The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2023-24

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Re: The Drunk Ducks' Nest - AVR in Terra Santa!!!

Messaggioda brozzi » 27 ott 2010 21:17

Aramis ha scritto:
Palma ha scritto:Torno un attimo sui vini di Caparsa, credo che questa frase di Cernilli (pur non concordando con lui sulla valutazione di diversi Brunello) si addica loro alla perfezione:

Sulla definizione di "rustico" io non la considero in assoluto negativa. E' equivalente ad "artigianale" e quindi imperfetto. Ma alcuni piccoli difetti sono alla base del carattere di un vino. La perfezione è noiosa, l'imperfezione è molto più divertente, anche perché significa variabilità e si oppone all'omologazione.

Cernilli dice anche che pressoché tutti i grandi vini sono imperfetti, ed ha ragione; e per esempio l'anteprima della Riserva 2008 del Caparsino presentata quest'anno alla Leopolda era a mio avviso un vino da cappottamento, pur non essendo "perfetto".


Il giorno in cui vedrò report dettagliati con foto in genuflessione, sindromi di Stendhal, pianti di gioia e di malinconia non più alle DRC e nella Côte d'Or ma a Radda e dintorni, avrò esaurito il mio compito sulla Terra 8) :wink:
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Re: The Drunk Ducks' Nest - AVR in Terra Santa!!!

Messaggioda Dedalus » 27 ott 2010 21:34

Palma ha scritto:Torno un attimo sui vini di Caparsa, credo che questa frase di Cernilli (pur non concordando con lui sulla valutazione di diversi Brunello) si addica loro alla perfezione:

Sulla definizione di "rustico" io non la considero in assoluto negativa. E' equivalente ad "artigianale" e quindi imperfetto. Ma alcuni piccoli difetti sono alla base del carattere di un vino. La perfezione è noiosa, l'imperfezione è molto più divertente, anche perché significa variabilità e si oppone all'omologazione.


Io sono d'accordo ma solo a metà.

L'equivoco di fondo sta nel dire "perfetti" e pensare "senza difetti" nonché "senza personalità". Insomma, si pensa ai soliti vini anonimi per nascita, di ispirazione industrial-mercatistica-speculativa.

Io se penso ai più grandi vini della mia vita trovo vini assolutamente perfetti, ma proprio per questo capaci di esprimere con la massima intensità e purezza la loro autentica impronta, fusione apicale delle solite tre cose che solamente m'enno in grado, l'uva la vigna e 'l manico.

Inutile elencare i soliti noti.

Il punto è che vini come questi sono merce rara, specialmente in Italia rispetto alla Francia, e ci si trova per lo più a dover scegliere tra la perfezione algida ed inespressiva di vini troppo pettinati che mirano più al nostro portafolgi che al nostro amore, e vini autentici e veri che ancora non si sono cavati le maniere grezze della provincia, quella stessa provincia dove i nobili non moralmente decaduti tornano a vivere la vita dei veri signori, intendiamoci.
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Re: The Drunk Ducks' Nest - AVR in Terra Santa!!!

Messaggioda Wineduck » 27 ott 2010 21:50

Palma ha scritto:Torno un attimo sui vini di Caparsa, credo che questa frase di Cernilli (pur non concordando con lui sulla valutazione di diversi Brunello) si addica loro alla perfezione:

Sulla definizione di "rustico" io non la considero in assoluto negativa. E' equivalente ad "artigianale" e quindi imperfetto. Ma alcuni piccoli difetti sono alla base del carattere di un vino. La perfezione è noiosa, l'imperfezione è molto più divertente, anche perché significa variabilità e si oppone all'omologazione.



