The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2023-24

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Wineduck
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2021

Messaggioda Wineduck » 27 giu 2021 17:52

Ultime bevute random:

- Roc D'Anglade VdP du Gard 2016 è proprio la meraviglia di vino che mi aspettavo! Al naso parte con gerani a profusione che con l'ossigeno diventano sentori fruttati di grande finezza come piccole bacche rosse di bosco. Anche con il passare del tempo non perde la florealità rossa di sottofondo che sprigiona anche una nota iodata e leggermente selvatica. Senza però nessuna nota scomposta, anzi...! Bocca di grande precisione e godibilità che con i suoi 12° invita alla beva. Non è però un vino "leggero" o peggio scivoloso: il segno lo lascia per una bella sensazione rocciosa che si intreccia magistralmente con la parte fruttata di leggera polposità. Scia iodata lunghissima anche in bocca, grande mobilità sia olfattiva che gustativa. Insomma un piccolo gioiello dal prezzo certamente non più popolare ma neppure ancora ai livelli di inaccessibilità (per noi poveri indigeni europei) raggiunti da molti altri "garage wines".

- Champagne VP Egly Ouriet (sbocc. 05/16) al naso un trionfo di canditi e burro buono, quello dei migliori panettoni artigianali! Sembrava di mettere il naso nel lievitato di Opera Waiting, con quel leggero sentore di zenzero, insieme alla curcuma e la pesca sciroppata. In bocca è il solito carro armato dolce-salato: ancora pasticceria ma tanta freschezza e soprattutto sapidità che lascia la bocca fresca e pronta per un nuovo sorso. Uno dei più golosi fra i grandi champagne di struttura.

- Albariño O Con 2013 Lois Xosè Sebio ultima di 4 bottiglie che prese da Gianni-Roland (*) nell'autunno 2016 che mi sono goduto con calma e pazienza lasciandole maturare a dovere. Questa è stata la bottiglia che ha suggellato un percorso di maturazione a dir poco strepitoso per un vino che avrebbe tutti i diritti di stare nell'olimpo dei grandi vini bianchi europei. Naso e bocca sono tutt'uno in un trionfo di sentori sia freschi che morbidi (salvia, pompelmo, curcuma, tantissimo sale e albicocca matura) che rappresentano l'ottimale per la mia concezione di idea di vino bianco (la mia avversione per i vini scheletrici credo sia ormai arcinota). Sicuramente il miglior rapporto Q/P fra i vini bianchi da me bevuti.

(*) venditore di cui si parla sempre troppo poco in questo forum: oltre a tutte le sue altre qualità, va ricordato che è un talent-scout di tutto rispetto!
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2021

Messaggioda Wineduck » 04 lug 2021 21:00

Ieri sera per festeggiare il compleanno di mia moglie, selossiana della prima ora:

Champagne Initial Selosse deg. 22/12/09
Dopo oltre due ore di ossigeno diventa un vino mostruoso: zenzero, curcuma e pesca al naso, bocca ampia lunga, salata e fresca, bollicina fine e rada come nella migliore tradizione di Anselme ma presente e con un suo ruolo ben preciso, tante creme, tonda gentile e crema al limone....uno sconquasso palatale! Ancora: caramello salato, ancora nocciola langhetta, rosmarino e pompelmo....uno spettacolo!
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2021

Messaggioda vinogodi » 04 lug 2021 22:25

Wineduck ha scritto:Ieri sera per festeggiare il compleanno di mia moglie, selossiana della prima ora:

Champagne Initial Selosse deg. 22/12/09
Dopo oltre due ore di ossigeno diventa un vino mostruoso: zenzero, curcuma e pesca al naso, bocca ampia lunga, salata e fresca, bollicina fine e rada come nella migliore tradizione di Anselme ma presente e con un suo ruolo ben preciso, tante creme, tonda gentile e crema al limone....uno sconquasso palatale! Ancora: caramello salato, ancora nocciola langhetta, rosmarino e pompelmo....uno spettacolo!
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2021

Messaggioda alì65 » 05 lug 2021 06:12

vinogodi ha scritto:
Wineduck ha scritto:Ieri sera per festeggiare il compleanno di mia moglie, selossiana della prima ora:

Champagne Initial Selosse deg. 22/12/09
Dopo oltre due ore di ossigeno diventa un vino mostruoso: zenzero, curcuma e pesca al naso, bocca ampia lunga, salata e fresca, bollicina fine e rada come nella migliore tradizione di Anselme ma presente e con un suo ruolo ben preciso, tante creme, tonda gentile e crema al limone....uno sconquasso palatale! Ancora: caramello salato, ancora nocciola langhetta, rosmarino e pompelmo....uno spettacolo!
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come fai a sapere che porta il tanga... 8)
futuro incerto...2021 grandissima annata!!!
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2021

