Dedalus ha scritto:Sinceramente penso che se uno ha in mente solo lo stereotipo del Nebbiolo più austero e tradizionale, o ha un gusto personale estremamente stretto (e può anche essere, pur se piuttosto raro in natura), oppure equivoca gravemente il concetto di qualità applicato al vino, che se varia per terroir varia anche per vitigno, altroché.
Mi piacerebbe che si abbandonasse questa categoria dialettica della talebanità, che fa solo male alla reciproca comprensione e spesso alla fine si scopre che i talebani in Italia non esistono nemmeno... più o meno come in politica.
Parole equilibrate, che in sostanza condivido.
Ma, conoscendomi, non dovresti parlare a me di talebanità; sono un bevitore di quasi mezza età, che ha abbandonato da tempo ideologie e miti assoluti e inderogabili nel mondo del vino. Bevo con piacere barbera come Roumier e non mi metto in posa rigida prevenuta nemmeno di fronte ad un merlot in purezza.
Mi piace anche variare le bottiglie, gli stili e i vitigni, preferendo il sole della varietà gustativa al nebbioloso estremismo di alcune posizioni.
Oggi, infatti, ad esempio, due bellissime barbera, un lagrein e un tempranillo...