CRONACHE D'OSTERIA

Uno spazio per tutti, esperti o meno, appassionati o semplicemente incuriositi dall'affascinante mondo del vino: domande, idee, opinioni...
Avatar utente
l'oste
Messaggi: 13261
Iscritto il: 06 giu 2007 14:41
Località: campagna

Re: CRONACHE D'OSTERIA - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda l'oste » 08 dic 2008 15:36

Dedalus ha scritto:Sinceramente penso che se uno ha in mente solo lo stereotipo del Nebbiolo più austero e tradizionale, o ha un gusto personale estremamente stretto (e può anche essere, pur se piuttosto raro in natura), oppure equivoca gravemente il concetto di qualità applicato al vino, che se varia per terroir varia anche per vitigno, altroché.

Mi piacerebbe che si abbandonasse questa categoria dialettica della talebanità, che fa solo male alla reciproca comprensione e spesso alla fine si scopre che i talebani in Italia non esistono nemmeno... più o meno come in politica. :wink:

Parole equilibrate, che in sostanza condivido.
Ma, conoscendomi, non dovresti parlare a me di talebanità; sono un bevitore di quasi mezza età, che ha abbandonato da tempo ideologie e miti assoluti e inderogabili nel mondo del vino. Bevo con piacere barbera come Roumier e non mi metto in posa rigida prevenuta nemmeno di fronte ad un merlot in purezza.
Mi piace anche variare le bottiglie, gli stili e i vitigni, preferendo il sole della varietà gustativa al nebbioloso estremismo di alcune posizioni.
Oggi, infatti, ad esempio, due bellissime barbera, un lagrein e un tempranillo...
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini
Avatar utente
Dedalus
Messaggi: 12923
Iscritto il: 07 giu 2007 10:57

Re: CRONACHE D'OSTERIA - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda Dedalus » 08 dic 2008 15:51

l'oste ha scritto:
Dedalus ha scritto:Sinceramente penso che se uno ha in mente solo lo stereotipo del Nebbiolo più austero e tradizionale, o ha un gusto personale estremamente stretto (e può anche essere, pur se piuttosto raro in natura), oppure equivoca gravemente il concetto di qualità applicato al vino, che se varia per terroir varia anche per vitigno, altroché.

Mi piacerebbe che si abbandonasse questa categoria dialettica della talebanità, che fa solo male alla reciproca comprensione e spesso alla fine si scopre che i talebani in Italia non esistono nemmeno... più o meno come in politica. :wink:

Parole equilibrate, che in sostanza condivido.
Ma, conoscendomi, non dovresti parlare a me di talebanità; sono un bevitore di quasi mezza età, che ha abbandonato da tempo ideologie e miti assoluti e inderogabili nel mondo del vino. Bevo con piacere barbera come Roumier e non mi metto in posa rigida prevenuta nemmeno di fronte ad un merlot in purezza.
Mi piace anche variare le bottiglie, gli stili e i vitigni, preferendo il sole della varietà gustativa al nebbioloso estremismo di alcune posizioni.
Oggi, infatti, ad esempio, due bellissime barbera, un lagrein e un tempranillo...


E' come dicevo, vedi: il talebano è una categoria mentale adatta solo a rappresentare "l'altro", quello che si considera "diverso", non "compatibile". Sto appunto dicendo questo, che i talebani non esistono, che alla fine il punto di partenza ideale, il metodo, è pressoché il medesimo. I punti di arrivo variano, vivaddio, ma i talebani, quelli che hanno un solo metro di paragone e concepiscono solo il nebbiolo estremo, quelli che portano avanti ideologie e miti assoluti non esistono. Quanti comunisti ci sono ancora in Italia? Tanti, ma solo nei discorsi degli anticomunisti.

Credo che possiamo volare più alto, no? Sorriso sereno*.

* Ti rubo la soluzione solo perché lo smile classico che c'è qui... facilita la digestione. :P
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”
Il Comandante
Messaggi: 5946
Iscritto il: 11 giu 2007 13:51

Re: CRONACHE D'OSTERIA - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda Il Comandante » 08 dic 2008 17:04

Dedalus ha scritto:
l'oste ha scritto:Montiano 1997 - Falesco
Colore scuro, riflessi violacei, profumi puliti di tabacco, more, peperone affumicato, tanto da assomigliare alla cieca ad un Saint Emilion fatto bene. In bocca ancora molto vivo, fresco, nessuna morbidezza nè dolcezza gratuite, anzi un retrogusto amaricante, quasi di radici.. Finale pieno e persistente, torna il frutto scuro e leggermnete fumè anche a bicchiere vuoto. Piaciuto.


