The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2023-24

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arnaldo
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2023-24

Messaggioda arnaldo » 07 mar 2024 18:02

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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2023-24

Messaggioda arnaldo » 07 mar 2024 18:05

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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2023-24

Messaggioda arnaldo » 07 mar 2024 18:05

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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2023-24

Messaggioda arnaldo » 07 mar 2024 18:08

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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2023-24

Messaggioda arnaldo » 07 mar 2024 18:09

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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2023-24

Messaggioda arnaldo » 07 mar 2024 18:19

Le foto sono per gentile concessione di DANi23 visto che le mie, per dove ero cacciato, erano un po' buie. quindi approfitto per postare le sue che sono molto belle, come al solito. Detto cio'. UN ALTRA GRANDE RODANATA. dovremmo essere alla Dodicesima edizione, non ne ho persa una, ritengo ormai di aver bevuto tanto Rodano che adoro ma devo sempre imparare, ci mancherebbe.
NESSUNA BOTTIGLIA SOTTO PERFORMANTE. stavolta i tappi sono stati alla larga (l ultima volta ne beccammo ben due con una Landonne 93 che ancora sanguina) Stavolta i RINGER hanno detto la loro. Una incredibilmente aperta celestin 2006 (caso rarissimo visto che questa etichetta ci mette sempre 20 anni a svelarsi) complice l annata media magari sta svelando il lato lato "nordico", delicato, giocato su erbe aromatiche, frutta macerata, pepe in grani, perfino cuoio......una favola.....ha appena seguito sul podio il solito CHAVE. ehhhh....hermitage07 si issa fin d 'ora nell Olimpo dei grandi Hermitage, soffice, floreale, infuso di erbe e fruttini, lunghissimo in bocca...meraviglioso sin d'ora in avanti. Come pure la Cote Blonde 07 di Rostaing altro gioiello di Rene' piu' concentrato ma vellutato, carezzevole, poi jamet 2006 e via via gli altri.
Mi e' piaciuto il syrah 06 di Tua Rita del quale sono un fan, sicuramente piu' caldo e fitto ma ben svolto, saporito e lungo. Ancora una volta ho poco apprezzato gerin e Clape rispetto agli altri mostri, mentre Gaillard e Vernay pur essendo ben fatti non mi hanno fatto strappare i capelli,quei pochi rimasti.
Insomma altra grande giornata, la cucina di BURIANI è sempre di alto livello per quello che costa, consiglio un passaggio decisamente. Grazie ad Alessandro per la splendida conservazione di questi gioielli, i presenti tutti (Luciano zampa di fronte a me ottimo compagno di commenti) e Marco Vinogodi che quando è presente è un valore aggiunto da sempre.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2023-24

Messaggioda zampaflex » 07 mar 2024 22:03

arnaldo ha scritto: i presenti tutti (Luciano zampa di fronte a me ottimo compagno di commenti)


...e non abbiamo nemmeno parlato di tennis!
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2023-24

Messaggioda zampaflex » 12 mar 2024 11:18

Avendo sistemato i miei appunti in ritardo, aggiungo due commenti veloci.

Gerin mediterraneo, una macedonia, ma anche alcoolico, per me la spunta su Guigal che era ancora indietro e un po' scomposto, e ambedue le prendono da Rostaing stiloso, qui in piena forma ma non ancora al massimo, col tannino un po' serrato.
Di Jaboulet ho portato a casa l'avanzo (e la stagnola mi è servita per arrivarci, a casa... :mrgreen: ) e si è sporcato vieppiù di affinamento e note lattiche: non il periodo giusto per comprarlo. Rostaing ottimo, Chave ha fatto lo Chave pure se meno immediato: più stava nel bicchiere, più cresceva. Un rabbocco dopo la batteria era già illuminante.
Clape didascalico, verticale, rigoroso, ma dimostra la difficoltà del territorio nello stare al passo della Costa e della Collina. Bonneau molto più digeste del solito, leggero, delicato, mimetico, mentre Jamet anche lui ha interpretato se stesso con grande classicità anche se con minore tenuta, mi si è un po' spento nel finale.
Gaillard si conferma un bel vino ma al tempo stesso appare di rincorsa, come un centometrista di buon livello che si tira il collo alla finale olimpica acchiappata per caso. Però sarebbe da riprovare tra qualche anno, potrebbe sorprendere. Come ha fatto per esempio Tua Rita, dal naso un po' caldo (indizio) ma dalla grande succosità. Ha davvero tirato fuori un bel vino, non mi aspettavo fosse un toscano quando è stato scoperto. Chapeau. Come altra scappellata per il rosso di Vernay, si vede che è un rosso fatto da un bianchista: intenso, persistente, equilibrato, soprattutto verticale.

