Messaggioda ferrari federico » 27 apr 2024 21:43
Prima tornata annuale per lo smokefire: costata tomahawk irlandese grigliata a 280+200 gradi con affumicatura media (ontano): quasi 35 minuti di cottura ai 54 gradi interni e dieci minuti di rest.
Lampone, cuoio e tabacco biondo per un vino da una delle vigne MGA del Barolo più classiche e conosciute, i Cannubi, in una grande annata, per un produttore non “di punta” ma evidentemente in linea con il livello qualitativo ormai raggiunto dai vini delle Langhe, ormai al top della produzione mondiale, del tutto alla pari con i grandi francesi.
Il vino in questione è il Barolo Cannubi 2019 di Fratelli Serio e Battista Borgogno.
Quando ci si accosta a una vigna nota per la sua “finezza”, e in questo caso le premesse sono pienamente confermate, il problema è anche lessicale: cosa vuole dire “finezza” nel mondo del vino?
Qualcuno intende un vino “fine” come fosse un vino “lieve”, giocato sulle sfumature piuttosto che sulla sostanza e sulla “ciccia”; altri ritengono che la finezza di un vino consista nella complessità, nella struttura o nella consistenza…
Eppure ci sono vini buonissimi, complessi, variegati, strutturati che hanno mille qualità ma non (in particolare) la finezza. Ci sono vini ricchi di sfumature che hanno mille altre qualità ma non (in particolare) la finezza.
La finezza in un vino, a mio parere, consiste nella sua capacità di evocare sensazioni non (solo) carnose ma anche intellettuali; sono vini che sono in grado di accompagnare piatti semplici e piatti complessi arricchendoli di nuances e di interesse.
I Cannubi, quasi sempre, riescono nel gioco: sono vini fini per eccellenza e riescono a nobilitare qualsiasi pietanza, anche una “semplice” bistecca (buonissima!) come questa.
Questo Cannubi dei Borgogno “meno famosi”, merito anche dell’annata, riesce nello scopo alla perfezione: l’affumicato della costata si accoppia perfettamente con il tannino levigato dai riflessi empireumatici e cuoiati del vino.
Rubino - granata il colore, molto vivo; il bouquet, dopo un po’ di areazione, si apre a ventaglio con aromi fruttati e un fondo di cuoio e liquirizia.
Già pronto da bere ora, con una entrata in bocca fruttata e fresca (nel senso AIS del termine) e un retrobocca persistente e molto complesso, minerale, animalico e, come si detto sopra, con sfumature empireumatiche.
93/100 il mio voto.