Questo mi incuriosisce molto, perché lo degustammo alla cieca diversi anni fa con Picard, Schigi ed altri amici, in una giornata dedicata alle bituriche e bordolesi dintorni (altri tempi... ), e finì fra gli ultimi, con note piuttosto severe riguardo all'integrità ed all'equilibrio generale. Ora, oltre che rispolverare il tomo 3 del trattato dedicato al R.E., mi piacerebbe sapere se hai ancora qualche bottiglia, sarei davvero curiosissimo di risentirlo, magari io porto qualche altra cosetta con cui metterlo a confronto... :wink:


Eppoi dicono che il vino non fa bene!
Come diavolo fai a ricordarti una degustazione che sarà di 6 anni fa?? :D
Io ci ho messo 5 minuti a ricordare di quale degustazione stai parlando, e tuttora non ricordo di avere sentito anche il Montiano, in quell'occasione.
AKA J. L. Picard
"Lungi da me fare la vittima" - unadomanda (ketto reloaded)
Avatar utente
Dedalus
Messaggi: 12923
Iscritto il: 07 giu 2007 10:57

Re: CRONACHE D'OSTERIA - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda Dedalus » 08 dic 2008 17:21

Il Comandante ha scritto:
Dedalus ha scritto:
l'oste ha scritto:Montiano 1997 - Falesco
Colore scuro, riflessi violacei, profumi puliti di tabacco, more, peperone affumicato, tanto da assomigliare alla cieca ad un Saint Emilion fatto bene. In bocca ancora molto vivo, fresco, nessuna morbidezza nè dolcezza gratuite, anzi un retrogusto amaricante, quasi di radici.. Finale pieno e persistente, torna il frutto scuro e leggermnete fumè anche a bicchiere vuoto. Piaciuto.


Questo mi incuriosisce molto, perché lo degustammo alla cieca diversi anni fa con Picard, Schigi ed altri amici, in una giornata dedicata alle bituriche e bordolesi dintorni (altri tempi... ), e finì fra gli ultimi, con note piuttosto severe riguardo all'integrità ed all'equilibrio generale. Ora, oltre che rispolverare il tomo 3 del trattato dedicato al R.E., mi piacerebbe sapere se hai ancora qualche bottiglia, sarei davvero curiosissimo di risentirlo, magari io porto qualche altra cosetta con cui metterlo a confronto... :wink:


Eppoi dicono che il vino non fa bene!
Come diavolo fai a ricordarti una degustazione che sarà di 6 anni fa?? :D
Io ci ho messo 5 minuti a ricordare di quale degustazione stai parlando, e tuttora non ricordo di avere sentito anche il Montiano, in quell'occasione.


E ricordo anche il Domaine de Chevalier ed il Lynch Bages, che alla cieca avevo ben collocato nelle rispettive AOC ( 8) ), del Capo di Stato che era uscito benino, e del Cabernet Sauvignon della Cantina Sociale di Trapani, che aveva chiuso la degustazione.

Chi beve birra campa cent'anni, ma chi beve vino si ricorda tutto! :P
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”
Avatar utente
l'oste
Messaggi: 13261
Iscritto il: 06 giu 2007 14:41
Località: campagna

Re: CRONACHE D'OSTERIA - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda l'oste » 08 dic 2008 17:34

Dedalus ha scritto:E' come dicevo, vedi: il talebano è una categoria mentale adatta solo a rappresentare "l'altro", quello che si considera "diverso", non "compatibile". Sto appunto dicendo questo, che i talebani non esistono, che alla fine il punto di partenza ideale, il metodo, è pressoché il medesimo. I punti di arrivo variano, vivaddio, ma i talebani, quelli che hanno un solo metro di paragone e concepiscono solo il nebbiolo estremo, quelli che portano avanti ideologie e miti assoluti non esistono. P

Non mi interessa far polemica, ma a volte nell'incrollabilità di alcune critiche e affermazioni, sia estreme come dici, che traditionaliste, l'elasticità gustativa e di giudizi, non ne esce premiata.
Fortunatamente, primo importa poco, secondo è circoscritta.
Penso, sinceramente, sia importante anche l'esperienza in un percorso, le tappe, la varietà di bevute e la disponibilità a non riconoscere troppo seriosamente nè dogmi nè Maestri, di qualunque tipo.
Ogni volta provo a mettermi umilmente curioso davanti al bicchiere, senza cercar risposte a convinzioni ideologiche che non amo avere, non nel vino. In questo cerco solo piacere e stupore, non materiale per stilare classifiche, punteggi e "leggi", cose per me estremamente lontane dalla passione di entrare in un vino.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini
Avatar utente
l'oste
Messaggi: 13261
Iscritto il: 06 giu 2007 14:41
Località: campagna

Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.10 - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda l'oste » 08 dic 2008 18:08

Nebbiolino ha scritto:Una curiosità: per la pasta dei ravioli come hai proceduto? Riguardo ai bianchi ti capisco fin troppo bene. Per quanto cerchi di ampliare i miei orizzonti, più di un tot non riescono ad emozionarmi.

