CRONACHE D'OSTERIA

Uno spazio per tutti, esperti o meno, appassionati o semplicemente incuriositi dall'affascinante mondo del vino: domande, idee, opinioni...
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l'oste
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Messaggioda l'oste » 31 ott 2008 11:28

il chiaro ha scritto:Peccato che la bottiglia di De Gressac non fosse a posto, è un vino che mi piace molto con delle belle note animali e carnose solitamente. Ieri mi sembrava di esser tornato all'oratorio a bere spuma.

Best taste della serata decisamente il cahors di cedre, davvero un mastino.
Peccato per Palmucci, ma possiamo anche dire che in batteria aveva due gran bei vini con i quali lottare.
Cavalleri l(m)ento e spento :D :D :D
Il weissburgunder crucco mi è piaciuto parecchio nonostante un resido zuccherino importante.

Al rientro un bel caffè in zona Dalmine e passa la paura :D :D :D

Sei un treno chiaro, a me ci sarebbbe voluto un tuffo nel caffè...
Sorrisone.

Incredibile davvero De Gressac, era così forte il chinotto che non si sentiva l'alcol.
Chateau du Cedre è un vino quasi "antico", che ti sfida. Quel tannino era davvero bidimensionale. Tra l'altro solo 12,5°, non è facile trovarne così completi, io poi generalmente, preferisco i vini sotto i 14°.
Il tedesco era davvero buono, me lo immagino tra qualche anno, potrebbe diventare anche parecchio complesso.
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Messaggioda l'oste » 02 nov 2008 16:27

Weekend con compleanno della mia metà, qualche bella bottiglia.

Venerdì
con zuppa di pesce uno Charmes Chambertin del Domaine Arlaud.
Scrivo due ricordi di qualche anno fa, visita molto piacevole; bella famiglia, cavalli, gente semplice e sana, bei vini, prezzi decisamente abbordabili. Ricordo che il figlio, tra le chiacchere, mi disse della sua "passione" per lo stile di madame Leroy.
Mi fecero provare anche il loro Bonnes-Mares, che mi colpì molto e che da allora ho cercato senza successo, dato che ne imbottigliano solo 3 botti.
Secondo me è una buona azienda "bio", poco fuori Morey St.Denis, (su Rue Epernay), dove fanno tutti i grand cru di Morey, qualche 1er e hanno parcelle anche a Chambolle. Poi, appunto, lo Charmes Chambertin, spesso considerato uno dei "minori" tra i G.C.di Gevrey Chambertin. Personalmente non ho molte bevute del cru per una casistica, ricordo molto buono un 2002 di Dugat-Py e di Serafin, un recente di '04 di Perrot.Minot "dolcioso" ma saporitissimo mentre non molto emozionanti le due esperienze con Rousseau e una con Lignier. Pessimo ricordo di un vecchio Jadot e un anonimo Tortochot '01. Come detto poche bottiglie, mi piacerebbe assaggiare un giorno lo Charmes di Claude Dugat, del quale adoro lo stile ma poco i prezzi proibitivi dei grand cru.


Charmes Chambertin 2001 - Arlaud

Colore rubino scarico non limpidissimo.
Naso non esplosivo, ma col campionario completo dei descrittori, dal ribes alla ciliegia carnosa, spezie, un sentore balsamico, liquirizia. Il tutto ben fuso, amalgamato, nessun aroma predomina invadente, c'è finezza. Peccato solo che durante la serata, ogni tanto prenda una pausa, (l'annata?) ma basta una girata di bicchiere e si sveglia. In bocca tiene a lungo, carnoso, leggermente affumicato con acidità ben presente. I tannini mi ricordano vagamente la langa per fermezza, con una veste però più setosa da pinonuar. Mi vien da pensare Charmes al naso e Chambertin al palato. Piaciuto.

