The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2023-24

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Alberto
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2020

Messaggioda Alberto » 29 set 2020 09:29

E Troplong Mondot 2000? :)
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2020

Messaggioda vinogodi » 29 set 2020 10:42

Alberto ha scritto:E Troplong Mondot 2000? :)
...99/100 Parker ...
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2020

Messaggioda arnaldo » 29 set 2020 18:20

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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2020

Messaggioda arnaldo » 29 set 2020 18:20

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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2020

Messaggioda arnaldo » 29 set 2020 18:21

Chiude la seconda batteria Monstre questa coppietta...
7) chateau Troplong mondot 2000 inserito all ultimo momento per rimpiazzare un impreciso Chateau Cheval blanc 1999.. e la differenza d annata si sente tutta. Granato con unghia aranciata, il frutto e' piu'maturo, caldo, poi.pellame nobile e cuoio, tabacco essicato,poi rose appassite e china...bocca di materia,esuberante, eppur dai tannini soffici, con un percorso davanti a se ancora lungo...
8) chateau ausone 1999 una delle sorprese di giornata,ma neanche poi tanto. Sempre godimenti con ausone... questo parte balsamico a palla, stantuffa freschezza, tanto floreale quanto speziato fine, caffe' e fungo. Alcool perfettamente integrato, in un quadro complessivo di energia/balsami/sali..ottima.lunghezza gustativa. Una certezza
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2020

Messaggioda arnaldo » 29 set 2020 18:24

vinogodi ha scritto:
Alberto ha scritto:E Troplong Mondot 2000? :)
...99/100 Parker ...


Addirittura Robertino affermo' che questo 2000 è il migliore Troplong della storia solamente dopo l incredibile 1990. :shock:
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2020

Messaggioda arnaldo » 29 set 2020 18:25

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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2020

Messaggioda arnaldo » 29 set 2020 18:26

Un imperfetto Cheval Blanc 1999, dimostratosi subito fallato al naso con note stranissime riconducibili a cose non nominabili, ha col tempo virato su toni troppo stramaturi e con lieve straccetto, e con bocca che invece lottava quasi rifiutando il tragico destino in bottiglia
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2020

Messaggioda arnaldo » 30 set 2020 17:06

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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2020

Messaggioda arnaldo » 30 set 2020 17:07

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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2020

Messaggioda arnaldo » 30 set 2020 17:08

Il terzo ed ultimo quartetto, cosiddetto " soft" ( per modo di dire ) si apre con
8) chateau leoville las cases 1999 rubino vivo, splendido e fresco al naso fin da subito con un mix di frutta rossa e spezie finissime, corteccia,sottobosco,poi cedro e polvere di cioccolato. Estremamente giovane ma super godibile, ha leggerezza e polpa,tannini ben fusi e buona lunghezza.
9) chateau Lynch bages 1999. Rubino vivace,purpureo. Parte floreale per allargarsi a frutta schiacciata, cassis, legno di cedro,terra e spezie...in bocca e'generoso,ampio,rotondo,non di grande struttura,magari.non sara' eterno ma.questo.Lynch fa la sua sporca figura,come sempre...
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2020

Messaggioda vinogodi » 30 set 2020 20:27

...batti cinque, Arnaldo... È sempre un piacere incrociare con te i bicchieri e leggere i tuoi commenti, sempre condivisibili ... Quando parlo di " confronto" , è questo che intendo...
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2020

Messaggioda Wineduck » 30 set 2020 23:35

Grazie ad entrambi ragazzi! Leggere le vostre note in parallelo è stato esaltante e mi ha fatto rivivere i bei momenti del pranzo di sabato scorso. Dopo tanti anni non posso che ribadire che bere insieme a gente appassionata ed esperta come voi permette di continuare ad imparare come se fosse il primo giorno!
Grazie di nuovo e alla prossima!
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2020

Messaggioda arnaldo » 01 ott 2020 16:04

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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2020

Messaggioda arnaldo » 01 ott 2020 16:05

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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2020

