L’addio a ben 500g. di peso corporeo merita sempre un adeguato festeggiamento.
Ed è per questo che, ieri sera, ho accettato di incontrare, in una nota enoteca capitolina, un manipolo di brutti ceffi nonché impenitenti alcolizzati.
L’inizio dei lavori ha visto come protagonista un piacevole
Aubry – Premier CRU Jouy-les-Reims – Brut Classic
Consigliatomi da sua effervescenza Gremul I a scopo didattico, a lungo cercato, ardentemente bramato e alla fine bevuto.
Piacevoli le note di pesca, gli evidenti sentori di fragola e la lieve “limonosità” nel finale.
Effervescenza “morbida”, delicata. Forse un po’ troppo delicata.
Non mi è sembrato un vino con grandissima persistenza.
Salumi, formaggi e carpacci sono stati accompagnati da due notevoli recoltants manipulants (che adesso ho capito pure che vuol dire!
)
Gatinois – Ay
&
Grand CRU Cuvée Prestige – Bonville
Frutti rossi, mela, lievi note dolci (miele o forse frutta secca … boh?!
) il primo,
crema pasticciera, burro e frutta marmellatosa l’altro.
Entrambi con buona persistenza in bocca.
Bonville, per me, numero uno!
Per concludere dolcini al cucchiaio e alla forchetta con bolla rosa, tanto rosa, quasi rossa.
Marie-Noelle Ledru – Grand CRU Ambonnay – Brut Rosé
Di questo Champagne giudizio sospeso causa manifesta perdita di lucidità e knock-out tecnico delle vie nasali e retronasali. Ricordo comunque vaghe note di frutti rossi e una leggera sensazione amarognola dovuta, probabilmente, più ad un non felicissimo abbinamento mangereccio che non ad una effettiva caratteristica del vino.
Vi direi che mi ripropongo di assaggiarlo ancora, ma … non so se ne ho voglia.