The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2023-24

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zampaflex
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... summer 2019

Messaggioda zampaflex » 17 ott 2019 20:29

Konstantin_Levin88 ha scritto:Però dai, Marengo sopra Guigal non si può vedere...

Colpa di qualche voto malandrino :mrgreen:
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... summer 2019

Messaggioda zampaflex » 17 ott 2019 20:31

Alberto ha scritto:Domanda banale...bottiglie coperte o scoperte? :roll:

Non solo coperte, la valletta (nuda, così ci siamo distratti) le ha mischiate nelle batterie.
Solo Ale sapeva quali vini ci sarebbero stati, ma non in che ordine.
Indizi, quasi nessuno.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... summer 2019

Messaggioda maxer » 17 ott 2019 21:36

Alberto ha scritto:
maxer ha scritto:
Wineduck ha scritto:... i bravi degustatori dovrebbero essere capaci di riconoscere la grandezza di un vino anche in gioventù ... potete stare certi che scatteranno diverse "purghe staliniste" ...

..... mi sento proprio una merdaccia :cry: .....

me lo merito il Gulag, me lo merito !

I Gulag...che poi è l'anagramma di...

..... dopo un lungo e animato confronto con l' amico Stefano ( Bartezzaghi ), abbiamo faticosamente concordato che la soluzione coincide con quel giovane vino francese incompreso, la cui valutazione é attualmente oggetto di furiose e insanabili polemiche .....

ulteriore anagramma : GAGIUL
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... summer 2019

Messaggioda Vinos » 18 ott 2019 07:45

arnaldo ha scritto:landonne 06 di Guigal era,come pure Serein Noire 05 di gangloff, straordinariamente GIOVANE, tanto giovane. Purpureo/violaceo alla vista ( e gia' li' capisci molto), al naso note di mora,gelso con tratti ancora quasi vinosi (zio billi)...era impossibile non capire che era indietro. Quindi da qualcuno abituato agli anni 80/90 figuriamoci.....tantopiu' schierato assieme ad altri.........perchè invece se lo bevi da solo, a palato resettato, sorbole che buono....94/100 ah ah ah ah ah :lol: :lol: :lol:


Aldo vorrei solo ricordarti che alla Landonne di Guigal hai dato un voto bassissimo, per poi ricrederti a bottiglia scoperta...
Di landonne giovani ho bevuto 00/01/2004/2008, tutte più buone di questa 2006 che in questo momento è molto sul frutto, ha poca mobilità e dá poche soddisfazioni, magari tra 10/20 anni sará un’altra cosa, ma l’abbiamo valutata adesso ed io risultato è stato quello....
Sia gerin che rostaing erano vini migliori per tutti, quindi c’è poca filosofia da fare....
Ps 2006 per me è un’annata che in questo momento in rodano fa godere, vedi rostaing, gerin, allemand( sia chaillot che reynard) rayas, chave, jamet( sia cote rotie che cote brune), geynale di michel, fonsalette, château des tours vacqueyras. ... per ora solo la landonne 2006 e brunel cuvee centenaire 2006 non mi hanno convinto....
Anche gangloff 2005 era giovanissimo, ma decisamente più buono di guigal in questo momento... infatti ha avuto un punteggio maggiore....
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... summer 2019

Messaggioda arnaldo » 18 ott 2019 18:01

Landonne 06 guidal ho dato 88/100 (chiedo conferma ad Ale). 88/100 è un voto molto alto,non dimentichiamolo. Facile che nei prossimi decenni sia destinato a salire. 8)
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... summer 2019

Messaggioda arnaldo » 18 ott 2019 18:03

ZEL WINE ha scritto:
arnaldo ha scritto:landonne 06 di Guigal era,come pure Serein Noire 05 di gangloff, straordinariamente GIOVANE, tanto giovane. Purpureo/violaceo alla vista ( e gia' li' capisci molto), al naso note di mora,gelso con tratti ancora quasi vinosi (zio billi)...era impossibile non capire che era indietro. Quindi da qualcuno abituato agli anni 80/90 figuriamoci.....tantopiu' schierato assieme ad altri.........perchè invece se lo bevi da solo, a palato resettato, sorbole che buono....94/100 ah ah ah ah ah :lol: :lol: :lol:


tra un landonne 06 e un landonne 85 88 ci sono 10 punti uso ridere. anche tra 20 anni


Infatti ZEL credo di aver dato 88/100 a Landonne 06 contro un 96/100 anni addietro ad unla Landonne 88.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... summer 2019

Messaggioda arnaldo » 18 ott 2019 18:05

Vinos ha scritto:Sia gerin che rostaing erano vini migliori per tutti, quindi c’è poca filosofia da fare....