La considerazione è molto interessante ed induce ad ulteriori riflessioni. Sono perfettametne consapevole che l'eccessiva standardizzazione elimina quella variabilità di prodotto che crea interesse, passione e curiosità ma quale deve essere il limite "accettabile" per un vino di alto livello? Lo chiedo veramente a te ed Armando che siete sicuramente più esperti di me.
Fabrizio, pensa ai vini di Monsanto che abbiamo assaggiato la stessa mattina: stilisticamente perfetti ma certamente non per questo noiosi, né tantomeno omologati. Con Armando invece abbiamo assaggiato insieme Castello di Ama pochi giorni or sono: vale lo stesso discorso, molto buoni e con una variabilità minima.
Io verso l'impostazione "artigianale" del lavoro (non solo nel vino) ho da sempre grandi perplessità: un conto è essere artigiani perchè si svolge un lavoro con una manualità che non è in altro modo sostituibile, un altro quando si rinuncia volontariamente all'applicazione di conoscenze, metodi e strumenti standard (o che funzionano in modo standard) incorrendo in una variabilità che non aggiunge molto valore e che avrebbe potuto essere eliminata con altri metodi.
Nel caso specifico di Caparsa, dal basso della mia modesta competenza degustatoria, ho avuto la sensazione che il territorio fosse così preponderante nei loro vini da poter essere solo "peggiorato" dall'artigianalità del cantiniere e che, al contrario, tecniche di cantina più evolute avrebbero consentito di goderne pienamente.
Qual'è quindi secondo voi il confine fra l'imperfezione che aggiunge valore e la variabilità di cui si farebbe volentieri a meno?
Ultima modifica di Wineduck il 28 ott 2010 01:09, modificato 1 volta in totale.
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Re: The Drunk Ducks' Nest - AVR in Terra Santa!!!

Messaggioda Dedalus » 27 ott 2010 22:33

Ecco, sono perfettamente d'accordo con il discorso di Wineduck.

Con la non piccola differenza che passando dalla teoria alla pratica avremmo opinioni non poco diverse a proposito di quali siano gli esempi concreti in cui quest'idea si fa vino da poter versare nel proprio bicchiere. Questioni di stile.

Altra non piccola differenza, io non associo automaticamente l'imperfezione rusticana all'artigiano e la perfezione raffinata all'azienda di maggiori dimensioni e strutture o anche solo superiori competenze tecniche e dotazioni tecnologiche. Questioni di ideologia.

La cosa divertente è che Wineduck ora mi deve i canonici setteuri... :mrgreen:
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Re: The Drunk Ducks' Nest - AVR in Terra Santa!!!

Messaggioda Wineduck » 28 ott 2010 01:07

Dedalus ha scritto:Ecco, sono perfettamente d'accordo con il discorso di Wineduck.

Con la non piccola differenza che passando dalla teoria alla pratica avremmo opinioni non poco diverse a proposito di quali siano gli esempi concreti in cui quest'idea si fa vino da poter versare nel proprio bicchiere. Questioni di stile.

Altra non piccola differenza, io non associo automaticamente l'imperfezione rusticana all'artigiano e la perfezione raffinata all'azienda di maggiori dimensioni e strutture o anche solo superiori competenze tecniche e dotazioni tecnologiche. Questioni di ideologia.

La cosa divertente è che Wineduck ora mi deve i canonici setteuri... :mrgreen:


Oh Gesù, Maria.... :roll: ma potresti smettere di rincorrermi per tutto il forum a scrivere dietro ai miei post come se fossi l'unico motivo della tua presenza su questo forum?
Se non è ossessione questa, che cos'è? :lol:
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Re: The Drunk Ducks' Nest - AVR in Terra Santa!!!

Messaggioda Dedalus » 28 ott 2010 02:57

Wineduck, non ti sopravvalutare.

Scrivo una mucchia enorme di post ogni giorno, quelli rivolti a te sono una piccola minoranza assoluta e anche relativa, interagisco assai di più, anche contraddittoriamente e persino polemicamente, con almeno altri dieci forumisti. Nessuno di loro grida alla persecuzione. Ti rinnovo la citazione di Emerson: equivochi il contraddittorio con la persecuzione.

Mettiti l'anima in pace: se intervieni in un forum pubblico ti esponi volontariamente all'interazione con gli altri forumisti, ed è tutto assolutamente normale... fino a che è tutto assolutamente normale. Se pretendi che quelli che non ti sono simpatici non intervegano mai dove intervieni tu, cercati un luogo che funzioni secondo regole diverse da un forum aperto al pubblico come questo.

Il fatto che tu non intervenga mai a commentare i miei interventi non ti dà alcun diritto di pretendere che io faccia lo stesso con te. L'autolimitazione volontaria della tua libertà non ti dà il diritto di limitare simmetricamente quella altrui, così come uno che si rapa i capelli a zero non ha il diritto di andare a rapare i capelli a zero a tutti quelli che incontra per strada.

Take it easy, man... :wink:
Ultima modifica di Dedalus il 28 ott 2010 03:45, modificato 1 volta in totale.
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Re: The Drunk Ducks' Nest - AVR in Terra Santa!!!