Messaggioda Wineduck » 05 lug 2021 07:21

vinogodi ha scritto:
Wineduck ha scritto:Ieri sera per festeggiare il compleanno di mia moglie, selossiana della prima ora:

Champagne Initial Selosse deg. 22/12/09
Dopo oltre due ore di ossigeno diventa un vino mostruoso: zenzero, curcuma e pesca al naso, bocca ampia lunga, salata e fresca, bollicina fine e rada come nella migliore tradizione di Anselme ma presente e con un suo ruolo ben preciso, tante creme, tonda gentile e crema al limone....uno sconquasso palatale! Ancora: caramello salato, ancora nocciola langhetta, rosmarino e pompelmo....uno spettacolo!
...minchia, Ale...con il millesimato si sarebbe sfilata i tanga senza togliersi i jeans... 8)


e non sai cosa accadeva anni fa quando le aprivo un Contraste ... :lol:
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2021

Messaggioda Nexus1990 » 05 lug 2021 13:58

Wineduck ha scritto:Ultime bevute random:

- Roc D'Anglade VdP du Gard 2016 è proprio la meraviglia di vino che mi aspettavo! Al naso parte con gerani a profusione che con l'ossigeno diventano sentori fruttati di grande finezza come piccole bacche rosse di bosco. Anche con il passare del tempo non perde la florealità rossa di sottofondo che sprigiona anche una nota iodata e leggermente selvatica. Senza però nessuna nota scomposta, anzi...! Bocca di grande precisione e godibilità che con i suoi 12° invita alla beva. Non è però un vino "leggero" o peggio scivoloso: il segno lo lascia per una bella sensazione rocciosa che si intreccia magistralmente con la parte fruttata di leggera polposità. Scia iodata lunghissima anche in bocca, grande mobilità sia olfattiva che gustativa. Insomma un piccolo gioiello dal prezzo certamente non più popolare ma neppure ancora ai livelli di inaccessibilità (per noi poveri indigeni europei) raggiunti da molti altri "garage wines".

- Champagne VP Egly Ouriet (sbocc. 05/16) al naso un trionfo di canditi e burro buono, quello dei migliori panettoni artigianali! Sembrava di mettere il naso nel lievitato di Opera Waiting, con quel leggero sentore di zenzero, insieme alla curcuma e la pesca sciroppata. In bocca è il solito carro armato dolce-salato: ancora pasticceria ma tanta freschezza e soprattutto sapidità che lascia la bocca fresca e pronta per un nuovo sorso. Uno dei più golosi fra i grandi champagne di struttura.

- Albariño O Con 2013 Lois Xosè Sebio ultima di 4 bottiglie che prese da Gianni-Roland (*) nell'autunno 2016 che mi sono goduto con calma e pazienza lasciandole maturare a dovere. Questa è stata la bottiglia che ha suggellato un percorso di maturazione a dir poco strepitoso per un vino che avrebbe tutti i diritti di stare nell'olimpo dei grandi vini bianchi europei. Naso e bocca sono tutt'uno in un trionfo di sentori sia freschi che morbidi (salvia, pompelmo, curcuma, tantissimo sale e albicocca matura) che rappresentano l'ottimale per la mia concezione di idea di vino bianco (la mia avversione per i vini scheletrici credo sia ormai arcinota). Sicuramente il miglior rapporto Q/P fra i vini bianchi da me bevuti.

(*) venditore di cui si parla sempre troppo poco in questo forum: oltre a tutte le sue altre qualità, va ricordato che è un talent-scout di tutto rispetto!

Belle le note dello spagnolo, su cui mi ritrovo perfettamente. Bevuto un paio di volte. Ricordo proprio una bomba di sale senza disdegnare una bella dose di “polpa”. Davvero un grandissimo bianco, consiglio abbinamento (provato una sola volta) con la tradizionale zuppa di cozze napoletana... Vera goduria :D
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2021-22

Messaggioda Wineduck » 09 ott 2021 22:49

Ieri sera serata strepitosa con il mio gruppo gli amici del cuore. Cinque vini colti nel punto più alto della loro parabola di maturazione, un colpo di fortuna non da poco! Ecco le mie note;

Bollinger RD 2002 è uno champagne con una tensione quasi krughiana,, alle celeberrime note tostate dei bollinger si uniscono infatti creme nobilissime e fini, frutta sciroppata ma soprattutto una tensione di freschezza rara da sentire nei 2002. Più dritto che largo malgrado il gran volume palatale. Ne berresti una pinta da birra!