Ricetta della nonna di un amico parmense. Ogni etto di farina, un uovo di fattoria. La pasta dev'essere ben lucida e riposare un poco avvolta in un panno. Macchina Imperia a manovella per assottigliarla e una volta farcito, bicerén (bicchierino) per dare la forma al raviolo.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini
Avatar utente
Dedalus
Messaggi: 12923
Iscritto il: 07 giu 2007 10:57

Re: CRONACHE D'OSTERIA - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda Dedalus » 08 dic 2008 18:10

l'oste ha scritto:
Dedalus ha scritto:E' come dicevo, vedi: il talebano è una categoria mentale adatta solo a rappresentare "l'altro", quello che si considera "diverso", non "compatibile". Sto appunto dicendo questo, che i talebani non esistono, che alla fine il punto di partenza ideale, il metodo, è pressoché il medesimo. I punti di arrivo variano, vivaddio, ma i talebani, quelli che hanno un solo metro di paragone e concepiscono solo il nebbiolo estremo, quelli che portano avanti ideologie e miti assoluti non esistono. P

Non mi interessa far polemica, ma a volte nell'incrollabilità di alcune critiche e affermazioni, sia estreme come dici, che traditionaliste, l'elasticità gustativa e di giudizi, non ne esce premiata.
Fortunatamente, primo importa poco, secondo è circoscritta.
Penso, sinceramente, sia importante anche l'esperienza in un percorso, le tappe, la varietà di bevute e la disponibilità a non riconoscere troppo seriosamente nè dogmi nè Maestri, di qualunque tipo.
Ogni volta provo a mettermi umilmente curioso davanti al bicchiere, senza cercar risposte a convinzioni ideologiche che non amo avere, non nel vino. In questo cerco solo piacere e stupore, non materiale per stilare classifiche, punteggi e "leggi", cose per me estremamente lontane dalla passione di entrare in un vino.



Ovviamente non ho affatto intenzione di fare polemica, anzi di mostrare che non c'è base per la polemica, e che la maggior parte delle volte ci sono fraintendimenti, o proiezioni di immagini che non corrispondono alla realtà, come quella del talebano del vino.

Però in questo momento vorrei provare a sgomberare il campo da quello che ritengo un equivoco ricorrente e piuttosto pernicioso.

Chi giunge a riconoscersi in un gusto piuttosto ristretto non è affatto detto che sia automaticamente una persona troppo seriosa, dogmatica, propensa all'elevazione di Maestri come icone, alla costruzione di ideologie fisse ed immutabili. Chi preferisce un approccio meno ondivago e più serrato, chi giunge con più facilità alla fissazione di un punteggio, alla formulazione di una "legge del vino" (un esempio a caso: "il Nebbiolo viene meglio in botte grande", oppure: "il Bordeaux viene meglio in botte piccola"), non per questo deve automaticamente essere considerato meno capace di comprendere con passione autentica l'identità di un vino, meno propenso all'obiettività, meno capace di libertà mentale e relazionale.

A me piace il vino perché varia da terra a terra, da vitigno a vitigno, e ho una varietà di gusto che non ritengo troppo ristretta. Non per questo posso pensare di farmi piacere qualsiasi cosa, o negarmi opinioni nette sui principali argomenti che circolano nel mondo del vino, una volte che le ho maturate. Cioé: l'espressione dell'opinione individuale, per quanto netta possa essere, non può e non deve essere considerata come un'automatica delegittimazione di quella altrui. Altrimenti si torna all'accusa che ti ha fatto ketto riguardo ai vini biodinamici, alla Cornelissen... Se ci pensi bene, a dire talebano a uno si finisce per accorgersi che si è sempre a sud di qualcun altro... :wink:

Quindi, dico io, lasciamo perdere queste categorie collettive che allontanano dal vino, rinunciamo a pretendere dagli altri che si posizionino nel nostro stesso intervallo di elasticità del gusto, e confrontiamoci con più serenità e curiosità culturale non solo verso il vino, ma anche verso la sensibilità umana che il vino permette di riflettere. Ci sono vini più morbidi e vini più duri, vini più soffusi e vini più netti. Se i vini sono tutti diversi, perché dovrebbero essere uguali i degustatori?
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”
Il Comandante
Messaggi: 5946
Iscritto il: 11 giu 2007 13:51

Re: CRONACHE D'OSTERIA - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda Il Comandante » 08 dic 2008 18:37

Dedalus ha scritto:Chi giunge a riconoscersi in un gusto piuttosto ristretto non è affatto detto che sia automaticamente una persona troppo seriosa, dogmatica, propensa all'elevazione di Maestri come icone, alla costruzione di ideologie fisse ed immutabili. Chi preferisce un approccio meno ondivago e più serrato, chi giunge con più facilità alla fissazione di un punteggio, alla formulazione di una "legge del vino" (un esempio a caso: "il Nebbiolo viene meglio in botte grande", oppure: "il Bordeaux viene meglio in botte piccola"), non per questo deve automaticamente essere considerato meno capace di comprendere con passione autentica l'identità di un vino, meno propenso all'obiettività, meno capace di libertà mentale e relazionale.