Anche gangloff 2005 era giovanissimo, ma decisamente più buono di guigal in questo momento... infatti ha avuto un punteggio maggiore....


Vero. Infatti x me Gerin 96/100 e Rostaing 95/100. me li ricordo tutti,. :lol: :lol:

Attenzione. Su Guigal il voto si è abbassato di media perchè avete votato basso Fabio,Dino e forse te. Ma i voti personali sono per me rispettabilissimi e sacrosanti. :wink:
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... summer 2019

Messaggioda Vinos » 18 ott 2019 19:10

arnaldo ha scritto:
Vinos ha scritto:Sia gerin che rostaing erano vini migliori per tutti, quindi c’è poca filosofia da fare....

Anche gangloff 2005 era giovanissimo, ma decisamente più buono di guigal in questo momento... infatti ha avuto un punteggio maggiore....


Vero. Infatti x me Gerin 96/100 e Rostaing 95/100. me li ricordo tutti,. :lol: :lol:

Attenzione. Su Guigal il voto si è abbassato di media perchè avete votato basso Fabio,Dino e forse te. Ma i voti personali sono per me rispettabilissimi e sacrosanti. :wink:


Io ho dato lo stesso punteggio tuo...
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... summer 2019

Messaggioda ZEL WINE » 18 ott 2019 23:37

arnaldo ha scritto:Landonne 06 guidal ho dato 88/100 (chiedo conferma ad Ale). 88/100 è un voto molto alto,non dimentichiamolo. Facile che nei prossimi decenni sia destinato a salire. 8)

Non diventerà mai principe, fidati.
fama di loro il mondo esser non lassa;
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... summer 2019

Messaggioda Wineduck » 19 ott 2019 15:16

Vinos ha scritto:..... ma l’abbiamo valutata adesso ed io risultato è stato quello....

... per ora solo la landonne 2006 e ...... non mi hanno convinto....

... ma decisamente più buono di guigal in questo momento...
:o :oops: :evil:

Vincenzo sai quanto ti stimi e quanto soprattutto apprezzi il tuo entusiasmo per i grandi vini. Su queste affermazioni però sono in totale disaccordo. Se non fosse possibile valutare un vino nelle sue potenzialità evolutive non servirebbe tanta esperienza e competenza per degustare. A pensarci bene non servirebbero neppure i critici con le loro guide o riviste specializzate, anzi nessuno berrebbe un vino prima di 10-20-30-40 anni dalla vendemmia e soprattutto nessuno darebbe un punteggio elevato ad un vino che non fosse totalmente svolto! Solo i miei parenti eno-ignari dicono "giudico quello che ho nel bicchiere"! Che poi cosa significa esattamente? E' normale che uno debba giudicare quello che il vino dice nel bicchiere ma ci sono tanti modi di "interpretare" il bicchiere. Per mettere 12-13 punti di differenza fra il miglior vino della giornata e qualla magnifica Landonne significa giudicare solo con la parte istintiva e viscerale del proprio gusto, abdicando totalmente da quella più tecnica, evoluta e cerebrale.
Il vino era sicuramente compresso, quasi primario in alcuni tratti (e già questo avrebbe dovuto mettere in allerta: quanto vini sono così dopo 13 anni dalla vendemia? Per la mia esperienza solo i più grandi in assoluto!) ma aveva al contempo una freschezza integrata nel frutto mirabolante, una cremosità dolce e lunghissima determinata da tannini di grana finissima e fittissima ed un finale che permeava tutto il palato con quella crema di cassis intarsiato di sentori minerali (non solo scuri ma anche più chiari in alcuni momenti).
In sintesi:
1) equilibrio perfetto fra parti dure e morbide
2) tannini etratti in modo magistrale e di fattura nobile
3) finale saporito e dolce-fresco quasi eterno
E questo sarebbe un vino da meno di 90 punti?
Ma avete presente che sotto i 90 punti oggigiorno fanno fatica a starci i Chianti base o i Nebbiolo d'Alba appena immessi sul mercato?