Meursault Charmes 2008 Roulot avevo fresco il paragone con gli Charmes di Comtes Lafon bevuti sabato scorso e devo ammettere che questo di Rulot è stato nettamente superiore. La finezza del burro d'alpeggio era celestiale ma non sarebbe stata sufficiente a stupire senza i sentori di biancospino, camelia e mughetto che lo rendevano veramente speciale sia al naso che in bocca. Il sorso era un monumento di equilibrio, di parti morbide sapientemente miscelate con quelle più fresche ed acide generando un mix di media densità ma di lunghezza infinita. Accompagnato ad un piatto di escargot cucinate in modo magistrale, hanno generato un momento di piacere enogastronomico che raramente ho provato nella vita. Applausi!

Chambolle-Musigny Les Cras 2010 Roumier è la quintessenza della Borgogna rossa a livelli top, preso in un momento di grazia assoluta si è rivelato di una mobilità olfattiva da fuoriclasse, I fruttini rossi erano continuamente accompagnati da sensazioni stratificate di iodio ma soprattutto di bergamotto, mandarini verdi e chinotto che facevano capolino alternandosi con le foglie di vischio ed altri arbusti sempreverdi. In bocca il peso era medio ma l'esplosione aromatica era massima replicando i sentori olfattivi ed aggiungendo una nota sapida sul finale che lasciava letteralmente basiti per la bellezza armonica. Un capolavoro!

Chateau Leoville Las Cases 1989 (bottiglia che avevo portato io, le altre tutte dalla cantina del padrone di casa) nessuno si sarebbe mai potuto immaginare neppure lontanamente che quello nel bicchiere fosse un vino di 32 anni! Colore granato scuro trasparente con lampi prevalentemente rubino scuro. Un monumento ai Bordeaux seri, austeri rigorosi e non piacioni, tipici dell'epoca pre-parkeriana. Molto simile ad un Latour, le cui vigne confinano con quelle di Las Cases , si è rivelato al naso in modo lento ma progressivo partendo con i tipici tabacchi nobili da sigaro per girare sempre di più sulle note di pino e sui sentori di bosco autunnale. La scia iodata si percepiva al naso ma dominava soprattutto la bocca che che era dritta e severa senza essere mai rigida con un tannino asciutto ma finissimo, non dolce, non amaro, semplicemente severo ed elegante. Il sorso dominava la freschezza in una esplosione di sentori mentolati e leggermente cinerei. Un vino in smoking di alta sartoria!

Griotte-Chambertin Vieilles Vignes 2006 Fourrier dal più piccolo dei Grand cru di Gevrey Chambertin abbiamo bevuto l'unico vino vinificato con i raspi della serata. Era il più vecchio dei borgognoni ma sembrava il più giovane sia per il colore con riflessi ancora violacei che per la bocca di inusitata potenza. Un vino decisamente fuori dagli schemi rispetto agli altri ma con un suo fascino tutto particolare grazie alla miscela di spezie quasi inebrianti che uscivano dal bicchiere: coriandolo, cumino, cardamomo, cannella, anice ed una punta di paprika dolce si percepivano nettamente sia al naso che al palato. La bocca era potentissima e quindi spiazzante rispetto all'altro Borgogna rosso, una sensazione più di potenza che di raffinato equilibrio come quella del Les Cras. Finale ugualmente lungo ma meno fresco ed appagante dell'altro che era però posizionato su livelli celestiali. Un vino non per tutti, un po' funky, un po' gitano ma comunque grandissimo.

Un grazie di cuore all'amico Alessio hag che ha voluto condividere con noi queste meraviglie!
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2021-22

Messaggioda Wineduck » 11 dic 2021 12:34

Ieri sera in compagnia della moglie e di due amici, fra cui un grandissimo produttore:

Giuseppe Rinaldi Barolo Brunate 2011
buonissimo, in 4 sarebbe servita la magnum!
Tutto quello che puoi desiderare da un Barolo di razza qui dentro c'era. Servito inizialmente coperto, ha dato ad alcuni la sensazione in bocca di un grande sangiovese ed in effetti ci poteva stare. Il naso però urlava Langhe con il magafono ed il leggero fumé sul finale era commovente.
Malgrado sia stata una gran bevuta ho preferito il Tre Time della stessa annata bevuto qualche mese fa. Ad essere proprio pignoli il tannino delle Brunate ha infatti un po' sofferto il calore forte dell'annata (leggera sgranatura sul finale) rispetto al fratello ricavato da tre diversi vigneti. Questa constatazione ci ha fatto riflettere sul fatto che forse nelle Langhe funzionerebbe meglio la ricetta tradizionale con il blend di uve provenienti da cru diversi, in proporzione diversa in funzione delle caratteristiche dell'annata (Bartolo style). Andando verso situazioni climatiche sempre più estreme, i singoli cru tenderanno ad avere prestazioni meno regolari rispetto ai vini realizzati da uve provenienti da esposizioni e microclimi diversi.

