Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

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zampaflex
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Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda zampaflex » 05 lug 2023 14:37

https://www.intravino.com/forum/cucinare/poesia-del-vino-e-vita-vera/

Vedo Morichetti turbato. Quando si svelano gli altarini, d'altronde...

Ho sentito qualche giorno fa un amico consulente in giro per l’Italia, un terzista molto esperto di prosa e poco di poesia. Parlando del più e del meno, mi dice che negli ultimi anni, sempre più cantine fanno ricorso all’osmosi inversa con un’apposita membrana che può togliere un po’ di volatile ai vini. In passato, era una cosa molto sporadica e soprattutto per i vini da invecchiamento (dove dopo 1 anno in legno può salire la volatile), mentre oggi invece sono sempre di più quelli che devono “aggiustare” anche vini giovani.

E qui la domanda sorge spontanea… Perché?

Perché con le fermentazioni spontanee, o partendo da uve con carenza di sostanze azotate in annate calde e siccitose, l’innalzamento della volatile è una naturale conseguenza. Non sempre deleteria ma talvolta problematica. E qui interviene il “filtro magico”, che lavora da un minino di 65 bar fino ad un massimo di 100+ bar. Ovviamente per fare un bel lavoro bisogna stare bassi (65 bar) perché altrimenti il vino esce malconcio e stravolto nelle sue componenti. A quelle atmosfere, la temperatura arriva anche a 30 gradi e il difficile è proprio filtrare bene senza alzare troppo i bar: salendo troppo il vino si “cuoce” mentre stando troppo bassi viene tolta una percentuale poco significativa di volatile e si deve rifare tutto.

La macchina gira a 3/4 ettolitri l’ora e per fare una vasca da 50 hl non basta una nottata. Non solo: non è detto che un giro solo basti, magari occorre filtrare la stessa vasca due volte per avere un risultato accettabile.

Conversando poi di fermentazioni spontanee, uve poco sane, trattamenti in vigna e quant’altro, questo aspetto della questione – se mai ce ne fosse bisogno – ha aggiunto un tono di sano pragmatismo ad una dialettica spesso polarizzata tra buoni e cattivi, bianchi e neri, kimikoni e naturisti. Poi invece c’è chi corre a filtrare in modo molto peggiore di una filtrazione sterile da Tavernello, a 0,35/0,45 euro per litro.

Nel vino non rimane traccia di nulla, non si usano coadiuvanti o altro, c’è la macchina che “meccanicamente” toglie il problema. In alcune zone, la usano davvero in molti, anche tra gli insospettabili: l’amico non ha fatto nomi, io non ho chiesto, non avrebbe aggiunto granché al discorso e il concetto mi sembra chiarissimo.
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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda Timoteo » 05 lug 2023 14:55

zampaflex ha scritto:https://www.intravino.com/forum/cucinare/poesia-del-vino-e-vita-vera/

Vedo Morichetti turbato. Quando si svelano gli altarini, d'altronde...

Ho sentito qualche giorno fa un amico consulente in giro per l’Italia, un terzista molto esperto di prosa e poco di poesia. Parlando del più e del meno, mi dice che negli ultimi anni, sempre più cantine fanno ricorso all’osmosi inversa con un’apposita membrana che può togliere un po’ di volatile ai vini. In passato, era una cosa molto sporadica e soprattutto per i vini da invecchiamento (dove dopo 1 anno in legno può salire la volatile), mentre oggi invece sono sempre di più quelli che devono “aggiustare” anche vini giovani.

E qui la domanda sorge spontanea… Perché?

Perché con le fermentazioni spontanee, o partendo da uve con carenza di sostanze azotate in annate calde e siccitose, l’innalzamento della volatile è una naturale conseguenza. Non sempre deleteria ma talvolta problematica. E qui interviene il “filtro magico”, che lavora da un minino di 65 bar fino ad un massimo di 100+ bar. Ovviamente per fare un bel lavoro bisogna stare bassi (65 bar) perché altrimenti il vino esce malconcio e stravolto nelle sue componenti. A quelle atmosfere, la temperatura arriva anche a 30 gradi e il difficile è proprio filtrare bene senza alzare troppo i bar: salendo troppo il vino si “cuoce” mentre stando troppo bassi viene tolta una percentuale poco significativa di volatile e si deve rifare tutto.