Messaggioda arnaldo » 01 ott 2020 16:06

L' ultima coppia che recensisco a chiudere la terza batteria da 4 prevedeva l altro ringer italiano...che ha fatto degna figura
11) chateau Pavie 1999 saint emilion..abbastanza cupo e a tratti introverso, credo per la giovine eta' rivela profumi di cassis, frutta rossa candita,liquirizia, corteccia e tocchi di rovere..in bocca rivela comunque una certa eleganza e classe anche se ci vorra'tempo affinche' di distenda del tutto,visto una certa irruenza sul finale....da aspettare in fiducia
12) Podere San Luigi - fidenzio 1999 anche questo beccato velocemente. La nota mediterranea,piu' calda,salmastra esce dopo.pochi attimi,anche se incredibilmente esibisce una nota marina fresca, sottobosco,polvere di cacao e fungo fresco..bicca sapida, non molto.complessa ma fresca e si beve con molto piacere. Una chiusura soft dopo un incredibile sfilata di Mostri sacri.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2020

Messaggioda Wineduck » 03 ott 2020 23:14

Serata top:

- Substance Selosse sboc. 06/2006: naso fresco di susina e giuggiole, piccante di zenzero e curcuma, bocca esagerata esplosiva, lunghissima, praticamente eterna con una bollicina ancora presente ma dedita più che altro a massaggiare delicatamente il palato. Decisamente più vino che champagne ma decisamente "estiquatzi"! Il miglior Selosse degli ultimi anni: in una parola strepitoso.

- Vosne Romanée Aux Réas 2014 La Maison Romane: prima volta che bevo un PN così particolare, solo qualche sbuffo iniziale da vino "naturale" per poi ricomporsi e sciorinare un corredo pinottesco di livello veramente alto. La bocca è il pezzo migliore con un'estrazione magistrale del tannino ed una netta sensazione fresco-rocciosa che lo rende piacevolissimo e lungo. Sorpresa super positiva.

- Ruchottes Chambertin 2010 Philippe Pacalet: il naso è letteralmente ipnotico fin dal primo momento, una girandola di fruttini neri, di spezie (pepe bianco su tutte) potpourri e incenso. Più passa il tempo e più cresce l'intensità. Avevo trovato un naso simile solo su un Musigny 2002 di Mugnier, così per dire... La bocca parte leggermente sfuocata ma dopo pochi minuti di ossigeno si ricompone e si compatta: diventa bella tesa con una sensazione di "piccole scintille" in bocca tanta era la freschezza, la mineralità e la sensazione piccante. La bocca la posso definire all'altezza dei migliori Leroy che ho avuto la possibilità di assaggiare. Decisamente un top wine che colloco senza dubbi nell'olimpo dei migliori mai bevuti.

- Barolo Tretine 2012 Giuseppe Rinaldi: ancora un bellissimo colore granato con affascinanti lampi rubino. Il naso non si è mai liberato da qualche sentore cupo e leggermente sgraziato ma la bocca...ah che bocca hanno i vini di Marta! La potenza del tannino del nebbiolo si percepisce nettamente rispetto alla dolcezza carezzevole del PN ma la compattezza e la rotondità del tannino è da manuale. Noce, cenere, sale e ciliegia nera spiccano in una rutilante sarabanda che avvolge tutto il palato e che genera una notevole lunghezza post olfattiva.

Mi è capitato raramente che in una serata edonistica ci fossero 4 bottiglie così performanti e tutte di così alto livello. La ricorderò a lungo.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2020-21