Cote Rotie 2008 Jamet
molto buono, una girandola di profumi freschi e tipici con una mobilità olfattiva da campione. È partito sparato sull'oliva verde, a seguire una breve fase leggermente medicinale per poi passare ad un trionfo di pepe verde, origano e carne affumicata. Bocca freschissima e vellutata, con echi salini a cui mancava il guizzo del fuoriclasse solo per un finale leggermente astringente dovuto all'annata fresca.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2021-22

Messaggioda Biavo » 11 dic 2021 13:21

Rinaldi nell'annata 2011 ha tirato fuori vini stupendi
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2021-22

Messaggioda Wineduck » 11 dic 2021 13:35

Biavo ha scritto:Rinaldi nell'annata 2011 ha tirato fuori vini stupendi


Concordo. Per la mia esperienza devo dire che Beppe è sempre stato forte sulle annate calde. I suoi 1998 ad esempio erano (entrambi) di gran lunga i più buoni Barolo della denominazione. Sono stati i vini che mi hanno fatto innamorare del suo stile che all'epoca era molto criticato (con il senno di poi, sono tutti fenomeni). La magnum di Cannubi San Lorenzo Ravera 1998 che aprimmo per il mio 50°compleanno me la sogno ancora adesso quando dormo felice... :D
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2021-22

Messaggioda maxer » 11 dic 2021 19:05

Wineduck ha scritto:... forse nelle Langhe funzionerebbe meglio la ricetta tradizionale con il blend di uve provenienti da cru diversi, in proporzione diversa in funzione delle caratteristiche dell'annata (Bartolo style). Andando verso situazioni climatiche sempre più estreme, i singoli cru tenderanno ad avere prestazioni meno regolari rispetto ai vini realizzati da uve provenienti da esposizioni e microclimi diversi ...

..... sono del tutto d' accordo !
A tal proposito, prova l' Acclivi 2018 di Burlotto quando uscirà ad aprile : con questo blend dei suoi vitigni, Fabio è riuscito ad ottenere un Barolo semplicemente fantastico, perfetto nel suo equilibrio
In questa annata l' ho trovato persino migliore dei "miei" sempre amati Monvigliero e Cannubi

Il che per me non è facile ..... :D
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2021-22

Messaggioda Wineduck » 03 gen 2022 00:17

Le bevute delle ultime feste:

