Avendo sistemato i miei appunti in ritardo, aggiungo due commenti veloci.
Gerin mediterraneo, una macedonia, ma anche alcoolico, per me la spunta su Guigal che era ancora indietro e un po' scomposto, e ambedue le prendono da Rostaing stiloso, qui in piena forma ma non ancora al massimo, col tannino un po' serrato.
Di Jaboulet ho portato a casa l'avanzo (e la stagnola mi è servita per arrivarci, a casa...
) e si è sporcato vieppiù di affinamento e note lattiche: non il periodo giusto per comprarlo. Rostaing ottimo, Chave ha fatto lo Chave pure se meno immediato: più stava nel bicchiere, più cresceva. Un rabbocco dopo la batteria era già illuminante.
Clape didascalico, verticale, rigoroso, ma dimostra la difficoltà del territorio nello stare al passo della Costa e della Collina. Bonneau molto più digeste del solito, leggero, delicato, mimetico, mentre Jamet anche lui ha interpretato se stesso con grande classicità anche se con minore tenuta, mi si è un po' spento nel finale.
Gaillard si conferma un bel vino ma al tempo stesso appare di rincorsa, come un centometrista di buon livello che si tira il collo alla finale olimpica acchiappata per caso. Però sarebbe da riprovare tra qualche anno, potrebbe sorprendere. Come ha fatto per esempio Tua Rita, dal naso un po' caldo (indizio) ma dalla grande succosità. Ha davvero tirato fuori un bel vino, non mi aspettavo fosse un toscano quando è stato scoperto. Chapeau. Come altra scappellata per il rosso di Vernay, si vede che è un rosso fatto da un bianchista: intenso, persistente, equilibrato, soprattutto verticale.
Insomma, ci siamo divertiti non poco.