(continua)
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Messaggioda l'oste » 02 nov 2008 20:56

Sabato
con salmone selvaggio crudo/affumicato con panna acida e gnocchi alla fonduta con verze croccanti e tocchetti di maialino

Nature 2004 - S.Stocker
Tra le bolle italiane che preferisco, rinfresca sia con i profumi ricchi, che con un'acidità ricca e bocca "champagnosa".

Domaine de Chevalier 1995 - Pessac-Leognan
Inizialmente su tonalità molto granata e anche il naso mostra una leggera evoluzione. Decanter con delicatezza e un po' cambia, soprattutto al naso.
Si sgranchisce, butta via la polvere dal vestito ed escono tabacco, cioccolato e sentori ferrosi di canna di fucile. Purtroppo mancano l'intensità e il frutto, solo un accenno sottospirito ma non molto nitido. Meglio la bocca, cremosa, tannino morbido ma abbastanza ritto. Chiude speziato non lunghissimo. Il giudizio risente della bottiglia al suo fianco. Piaciutino.

Sassicaia 1995 . Tenuta San Guido
Sono alla quinta bevuta del millesimo e ogni volta è riuscito a stupirmi.
Da giovane per la croccantezza del frutto e per quel senso di leggerezza potente che sprigionava. Questo non aveva più la freschezza totale dei precedenti, purtroppo, ma mi ha colpito per l'evoluzione "territoriale", verso i toni di spezia e macchia mediterranea, proprio un vino toscano. Ampio al naso, ribes, balsamico e affumicato, molto più pulito del precedente (entrambi hanno 12° in etichetta).
In bocca prende il centro e non lo lascia, balsamico e solo leggermente affumicato nel finale. Nell'ordine dopo l'88 e '85, il mio preferito post 1980. Piaciuto molto.

---

Domenica
a pranzo con un polletto al forno con patate e topinambour

Chianti Classico ris. Viacosta 2001 - Rodano
credo uno dei vini meno "relativista" del forum. Una sicurezza.
Colore rubino ricco, naso pieno e fresco, inizia floreale poi erbe, poi terra, sembra solidificarsi, modificando man mano i sentori descrittivi. Bocca rotonda, con acidità educata ma attenta e tannino finissimo. Finale dolce piacevole lungo il giusto. Piaciuto.
Lo finiremo stasera con due spaghetti...

Buon weekend-compleanno.
Sorriso.
Bacio.
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Messaggioda diego » 02 nov 2008 22:02

l'oste ha scritto:Weekend con compleanno della mia metà, qualche bella bottiglia.



Auguri a lei...e complimenti per la mangiata/bevuta....
Esiste una finestra specifica per esprimere compiutamente il carattere del territorio: sopra una certa resa per ettaro tale carattere si spegne, ma lo stesso accade anche sotto una certa resa per ettaro.
(Lalou Bize Leroy)
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Messaggioda gremul » 03 nov 2008 12:52

Andrea credo che sia l'uomo che festeggia più compleanni vari, tra parenti, amici ecc ecc, di tutti!!! :lol: :lol:

p.s. auguri alla tua gentilissima Signora :)
La diversità di ognuno di noi non è un'arma per discriminare, etichettare, ma una ricchezza (P.P. Pasolini)
A Broccolino i rom eravamo noi (M. Pannella)
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Messaggioda MCSE » 03 nov 2008 12:56

l'oste ha scritto:Sabato


Sassicaia 1995 . Tenuta San Guido
Sono alla quinta bevuta del millesimo e ogni volta è riuscito a stupirmi.
Da giovane per la croccantezza del frutto e per quel senso di leggerezza potente che sprigionava. Questo non aveva più la freschezza totale dei precedenti, purtroppo, ma mi ha colpito per l'evoluzione "territoriale", verso i toni di spezia e macchia mediterranea, proprio un vino toscano. Ampio al naso, ribes, balsamico e affumicato, molto più pulito del precedente (entrambi hanno 12° in etichetta).
In bocca prende il centro e non lo lascia, balsamico e solo leggermente affumicato nel finale. Nell'ordine dopo l'88 e '85, il mio preferito post 1980. Piaciuto molto.