- Montluis sur Loire Rocher des Violettes 2018 Xavier Weisskopf: primo approccio con il vitigno Negrette: sorprendente per aromaticità, polpa di frutta gialla e fiori viola, meno per bassa acidità. Lo riproverò con molta curiosità. Intrigante.
- Chianti Classico 2013 San Giusto a Renennano: il Chianti come dovrebbe essere, sempre! Un concentrato di terra con tanto galestro, poi un frutto rosso nella sua prima maturità che si apre su un ventaglio di fiori rossi ed iodio. Santuario chiantigiano!
- Saumur Champigny La Marginale 2013 T. Germain: vegetale, molto vegetale, di tanto in tanto un po' vegetale. Un filo di rossetto e voilà. Vegano.
- Barolo San Lorenzo di Verduno 2013 F.lli Alessandria: che bello, tutto quello che puoi desiderare da un Barolo di Verduno e non ha mai osato chiedere. Già molto espressivo con i suoi agrumi dolci e l'amaro della cenere di camino, la sensazione è che possa migliorare ancora tanto. Santo subito.
- Langhe rosso Bricco del Drago 2015 Poderi Colla: per farmi bere il dolcetto ci vuole un'aggiunta di nebbiolo. Già abbastanza buono ma destinato a diventare molto meglio con gli anni. Vin de garde.... ma tanta garde. In fasce.
- Champagne Solera Grand Cru L'Ascendant Mouzon-Leroux: una lama di freschezza, agrumi a go-go, sale e iodio. Ci fosse un pizzico di polpa in più per i miei gusti sarebbe uno champagne iconico. The edge
- Champagne Extra Brut Maisoncelle 2008 Dehours & Fils: ottimo per complessità, fruttini neri e polpa di susina, bilanciatissimo nella parte fresca con un dosaggio da manuale. Evoluzione perfetta ma con alto margine di miglioramento davanti. Polposo.
- Barolo Bussia Dardi Le Rose 2013 Poderi Colla: ok la tradizione, bellissimo il colore aranciato luminoso, quasi ipnotico ma ci fosse qualcos'altro olter alle erbe alpine non sarebbe male. Incompiuto.
- Barbera d'Alba 2017 G. Rinaldi: se dico che l'ho preferita alla 2016 mi lapidate? Polposa e succosa ma fresca e goduriosa. Iconica.
- Champagne Terre de Vertus BdB Premiere Cru 2012 Larmandier-Bernier affumicato, pieno di "ciccia", di freschezza perfettamente integrata, roccioso e lunghissimo. I vini di Vertus, a mio parere, meriterebbero la denominazione Grand Cru senza se e senza ma. Sottovalutato.
- Champagne C+C BdB Grabd Cru Suenen : molto buono, fine, sapido ed agrumato ma perde il confronto con Larmandier che dimostra di avere una marcia in più da molti punti di vista. In generale questo produttore è difficile che entri nel mio cuore per uno stile un po' troppo scheletrico. Ossuto.
- Champagne Dom Perignon Rosè 1996 M&C: un capolavoro, esplosivo al naso per i suoi fruttini rossi e le spezie esotiche, in bocca un'acidità che ti taglia in due per poi diventare con l'ossigeno una crema di cassis con una bollicina microscopica ma ficcante e potente che ti fa capire che ha ancora tanta vita davanti. Memorabile.
- Muscadet Sevre et Maine Gneiss 2014 Domaine de l'Ecu: corretto e semplicemente perfetto in abbinamento con delle meravigliose ostriche dell'Atlantico. L'ultima parte è stata usata per sfumare l'astice: ecco per questo aveva il suo perchè. Non indispensabile.
- Meursault Les Genevrieres 2013 Tessier un gran vino ma la prima un paio d'anni fa mi era piaciuta di più, questa l'ho trovata un po' scomposta, più potenza che eleganza e questo è strano per questo cru che considero il top di Meursault. In ogni caso un grandissimo bianco di Borgogna. Esplosivo.
-Hermitage Blanc 2002 JL Chave una spremuta di ginestre, curcuma e altri fiori gialli in acqua salata! Un vino-esperienza, bellissimo malgrado la bassa acidità ed una minore persistenza rispetto ad annate più concentrate. Al cuor non si comanda.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2021-22

Messaggioda Wineduck » 06 gen 2022 20:28

Ancora qualche bottiglia:

Champagne Extra Brut Blanc d'Argile Vouette & Sorbée (deg. 10/15) terza bottiglia dello stesso lotto ed ulteriore miglioramento. Un grande chardonnay roccioso, voluminoso senza perdere l'acidità citrina, gesso e frutta gialla con bolle potenti ma perfettamente integrate. Un grande vino prima di un grande champagne, si capisce perchè Anselme Selosse lo abbia incoraggiato ed aiutato nella sua avventura di produttore. Marino di montagna.

Champagne Premier Cru L'Accomplie Frederic Savart (deg. 09/18) ne avevo parlato qui il giorno stesso, poi sono sceso in cantina e me lo sono trovato...l'ho afferrato ed ho pensato: "togliamoci il pensiero"! Ed in effetti è stato così: non puoi dire che sia cattivo, non ha niente fuori posto, con il tempo ha anche trovato una certa amalgama in bocca. Ma le emozioni stanno altrove! Finchè costava 36-40 euro ci poteva stare, uno ogni tanto, ma adesso sinceramente compro altro. Champagne vogue: sotto il vestito niente.

Barolo Otin Fiorin Piè Rupestris 2006 Cappellano: barolo affascinante ma dai due volti. Aveva iniziato benissimo, la prima metà della bottiglia conteneva un vino splendido, giovanissimo, profumi ancora quasi tutti sulla frutta rossa, arancia ed un filo di anguria, bocca freschissima con un tannino pungente, quasi appuntito, in bocca si allarga e si allunga benissimo e con tanto succo. La seconda metà della bottiglia invece era invasa da un residuo pervasivo, abbondante, denso e amarognolo. Eravamo al ristorante (ma era stato portato da un amico) e quindi non ho potuto filtrarlo: questa manovra sarebbe servita per non farsi rovinare tutti i calici successivi. Peccato perché sarebbe stato interessante capirne l'evoluzione con l'ossigeno. Cerbero.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2021-22

Messaggioda videodrome » 16 gen 2022 16:24

Wineduck ha scritto:Ancora qualche bottiglia:

Champagne Extra Brut Blanc d'Argile Vouette & Sorbée (deg. 10/15) terza bottiglia dello stesso lotto ed ulteriore miglioramento. Un grande chardonnay roccioso, voluminoso senza perdere l'acidità citrina, gesso e frutta gialla con bolle potenti ma perfettamente integrate. Un grande vino prima di un grande champagne, si capisce perchè Anselme Selosse lo abbia incoraggiato ed aiutato nella sua avventura di produttore. Marino di montagna.