Messaggioda Dedalus » 28 ott 2010 03:40

Tornando invece in tema dopo la spiacevole digressione, io e Wineduck siamo dell'opinione che la perfezione di esecuzione non sia affatto nemica della grandezza di un vino, e che anzi l'imperfezione limiti ad una "deità minore" vini potenzialmente grandissimi - o per meglio dire persino più grandi di quello che sono con le imperfezioni. Che cioé il problema sta nel togliere l'imperfezione senza perdere neanche 'na nticchia della grandezza potenziale del vino. E non che l'imperfezione partecipi o contribuisca in qualche modo della grandezza di un vino che se è grande è grande per altro motivo che si intravvede dietro l'imperfezione, e non grazie all'imperfezione.

Quasi tutti gli altri la pensano nel verso opposto, per quanto giungendo a verificare quale idea abbiamo io e Wineduck dei vini "perfetti senza perdenza", non andiamo più d'accordo nemmeno fra di noi.

Direi un filone di discussione particolarmente interessante.
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Re: The Drunk Ducks' Nest - AVR in Terra Santa!!!

Messaggioda brozzi » 28 ott 2010 04:39

Dedalus ha scritto:Tornando invece in tema dopo la spiacevole digressione, io e Wineduck siamo dell'opinione che la perfezione di esecuzione non sia affatto nemica della grandezza di un vino, e che anzi l'imperfezione limiti ad una "deità minore" vini potenzialmente grandissimi - o per meglio dire persino più grandi di quello che sono con le imperfezioni. Che cioé il problema sta nel togliere l'imperfezione senza perdere neanche 'na nticchia della grandezza potenziale del vino. E non che l'imperfezione partecipi o contribuisca in qualche modo della grandezza di un vino che se è grande è grande per altro motivo che si intravvede dietro l'imperfezione, e non grazie all'imperfezione.

Quasi tutti gli altri la pensano nel verso opposto, per quanto giungendo a verificare quale idea abbiamo io e Wineduck dei vini "perfetti senza perdenza", non andiamo più d'accordo nemmeno fra di noi.

Direi un filone di discussione particolarmente interessante.


Quindi, la butto lì, Valentini è migliorabile (artigiano e rustico in senso alto lo è di sicuro)? C'è qualcosa che mi sfugge, più che altro il passaggio concreto. Cosa dovrebbe fare, sempre a mo' di esempio, Francesco per migliorare il Montepulciano? Non lo so, che dire... preferisco cogliere quel che viene dal vigneron, non mi pare troppo giusto mettere bocca quando escono fuori prodotti già grandissimi e quando vedo già che l'impegno e l'attenzione sono straordinari... Come si direbbe nel calcio, squadra che vince non si cambia... al 50% si fa bene e al 50% si rischia di peggiorare...
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Re: The Drunk Ducks' Nest - AVR in Terra Santa!!!

Messaggioda alexer3b » 28 ott 2010 11:16

brozzi ha scritto:Cosa dovrebbe fare, sempre a mo' di esempio, Francesco per migliorare il Montepulciano?

Farlo sempre come il 2006 (o anche meglio).

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... a Nossiter (come ai suoi compaesani) bisognerebbe spiegare che quando avrà capito l’importanza di usare il bidet sarà sempre troppo tardi… :lol: (anonimo 07-02-2012)
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Re: The Drunk Ducks' Nest - AVR in Terra Santa!!!

Messaggioda Dedalus » 28 ott 2010 21:20

brozzi ha scritto:al 50% si fa bene e al 50% si rischia di peggiorare...


Chi non risica non rosica.

I grandi vini rustici sono fantastici.

I grandi vini e basta sono ancora più fantastici.

Se uno vuole fare proprio il vino rustico in quanto tale, per scelta estetica, è bellissimo e sta bene così. Aumenta l'espressività accessibile del vino e quando è grande nonostante la rusticità è una riuscita fuori dal comune.

Ciò non toglie che chi riesce a fare del vino grande e rustico un vino grande e perfetto sia meno degno di lode, coinvolgimento ed emozione.

La perfezione non è un minus, ecco.
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Re: The Drunk Ducks' Nest - AVR in Terra Santa!!!

Messaggioda meursault » 28 ott 2010 22:00

Ad esempio, un tocco di brett può aumentare la complessità di un vino?
Una non perfetta messa a fuoco sul frutto può far aumentare di facino un vino (ogni riferimento a Giacosa Bruno è puramente casuale)?
Non sono domande retoriche, sono solo domande alle quali non è facile dare risposta.
Non è facile definire i limiti ed i contorni del trade-off.
Ultima modifica di meursault il 28 ott 2010 22:48, modificato 1 volta in totale.
...non può superare un certo delta, altrimenti, scusassero, uno dei due non ci ha capito un cazzo di quel vino(vinogodi)
La valutazione è oggettiva a meno di un delta (limitato, diciamo circa 5 punti) dovuto alla inevitabile componente soggettiva(fufluns)
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Re: The Drunk Ducks' Nest - AVR in Terra Santa!!!