---



Ciao bevuto anche io recentemente e propio me lo ricordo diverso....il naso era parecchio evoluto e balsamico....in bocca mancava di durezze e frutto....... ma era ricco di una acidità molto pronunciata.

Peccato era l'unica che aveva mio padre......
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Messaggioda l'oste » 03 nov 2008 15:47

gremul ha scritto:Andrea credo che sia l'uomo che festeggia più compleanni vari, tra parenti, amici ecc ecc, di tutti!!! :lol: :lol:

p.s. auguri alla tua gentilissima Signora :)

E' che i compleanni sono tutti concentrati in estate-autunno e poi siamo una grande tribù.
Una tribù che beve, ooh oh...

Grazie per gli auguri anche a diego.
Riferirò.
Sorriso.
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Messaggioda l'oste » 06 nov 2008 11:39

Con Champions leaugue, polli allo spiedo e patatine fritte qualche semplice e "divertente" pinot noir

Pinot noir 2006 - Terlano
bel colore rubino luminoso, profumi fruttati di fragoline e lamponi, ben definiti e molto puliti. Bella bocca giovane, ma di buona acidità e mineralità non eccessiva (spesso presente si pn atesini). Piaciuto.

Blauburgunder Unterortl 2005 - Castel Juval
ormai finita la prima cassettina, ora inizia a tirar fuori la complessità, profumi ricchi e "morbidi", fruttini ma anche spezie, un velato incenso. Bocca piena, bellissima bevibilità, finale che riporta il sapore dolce del frutto, bella persistenza. Piaciuto.

Fixin 2005 - Domaine Bart
colore molto più scuro dei precedenti (spesso riscontrato nei vini di Bart), frutto e spezie non ampissimi ma ben riconoscibili, bocca un po' rustica, forse anche un po' indietro, bella acidità ed equilibrio naso/bocca e finale fruttato e lungo. Piaciuto.



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- rubrica musica e vino
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Messaggioda Aramis » 06 nov 2008 11:46

l'oste ha scritto:Fixin 2005 - Domaine Bart
colore molto più scuro dei precedenti (spesso riscontrato nei vini di Bart), frutto e spezie non ampissimi ma ben riconoscibili, bocca un po' rustica, forse anche un po' indietro, bella acidità ed equilibrio naso/bocca e finale fruttato e lungo. Piaciuto.


Tipico anche dei Fixin rispetto ai Marsannay; il comune confina con Gevrey e si sente. Intanto ha diversi Premier Cru, a differenza di Marsannay, e una certa rusticità di fondo.
"L’appellation d’origine constitue un patrimoine collectif, et ne peut donc pas être la propriété d’opérateurs économiques à titre privatif, contrairement à une marque, par exemple." (INAO, Institut National des Appellations d'Origine)
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Messaggioda l'oste » 06 nov 2008 12:09

Aramis ha scritto:
l'oste ha scritto:Fixin 2005 - Domaine Bart
colore molto più scuro dei precedenti (spesso riscontrato nei vini di Bart), frutto e spezie non ampissimi ma ben riconoscibili, bocca un po' rustica, forse anche un po' indietro, bella acidità ed equilibrio naso/bocca e finale fruttato e lungo. Piaciuto.


Tipico anche dei Fixin rispetto ai Marsannay; il comune confina con Gevrey e si sente. Intanto ha diversi Premier Cru, a differenza di Marsannay, e una certa rusticità di fondo.

Spesso ho trovato i Marsannay di frutto più "scuro" mentre anche nei 1er di Fixin di Bart (Hervelets), parecchia rusticità vegetal-minerale. Magari Bart non diraspa sempre.
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Messaggioda Alberto » 09 nov 2008 18:52

marcolandia ha scritto:Cinqueterre Sciacchettrà ris. 00 - Forlini Cappellini
E questa bestiolina, com'era? :roll:
Should auld acquaintance be forgot, and never brought to mind?
Should auld acquaintance be forgot, and days of auld lang syne?