Champagne Premier Cru L'Accomplie Frederic Savart (deg. 09/18) ne avevo parlato qui il giorno stesso, poi sono sceso in cantina e me lo sono trovato...l'ho afferrato ed ho pensato: "togliamoci il pensiero"! Ed in effetti è stato così: non puoi dire che sia cattivo, non ha niente fuori posto, con il tempo ha anche trovato una certa amalgama in bocca. Ma le emozioni stanno altrove! Finchè costava 36-40 euro ci poteva stare, uno ogni tanto, ma adesso sinceramente compro altro. Champagne vogue: sotto il vestito niente.

Barolo Otin Fiorin Piè Rupestris 2006 Cappellano: barolo affascinante ma dai due volti. Aveva iniziato benissimo, la prima metà della bottiglia conteneva un vino splendido, giovanissimo, profumi ancora quasi tutti sulla frutta rossa, arancia ed un filo di anguria, bocca freschissima con un tannino pungente, quasi appuntito, in bocca si allarga e si allunga benissimo e con tanto succo. La seconda metà della bottiglia invece era invasa da un residuo pervasivo, abbondante, denso e amarognolo. Eravamo al ristorante (ma era stato portato da un amico) e quindi non ho potuto filtrarlo: questa manovra sarebbe servita per non farsi rovinare tutti i calici successivi. Peccato perché sarebbe stato interessante capirne l'evoluzione con l'ossigeno. Cerbero.

Confermo la problematica sul rupestris 06 di cappellano. Bevute 2 bott ultimamente ( 1 scolllinata e l'altra parecchio avanti. Ma soprattutto la presenza invasiva del fondo come successo a te, non un pò di fondo come può capitare bensì una invasione di fondo, ho dovuto filtrare 3 volte e nonostante tutto residuavano delle microparticelle che sfuggivano al filtro. Mah.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2021-22

Messaggioda Wineduck » 07 mar 2022 14:52

Due ottimi champagne:

Chartogne-Taillet extra-brut Couarres Chateau 2010 aveva un naso ipnotico dominato dall'anice, lo zenzero e la pera sciroppata. La bocca fresca e dritta, un giusto grado di ossidazione ma sostanzialmente sorprendente per essere un Blanc de Noirs. Forse una freschezza dovuta all'annata particolarmente essenziale.

André Beaufort Brut Grand Cru 2008 Ambonnay il naso, al contrario del primo, è poco espressivo, giusto qualche nota iodata ed un filo di crema al limone. Al contrario la bocca è sontuosa: piena, saporita di roccia e frutta gialla matura, ampia ma non larga, decisamente golosa e lunga.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2021-22

Messaggioda Wineduck » 27 mar 2022 15:56

Rocche dell'Annunziata Riserva 96 Paolo Scavino
vino della serata, colore rosso granato quasi trasparente, nessun riflesso marrone, con arancia, incenso e oliva verde che sparavano al naso ed in bocca. Tannino da manuale e bevibilità sorprendente, bottiglia prosciugata in un batter d'occhio.

Ricolma 2001 San Giusto a Rentennano
Continua a mantenersi di una gioventù imbarazzante, 20 anni e non dimostrarli affatto, un mix di terra chiantigiana e roccia alpina, sembrava un vino glu-glu! Non ha la complessità delle annate più recenti ma è esemplare per piacevolezza e tipicità territoriale.

Percarlo 2011 San Giusto a Rentennano
È anche lui un vino di grande gioventù, maturo al punto giusto, giocato sugli aromi del galestro, il frutto nero ed i fiori viola. Il suo limite può essere una minore profondità rispetto ad altre annate, è difficile che possa evolvere molto di più di quello che mostra oggi. Una versione da godersi oggi senza troppa analisi sensoriale: bisteccone e vai di godimento!
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zampaflex
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2021-22

Messaggioda zampaflex » 23 ott 2022 11:58

...che bevuta ieri...che dici, merita thread a parte?
Non progredi est regredi
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Wineduck
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2022-23

Messaggioda Wineduck » 23 ott 2022 16:39

Ha ragione Luciano, la bevuta di ieri è stata epica, anzi mitica come avevamo intitolato l'incontro: Mitici 2001
Uno scontro OK Corral fra 5 top francesi (Borgogna esclusa) e 5 italiani. Bottiglie tutte perfette ma alla fine abbiamo perso 4-1 o al massimo 3-2 se proprio volessimo essere di mania larghissima. L'occasione è stata la rimpatriata di Roberto-Cortomaltese-Lafacciazza sul continente con due suoi eccellenti amici maltesi: un incontro emozionante, dopo tanti anni, nella bella cornice di ottimo cibo ed ospitalità del ristorante Buriani a Pieve di Cento.