A me piace il vino perché varia da terra a terra, da vitigno a vitigno, e ho una varietà di gusto che non ritengo troppo ristretta. Non per questo posso pensare di farmi piacere qualsiasi cosa, o negarmi opinioni nette sui principali argomenti che circolano nel mondo del vino, una volte che le ho maturate. Cioé: l'espressione dell'opinione individuale, per quanto netta possa essere, non può e non deve essere considerata come un'automatica delegittimazione di quella altrui. Altrimenti si torna all'accusa che ti ha fatto ketto riguardo ai vini biodinamici, alla Cornelissen... Se ci pensi bene, a dire talebano a uno si finisce per accorgersi che si è sempre a sud di qualcun altro... :wink:


Quoto, ma sono cose dette mille volte, chi le vuole capire le ha capite e chi non le vuole capire non le ha capite (Andrea non parlo ovviamente di te, dico in generale).

Tra l'altro sulla questione dei "degustatori con un gusto più ristretto" con Andrea ne ho parlato anche recentemente, di persona. Assolutamente rifiuto l'idea che un degustatore con un gusto più ristretto sia intrinsecamente "meno valido" di uno con uno spettro di gusto più ampio. Per assurdo, il degustore più bravo con cui ho assaggiato, Luca Mazzoleni, è forse quello con il gusto più ristretto (vedi il suo rigetto totale delle bituriche); così come ci sono degustatori che decidono di dedicare il 95% delle loro esperienze ad una specifica zona, come giama o valino. Ovviamente non è vero neanche il contrario, ovvero che i degustatori più bravi tendano con gli anni a restringere il loro gusto, anzi ce ne sono altrettanti eccellenti che si muovono in uno spazio degustativo quasi universale, come Armando o vinogodi; i percorsi personali sono infiniti, così come i punti di arrivo, ammesso che esista un punto di arrivo.

Credo anche che sia perfettamente legittimo inferire idee generali dai singoli assaggi, come appunto "il Nebbiolo viene meglio in botte grande" o "i vertici qualitativi di Bordeaux sono superiori a quelli di Bolgheri". Si tratta di inferenze, quindi non dimostrabili, però io non potrei mai avere un approccio al vino che precludesse la maturazione di idee generali, non concepisco l'Esperienza senza l'Idea. Naturalmente considero validi anche tutti gli altri approcci, purché chi li adotta non pretenda di etichettare il mio come talebano o closed-minded.
AKA J. L. Picard
"Lungi da me fare la vittima" - unadomanda (ketto reloaded)
Avatar utente
l'oste
Messaggi: 13261
Iscritto il: 06 giu 2007 14:41
Località: campagna

Re: CRONACHE D'OSTERIA - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda l'oste » 08 dic 2008 18:58

Il Comandante ha scritto:
Dedalus ha scritto:Chi giunge a riconoscersi in un gusto piuttosto ristretto non è affatto detto che sia automaticamente una persona troppo seriosa, dogmatica, propensa all'elevazione di Maestri come icone, alla costruzione di ideologie fisse ed immutabili. Chi preferisce un approccio meno ondivago e più serrato, chi giunge con più facilità alla fissazione di un punteggio, alla formulazione di una "legge del vino" (un esempio a caso: "il Nebbiolo viene meglio in botte grande", oppure: "il Bordeaux viene meglio in botte piccola"), non per questo deve automaticamente essere considerato meno capace di comprendere con passione autentica l'identità di un vino, meno propenso all'obiettività, meno capace di libertà mentale e relazionale.

A me piace il vino perché varia da terra a terra, da vitigno a vitigno, e ho una varietà di gusto che non ritengo troppo ristretta. Non per questo posso pensare di farmi piacere qualsiasi cosa, o negarmi opinioni nette sui principali argomenti che circolano nel mondo del vino, una volte che le ho maturate. Cioé: l'espressione dell'opinione individuale, per quanto netta possa essere, non può e non deve essere considerata come un'automatica delegittimazione di quella altrui. Altrimenti si torna all'accusa che ti ha fatto ketto riguardo ai vini biodinamici, alla Cornelissen... Se ci pensi bene, a dire talebano a uno si finisce per accorgersi che si è sempre a sud di qualcun altro... :wink:

A parte che ketto, mi ha mosso un'accusa (non aver assaggiato i vini di Cornellisen) ma quando poi invece ho specificato di averlo fatto, come spesso gli accade, non ha replicato nè mi ha chiesto cosa ne pensassi. Forse è più interessato a quanto pensa lui e a quanti con ciò concordano. Solo per precisare.