For auld lang syne, my dear, for auld lang syne,
we'll tak a cup o' kindness yet, for days of auld lang syne.
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Messaggioda l'oste » 09 nov 2008 21:59

Alberto ha scritto:
marcolandia ha scritto:Cinqueterre Sciacchettrà ris. 00 - Forlini Cappellini
E questa bestiolina, com'era? :roll:

Spero che altri tra i partecipanti, più devoti a questa tipologia, ti possano dire di più.
Per quanto ricordo dato che è arrivato alla fine di una maratona di 12 bottiglie in 5, aveva bei profumi di miele e propoli, floreali, non troppo cremoso, nè grasso in bocca. Bella acidità che lo rende più agile rispetto a parecchi vini dolci italiani che ho provato.
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Messaggioda marcolandia » 10 nov 2008 10:41

l'oste ha scritto:
Alberto ha scritto:
marcolandia ha scritto:Cinqueterre Sciacchettrà ris. 00 - Forlini Cappellini
E questa bestiolina, com'era? :roll:

Spero che altri tra i partecipanti, più devoti a questa tipologia, ti possano dire di più.
Per quanto ricordo dato che è arrivato alla fine di una maratona di 12 bottiglie in 5, aveva bei profumi di miele e propoli, floreali, non troppo cremoso, nè grasso in bocca. Bella acidità che lo rende più agile rispetto a parecchi vini dolci italiani che ho provato.


Quoto, l'acidità è una delle caratteristiche che differenzia i passiti normali e banalotti da quelli con una marcia in più, e anche il mio discriminante principale nel giudicarli.

Questo aveva una bella acidità viva e un complessità non indifferente. Beva clamorosa, molto buono veramente!
Marco Grossi
Jó bornak nem kell cégér.

Adoss!!!!!
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Messaggioda l'oste » 10 nov 2008 18:03

Non avendo tempo oggi di raccontare le bottiglie (e le cibarie) del weekend, posto un racconto, sperando sia gradito.