Cosa abbiamo bevuto? Queste 5 batterie con vini tutti del 2001:

1) Sorrel Marc Hermitage Le Greal vs. Poggio di Sotto Decennale

2) Soldera Gianfranco Brunello di Montalcino Riserva Case Basse vs. JL. Chave Hermitage rouge

3) Giacosa Bruno Barolo Riserva Rocche del Falletto vs. Guigal Etienne Cote Rotie La Mouline

4) Conterno Giacomo Barolo Riserva Monfortino vs. Jamet Cote Rotie Cote Brune

5) Valdicava Brunello di Montalcino Riserva Madonna del Piano (ringer) vs. Biondi Santi Brunello di Montalcino Il Greppo Riserva vs. Haut Brion, Chateau Chateau Haut Brion - Pessac Leognan

Il migliore, unanimemente, è risultata la Cote Brune di Jamet: 10 su 10 lo hanno eletto vino della giornata. Un trionfo di sentori tipici della Cote Rotie ma avvolti in una fresca sofficità, assolutamente elegante e cangiante.
Secondo quasi per tutti l'Hermitage di Chave per la sua speziatura fine ed energica allo stesso tempo. Più minerale CB, più speziato e profumato di incenso il re degli Hermitage. Terzo posto, a seconda dei gusti, Soldera o HB o Falletto ris.
Io personalente sono rimasto impressionato dalla riserva di Soldera che era senza dubbio la migliore bottiglia mai bevuta di questo produttore (che non ha mai avuto nella costanza delle bottiglie il suo punto forte).
In generale livello altissimo, distanze minime fra le varie posizioni perché anche quelli rimasti fuori dal podio generale, Mouline in primis, non erano assolutamente mediocri, anzi...
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2022-23

Messaggioda vinogodi » 23 ott 2022 21:49

...indipendentemente dai vini ( livello altissimo tutti) , io mi sono divertito un sacco... :P
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2022-23

Messaggioda dani23 » 24 ott 2022 18:11

Bellissima esperienza, sia dal punto di vista enologico sia dal punto di vista umano :D un rigraziamento speciale ad Alessandro per avermi permesso di partecipare a questo incontro (mi spiace per Nicola, spero di averti rimpiazzato dignitosamente)...organizzazione magistrale supportata da vini in perfetto stato conservativo abbinati a piatti superlativi! (e tutto ciò so bene quanto lavoro richieda dietro le quinte)

Poi sentire parlare personaggi letti e straletti sul forum (anche se il gambero cerca di cancellare parti di storia :evil: ) ai quali faticavo ad associare un volto, mi fa capire che il mio percorso è appena all'inizio ma sta proseguendo nella giusta direzione :D il vino è e deve essere condivisione!

L'incontro è stato impreziosito da una serie infinita di anedotti, tavolta a partire dalle bottiglie, altre da associazioni al limite del romanzesco, pur trovando spunti riflessivi di massima serietà (grazie Roberto!)...e poi potermi sedere accanto a Vinogodi, in una sua giornata da battitore libero senza patemi organizzativi, ditemi dove devo firmare per ripetere l'esperienza :D

Venendo a vini, fortunatamente tutti perfetti, l'unico leggermente diverso da quanto mi aspettassi (tra quelli già bevuti) è stato Monfortino ma probabilmente aveva solo bisogno di più tempo per esprimersi nel bicchiere...per quanto il Rodano non mi appassioni ancora pienamente, devo ammettere che Wineduck si sta impegnando parecchio per farmelo piacere...se Chave è ormai una garanzia, questa 2001 di Cote Brune è entrata 'violentemente' ai vertici dei vini bevuti...
Ma se di scontro Italia-Francia si deve parlare, la sconfitta è stata sonora...a segnare il gol della bandiera c'ha pensato Soldera (quando la bottiglia è veramente al top possono competere davvero in pochi) ma per il resto torniamo a casa a leccarci le ferite (sorseggiando magari di nascosto qualche corroborante 'rodanesco' :wink: )
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2022-23