Sulla frase in neretto, ci mancherebbe non concordare, ma come spiegato in altro thread, quello che per me conta è soprattutto la forma dellle opinioni espresse. La troppa nettezza, parlando di vino, non mi convince perchè mi suona prosopopeica, a maggior ragione proprio in un campo così vasto e variabile come le degustazioni di un vino. Meno ancora mi convincono i degustatori con troppe certezze assolute, frutto secondo me, di una visione generale ristretta e poco attenta e rispettosa delle opinioni altrui. Per esempio, Luca (il Comandante), ha un modo schietto e deciso di definire i vini, da i punteggi (col braccino), ma mai argomenta con quel piglio rigido che non ammette o snobba le repliche anzi, è curioso e ben disposto verso l'argomentare altrui.
Non capita così in tutti coloro che scrivono sul forum, non diciamo banalità, su, in fondo, come detto, importa poco.
Personalmente, per fare un altro esempio, leggo volentieri chi come Palma, riesce, anche con ironia, a dare una visione personale ma distaccata, senza acrimonia di parole o pretese di giudizio assoluto.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini
Avatar utente
Wineduck
Messaggi: 4845
Iscritto il: 06 giu 2007 15:16

Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.10 - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda Wineduck » 08 dic 2008 19:08

Il Comandante ha scritto:Assolutamente rifiuto l'idea che un degustatore con un gusto più ristretto sia intrinsecamente "meno valido" di uno con uno spettro di gusto più ampio. Per assurdo, il degustore più bravo con cui ho assaggiato, Luca Mazzoleni, è forse quello con il gusto più ristretto (vedi il suo rigetto totale delle bituriche); così come ci sono degustatori che decidono di dedicare il 95% delle loro esperienze ad una specifica zona, come giama o valino. Ovviamente non è vero neanche il contrario, ovvero che i degustatori più bravi tendano con gli anni a restringere il loro gusto, anzi ce ne sono altrettanti eccellenti che si muovono in uno spazio degustativo quasi universale, come Armando o vinogodi; i percorsi personali sono infiniti, così come i punti di arrivo, ammesso che esista un punto di arrivo.




Personalmente non ho mai parlato di "bravura" nel degustare (concetto che mi sfugge, tra l'altro, forse per la mia attitudine a concepire il vino come semplice svago edonistico). Non so cosa tu intenda per "bravo" ma se per te è "bravo" Luca Mazzoleni, siamo evidentemente agli antipodi.
Il io ragionamento è stato sempre diverso: io ho sempre invitato la grande maggioranza silenziosa del forum (i centinaia che leggono e non scrivono o scrivono poco) a non considerare attedibili, a non prendere cioè come modello di riferimento, unicamente i degustatori che decidono di dedicare il 95% (si fa per dire un qualuque numero elevato) delle loro esperienze ad un'unica zona, un unico stile o addidittura ad una sola manciata di produttori. Per me questo modo di intendere il rapporto con il vino rischia di allontanare le persone dalla valutazione serena, pacifica e riflessiva delle mille espressioni dei vini attuali e di quelli futuri. Come ho già detto altre volte sarebbe come tentare di fare educazione sessuale facendo vedere ai minorenni solo film porno, mostrando loro aspetti abnormi, artificialmente esasperati ed ossessivi di un sistema di rapporti umani che invece dovrebbe essere vissuto in modo rilassato e totalmente scevro dall'ansia di imitare e di raggiungere prestazioni di tipo pseudo-atletico. Secondo me questo pericolo riguarda tutti coloro che sono accaniti appassionati di vino, inscluso il sottoscritto: me ne accorgo quando vengo a contatto con persone che iniziano solo in quel momento a scoprire la bellezza di un certo tipo di vino di qualità. Costoro ci guardano come marziani, invasati ed ossessivi, talmente esagerati da essere convinti che nella vita "ti perdi qualcosa" se non arrivi ad assaggiare un Granbussia 82 o un Monfortino 71. Secondo il mio modesto parere il senso della vita è un altro e dovremmo darci tutti una regolata se non vogliamo diventare degli "zimbelli" imvece che dei rispettabili ed attendibili esperti di uno dei tanti piaceri della vita.
"Woke up this morning with a wine glass in my hand - Whose wine? What wine? - Where the hell did I dine? - Must have been a dream - I don't believe where I've been - Come on, let's do it again"
Peter Frampton
Il Comandante
Messaggi: 5946
Iscritto il: 11 giu 2007 13:51