La macchina gira a 3/4 ettolitri l’ora e per fare una vasca da 50 hl non basta una nottata. Non solo: non è detto che un giro solo basti, magari occorre filtrare la stessa vasca due volte per avere un risultato accettabile.

Conversando poi di fermentazioni spontanee, uve poco sane, trattamenti in vigna e quant’altro, questo aspetto della questione – se mai ce ne fosse bisogno – ha aggiunto un tono di sano pragmatismo ad una dialettica spesso polarizzata tra buoni e cattivi, bianchi e neri, kimikoni e naturisti. Poi invece c’è chi corre a filtrare in modo molto peggiore di una filtrazione sterile da Tavernello, a 0,35/0,45 euro per litro.

Nel vino non rimane traccia di nulla, non si usano coadiuvanti o altro, c’è la macchina che “meccanicamente” toglie il problema. In alcune zone, la usano davvero in molti, anche tra gli insospettabili: l’amico non ha fatto nomi, io non ho chiesto, non avrebbe aggiunto granché al discorso e il concetto mi sembra chiarissimo.



ma funziona anche col vino già imbottigliato?
perchè io di macchine da osmosi inversa ce n'ho qualcuna e se capita una bottiglia che spunta ce la butto dentro?
oppure una volta "finito" il vino non gli puoi fare più niente?
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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda zampaflex » 05 lug 2023 15:39

Timoteo ha scritto:
zampaflex ha scritto:https://www.intravino.com/forum/cucinare/poesia-del-vino-e-vita-vera/

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E qui la domanda sorge spontanea… Perché?

Perché con le fermentazioni spontanee, o partendo da uve con carenza di sostanze azotate in annate calde e siccitose, l’innalzamento della volatile è una naturale conseguenza. Non sempre deleteria ma talvolta problematica. E qui interviene il “filtro magico”, che lavora da un minino di 65 bar fino ad un massimo di 100+ bar. Ovviamente per fare un bel lavoro bisogna stare bassi (65 bar) perché altrimenti il vino esce malconcio e stravolto nelle sue componenti. A quelle atmosfere, la temperatura arriva anche a 30 gradi e il difficile è proprio filtrare bene senza alzare troppo i bar: salendo troppo il vino si “cuoce” mentre stando troppo bassi viene tolta una percentuale poco significativa di volatile e si deve rifare tutto.

La macchina gira a 3/4 ettolitri l’ora e per fare una vasca da 50 hl non basta una nottata. Non solo: non è detto che un giro solo basti, magari occorre filtrare la stessa vasca due volte per avere un risultato accettabile.

Conversando poi di fermentazioni spontanee, uve poco sane, trattamenti in vigna e quant’altro, questo aspetto della questione – se mai ce ne fosse bisogno – ha aggiunto un tono di sano pragmatismo ad una dialettica spesso polarizzata tra buoni e cattivi, bianchi e neri, kimikoni e naturisti. Poi invece c’è chi corre a filtrare in modo molto peggiore di una filtrazione sterile da Tavernello, a 0,35/0,45 euro per litro.

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ma funziona anche col vino già imbottigliato?
perchè io di macchine da osmosi inversa ce n'ho qualcuna e se capita una bottiglia che spunta ce la butto dentro?
oppure una volta "finito" il vino non gli puoi fare più niente?


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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda Timoteo » 05 lug 2023 15:50

zampaflex ha scritto:
Timoteo ha scritto:
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E qui la domanda sorge spontanea… Perché?

Perché con le fermentazioni spontanee, o partendo da uve con carenza di sostanze azotate in annate calde e siccitose, l’innalzamento della volatile è una naturale conseguenza. Non sempre deleteria ma talvolta problematica. E qui interviene il “filtro magico”, che lavora da un minino di 65 bar fino ad un massimo di 100+ bar. Ovviamente per fare un bel lavoro bisogna stare bassi (65 bar) perché altrimenti il vino esce malconcio e stravolto nelle sue componenti. A quelle atmosfere, la temperatura arriva anche a 30 gradi e il difficile è proprio filtrare bene senza alzare troppo i bar: salendo troppo il vino si “cuoce” mentre stando troppo bassi viene tolta una percentuale poco significativa di volatile e si deve rifare tutto.