Sono sempre stato il primo a sostenere che gli appassionati non debbano sciommiottare i critici professionisti ma proprio guardando solo i rapporti relativi e non quelli assoluti, quelle distanze fra i vini di quelle batterie sono per me inaccettabili.
Credo che un piccolo esame della vostra "coscienza enotecnica" ve la dobbiate fare...
"Woke up this morning with a wine glass in my hand - Whose wine? What wine? - Where the hell did I dine? - Must have been a dream - I don't believe where I've been - Come on, let's do it again"
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... summer 2019

Messaggioda vinogodi » 19 ott 2019 16:09

...bevuto relativamente di recente un paio - tre volte sia con amici in relativo stretto gruppo ( eravamo in 4 , in una sera primaverile di un paio d' anni fa ) sia in bicchierate contestualizzato, anche con altri forumisti. ..gran vino, col quale sono notoriamente sessulamente compatibile ( anche se la Turque è il mio preferito) ... forse l' avete trovato in un momento di chiusura, ci sta. Lo vorrei riprovare a breve- brevissimo ( domenica?) così ne parliamo e continuiamo la discussione. Gran bevuta, bravi, anche se ormai Ale , sei una certezza , nella scelta delle bocce...sono certo che non alla cieca un paio di voti in più saltavano fuori in ogni bottiglia... Con una Ceca sotto il tavolo , anche 3 punti.. 8)
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... summer 2019

Messaggioda Vinos » 20 ott 2019 10:33

Wineduck ha scritto:
Vinos ha scritto:..... ma l’abbiamo valutata adesso ed io risultato è stato quello....

... per ora solo la landonne 2006 e ...... non mi hanno convinto....

... ma decisamente più buono di guigal in questo momento...
:o :oops: :evil:

Vincenzo sai quanto ti stimi e quanto soprattutto apprezzi il tuo entusiasmo per i grandi vini. Su queste affermazioni però sono in totale disaccordo. Se non fosse possibile valutare un vino nelle sue potenzialità evolutive non servirebbe tanta esperienza e competenza per degustare. A pensarci bene non servirebbero neppure i critici con le loro guide o riviste specializzate, anzi nessuno berrebbe un vino prima di 10-20-30-40 anni dalla vendemmia e soprattutto nessuno darebbe un punteggio elevato ad un vino che non fosse totalmente svolto! Solo i miei parenti eno-ignari dicono "giudico quello che ho nel bicchiere"! Che poi cosa significa esattamente? E' normale che uno debba giudicare quello che il vino dice nel bicchiere ma ci sono tanti modi di "interpretare" il bicchiere. Per mettere 12-13 punti di differenza fra il miglior vino della giornata e qualla magnifica Landonne significa giudicare solo con la parte istintiva e viscerale del proprio gusto, abdicando totalmente da quella più tecnica, evoluta e cerebrale.
Il vino era sicuramente compresso, quasi primario in alcuni tratti (e già questo avrebbe dovuto mettere in allerta: quanto vini sono così dopo 13 anni dalla vendemia? Per la mia esperienza solo i più grandi in assoluto!) ma aveva al contempo una freschezza integrata nel frutto mirabolante, una cremosità dolce e lunghissima determinata da tannini di grana finissima e fittissima ed un finale che permeava tutto il palato con quella crema di cassis intarsiato di sentori minerali (non solo scuri ma anche più chiari in alcuni momenti).
In sintesi:
1) equilibrio perfetto fra parti dure e morbide
2) tannini etratti in modo magistrale e di fattura nobile
3) finale saporito e dolce-fresco quasi eterno
E questo sarebbe un vino da meno di 90 punti?
Ma avete presente che sotto i 90 punti oggigiorno fanno fatica a starci i Chianti base o i Nebbiolo d'Alba appena immessi sul mercato?

Sono sempre stato il primo a sostenere che gli appassionati non debbano sciommiottare i critici professionisti ma proprio guardando solo i rapporti relativi e non quelli assoluti, quelle distanze fra i vini di quelle batterie sono per me inaccettabili.
Credo che un piccolo esame della vostra "coscienza enotecnica" ve la dobbiate fare...