Re: CRONACHE D'OSTERIA - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda Il Comandante » 08 dic 2008 19:42

l'oste ha scritto: Per esempio, Luca (il Comandante), ha un modo schietto e deciso di definire i vini, da i punteggi (col braccino),


L'importante è non avere il braccino quando si stappano i vini, non quando si valutano...:D
AKA J. L. Picard
"Lungi da me fare la vittima" - unadomanda (ketto reloaded)
Avatar utente
l'oste
Messaggi: 13261
Iscritto il: 06 giu 2007 14:41
Località: campagna

Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.10 - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda l'oste » 08 dic 2008 20:13

Wineduck ha scritto:Il io ragionamento è stato sempre diverso: io ho sempre invitato la grande maggioranza silenziosa del forum (i centinaia che leggono e non scrivono o scrivono poco) a non considerare attedibili, a non prendere cioè come modello di riferimento, unicamente i degustatori che decidono di dedicare il 95% (si fa per dire un qualuque numero elevato) delle loro esperienze ad un'unica zona, un unico stile o addidittura ad una sola manciata di produttori. Per me questo modo di intendere il rapporto con il vino rischia di allontanare le persone dalla valutazione serena, pacifica e riflessiva delle mille espressioni dei vini attuali e di quelli futuri.

Personalmente, come spiegato prima, rifuggo dall'idea di giudizio critico "assoluto" oltre che "di punteggio", così come sono distante culturalmente dal bere sempresolo alcuni produttori, vale per le langhe, come per la Borgogna o altrove.
Con le parole, pregi e limiti annessi, mi interessa raccontare ciò che ho bevuto in questo 3D, divagando dalle descrizioni professionali e canoniche e attenendomi all'empirismo che trovo nel bicchiere.
Mi piace anche riferire il contorno in cui è avvenuta la bevuta, sia sotto l'aspetto "umano" (compleanni, ricorrenze..) che gastronomico (abbinamenti, ricette...).
Poi, come chiosa personalizzata, mi piace comunicare a chi legge se e quanto mi è piaciuto il vino raccontato, con una mia semplice scala da osteria (piaciutino, piacicchiato, piaciuto, piaciuto molto ecc.). Questo, palesemente, vuole essere solo un parere personale, filtrato dal mio gusto.
Infatti cerco di "uscire" raramente da questo 3ad, non volendo intromettermi in polemiche. Preferisco ironizzare, se capita.
Chi vuol leggere (e bere) è sempre benvenuto, come in ogni osteria, probabilmente non troverà certezze totali e tranchant, solo la mia passione coltivata nell'ultimo ventennio.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini
Avatar utente
Dedalus
Messaggi: 12923
Iscritto il: 07 giu 2007 10:57

Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.10 - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda Dedalus » 08 dic 2008 21:28

l'oste ha scritto:Questo, palesemente, vuole essere solo un parere personale, filtrato dal mio gusto.


Prima o poi qualcuno dovrà spiegarmelo, come possa accadere che la valutazione qualitativa possa pretendere di essere qualcosa di diverso.

L'equivoco fondamentale è sempre tutto e solo qui. C'è chi assiste all'espressione delle opinioni perentorie di uno (99 su 100 è uno che si concede tanta perentorietà proprio perché dà per scontato che sia solo un'opinione personale, e non possa essere altro), e ha l'impressione che costui voglia affermare verità assolute.

Ed ecco le costruzioni fantastiche di Wineduck, il rifugio relativistico dell'oste, i j'accuse di vignadelmar... tutte reazioni a posizioni che vengono percepite come impositive, invadenti, arroganti.

Io non riesco a capire. Perché quand'anche uno volesse prendere questa posizione (e a Wineduck ricordo sempre che l'unico che le prende qui sul forum è vinogodi, a cui lui riserva montagne di apprezzamenti, riservando queste critiche ad altri che invece si basano sul principio opposto) non sarebbe possibile sostenerla. Perché nel vino non esiste oggettività, ergo le valutazioni non possono che essere personali.

Ma ho la sensazione che queste cose siano state già dette tante volte, e che forse non ci sia modo di cambiare la percezione di ognuno, il che è spiacevole come qualsiasi fallimento della comunicazione fra persone appassionate allo stesso oggetto, ma io sinceramente non ne faccio un dramma. Le folle oceaniche (?) di lettori inermi che leggono silenziose le pagine di questo sito plaudiranno ad uno anziché all'altro? Io credo nell'intelligenza del pubblico, e credo anche che non vi sia bisogno di pubblici ministeri a cui affidare il seriosissimo compito di denunciare, accusare e disarmare dialetticamente i cattivi maestri del vino.