Messaggioda brozzi » 28 ott 2010 22:02

Dedalus ha scritto:
brozzi ha scritto:al 50% si fa bene e al 50% si rischia di peggiorare...


Chi non risica non rosica.

I grandi vini rustici sono fantastici.

I grandi vini e basta sono ancora più fantastici.

Se uno vuole fare proprio il vino rustico in quanto tale, per scelta estetica, è bellissimo e sta bene così. Aumenta l'espressività accessibile del vino e quando è grande nonostante la rusticità è una riuscita fuori dal comune.

Ciò non toglie che chi riesce a fare del vino grande e rustico un vino grande e perfetto sia meno degno di lode, coinvolgimento ed emozione.

La perfezione non è un minus, ecco.


Questa è la teoria, la pratica è molto più dura. Non si può rischiare oltre un tot, i conti devono tornare, non si può assumere altro personale, etc. E' la dimensione artigianale, con i pro i contro. Credo sia difficile pretendere di più, a meno che non si disponga improvvisamente di capitali (utopico...)
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Re: The Drunk Ducks' Nest - AVR in Terra Santa!!!

Messaggioda vinogodi » 28 ott 2010 22:44

meursault ha scritto:Ad esempio, un tocco di brett può aumentare la complessità di un vino?
...

... di un vino non saprei ... di una birra senz'altro... 8)
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Re: The Drunk Ducks' Nest - AVR in Terra Santa!!!

Messaggioda Dedalus » 29 ott 2010 06:33

brozzi ha scritto:
Dedalus ha scritto:
brozzi ha scritto:al 50% si fa bene e al 50% si rischia di peggiorare...


Chi non risica non rosica.

I grandi vini rustici sono fantastici.

I grandi vini e basta sono ancora più fantastici.

Se uno vuole fare proprio il vino rustico in quanto tale, per scelta estetica, è bellissimo e sta bene così. Aumenta l'espressività accessibile del vino e quando è grande nonostante la rusticità è una riuscita fuori dal comune.

Ciò non toglie che chi riesce a fare del vino grande e rustico un vino grande e perfetto sia meno degno di lode, coinvolgimento ed emozione.

La perfezione non è un minus, ecco.


Questa è la teoria, la pratica è molto più dura. Non si può rischiare oltre un tot, i conti devono tornare, non si può assumere altro personale, etc. E' la dimensione artigianale, con i pro i contro. Credo sia difficile pretendere di più, a meno che non si disponga improvvisamente di capitali (utopico...)


Ovvio che la pratica sia dura.

Mica è un caso che i vini autenticamente sommitali siano giusto un pugno in tutto il mondo.

Ma qui noi stiamo considerando da consumatori ed appassionati quale sia lo stato dell'arte del vino, e se la rusticità in sé sia o meno fattore proprio di grandezza oppure fattore che la grandezza la limita, pur magari sottolineandola e mettendola in persino maggiore evidenza, citando Leopardi.

Non ci stiamo invece immedesimando nei panni (poi magari reali appena usciti dal forum) degli uomini d'azienda che devono fare i conti con i rischi concreti del dedicarsi al miglioramento di un prodotto così folle come il vino - che se però folle non fosse, col piffero che la trasformazione di un chilo d'uva potrebbe arrivare a costare i prezzi che spuntano i vini che ci garbano in enoteca.

Dunque anche vestendo i panni degli uomini d'azienda (vitivinicola) bisogna prendere la rosa con le spine che gli vanno dietro, e non mettersi a piegare i ragionamenti dell'appassionato che con i suoi denari regge tutto il gioco alla bisogna della logica dei rpoduttori. Specialmente se si comincia a considerare una logica di impronta strettamente aziendalistica e non quella più orientata alla realtà vitivinicola, l'unica appropriata (non solo sulle brochure aziendali ma anche nei fatti...) per chi ha deciso di andare sul mercato con l'eccellenza o presunta tale, e non con il Tavernello, né con lo Yellow Tail.

