un peso piuma, leggerissima, con acidità tesa ma non cruda. Un fisico asciutto, mancano un po' di muscoli rispetto a versioni più felici. Quello che non manca è la sua sapidità finale, quasi salina, marchio indelebile di quello che oramai è uno "stile Collestefano".
2013: si scrolla di dosso il naso adolescenziale e entra nella prima parte della sua -presumibilmente lunga- vita. Naso molto bello che vira già verso primi cenni aniciosi senza dimenticare il frutto chiaro e la sia mineralità sassosa. In bocca fila che è una meraviglia e lascia scie crepitanti di sale e agrumi.
2005: una sorpresa. Sono sempre stato piuttosto scettico sul valore dell'annata in generale e questa bottiglia, all'epoca, non aveva fatto nulla per farmi cambiare idea. Naso che si apre dopo qualche minuto e ricorda nitidamente zenzero e pompelmo candito. La bocca è leggera, arrotondata eppure ben succosa. Chiude con note di idrocarburi che crescono con lo stare nel bicchiere: sembra davvero un Riesling. Non è paragonabile con il 2004 né col 2006 (altre strutture, altre vibrazioni acide, altri estratti) ma mi aspettavo un vino con un piede nella fossa e invece mi ha dato un'inattesa emozione.
2003: bello il naso, forse anche meno terziarizzato rispetto al 2005 ma cede in bocca, un po' troppo largo, note di pasticceria, andamento setoso ma un po' impacciato. Qui la debolezza dell'annata si conferma tutta. Resta il fatto che non ha una minima nota di ossidazione.
Qualche nota a latere: il CS odia il caldo. Bevete tutte le 2011 che avete. Sull'annata fredda, nonostante l'architettura essenziale, riesce a dar piacevolezza oltre l'ipotizzabile. Dopo questo 2005, che ricordavo esile, spoglio, quasi non meritevole di portare la sua etichetta, dico di far attenzione alla 2014. Non ha la tempra della 2013, non toccherà la bontà incalzante e movimentata della 2010 ma non si bagna nel brodo del banale o del conforme. Tantomeno in quello del vinello annacquato.
Coordinate per il mio amico GP:
2014:15057
2013:14209
2005:L0660
2003:L4058
La tradizione è la custodia del fuoco, non l'adorazione della cenere. [Gustav Mahler]