Messaggioda Trabateo » 24 ott 2022 19:14

Bravo Dani, nelle tue parole ritrovo lo spirito di come, almeno per me, dovrebbero essere tutte le bicchierate, dalle più impegnative alle più easy: condivisione è la parola chiave.
Grazie
Un passo alla volta, un respiro alla volta.
Tanto se non sopravvivi alla pallottola più vicina alla fronte, non devi preoccuparti di quella dopo...
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2022-23

Messaggioda lafacciazza » 25 ott 2022 13:07

Un sabato splendido. Grandissimo Alessandro per l'organizzazione perfetta. Grandi i vini e il cibo.
Fantastica la componente umana. Ho rivisto vecchi amici e ne ho conosciuti altri coi quali sicuramente condivideremo tante nuove occasioni sia in Italia che a Malta. Un grazie di cuore anche dai miei compagni di avventura. Farsi un migliaio di chilometri per eventi come questi vale la pena. Un abbraccio a tutti :D :D
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2022-23

Messaggioda Wineduck » 20 nov 2022 23:09

Sabato 12 novembre al ristorante Osteria dell'Enoteca abbiamo finalmente degustato i chianti e le riserve di San Giusto a Rentennano: grande giornata di festa fra i tanti appassionati di questa meravigliosa azienda chiantigiana.
I vini di SGaR erano 10 (5 chianti d'annata e 5 riserve) a cui abbiamo aggiunto 2 ringer, uno per ogni tipologia.
I 12 vini totali sono quindi stati serviti in 4 batterie da 3 vini ciascuno.

Chianti d'annata
Prima batteria:
Retromarcia 17
San Giusto 16
San Giusto 15
Seconda batteria:
San Giusto 14
San Giusto 13
San Giusto 10
I due vincitori netti sono stati la 16 (un piccolo mostro che evolverà per almeno altri 15 anni) e la 10 già perfetta con un equilibrio da manuale fra naso e bocca. 14 la più bevibile oggi, un vino che piacerebbe anche ai sangiosevisti più rudi coma Paperofranco. La15 buona ed ancora giovane ma per me ha un filo di tannino leggermente verde che non la farà mai essere perfetta come 16 e 10. La 13 mi ha lasciato interdetto, mi aspettavo tanto di più ma è ancora compresso e poco leggibile. Non ho capito dove andrà in futuro questa annata. Retromarcia beccato subito come ringer per lo stile totalmente diverso tutto giocato sul floreale chiaro e gli agrumi. È partito molto bene ma poi è rimasto al palo. Con il passare del tempo capisci il diverso posizionamento di mercato di San Giusto rispetto alla pletora di altre buone aziende chiantigiane.

Chianti riserva
Terza Batteria:
Baroncole 06
Baroncole 04
Baroncole 01
Quarta batteria:
San Giusto Riserva 99
Monsanto Riserva 97
San Giusto Riserva 97
Nella terza batteria la 04 ha fatto un figurone, soprattutto per un naso bellissimo e pulitissimo. Anche il colore era stupendo, luminoso e molto più chiaro. Solo la bocca non era precisissima ma complessivamente era un dettaglio. La 01 ha mostrato due vini completamente diversi fra bottiglia A e B: molto evoluta la prima, ottima la seconda anche se il profilo più autunnale si intravedeva comunque anche nella B.
Nell'ultima batteria si è visto il meglio della giornata, anche se la 99 era soltanto buona ma niente più (una bottiglia meglio dell'altra), Monsanto stupendo nella bottiglia A dal profilo nebbiolesco (una specie di Monprivato con il tannino più morbido e dolce) ed un 97 che è stato la sintesi della bellezza di San Giusto: acidità sorprendente, terra fresca, minerale scuro e frutto maturo ma dolce. Game, set, partita!
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2022-23

Messaggioda emigrato » 21 nov 2022 12:00

Gran bella degustazione Alessandro, complimenti!...peccato non esserci stato...
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2022-23

Messaggioda Wineduck » 21 nov 2022 14:49

emigrato ha scritto:Gran bella degustazione Alessandro, complimenti!...peccato non esserci stato...


Grazie in effetti è stato un incontro divertente ed istruttivo, con una consistente quota rosa (di alta qualità) tra l'altro, cosa che non guasta mai... :wink:
Per gli amanti di San Giusto ho in serbo un nuovo evento che programmerò nei primi mesi del 2023, una cosa nuova che non credo che sia stata proposta spesso, per nessun vino che io ricordi negli ultimi 20 anni. Stay tuned!
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