Ciao Ale, grazie per la stima che sai benissimo essere reciproca.
Partiamo dal discorso punteggi che non ho mai dato perchè non mi piace farlo, questa volta mi avete chiesto di stare al gioco e l’ho fatto, ma come puoi immaginare sono stati dati punteggi relativi a alle bottiglie degustate, inoltre tra il vino migliore per me e guigal non c’erano 12 punti, visto che il punteggio più alto che ho dato è stato 94/95...
Bevendo tanti vini giovani li valuto spesso in prospettiva, esempio recentissimo, due giorni fa ho bevuto una magnum di b mascarello 2010, che era sì giovanissimo, ma di una bontá incredibile, e come questo ce ne sono tanti di vini immaturi ma che giá oggi sono di grande bontà , alcuni che mi vengono in mente, monfo 2010, echezeaux 2014 di rouget o les fuues 14 di mugnier, lo chambertin di dujac 17, lo stesso musigny di de vougue 2010, e te ne potrei fare mille di esempi...sai quanti vini bevo... bene Guigal 2006 non fa parte di questa lista, non è un vino che vorrei avere in cantina. Questione di gusti, ricorda che anche Nicola, Dino, Fabio, Aldo hanno dato punteggi bassi....
Ultima modifica di Vinos il 20 ott 2019 12:08, modificato 1 volta in totale.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... summer 2019

Messaggioda alì65 » 20 ott 2019 11:25

Il trittico 2006 l'ho venduto tutto dopo aver bevuto un paio di volte la serie in occasioni varie; dei 3 ho preferito Mouline, più prospettico, che solitamente lo trovo più "debole" rispetto a Landonne e Turque
futuro incerto...2021 grandissima annata!!!
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... summer 2019

Messaggioda apple » 20 ott 2019 11:40

Davvero Claudio? Io al contrario trovo sempre mouline una spanna sopra, seguita da turque e Landonne...
"Il salutista è uno che vive da malato per morire sano..."
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... summer 2019

Messaggioda alì65 » 20 ott 2019 11:45

:?
apple ha scritto:Davvero Claudio? Io al contrario trovo sempre mouline una spanna sopra, seguita da turque e Landonne...


Per me.....io metto sempre davanti Turque perché Brune e Rozier so o le zone che amo maggiormente, più grossi,,sfaccettati e profondi
È un gusto mio
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... summer 2019

Messaggioda zampaflex » 22 ott 2019 22:52

Riporto le mie note, se interessano

Prima batteria

Gangloff - Cote Rotie La Sereine Noire 2005
Parte moderno, con sbuffi di vaniglia, poi si pulisce. Appaiono toni balsamici, sapidi, anche acciuga e (?) vitello tonnato.
C'è tanta freschezza in primo piano, il sorso parte acquoso, poi si asciuga, infine si assesta su una bella cadenza fruttato-acida. 91

Chateau de la tour - Clos De Vougeot Grand Cru vv 2005
Parte subito male: sporco, ridotto; erba bruciata e glutammato. Peccato.
Anche perché la bocca è robusta, solida e definita, ben scandita. Ma il piacere non c'è. NG

Clos des lambrays - Clos des lambrays Grand Cru 2006
Classicissimo pinot nero, tra scorza d'arancia, china, erbe. Sconfina sull'anice stellato e melone-anguria.
Tannino delicatissimo, bocca coerente che ritorna molto precisa, si spegne lentamente col tempo perdendo piano piano forza. 95

Marengo - Barolo vecchia vigna delle brunate 2006
Tabacco, composta, fieno, fiori blu, thé...nient emale, ma alla fine ecco le note sintetiche...
Il tannino qui è decisamente robusto, asciugante in sintonia con l'alcool, infine ruvido, polveroso. Decisamente non all'altezza della competizione. 89

Rostaing - Cote Rotie Cote Blonde 2006
Pelliccia e pesca sciroppata, caffé; impone vigore e costanza.
La retrolfazione è più raffinata, con rimandi agrumati. Il tannino è fine, ben collegato all'acidità che trasporta richiami chinati, oliva, umami, balsamici...veramente una tessitura splendida, una mano raffinata, un vino di grande eleganza. 96

Seconda batteria

Prieur - Musigny gc 2006
Ematico e mirtilloso, all'inizio confonde le acque. Curiosamente giovanile sul succo d'uva, poi balsamico.
In bocca è potente, minerale, succoso, chiude sulla china. Bella Borgogna tradizionale, si capisce. Anche lui però non tiene il tempo e pian piano si affievolisce, si diluisce. 91

Guigal - Cote Rotie La Landonne 2006
Profondo e intenso, la nota di yogurt al mirtillo e l'unghia violacea dovrebbero fare capire che si tratta di un produttore che ci dà con l'élévage; anche balsamico e caramelloso.
Ha bisogno di tempo per sgranchirsi ed organizzarsi, cosicché ritocco il voto verso l'alto a mano a mano che sta nel bicchieree dimostra che la materia non solo c'è, ma è anche ben organizzata. Potente e compresso, ma la complessità è dietro l'angolo. 94