LA FESTA, LO SCEMPIO

Aspettavo da tanto la festa per i 18 anni di Marco nella villa dei genitori. Lui era un po' più grande e soprattutto abitava in una reggia.
Siamo stati tutti, almeno una volta, nella casa di qualcuno mega-ultra-ricco. Luoghi in cui non manca nulla, anzi tutto è superlativo nel superfluo, quindi, per degli adoloescenti, praticamente un parco giochi.
C'era il grande parco, il campo da tennis, la piscina, il campetto da basket e quello per il calcetto, persino una pista da motocross e una vasca idromassaggio a tre posti, illuminata di notte.
Inoltre, alle feste di quel tenore economico, ci sono sempre ragazze bellissime, vestite a modo e moda, ma irraggiungibili, in genere sempre innamorate di uno più grande che fa quegli sport super esclusivi tipo surf sulla moto trainata da leoni o free climbing con aquila viva nello zaino.
Comunque sia, quelle piccole donne mettevano nelle nostre vene adolescenti un'euforia frenetica, che solo ad averla provata si capisce quanta adrenalina e testoterone scateni.
Infatti, anche se inizialmente era un party educatamente moderato, all'arrivo degli alcoolici il freno inibitore iniziò ad allentarsi.
Ricordo che era di tendenza il gin in tutte le declinazioni, da fizz a tonic persino sour con lime (il limone trendy). Poi c'era birra, rum e cocacola e iniziammo tutti a ballare la musica che saliva di volume, urlando come selvaggi.
Ovvia...una classica festa di diciottenni, no?
Ad un certo punto con altri due amici e il festeggiato entrammo in casa a prendere da mangiare e a giocare a biliardo tirandoci i tramenzzini, quando, ad un certo punto, ci accorgemmo che avevamo i bicchieri vuoti; fu allora che Marco, quasi ubriaco, ci disse di seguirlo che voleva farci provare qualcosa di speciale. Scendemmo una rampa di scale con esaltazione, fino a trovarci davanti una porta di legno massiccio chiusa da un lucchetto.
Marco prese la chiave da un nascondiglio e l'aprì, rivelandoci una cantina stupenda.
Laggiù il padre del nostro amico aveva raccolto bottiglie di ogni annata, formato e provenienza.
Erano sistemate in orizzontale negli scaffali di legno, con etichette appese al collo per indicarne nome e anno, soprattutto vini rossi, molti francesi con etichette eleganti e nobili, un mondo esclusivo e ordinato avvolto dal silenzio. Fu lo stesso padrone di casa, già palesemente alticcio, ad iniziare ad aprire uno di quegli scrigni impolverati e a buttarsi nel gozzo il nettare, senza bicchiere, senza aspettare, giù a garganella come una cocacola. Nella mia memoria restano impressi i momenti in cui trattavamo quelle delicate bottiglie come lattine qualsiasi, ricordo i nomi, che quella sera storpiavamo, ridendo da veri deficienti..." Chatò Lafitte, ah, si, ho una fitt qui al costat...ah ah...dai apri questo, deve essere amaro, si chiama Petrus...blahhh è pieno di fondo, dai aprine un'altra quella lì con l'etichetta con su il castello oppure quello lì dev'essere frizzante c'è scritto Gaja...dai si è del '69, il tuo anno, aspetta bella questa... senti che nome...Sassicaia, ci son dentro i sassi..." e qui vorrei glissare sul resto dello scempio, dato che andammo avanti così per almeno un'oretta.
Divenne famosa quella festa per l'enorme casino che avvenne poi.
I genitori che si telefonavano freneticamente, il padre del festeggiato incazzato come un orco, minacce di denuncia, risarcimenti organizzati, almeno una dozzina di bottiglie rarissime stappate e tracannate e per i colpevoli punizioni epiche. Niente più feste, niente moto e addio vacanze.
Solo ora, anni dopo, capisco la rabbia di quel papà, e come mi girano a pensare che ho "bevuto" delle divinità così superficialmente senza esserne conscio, preparato.
Conservo un solo ricordo legato ai sapori di quella serata, quando alla fine della festa ho baciato Maria e lei mi ha detto: "'...dai...'sta su di dosso che puzzi di vino..."

*Ogni riferimento a fatti e persone non è, purtroppo, casuale.
Casomai solo un poco romanzato.
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Messaggioda l'oste » 11 nov 2008 12:28

Nel weekend, con pietanze varie (da riprovare assolutamente aringhe e polenta bianca con semi di zucca e un piatto "inventato" domenica, l'orzo "risottato" con cavolo nero e cotenna croccante).

Pergole Torte 1995
Colore rosso rubino luminoso, guizzi di granato. Naso non debordante, educato, sussurra spezie, si sente un frutto scuro dal vago sapor di cioccolato. Non è ricchissimo di descrittori, ma si sente la toscana nettamente.
In bocca l'acidità è illuminante, rende veemente l'accesso al palato e chiude lasciando una sensazione di croccantezza. Piaciuto molto.

Pergole Torte 1998
Rispetto al '95 il colore è più rosso sanguigno, anche più chiaro. I sentori al naso, puliti e piacevoli, non si delineano in modo evidente. Si sente il frutto, anche un'eco di cipria. In bocca è più rotondo del precedente, meno persistente nel finale, comunque chiude preciso, lineare. Bevibilità , al solito, sfrenata. Piaciuto

Barbaresco Santo Stefanetto 2004 - Piero Busso
Rispetto alle altre annate e cru di Busso bevute, mi ha colpito la "grossezza", molto meno "diluito" del solito. Al naso è ancora compresso, non vengono fuori netti i profumi del nebbiolo.
In bocca è ricco, pieno, anche dolce, tannini ben integrati (più pronto in bocca che al naso?) solo un filo d'alcol in eccesso. Persistenza bella lunga. Piaciuto, spero il naso piacerà di più in futuro.

