Piccolo resoconto della serata per i pochi interessati:
La serata presentava quelle che sono sicuramente tra le realtà più interessanti del Pignoletto Superiore dei Colli Bolognesi DOCG. Tre vignaioli, tre maniere molto diverse di interpretare questa varietà, accomunate dal volerne dare un'interpretazione molto lontana dai canoni comuni, quelli del vino frizzante o fermo a basso costo e sovente bassa qualitá, marcato per note erbacee e amaricanti che spesso ti fanno chiedere al secondo bicchiere se non ci sia qualcos'altro in frigo. Qua siamo invece ai massimi livelli, vini curati e pensati non solo per la pronta beva, ma anche per l'invecchiamento. Vini gastronomici, che non pretendono di essere quello che non sono, ma esaltano i propri punti di forza e hanno un posto d'onore nelle proprie fasce di prezzo.
Vallona, piú scienziato, cerca una maturazione perfetta nelle sue uve, quasi una surmaturazione (anche se la versione veramente surmatura é il Permartina, altro prodotto molto valido), ottenendo sentori di frutta bianca dolce, fino ad arrivare alla pesca, integrati da un lungo affinamento di tre anni sui lieviti, che dona sapidità e complessità tutte particolari ai suoi vini.
Isola, tradizionalista, usa esclusivamente vigne di oltre 40 anni per ottenere un Pignoletto che rispecchia tutte le caratteristiche della tradizione, ma ad un livello molto superiore.
Infine Erioli, poeta e pittore, prosegue da tanti anni il suo percorso di valorizzazione delle varietà autoctone emiliane, e fa un Pignoletto curato col cuore ancora prima che con la testa, di filosofia naturale e poco interventista, ma senza rinunciare a tutti i passi necessari per renderlo un vino pulito e di grande prospettiva.
Vallona - Ammestesso, 2019Pignoletto raccolto a perfetta maturazione che spende tre anni sui lieviti, prima di essere imbottigliato e riposare in bottiglia un altro anno. La lunga permanenza sui lieviti aggiunge una nota sapida, quasi umami, da manzanilla, al classico bouquet aromatico del pignoletto, fiori bianchi, fieno, frutta bianca matura fino ad arrivare alla pesca. Il palato è fresco e più sapido che minerale, con una buona intensità di beva. Fine leggermente ammandorlata e salmastra che richiama un altro sorso. Forse il più definito del gruppo, cede un po' in complessità per la gioventù, ma molto interessante in prospettiva.
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Vallona - Ammestesso, 2014Al naso, il più intenso e balsamico del lotto. Marzapane, mandorla, sambuco, anice e erbe aromatiche, mela essiccata e pesca sciroppata. Al palato, intensità e profondità non comune per un Pignoletto. Annata da bianchi, e anche qua si nota dalla grande acidità, che equilibra tutto. La fine è persistente, ma emerge una nota alcolica, calda, un po' pesante che ne impatta la beva. Non il mio vino, ma ha avuto molti estimatori, colpiti dalla sua intensità.
Vallona - Ammestesso, 2010Il più equilibrato, meno intenso del 2014, pur mantenendo un profilo evoluto con polline e fieno, erbe aromatiche, purea di pera, marzapane e note candite. Sapido al palato, buon corpo ma alcool meglio integrato. Ha meno intensità e persistenza del 2014, ma maggiore equilibrio complessivo. Da bere adesso, senza indugi e con piacere.
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Vallona - Ammestesso, 2007Purtroppo sembra aver già intrapreso la parabola discendente. Da una manzanilla col 2019, qua si ha piuttosto un parallelismo con un oloroso o un marsala. Solite note di polline e di erba essiccata, che però questa volta son accompagnati da forti sentori ossidativi, nocciole, uvetta, mela golden. Al palato è pesante e pecca in freschezza, e la nota alcolica riprende a dominare sugli aromi.
Isola - Pignoletto Vecchie Vigne, 2015Avvicini il naso, ed è un esplosione di erbe aromatiche. Timo, origano, sambuco, anice, fieno. In seconda battuta, frutta e fiori bianchi, una bella nota di mela rossa. La tipicità del Pignoletto è qua espressa ai massimi livelli, con una definizione sorprendente. Al palato, ha equilibrio e discreta acidità, con un'ottima beva. Purtroppo, perde di una tacca in intensità rispetto al naso e finisce un poco corto. Comunque una grande espressione di Pignoletto, per molti vino della serata.
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Erioli - Badanium, 200618 anni e canta come noi mai questo Pignoletto lavorato con maestria da Giorgio Erioli. Appena lo si avvicina naso, subito una zaffata di polline e camomilla, ma anche tanta frutta bianca ormai matura, della purea di pera, una mela essiccata. Le note aromatiche del Pignoletto, a volte scorbutiche, si sono come addolcite e armonizzate. In bocca, ha la freschezza di un giovincello, gli aromi del naso si ritrovano tutti, e vi è anche una nota mandorlata dolce, marzapane, dove l'amaricante è proprio appena accennato. L'acidità è ancora ben presente, e guida un sorso di buona intensità. Una fine fresca conclude un vino di una beva fantastica. Vino della serata per me.