Rostaing - Cote Rotie La Landonne 2006
Classico sulla pelliccia, molto intenso, rodaniano certo. L'insistente nota vegetale che sento me lo fa prendere per un Jamet. Poi appare una curiosa nota di tonno (e ridaje) che ho trovato talvolta su syrah di pregio.
In bocca parte acido, duro, poi acquisisce forza ma senza espandersi: sul palato rimarrà più stretto di altri e la lunghezza è legata giusto alla ottima retro. Secondo me, almeno questa bottiglia non ha il potenziale per superarsi. Comunque, 94

De Vogue - Musigny gc 2006
Fruttini, intenso, poi perde definizione.
Anche lui ematico e chinato (pare proprio che volessero mimetizzarsi), si sente una punta d'alcool. Quando si distende guadagna ciccia ma rimane meno complesso e articola uno sviluppo fin troppo scolastico. 91

Gerin - Cote Rotie La Landonne 2006
Molto fine sui fruttini, un filo d'alcool, strane sfumature medicinali.
Parte male, con acidità limonosa, un poco scissa, e bocca più sporca. Poi si riempie, si assesta, si scrolla di dosso le incertezze e parte come un treno. Balsamico, preciso, saturante. 95

Drouhin-laroze - Musigny gc 2006
Grande finezza, una complessità ancora da svolgere, si intuisce più che percepire.
Equilibrio, gran bella Borgogna tradizionale. Lungo ma delicato, non vanta la potenza dei syrah qui presenti, ma se la gioca in classe ed eleganza. Gran bella PAI. 95
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... summer 2019

Messaggioda maxer » 22 ott 2019 23:05

zampaflex ha scritto:Riporto le mie note, se interessano

Prima batteria

Gangloff - Cote Rotie La Sereine Noire 2005
Parte moderno, con sbuffi di vaniglia, poi si pulisce. Appaiono toni balsamici, sapidi, anche acciuga e (?) vitello tonnato.
C'è tanta freschezza in primo piano, il sorso parte acquoso, poi si asciuga, infine si assesta su una bella cadenza fruttato-acida. 91

Chateau de la tour - Clos De Vougeot Grand Cru vv 2005
Parte subito male: sporco, ridotto; erba bruciata e glutammato. Peccato.
Anche perché la bocca è robusta, solida e definita, ben scandita. Ma il piacere non c'è. NG

Clos des lambrays - Clos des lambrays Grand Cru 2006
Classicissimo pinot nero, tra scorza d'arancia, china, erbe. Sconfina sull'anice stellato e melone-anguria.
Tannino delicatissimo, bocca coerente che ritorna molto precisa, si spegne lentamente col tempo perdendo piano piano forza. 95

Marengo - Barolo vecchia vigna delle brunate 2006
Tabacco, composta, fieno, fiori blu, thé...nient emale, ma alla fine ecco le note sintetiche...
Il tannino qui è decisamente robusto, asciugante in sintonia con l'alcool, infine ruvido, polveroso. Decisamente non all'altezza della competizione. 89

Rostaing - Cote Rotie Cote Blonde 2006
Pelliccia e pesca sciroppata, caffé; impone vigore e costanza.
La retrolfazione è più raffinata, con rimandi agrumati. Il tannino è fine, ben collegato all'acidità che trasporta richiami chinati, oliva, umami, balsamici...veramente una tessitura splendida, una mano raffinata, un vino di grande eleganza. 96

Seconda batteria

Prieur - Musigny gc 2006
Ematico e mirtilloso, all'inizio confonde le acque. Curiosamente giovanile sul succo d'uva, poi balsamico.
In bocca è potente, minerale, succoso, chiude sulla china. Bella Borgogna tradizionale, si capisce. Anche lui però non tiene il tempo e pian piano si affievolisce, si diluisce. 91

Guigal - Cote Rotie La Landonne 2006
Profondo e intenso, la nota di yogurt al mirtillo e l'unghia violacea dovrebbero fare capire che si tratta di un produttore che ci dà con l'élévage; anche balsamico e caramelloso.
Ha bisogno di tempo per sgranchirsi ed organizzarsi, cosicché ritocco il voto verso l'alto a mano a mano che sta nel bicchieree dimostra che la materia non solo c'è, ma è anche ben organizzata. Potente e compresso, ma la complessità è dietro l'angolo. 94