Messaggioda Wineduck » 28 dic 2020 00:10

A causa di varie vicissitudini ed ovviamente le restrizioni anti-covid non ero riuscito da quasi ter mesi ad organizzare delle bevute (e mangiate) di totale soddisfazione. Sono orfano da mesi dei ragazzacci con cui ci incontriamo regolarmente (paperofranco, hag, percarlo1992, ecc.) ma in attesa della nostra prossima reunion ho colto l'occasione delle festività natalizie e della possibilità di ospitare/essere ospitati da due amici per stappare qualche bella bottiglia.
Cominciamo da giorno di Natale:
- Champagne Extra Brut Lieu-dit Les Genevraux 2008 Dehours & Fils: munier in purezza e si sente! Un trionfo di frutta gialla ma anche creme profumate di vaniglia e anice, la frutta è polposa e fresca, talmente fresca da essere talvota un tantino eccessiva. Nel complesso si fa godere grazie alla tanta materia che si regge bene sulle onde di un'acidità veramente elevata.
- Champagne Brut Chemin du Bois 2008 R. Pouillon: terza bottiglia che bevo di questo fuoriclasse, che mi parsa decisamente la migliore. Champagne che sta trovando adesso la sua quadratura con un naso di stampo borgognone (fruttini rossi e neri, affumicatura lieve e salmastra) ed un bocca affilata ma decisamente molto equilibrata. Se il precedente era un'eplosione di "tanta roba" questo è più aristocratico, al sorso più moderato ma che nel palato mostra la sua energia senza spintonamenti: bollicina sottilissima ma persistente e mineralità montana per un finale decisamente lungo e piacevole. Bella bottiglia!
- Champagne Brut Rosé n. 3 S.A. André Clouet: cipria, fragoline, acqua di rose....un fioretto in mezzo a spadoni e sciabole. Abbinato con i tortellini del Picchi (Il Cibreo di Firenze) nel brodo di cappone (cotto a fuoco lento per quasi sei ore) ha fatto un figurone. E' un tipo di vino che definirei "Panda", un vino da proteggere e tutelare, ad esempio con abbinamenti adeguati ovvero altrettanto leggiadri e delicati.
- Barbera d'Alba 2016 G. Rinaldi: voi con il bollito misto di manzo (tenerone, lingua, scaramella, testina, ecc.) cosa ci avreste abbinato? Io avevo solo il dubbio se Rinaldi o GB Burlotto ma alla fine ho optato per uno dei gioiellini delle sorelle Rinaldi. E' stato un abbinamento perfetto con la prugna che addolcisce e l'acidità che sgrassa. Bella anche la punta di cenere e fiori secchi che si inzia a percepire fa naso e palato e che lo renderanno un vino sempre più complesso ed interessante.
- Cote Rotie Chateau d'Ampuis 2006 E. Guigal: potevo rimanere ancora lontano dal mio Rodano? Ovviamente no ed è stato un bel ritorno. Il classico "rientro a casa" dopo molto tempo con il vino più classicone di quella zona, un piccolo monumento alla classicità della Cote Rotie. Dentro c'è l'oliva didascalica, il pepe, la carne finemente arrostita e tanta mentuccia. C'è una bocca bella materica a confermare che la 2006 sia stata un'annata tutt'altro che debole (come molti continuano a pensare) e con un finale dolce, speziato e lunghissimo che mi ha quasi commosso. Chateau d'Ampuis sta alla Cote Rotie come "Una poltrona per due" sta al Natale: non se ne può fare a meno.

Dopo la giornata di sabato tutta tisane e detox, oggi si è stappato di nuovo.... (rimanete sintonizzati per la prossima puntata)
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2020-21

Messaggioda Wineduck » 29 dic 2020 14:57

La domenica 27 con due cari amici che non vedevo da mesi si è stappato:

- Champagne Brut Nature Blanc d'Argile Vouette & Sorbée (sbocc. 09/2016): le ultime due bevute del Fidéle non mi avevano convinto del tutto, troppo affilato senza adeguata materia, scheletrico ed essenziale e senza quel volume in bocca che per me, in qualsiasi tipo di vino, rimane un requisito essenziale (se mi voglio dissetare con un liquido scorrevole e rinfrescante mi stappo una bibita fresca o una birra blanche: spendo infinatamente meno e godo molto di più). Questo invece si è subito dimostrato nelle mie corde: denso quasi come un Selosse Initial, articolato e saporito qusi come un piccolo Krug (cereali, orzo, crema densa, caffè, nocciola) pur mantenendo una notevole freschezza ed una decisa nota minerale. Finito in un batter d'occhio con gli stuzzichini a base di mortadella di cighiale e soppressata toscana: una bevuta da ricordare e da ripetere senza indugio.
- Puligny Montrachet Les Perrieres 2005 Etienne Sauzet: dopo oltre vent'anni di degustazioni ci si può ancora stupire ed emozionare per un vino? Se il vino è un fuoriclasse della Borgogna bianca abbinato ad un tagliolino fatto in casa ben ricoperto di tartufo bianco delle Crete senesi, la risposta è senza alcun dubbio si. Colore irreale per un vino di 15 anni, con riflessi ancora verdognoli intrecciati con un giallo luminoso di ginestre appena sbocciate, profumi stordenti di gelsomini ed altri fiori bianchi ma poi anche gialli, insieme ad una polvere pirica degna di Mme Leflaive ed un leggero fumo di faggio appena accennato. In bocca è fresco ma con volume: unisce tutta la fresca eleganza di Puligny, con la spinta energica della materia più tipica di Meursault. È mobile ed in continuo miglioramento. È da applausi.Punto, game, set, partita. Per me vino bianco dell'anno ed ovazioni meritate.
- Hermitage 2007 JL Chave: questo vino merita una descrizione accurata che adesso non ho il tempo di fare. Integrerò più tardi o daomani....
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2021