Insomma, ci siamo divertiti non poco.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2023-24

Messaggioda Wineduck » 02 mag 2024 14:29

Due note veloci sui vini bevuti nell'ultima settimana che fra ponticini e gite varie ha generato più occasioni per stappare:

Procediamo con ordine a partire da mercoledì sera (24/04):
Champagne Chartogne Taillet Orizeaux 2012 uno champagne al top della sua maturazione, faccio fatica ad immaginarlo ulteriormente migliorato, naso profumatissimo soprattutto di anice e zenzero leggermente candito, in bocca è una crema di fruttini rossi con acidità e bollicine perfettamente integrate nel corpo del vino. Splendido
Chateau La Mission Haut Brion 2003 un vino della Madonna ancora giovanissimo ovviamente ma con una bocca di una setosità pazzesca, morbido ma teso, tannini piccolissimi ma compatti come quasi mai capita di trovare. Naso senza la minima traccia di pirazine, dopo adeguata ossigenazione esce il famoso catrame di Pessac Leognan ma inizialmente aveva un profilo così fresco e fruttato che gli davo quasi 10 anni in meno. Spaziale

Giovedì sera (25/04) cena da amici con vari vini poco significativi ma fra questi:
Montevertine 2010 aperto quasi a fine cena non ha fatto in tempo ad ossigenarsi bene ma la freschezza ed i profumi di lamponi e fiori rossi si percepivano benissimo. Tannino ancora stiracchiato che avrà bisogno di ancora molto tempo per diventare docile e dolce ma già molto fine e fitto. Giumenta di classe

Venerdì sera (26/04)
Champagne Rosè Grand Cru 2008 Soutiran il mio sagnée preferito di questi ultimi tempi, in questa fase ha meno irruenza giovanile perché gli ultimi mesi di bottiglia lo hanno fatto assomigliare sempre di più ad un grande borgogna maturo: dietro al frutto rosso maturo spunta la cenere ma la piacevolezza rimane immutata. Maturo con classe
Brunello di Montalcino 2013 Paradiso di Manfredi, un vino entusiasmante che unisce l’eleganza dei migliori Brunello allo stile “nature” dell’azienda. Sembrerebbe quasi un vino con una percentuale di raspi considerando la sua complessità setosa ma leggermente torbida, sembra uno di quei tessuti fatti ancora con i vecchi telai mano, con quell’eleganza contadina di una volta. Minerale e fruttato di frutta rossa ancora fresca mi fa solo temere che il tempo non possa migliorarlo ancora. Aristocratico di campagna

Sabato a pranzo (27/04)
Chianti Classico Riserva 2013 Castello di Monsanto, il prototipo del Chianti buono, gastronomico (specialmente con gli affettati toscani), con un tannino meraviglioso per setosità e fittezza, acidità importante ma perfettamente integrata nel corpo del vino che possiede anche una nota salmastra che stimola il sorso, quasi come se fosse dissetante. Se avesse un naso altrettanto saporito sarebbe un fuoriclasse ma per questo bisogna passare al fratello maggiore “Il Poggio”. Busto in Valdelsa
Marsannay En Clemengeots 2019 Sylvain Pataille che dire? Quando la Borgogna tira fuori questi vini che profumano di ciliegie appena colte, fragoline di bosco ed un filo di ardesia ed hanno una bocca coerente al naso sotto il profilo aromatico ma anche succosa e ben bilanciata sulla parte acida, cosa gli vuoi dire? Che sono un po’ mignotte? Forse si ma il loro sporco lavoro lo fanno e per gli amanti del genere sono una delizia. Escort ma laureata.

Domenica a cena (28/04)
Tavel 2020 Les Grillons Nicholas Renaud adoro i Tavel e quando sono realizzati in pieno stile Pfifferling (Renaud è stato uno dei suoi numerosi collaboratori in cantina fino a pochi anni or sono) ancora di più. Stile “nature” ma molto controllato, colore tra l’arancio e il rosa antico, un filo di volatile iniziale che scompare dopo pochi minuti e poi quel leggero raspo che gli conferisce quel tocco di complessità che veste benissimo un vino che vuole essere un semplice compagno di certi pasti, tannino dolce, frutto ancora croccante e bella scorrevolezza. Per certi versi anche più piacevole dei Tavel del suo maestro perché più sbarazzino senza essere banale. Giotto in rosa

Martedì a cena (30/04)
Barolo San Lorenzo di Verduno 2013 F.lli Alessandria chi diceva che da San Lorenzo non escono dei Barolo longevi? Al contrario il vino è rimasto serrato per quasi due ore e sono sul finale di serata, a bottiglia quasi vuota, si è rivelato in tutta la sua dolcezza di arancia navel, leggero pepe bianco, un filo di cenere e tanto profumo di rosa canina. La bocca si è assestata rispetto allo sbilanciamento iniziale sulla parte dura ed è diventata scorrevole e lunga con una PAI gustosa leggermente marcata dal chiodo di garofano. (ancora) giovane e bello.
"Woke up this morning with a wine glass in my hand - Whose wine? What wine? - Where the hell did I dine? - Must have been a dream - I don't believe where I've been - Come on, let's do it again"
Peter Frampton
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2023-24

Messaggioda maxer » 02 mag 2024 18:28

Wineduck ha scritto:
Marsannay En Clemengeots 2019 Sylvain Pataille
... che dire ? ...

... Escort ma laureata


...
al di là di tutte le altre ottime note, questa è FANTASTICA ! :lol:
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