Certo è sempre curioso osservare come vi sia chi come Wineduck si prende la libertà di essere esplicitamente contro qualcun altro, anzi di fare di questo essere contro la ragione stessa della sua presenza sul forum, e nello stesso tempo di accusare di arroganza e di aggressività gli altri, che interpellati più e più volte rispondono sempre e solo con la stessa solfa: "queste sono le mie opinioni personali, ho il diritto di esprimerle liberamente?".
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”
Avatar utente
Dedalus
Messaggi: 12923
Iscritto il: 07 giu 2007 10:57

Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.10 - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda Dedalus » 08 dic 2008 21:34

Wineduck ha scritto:Costoro ci guardano come marziani, invasati ed ossessivi, talmente esagerati da essere convinti che nella vita "ti perdi qualcosa" se non arrivi ad assaggiare un Granbussia 82 o un Monfortino 71. Secondo il mio modesto parere il senso della vita è un altro e dovremmo darci tutti una regolata se non vogliamo diventare degli "zimbelli" imvece che dei rispettabili ed attendibili esperti di uno dei tanti piaceri della vita.


Io di gente che se non ha bevuto Granbussia 82 o Monfortino 71 pensa che gli manchi qualcosa nella vita ancora non ne ho incontrata, e di appassionati veraci del vino ne ho incontrati tanti.

Qualcuno di voi ha incontrato qualcuno di questi, che pensano che il senso della loro vita dipenda da quanto sono buoni i vini che riesce a bere?

Alessandro, sinceramente: a me pare che tu stia proiettando una realtà che davvero non esiste.
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”
Il Comandante
Messaggi: 5946
Iscritto il: 11 giu 2007 13:51

Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.10 - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda Il Comandante » 08 dic 2008 21:56

Dedalus ha scritto:
Wineduck ha scritto:Costoro ci guardano come marziani, invasati ed ossessivi, talmente esagerati da essere convinti che nella vita "ti perdi qualcosa" se non arrivi ad assaggiare un Granbussia 82 o un Monfortino 71. Secondo il mio modesto parere il senso della vita è un altro e dovremmo darci tutti una regolata se non vogliamo diventare degli "zimbelli" imvece che dei rispettabili ed attendibili esperti di uno dei tanti piaceri della vita.


Io di gente che se non ha bevuto Granbussia 82 o Monfortino 71 pensa che gli manchi qualcosa nella vita ancora non ne ho incontrata, e di appassionati veraci del vino ne ho incontrati tanti.


Sigh! Io non ho mai assaggiato nessuno dei due!
Stasera penso che mi suiciderò assumendo una dose letale di Barbaresco Maria Adelaide di Bruno Rocca...
AKA J. L. Picard
"Lungi da me fare la vittima" - unadomanda (ketto reloaded)
Avatar utente
l'oste
Messaggi: 13261
Iscritto il: 06 giu 2007 14:41
Località: campagna

Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.10 - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda l'oste » 08 dic 2008 23:02

Dedalus ha scritto:
l'oste ha scritto:Questo, palesemente, vuole essere solo un parere personale, filtrato dal mio gusto.

Prima o poi qualcuno dovrà spiegarmelo, come possa accadere che la valutazione qualitativa possa pretendere di essere qualcosa di diverso. Perché nel vino non esiste oggettività, ergo le valutazioni non possono che essere personali.

Vallo a dire a chi crede di avere il palato assoluto e la verità nella tastiera.
Credo di aver già spiegato il mio modo di intendere una passione e condividerla.
Ognuno ha il proprio legittimo gusto ed opinioni. Sulla comunicazione formale di essi, secondo me, forse per alcuni sarebbe bene lavorarci sopra. Ricordo che si parla di vino, e che diamine.

PS: Il Gran Bussia '82 l'ho bevuto ani fa e mi è piaciuto tantissimo; il Monfortino '71 pure ma era ossidato. Se mi capita riproverei volentieri.
E adesso basta rompere le balle che in questa osteria si beve e si mangia...
Occhiolino, risata sguaiata e rutto.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini
Avatar utente
marwine
Messaggi: 2768
Iscritto il: 06 giu 2007 15:24
Località: Verona nel cuore

Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.10 - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda marwine » 11 dic 2008 15:54

l'oste ha scritto:
Dedalus ha scritto:
l'oste ha scritto:Questo, palesemente, vuole essere solo un parere personale, filtrato dal mio gusto.

Prima o poi qualcuno dovrà spiegarmelo, come possa accadere che la valutazione qualitativa possa pretendere di essere qualcosa di diverso. Perché nel vino non esiste oggettività, ergo le valutazioni non possono che essere personali.

Vallo a dire a chi crede di avere il palato assoluto e la verità nella tastiera.
Credo di aver già spiegato il mio modo di intendere una passione e condividerla.
Ognuno ha il proprio legittimo gusto ed opinioni. Sulla comunicazione formale di essi, secondo me, forse per alcuni sarebbe bene lavorarci sopra. Ricordo che si parla di vino, e che diamine.