Altro discorso infinitamente contestato a Wineduck, questo della pretesa che gli appassionati e consumatori di vino di alta qualità debbano farsi carico delle preoccupazioni e dei ragionamenti degli imprenditori e produttori di vino, speriamo che la sua psiche regga all'immensa onta rappresentata dal fatto che l'ho nominato di nuovo e che abbia di nuovo osato esprimere idee contraddittorie rispetto alle sue...
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Re: The Drunk Ducks' Nest - PerLeonardo...

Messaggioda Wineduck » 14 mar 2011 22:13

Qualche bevuta in onore del piccolo Leonardo (tutte le scuse son buone... :D ):
(note solo su richiesta, sempre che me le ricordi ancora...)

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Re: The Drunk Ducks' Nest - PerLeonardo...

Messaggioda Wineduck » 14 mar 2011 22:14

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Re: The Drunk Ducks' Nest - PerLeonardo...

Messaggioda Wineduck » 14 mar 2011 22:14

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Re: The Drunk Ducks' Nest - PerLeonardo...

Messaggioda Wineduck » 14 mar 2011 22:15

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Re: The Drunk Ducks' Nest - PerLeonardo...

Messaggioda Wineduck » 14 mar 2011 22:16

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Re: The Drunk Ducks' Nest - PerLeonardo...

Messaggioda vinogodi » 14 mar 2011 22:18

...per Leonardo ho preparato io la bottiglietta d'apertura "buona" , domenica...
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Re: The Drunk Ducks' Nest - PerLeonardo...

Messaggioda Wineduck » 14 mar 2011 22:49

vinogodi ha scritto:...per Leonardo ho preparato io la bottiglietta d'apertura "buona" , domenica...



Ci conta... :wink:
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Re: The Drunk Ducks' Nest - PerLeonardo...

Messaggioda wine_miner » 14 mar 2011 23:54

Wineduck ha scritto:Qualche bevuta in onore del piccolo Leonardo (tutte le scuse son buone... :D ):
(note solo su richiesta, sempre che me le ricordi ancora...)


Sono curioso di sapere come hai trovato la bottiglia della nuova linea bio di Lecrerc Briant.

Les chevres pierreuses Brut Cumieres premier cru mi aveva deluso rispetto al passato facendomi pensare ad un inizio non proprio felice per questa nuova linea bio, impressione tra l'altro confermata da VdV.

Un salutone ed un abbraccio a Leonardo.
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Re: The Drunk Ducks' Nest - PerLeonardo...

Messaggioda Wineduck » 15 mar 2011 03:12

wine_miner ha scritto:
Wineduck ha scritto:Qualche bevuta in onore del piccolo Leonardo (tutte le scuse son buone... :D ):
(note solo su richiesta, sempre che me le ricordi ancora...)


Sono curioso di sapere come hai trovato la bottiglia della nuova linea bio di Lecrerc Briant.

Les chevres pierreuses Brut Cumieres premier cru mi aveva deluso rispetto al passato facendomi pensare ad un inizio non proprio felice per questa nuova linea bio, impressione tra l'altro confermata da VdV.

Un salutone ed un abbraccio a Leonardo.


La bevuta risale a prima di Capodanno e non ho preso appunti, così mi devo basare solo sui ricordi. Sinceramente però mi porto dietro un ottima impressione di questo champagne forse un po' vinoso (ma a me non dispiace affatto) ma ma molto minerale. Ricordo anceh un dosaggio basso e una bollicina molto sottile e cremosa. Come sai è uno dei pochi champagne cuveé prodotto però da un unico cru: 4 annate diverse ma dalla medesima parcella (La Croisette appunto).
Mi è molto dipiaciuto che Davide non abbia più nella sua scuderia i prodotti di questa maison che a suo tempo avevano il miglior rapporto Q/P fra quelli importati in Italia (e che io ho avuto la possibilitò di assaggiare).

Ringrazio e ricambio i saluti... :wink:
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Re: The Drunk Ducks' Nest - Riapertura autunnale...

Messaggioda Wineduck » 17 set 2011 14:37

Il Nido riapre, ci scusiamo per la prolungata sospensione delle comunicazioni.
Cercherò di recuperare con dei veloci flash, le principali bevute degli utlimi mesi.
Buona lettura
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Re: The Drunk Ducks' Nest - Riapertura autunnale...

Messaggioda Wineduck » 17 set 2011 14:38

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Una delle migliori bevute degli utlimi anni: Pergole 88 indecente (per la puzza) all'inizio, si trasforma in una meraviglia dopo 2 ore; Percarlo, buonissimo nelle prime due ore, troppo terrroso e seduto sul finale. L'85 di una gran finezza e acidità.
GdP 95 affascinante ma non emozionate.
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