Messaggioda Ludi » 26 dic 2023 11:34
Percarlo 2003: paga molto l'annata: è crepuscolare, piegato su note di cenere e di curry. Mantiene però la sua individualità, e si capisce ad una snasata che è (o era) un Sangiovese di classe.
Rober Brun, Cuvée Familiale 2000: davvero ottimo; la lunga permanenza sui lieviti si sente, e a 10 anni dalla sboccatura dà il meglio, sorprendendo, tra l'altro, per la vena citrina in bocca.
Chateau Simone Blanc 2000: inaspettatamente sottile, gioca di fioretto piuttosto che di sciabola. Belle le note di zafferano che emergono dopo qualche minuto nel bicchiere; può ancora andare egregiamente avanti e migliorare.
Vodpivec, Vitovska 2009: anche qui, versione più sussurrata del consueto, giocata decisamente sull'eleganza. Un macerato che potrebbe essere amato anche dai non patiti del genere.
Marchetta, Malvasia delel Lipari 2011: svolge bene il suo compito, e non sfigura troppo rispetto a chi l'aveva preceduto. Decisamente salino, con i classici sentori di cappero e fico d'india.
Jacquesson, Dizy Corne Bautray 2004: elegante, raffinato, dalla ossidazione perfettamente bilanciata. Confesso di amare alla follia i lieux-dits di Jacquesson, e questa bevuta certo non mi smentisce.
Nervi, Molsino 2006: talmente buono, da poter competere ad armi pari con i più blasonati tra i Barolo e Barbaresco. La delicatezza delle note femminili, quasi da boudoir, si accompagna ad una bocca verticale, sensuale, dalla trama tannica raffinatissima. Vino della giornata.
Aldo Conterno, Barolo Colonnello 1997: qui si cambia decisamente tono: cenere, incenso, goudron, pepe nero appena macinato. Severo, ai limiti dell'arcigno, ma dopo una mezz'ora nel bicchiere si distende e regala una eccellente bevuta.
Triebaumer, Ruster Ausbruch Essenz 1999: sciropposo, quasi da PX, ma con una acidità talmente sferzante da dare sensazioni di piccantezza. Con panettone artigianale fichi, noci e mele crea un connubio perfetto.
si e' bevuto il calvari versione Meroi 2 bt. Una aperta 2 gg prima molto piu' aprocciabile e una aperta al momento chiusa a riccio. La vigna e' la stessa di quella di Enzo ma lo stile e' un po' diverso. Vino comunque molto buono ora e che sara' buonissimo tra almeno 10 anni. Tannino molto vivo bocca con una pressione palatale potente ma affatto sgraziata. Naso soprattutto in quella aperta da 2 giorni poliedrico privo assolutamente di qualsiasi accenno di ossidazione. Sembra comunque una versione leggermente meno scorbutica di quelle pontoniane che abbisognano di n anni per essere al top della beva. Prezzo importante ma non inavvicinabile