Barbaresco 2004 - Produttori di Barbaresco
Colore rubino scuro, nuances porpora scure. Olfattivamente è più definito di Busso, ma anche meno mobile, resta sul registro di radici e fiori secchi.
Entra in bocca con un pelo di irruenza, ma poi si espande più rilassato. E' già la seconda bottiglia che bevo, ma ancora non mi ha fatto innamorare. Piaciutino.

NSG 1er les Rues de Chaux 2006 - Chicotot
Colore rubino scarico, naso ricco di fruttini giovani, fragoline, alla lunga un po' monotone ma piacevoli. Manca la complessità, non la bevibilità. Infatti in bocca è corrispondente, dolce e croccante. Erode o non Erode, certe volte capisco chi ama i pinot noir molto giovani. Piaciutello.
Ultima modifica di l'oste il 12 nov 2008 02:28, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Il Comandante » 11 nov 2008 12:36

Non ho capito la scala: "piaciutino" è di più o di meno di "piaciutello"?
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Messaggioda Deruj » 11 nov 2008 12:41

Il Comandante ha scritto:Non ho capito la scala: "piaciutino" è di più o di meno di "piaciutello"?

meno, cara.
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Messaggioda l'oste » 11 nov 2008 12:48

Il Comandante ha scritto:Non ho capito la scala: "piaciutino" è di più o di meno di "piaciutello"?

Piaciutino sottintende una minima e vaga delusione, mi aspettavo qualcosa di più.
Piaciutello invece è di un vino che pur non raggiungendo l'eccellenza per manico/cru/tipologia, ha fatto il suo dovere, soprattutto per la bevibilità.
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Messaggioda omarkhayyam » 11 nov 2008 12:50

l'oste ha scritto:Non avendo tempo oggi di raccontare le bottiglie (e le cibarie) del weekend, posto un racconto, sperando sia gradito.