Rostaing - Cote Rotie La Landonne 2006
Classico sulla pelliccia, molto intenso, rodaniano certo. L'insistente nota vegetale che sento me lo fa prendere per un Jamet. Poi appare una curiosa nota di tonno (e ridaje) che ho trovato talvolta su syrah di pregio.
In bocca parte acido, duro, poi acquisisce forza ma senza espandersi: sul palato rimarrà più stretto di altri e la lunghezza è legata giusto alla ottima retro. Secondo me, almeno questa bottiglia non ha il potenziale per superarsi. Comunque, 94

De Vogue - Musigny gc 2006
Fruttini, intenso, poi perde definizione.
Anche lui ematico e chinato (pare proprio che volessero mimetizzarsi), si sente una punta d'alcool. Quando si distende guadagna ciccia ma rimane meno complesso e articola uno sviluppo fin troppo scolastico. 91

Gerin - Cote Rotie La Landonne 2006
Molto fine sui fruttini, un filo d'alcool, strane sfumature medicinali.
Parte male, con acidità limonosa, un poco scissa, e bocca più sporca. Poi si riempie, si assesta, si scrolla di dosso le incertezze e parte come un treno. Balsamico, preciso, saturante. 95

Drouhin-laroze - Musigny gc 2006
Grande finezza, una complessità ancora da svolgere, si intuisce più che percepire.
Equilibrio, gran bella Borgogna tradizionale. Lungo ma delicato, non vanta la potenza dei syrah qui presenti, ma se la gioca in classe ed eleganza. Gran bella PAI. 95

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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2019-20

Messaggioda Wineduck » 08 dic 2019 14:39

Ieri sera due piccoli gioielli usciti da due cantine che hanno fatto egregiamente il loro mestiere.

Barolo 1996 Elio Altare
Di una giovinezza surreale, anche solo dal colore: non gli si darebbe più di 10 anni visto che inizia a virare sul granato adesso! Profuma di camino, rose appassite e poutpourri di fiori secchi, bocca energica, mentolata e sempre più precisa mentre l'ossigeno fa il suo lavoro. Dopo mezz'ora diventa una seta tesa, energica e rinfrescante. Uno di quei vini che finisce così in fretta che ti viene da controllare che la bottiglia fosse veramente da 0,75
Grazie a darkshasow che si conferma essere uno dei pochi ristoratori italiani che sa come conservare i vini!

Cabernet Sauvignon 1998 Tasca d'Almerita
Anche questo sembra uscito dalla macchina del tempo...in realtà riposava nella mia cantina dal maggio 2002.
Un altro colore irreale rosso scuro con un minimo accenno granato. Però da un C.S. un po' te lo aspetti, il nebbiolo è più sorprendente da questo punto di vista. È un velluto puro con sbuffi di erbe dolci, un accenno di frutto rosso maturo, molta mentuccia, un pizzico di curcuma... Non ha la densità mostruosa del 1990 o del 1992 (addirittura esagerato) e quindi anche la pai è "medio-lunga" ma si beve così volentieri che i paragoni li mandi subito a quel paese. Eppure sono convinto che avrebbe fatto la sua porca figura in mezzo a tanti Bordeaux classé di livello medio alto di pari annata. Purtroppo ultima delle 6 bottiglie che avevo acquistato all'epoca. Ho però ancora un rosso del Conte che aspetta di essere "immolato"...
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2019-20

Messaggioda Wineduck » 22 dic 2019 10:15

Ieri pranzo degli auguri con la cellula dei ragazzacci toscani ridotta ai minimi termini (..and then there were three...). Abbiamo bevuto:
- Champagne Extra Brut Venus 2008 Agrapart: bellissimo, asciutto, dritto e quasi severo, il contrario di uno champagne nazional-popolare, scaldandosi leggermente mette in evidenza una mineralità marina con sentori di guscio di ostrica e carapace di aragosta. Finale "never-ending" saporito e succoso con salivazione da San Bernardo.

... to be continued...
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2019-20

Messaggioda Wineduck » 23 dic 2019 12:44

I due rossi a seguire:

- Clos del Roche VV 2007 Domaine Ponsot: iconico nella sua bellezza stranamente già in leggero declino; parte un po' stanco ma l'ossigeno lo ringalluzzisce e dopo poco sforna mazzi di fiorni rossi e fruttini maturi come se piovesse, l'affumicato in centro bozza è poi una sorta di marchio di fabbrica di questo produttore con questo cru; bellissimo finale fresco e pulito malgrado una nota leggermente evoluta (fruttinni di bosco stramaturi) che lo accompagna fin sul finale. In generale un'ottima bevuta anche se non sono convinto che la parabola di evoluzione di questo vino sia correttamente rappresentata da questa bottiglia (che propendo a considerare un po' troppo evoluta forse per un tappo non perfetto).