Messaggioda Wineduck » 23 mag 2021 17:59

Oggi a pranzo con un fantastico amico forumista, abbiamo messo un bianco a testa:

- Chablis Les Clos 2005 Dauvissat
- Chevalier Montrachet 2004 Leflaive

Due vini strepitosi!
Leflaive naso ipergalattico, dalla polvere da sparo ai mazzi di fiori bianchi, alla frutta bianca (melone bianco, pera) zenzero e limone. Bocca con ingresso di freschezza e mineralità sorprendente, palato coerente con il naso e finale piccante lunghissimo, buccia di pesca bianca, praticamente infinito. Spettacolo!
Le Clos è più austero, più denso, più indietro. Il naso è monacale rispetto a Chevalier, conchiglioso, gessoso, freddo di roccia di montagna. La bocca invece è più grassa ma sapida e verticale, nessuna concessione edonistica, esce una dolcezza misurata di crema fresca con poco zucchero ed ingredienti freschi fra cui la buccia di limone. Un vino più maschile rispetto allo Chevalier, difficile eleggere un preferito...
Ultima modifica di Wineduck il 13 giu 2021 11:31, modificato 1 volta in totale.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2021

Messaggioda vinogodi » 23 mag 2021 18:41

...appero'...
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2021

Messaggioda titanium » 23 mag 2021 19:25

Che invidia Ale!!!!
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2021

Messaggioda Wineduck » 25 mag 2021 12:09

Grazie ragazzi ma dopo mesi di semi-astinenza da grandi vini ed una degustazione fantastica ma che mi tiene sempre un po' sulle spine, avevo veramente bisogno di una giornata di puro edonismo eno-gastronomico! Come aperitivo abbiamo bevuto anche un Cumieres di Laval che non era niente male, per non parlare degli splendidi piatti di pesce della bravissima padrona di casa... insomma godimento ai massimi livelli
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2021

Messaggioda Il Parente » 25 mag 2021 22:32

Wineduck ha scritto:...... un Cumieres di Laval che non era niente male, per non parlare degli splendidi piatti di pesce della bravissima padrona di casa... insomma godimento ai massimi livelli

In primis complimenti per la scelta del Dauvissat e del Leflaive :shock: .... Ma il Cumieres è un brut Nature ottimo abbinato al pesce... Con i ricci... Top! :D
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2021

Messaggioda Wineduck » 13 giu 2021 11:49

Pranzo decisamente alcolico ieri con i soliti ragazzacci toscani. Abbiamo bevuto:

- JC Mouzon Champagne Grand Bouquin Gran Cru: salato e fruttato, bolla finissima e grande equilibrio, se solo avesse un filo di allungo in più sarebbe un fuoriclasse;
- Voutte&Sorbette Champagne Extrait Brut Nature 2008: un prodotto giocato sul sottile confine fra ossidazione e freschezza, un ottimo champagne con molta personalità. Peccato sia una bottiglia prodotta in quantità molecolari, sarà difficilissimo ritrovarla.
- Raveneau Chablis 1er cru Vaillons 2008: i fiori di Puligny al naso ma la potenza di Meursault in bocca, buonissimo anche se non ha l'allungo di Les Clos. In una parola: principesco.
- Jamet Cote Rotie Côté Brune 2002 sarebbe stato meraviglioso senza un subdolo TCA che si è fatto sempre più evidente con il crescere dell'ossigenazione. La stoffa iniziale era di eccellente qualità: teso e vibrante, tutto giocato sul minerale scuro e la carne affumicata.
- GB Burlotto Barolo Monvigliero 2006 l'austerità speziata e rigorosa del Piemonte serio e lavoratore. Un vino che potrebbe essere la rappresentazione del Cavalier Gian Battista da giovane. Migliorerà ancora tanto ma non sarà mai un vino incline ai sorrisi immotivati. Un plauso al papero che lo ha beccato in pieno dopo il primo sorso!
- Rinaldi Giuseppe Barolo Cannubi San Lorenzo-Ravera 2006: anche questo ancora indietrissimo ma lui perlomeno dopo 5 ore dall'apertura si concede qualche sorriso sotto forma di nuance di buccia d'arancia e di anguria. All'inizio era quasi impossibile collocarlo in Langa, poi si è ammorbidito ed è venuto fuori il carattere del suo grande produttore. Tannino magistrale per sfericità e compattezza: se fosse un docente, insegnerebbe ad Oxford!
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