LA FESTA, LO SCEMPIO

Aspettavo da tanto la festa per i 18 anni di Marco nella villa dei genitori. Lui era un po' più grande e soprattutto abitava in una reggia.
Siamo stati tutti, almeno una volta, nella casa di qualcuno mega-ultra-ricco. Luoghi in cui non manca nulla, anzi tutto è superlativo nel superfluo, quindi, per degli adoloescenti, praticamente un parco giochi.
C'era il grande parco, il campo da tennis, la piscina, il campetto da basket e quello per il calcetto, persino una pista da motocross e una vasca idromassaggio a tre posti, illuminata di notte.
Inoltre, alle feste di quel tenore economico, ci sono sempre ragazze bellissime, vestite a modo e moda, ma irraggiungibili, in genere sempre innamorate di uno più grande che fa quegli sport super esclusivi tipo surf sulla moto trainata da leoni o free climbing con aquila viva nello zaino.
Comunque sia, quelle piccole donne mettevano nelle nostre vene adolescenti un'euforia frenetica, che solo ad averla provata si capisce quanta adrenalina e testoterone scateni.
Infatti, anche se inizialmente era un party educatamente moderato, all'arrivo degli alcoolici il freno inibitore iniziò ad allentarsi.
Ricordo che era di tendenza il gin in tutte le declinazioni, da fizz a tonic persino sour con lime (il limone trendy). Poi c'era birra, rum e cocacola e iniziammo tutti a ballare la musica che saliva di volume, urlando come selvaggi.
Ovvia...una classica festa di diciottenni, no?
Ad un certo punto con altri due amici e il festeggiato entrammo in casa a prendere da mangiare e a giocare a biliardo tirandoci i tramenzzini, quando, ad un certo punto, ci accorgemmo che avevamo i bicchieri vuoti; fu allora che Marco, quasi ubriaco, ci disse di seguirlo che voleva farci provare qualcosa di speciale. Scendemmo una rampa di scale con esaltazione, fino a trovarci davanti una porta di legno massiccio chiusa da un lucchetto.
Marco prese la chiave da un nascondiglio e l'aprì, rivelandoci una cantina stupenda.
Laggiù il padre del nostro amico aveva raccolto bottiglie di ogni annata, formato e provenienza.
Erano sistemate in orizzontale negli scaffali di legno, con etichette appese al collo per indicarne nome e anno, soprattutto vini rossi, molti francesi con etichette eleganti e nobili, un mondo esclusivo e ordinato avvolto dal silenzio. Fu lo stesso padrone di casa, già palesemente alticcio, ad iniziare ad aprire uno di quegli scrigni impolverati e a buttarsi nel gozzo il nettare, senza bicchiere, senza aspettare, giù a garganella come una cocacola. Nella mia memoria restano impressi i momenti in cui trattavamo quelle delicate bottiglie come lattine qualsiasi, ricordo i nomi, che quella sera storpiavamo, ridendo da veri deficienti..." Chatò Lafitte, ah, si, ho una fitt qui al costat...ah ah...dai apri questo, deve essere amaro, si chiama Petrus...blahhh è pieno di fondo, dai aprine un'altra quella lì con l'etichetta con su il castello oppure quello lì dev'essere frizzante c'è scritto Gaja...dai si è del '69, il tuo anno, aspetta bella questa... senti che nome...Sassicaia, ci son dentro i sassi..." e qui vorrei glissare sul resto dello scempio, dato che andammo avanti così per almeno un'oretta.
Divenne famosa quella festa per l'enorme casino che avvenne poi.
I genitori che si telefonavano freneticamente, il padre del festeggiato incazzato come un orco, minacce di denuncia, risarcimenti organizzati, almeno una dozzina di bottiglie rarissime stappate e tracannate e per i colpevoli punizioni epiche. Niente più feste, niente moto e addio vacanze.
Solo ora, anni dopo, capisco la rabbia di quel papà, e come mi girano a pensare che ho "bevuto" delle divinità così superficialmente senza esserne conscio, preparato.
Conservo un solo ricordo legato ai sapori di quella serata, quando alla fine della festa ho baciato Maria e lei mi ha detto: "'...dai...'sta su di dosso che puzzi di vino..."

*Ogni riferimento a fatti e persone non è, purtroppo, casuale.
Casomai solo un poco romanzato.


Certo si storie così ne sono accadute anche altre.

Di certo i ricchi e i figli dei ricchi sono sprovveduti.

Io a 18 anni conoscevo bene il Sassicaia e anche i principali Chateaux brdolesi...... soprattutto di nome e di valore.
I miei figli ben prima dei 18 anni hanno conosciuto quei vini, il loro valore e a volte anche il loro profilo organolettico.
Questi ricchi che collezionano grandi bottiglie e non le condividono con i figli meritano forse un simile saccheggio.
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Messaggioda l'oste » 11 nov 2008 12:54

omarkhayyam ha scritto:Certo si storie così ne sono accadute anche altre.

Di certo i ricchi e i figli dei ricchi sono sprovveduti.

Io a 18 anni conoscevo bene il Sassicaia e anche i principali Chateaux brdolesi...... soprattutto di nome e di valore.
I miei figli ben prima dei 18 anni hanno conosciuto quei vini, il loro valore e a volte anche il loro profilo organolettico.
Questi ricchi che collezionano grandi bottiglie e non le condividono con i figli meritano forse un simile saccheggio.

Ci vuole educazione, nel vino come nella vita.
A volte chi non sa il valore delle cose, non le apprezza compiutamente.
Il padre del mio amico era un grande intenditore e crescendo abbiamo bevuto insieme con molta ritualità e sentimento.
Il problema è che a 18 anni a volte, pensi ad altre cose e fai qualche stron@ata...

Ti è piaciuto il racconto?
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omarkhayyam
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Messaggioda omarkhayyam » 11 nov 2008 13:02

l'oste ha scritto:
omarkhayyam ha scritto:Certo si storie così ne sono accadute anche altre.