- Chateau Haut Brion 2007: avevamo stimato che questa bottiglia, in annata meno blasonata, potesse essere già pronta per la beva. In un certo senso lo era perchè questi vini di livello parasidiaco hanno qualcosa di buono in qualunque momento della loro vita, di dritto, di rovescio, di lato... Quello che però che possono dare con una lenta e fresca evoluzione in cantina (che può durare DECENNI... :P ) non è ottenibile dopo soli 12 anni di bottiglia. Malgrado l'apertura con oltre tre ore di anticipo e la scaraffatura per almeno metà di questo tempo, siamo riusciti a percepire l'ampiezza aromatica "distesa" solo con gli ultimi millilitri rimasti nel decanter: e allora lì non ce n'è stato più per nessuno! Il catrame tipico di Pessac è diventato sottile, dolce, e minerale come nessun altro al mondo, il frutto rosso è diventato scintillante e tridimensionale, il sorso, caratterizzato da tannini densi ma piccoli come atomi, ha iniziato a spalmarsi su tutto il palato e la persistenza praticamente infinita è diventata una piccola ossessione che ci ha accompagnati per ore anche dopo dalla fine del pranzo. Tutto questo, ripeto, con un'annata che non ha la densità di una 2009 o 2010... immaginiamoci quindi cosa potranno dare quei vini fra 20-30-40 anni... :shock: :shock: :shock: In sintesi: un piacere di beva che definire "senza ritegno" è il minimo che si possa fare.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring 2020

Messaggioda Wineduck » 25 apr 2020 15:27

Ultime bevuta particolarmente interessanti:

Georges Vernay Condrieu Coteau de Vernon 2010
Lychees, pepe bianco, zenzero, una punta di ananas e tanta affumicatura pulita, di pietra focaia. Colore giallo oro e bocca perfettamente in linea con l'olfatto, fresca pulita, senza pastosità, avvolgente ma piccante di pepe e ginger. Pai senza fine con tanti richiami, anche un punta di renetta ma soprattutto fruita a pasta gialla e la piccantezza percepita sia al naso che sulle mucose.
Un grande, gigantesco vino, un bianco straordinario fuori dagli schemi che spiazza tutti, soprattutto chi vive di pregiudizi verso i Condrieu. Trovo che il viogner a questi livelli sia il miglior punto di incontro fra Chardonnay e Riesling.

Cote Rotie 2002 Jamet
Parte con una certa astringenza e qualche nota verde. Il vino è sottile ma ha anche tutti i crismi di un grande CR il naso è un trionfo di oliva nera, pepe e grani si caffè.
Con l'ossigenazione migliora vistosamente fino a quando il frutto di fa dolce, quasi zuccherato e poi tanta carne cruda e pepe. Rimane ovviamente un vino sottile con una leggera astringenza finale. Comunque ad avercene...

Monte Bernardi Colli della Toscana Centrale 2016
(Atto a divenire Chianti Classico Riserva ma poi non accettato dal Consorzio... :lol: :lol: come accadeva spesso ai vini di Giulio Gambelli)
All'apertura ancora parecchio dominato dall'acidità ma con una materia di prim'ordine, sangiovese purissimo, tannino finissimo e compatto, si beve che è una meraviglia!
La sera successiva poi è diventato un succo di lampone, il frutto è più dolce, la succosità è davvero portentosa, il tannino è sempre fittissimo solo un filino polveroso sul finale. Ha tutta l'energia che solo il sangiovese del Chianti Classico può esprimere e che sarebbe ingiusto bloccare con più legno o smussare con altri vitigni. Un perfetto incrocio fra la freschezza di Lamole/Radda e la fittezza della trama tannica di Panzano/Gaiole. Tra l'altro un eccellente rapporto Q/P grazie al solito talent scout Roland!