PS: Il Gran Bussia '82 l'ho bevuto ani fa e mi è piaciuto tantissimo; il Monfortino '71 pure ma era ossidato. Se mi capita riproverei volentieri.
E adesso basta rompere le balle che in questa osteria si beve e si mangia...
Occhiolino, risata sguaiata e rutto.


Se scoreggio,mi sbatti fuori? :D
I'm a Veronese man in Bassan

I VOSTRI ETILOMETRI NON FERMERANNO LA NOSTRA SETE (N/≡\V)

Nondum matura est, nolo acerbam sumere
Avatar utente
l'oste
Messaggi: 13261
Iscritto il: 06 giu 2007 14:41
Località: campagna

Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.10 - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda l'oste » 11 dic 2008 15:56

marwine ha scritto:
l'oste ha scritto:E adesso basta rompere le balle che in questa osteria si beve e si mangia...
Occhiolino, risata sguaiata e rutto.


Se scoreggio,mi sbatti fuori? :D

Pur trovando liberatorie certe forme di protesta del nostro corpo, dove c'è vino e cibo non amo i cattivi odori...
Sorriso.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini
Avatar utente
gremul
Messaggi: 12641
Iscritto il: 06 giu 2007 14:01
Località: Lainate (MI), Comabbio (VA)

Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.10 - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda gremul » 11 dic 2008 16:04

io se non avessi bevuto Krug 88 mi sarei perso molto, parlo proprio del senso della vita

ma la mia è una vita principalmente da alcolizzato quindi i miei valori sono questi

come mi sarei perso molto, da amante dei viaggi, se non avessi visto che ne so Venezia o San Francisco
La diversità di ognuno di noi non è un'arma per discriminare, etichettare, ma una ricchezza (P.P. Pasolini)
A Broccolino i rom eravamo noi (M. Pannella)
SIAMO TUTTI STRANIERI
Avatar utente
l'oste
Messaggi: 13261
Iscritto il: 06 giu 2007 14:41
Località: campagna

Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.10 - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda l'oste » 11 dic 2008 16:07

gremul ha scritto:io se non avessi bevuto Krug 88 mi sarei perso molto, parlo proprio del senso della vita

ma la mia è una vita principalmente da alcolizzato quindi i miei valori sono questi

come mi sarei perso molto, da amante dei viaggi, se non avessi visto che ne so Venezia o San Francisco

Interessante, ma non capisco la relazione con le "arie"...

Comunque, comunicazione ot: habemus agnus!
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini
Il Comandante
Messaggi: 5946
Iscritto il: 11 giu 2007 13:51

Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.10 - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda Il Comandante » 11 dic 2008 16:09

l'oste ha scritto:Comunque, comunicazione ot: habemus agnus!


Sì, ma attenzione che superior stabat lupus!

(leggi: Aldo da solo se ne magna metà)
AKA J. L. Picard
"Lungi da me fare la vittima" - unadomanda (ketto reloaded)
Avatar utente
l'oste
Messaggi: 13261
Iscritto il: 06 giu 2007 14:41
Località: campagna

Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.10 - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda l'oste » 11 dic 2008 16:10

Il Comandante ha scritto:
l'oste ha scritto:Comunque, comunicazione ot: habemus agnus!


Sì, ma attenzione che superior stabat lupus!

(leggi: Aldo da solo se ne magna metà)


Urca, è vero, lupus in tabula...
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini
Il Comandante
Messaggi: 5946
Iscritto il: 11 giu 2007 13:51

Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.10 - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda Il Comandante » 11 dic 2008 16:15

Timeo genoanos etiam dona ferentes!
AKA J. L. Picard
"Lungi da me fare la vittima" - unadomanda (ketto reloaded)
Avatar utente
l'oste
Messaggi: 13261
Iscritto il: 06 giu 2007 14:41
Località: campagna

Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.10 - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda l'oste » 11 dic 2008 16:17

Il Comandante ha scritto:Timeo genoanos etiam dona ferentes!

Applausi, una delle mie frasi preferite (con i greci/danaos al posto dei genoani, chiaramente).
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini
Avatar utente
gremul
Messaggi: 12641
Iscritto il: 06 giu 2007 14:01
Località: Lainate (MI), Comabbio (VA)

Re: CRONACHE D'OSTERIA - pag.10 - Talis vinis, no talebanis

Messaggioda gremul » 11 dic 2008 16:21

aho ma come siete colti in questo thread!!
La diversità di ognuno di noi non è un'arma per discriminare, etichettare, ma una ricchezza (P.P. Pasolini)
A Broccolino i rom eravamo noi (M. Pannella)
SIAMO TUTTI STRANIERI

Torna a “Vino&Co.: polemiche e opinioni”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: littlewood, Ludi, Stefano-zaccarini e 335 ospiti