Di certo i ricchi e i figli dei ricchi sono sprovveduti.

Io a 18 anni conoscevo bene il Sassicaia e anche i principali Chateaux brdolesi...... soprattutto di nome e di valore.
I miei figli ben prima dei 18 anni hanno conosciuto quei vini, il loro valore e a volte anche il loro profilo organolettico.
Questi ricchi che collezionano grandi bottiglie e non le condividono con i figli meritano forse un simile saccheggio.

Ci vuole educazione, nel vino come nella vita.
A volte chi non sa il valore delle cose, non le apprezza compiutamente.
Il padre del mio amico era un grande intenditore e crescendo abbiamo bevuto insieme con molta ritualità e sentimento.
Il problema è che a 18 anni a volte, pensi ad altre cose e fai qualche stron@ata...

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Sì, un buon dono della sintesi con dovizia di particolari, complimenti per la prosa.
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gremul
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Messaggioda gremul » 11 nov 2008 13:33

l'oste ha scritto:
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Colore rubino scarico, naso ricco di fruttini giovani, fragoline, alla lunga un po' monotone ma piacevoli. Manca la complessità, non la bevibilità. Infatti in bocca è corrispondente, dolce e croccante. Erode o non Erode, certe volte capisco chi ama i pinot noir molto giovani. Piaciutello.


e te ne tocca un'altra boccia! :D
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Messaggioda l'oste » 11 nov 2008 15:04

gremul ha scritto:
l'oste ha scritto:
NSG 1er les Rues de Chaux 2006 - Chicotot
Colore rubino scarico, naso ricco di fruttini giovani, fragoline, alla lunga un po' monotone ma piacevoli. Manca la complessità, non la bevibilità. Infatti in bocca è corrispondente, dolce e croccante. Erode o non Erode, certe volte capisco chi ama i pinot noir molto giovani. Piaciutello.


e te ne tocca un'altra boccia! :D

Merci mon ami.
Sorriso.
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Messaggioda l'oste » 17 nov 2008 02:31

Tra le bottiglie del weekend, due 1992 piaciuti davvero.
Uno era uno chardonnay, non italiano, grassottello ma non dolcelegno, in bocca sembrava di mangiare uva, un po' minerale persino e dalla persistenza lunghissima.
Il rosso era un cabernet italiano, ricchissimo di spezie e erbe, (anche origano ad un certo punto) e di pulizia estrema.

Poi il Gattinara ris. 2001 di Travaglini mi è piaciutino, un po' troppo alcolico al naso, mentre in bocca più piacevole anche se ancora parecchio giovane.
C'erano anche altri vini meno interessanti, ma era un weekend tra non appassionati.
C'erano quasi più bianchi di rossi, figuriamoci...
Gli ossi buchi con gremolada e risotto giallo invece erano davvero molto buoni.
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Messaggioda vinogodi » 17 nov 2008 09:00

... bellissimo racconto . Non mi ci rivedo ma mi ritornano ricordi adolescenziali ,soprattutto del nonno , facoltoso ma non ricco , che dilapidava tutto in figa e vino e che mi accompagnò nei primi anni di cammino alla conoscenza al berealto , anche con metodi traumatici , come impormi vini che non apprezzavo e che lui riteneva ( a ragione) sommi o da evitare . La tenerezza di certi momenti , in un uomo così duro di natura , ancora me la ricordo con grandissimo trasporto . Di scempi veri e propri non ne ho mai perpetrato , se per tanti il vino è stata una passione acquisita , io ci sono nato e cresciuto : quindi mai eccessi ( non mi sono mai ubriacato in vita mia) e mai sciocchezze , se non "parzialmente consapevoli" , come l'apertura in una sera di una mezza dozzina di DRC degli anni quaranta-cinquanta , assolutamente non apprezzati da nessuno degli amichetti presenti ( avevamo sedici anni) , e sostituiti , dopo averli lavandinati , con un tot di Bordeaux di prima della guerra , con soddisfazioni e libidini immense ...
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