Meursault Poruzots 2008 Antoine Jobard
Semplicemente un vino della Madonna! Al naso un prato di camomilla, ginestre e grano maturo. La bocca è subito fresca, sferzante addirittura, piccante di curcuma e mela Golden, nel finale pepe bianco, cera e sale. Glicerina avvolgente ma equilibrata ed integrata. PAI lunghissima e mentolata.
Spettacolo!
Preso in un momento di grazia, purtroppo ultima bottiglia ma nessun rimpianto!
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring 2020

Messaggioda Ludi » 25 apr 2020 15:34

Wineduck ha scritto:Ultime bevuta particolarmente interessanti:

Georges Vernay Condrieu Coteau de Vernon 2010
Lychees, pepe bianco, zenzero, una punta di ananas e tanta affumicatura pulita, di pietra focaia. Colore giallo oro e bocca perfettamente in linea con l'olfatto, fresca pulita, senza pastosità, avvolgente ma piccante di pepe e ginger. Pai senza fine con tanti richiami, anche un punta di renetta ma soprattutto fruita a pasta gialla e la piccantezza percepita sia al naso che sulle mucose.
Un grande, gigantesco vino, un bianco straordinario fuori dagli schemi che spiazza tutti, soprattutto chi vive di pregiudizi verso i Condrieu. Trovo che il viogner a questi livelli sia il miglior punto di incontro fra Chardonnay e Riesling.



vino straordinario. Non conosco moltissimi bianchi che gli stiano alla pari....e sì che ultimamente mi piacciano vini maggiormente "sottili". Ma a questi livelli, penso si debba prescindere dalle preferenze individuali.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring 2020

Messaggioda Wineduck » 25 apr 2020 16:33

Ludi ha scritto:
Wineduck ha scritto:Ultime bevuta particolarmente interessanti:

Georges Vernay Condrieu Coteau de Vernon 2010
Lychees, pepe bianco, zenzero, una punta di ananas e tanta affumicatura pulita, di pietra focaia. Colore giallo oro e bocca perfettamente in linea con l'olfatto, fresca pulita, senza pastosità, avvolgente ma piccante di pepe e ginger. Pai senza fine con tanti richiami, anche un punta di renetta ma soprattutto fruita a pasta gialla e la piccantezza percepita sia al naso che sulle mucose.
Un grande, gigantesco vino, un bianco straordinario fuori dagli schemi che spiazza tutti, soprattutto chi vive di pregiudizi verso i Condrieu. Trovo che il viogner a questi livelli sia il miglior punto di incontro fra Chardonnay e Riesling.



vino straordinario. Non conosco moltissimi bianchi che gli stiano alla pari....e sì che ultimamente mi piacciano vini maggiormente "sottili". Ma a questi livelli, penso si debba prescindere dalle preferenze individuali.


Concordo Giuliano, un vino di livello eccelso che è ancora un rapporto Q/P stratosferico oltretutto! Se pensi che per godere allo stesso livello in Borgogna bisogna spendere da 2 a 4 volte (senza toccare la parte alta della sacra collina ovviamente altrimenti il moltiplicatore cresce)! Infine considera che a me i vini sottili non sono mai piaciuti malgrado li assaggi regolarmente da vent'anni: almeno per me le conclusioni sono lampanti... :lol:
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring 2020

Messaggioda Wineduck » 02 giu 2020 21:05

Langhe Nebbiolo 2013 Giuseppe Rinaldi
Bottiglia top nel suo genere tanto da apparire di categoria superiore, alla cieca sarebbe impossibile distinguerlo da un Barolo. Fiori rossi ed addirittura frutto fresco al naso, un filo di cenere. Bocca fresca, avvolgente con tannini dolci ma ancora appuntiti, il sorso si allarga, sbraca un pochetto ma poi si ricompone, si insaporisce e si allunga. L'ossigeno lo fa sempre più bello.
Già molto buono ma con ancora un bel miglioramento davanti!
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring 2020

Messaggioda maxer » 02 giu 2020 23:08

Wineduck ha scritto:Langhe Nebbiolo 2013 Giuseppe Rinaldi
Bottiglia top nel suo genere tanto da apparire di categoria superiore, alla cieca sarebbe impossibile distinguerlo da un Barolo. Fiori rossi ed addirittura frutto fresco al naso, un filo di cenere. Bocca fresca, avvolgente con tannini dolci ma ancora appuntiti, il sorso si allarga, sbraca un pochetto ma poi si ricompone, si insaporisce e si allunga. L'ossigeno lo fa sempre più bello.
Già molto buono ma con ancora un bel miglioramento davanti!

..... di questa tua descrizione condivido tutto

È uno dei vini, cosiddetti "poveri" (= che si acquista senza dover dissipare i propri sudati risparmi) che preferisco : un Langhe Nebbiolo perfetto .....
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