La macchina gira a 3/4 ettolitri l’ora e per fare una vasca da 50 hl non basta una nottata. Non solo: non è detto che un giro solo basti, magari occorre filtrare la stessa vasca due volte per avere un risultato accettabile.

Conversando poi di fermentazioni spontanee, uve poco sane, trattamenti in vigna e quant’altro, questo aspetto della questione – se mai ce ne fosse bisogno – ha aggiunto un tono di sano pragmatismo ad una dialettica spesso polarizzata tra buoni e cattivi, bianchi e neri, kimikoni e naturisti. Poi invece c’è chi corre a filtrare in modo molto peggiore di una filtrazione sterile da Tavernello, a 0,35/0,45 euro per litro.

Nel vino non rimane traccia di nulla, non si usano coadiuvanti o altro, c’è la macchina che “meccanicamente” toglie il problema. In alcune zone, la usano davvero in molti, anche tra gli insospettabili: l’amico non ha fatto nomi, io non ho chiesto, non avrebbe aggiunto granché al discorso e il concetto mi sembra chiarissimo.



ma funziona anche col vino già imbottigliato?
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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda picenum » 05 lug 2023 17:54

eheheh e niente l'importante è sparare nel mucchio. facile quando si danno arco e frecce (prima o poi la finiremo, forse).

Luciano dici essere una pratica occulta della feccia naturale?

pensa invece che su intravino ne parlarono già 13 anni fa... non citandoli neanche

https://www.intravino.com/salute/mai-vo ... cialmente/

forse il problema (se di problema si tratta perché alla fine conta quello che ti arriva nel bicchiere, salute permettendo) potrebbe essere più ampio, non credi?
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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda Nebbiolino » 05 lug 2023 23:02

Timoteo ha scritto:
zampaflex ha scritto:
Timoteo ha scritto:
zampaflex ha scritto:https://www.intravino.com/forum/cucinare/poesia-del-vino-e-vita-vera/

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E qui la domanda sorge spontanea… Perché?

Perché con le fermentazioni spontanee, o partendo da uve con carenza di sostanze azotate in annate calde e siccitose, l’innalzamento della volatile è una naturale conseguenza. Non sempre deleteria ma talvolta problematica. E qui interviene il “filtro magico”, che lavora da un minino di 65 bar fino ad un massimo di 100+ bar. Ovviamente per fare un bel lavoro bisogna stare bassi (65 bar) perché altrimenti il vino esce malconcio e stravolto nelle sue componenti. A quelle atmosfere, la temperatura arriva anche a 30 gradi e il difficile è proprio filtrare bene senza alzare troppo i bar: salendo troppo il vino si “cuoce” mentre stando troppo bassi viene tolta una percentuale poco significativa di volatile e si deve rifare tutto.

La macchina gira a 3/4 ettolitri l’ora e per fare una vasca da 50 hl non basta una nottata. Non solo: non è detto che un giro solo basti, magari occorre filtrare la stessa vasca due volte per avere un risultato accettabile.

Conversando poi di fermentazioni spontanee, uve poco sane, trattamenti in vigna e quant’altro, questo aspetto della questione – se mai ce ne fosse bisogno – ha aggiunto un tono di sano pragmatismo ad una dialettica spesso polarizzata tra buoni e cattivi, bianchi e neri, kimikoni e naturisti. Poi invece c’è chi corre a filtrare in modo molto peggiore di una filtrazione sterile da Tavernello, a 0,35/0,45 euro per litro.

Nel vino non rimane traccia di nulla, non si usano coadiuvanti o altro, c’è la macchina che “meccanicamente” toglie il problema. In alcune zone, la usano davvero in molti, anche tra gli insospettabili: l’amico non ha fatto nomi, io non ho chiesto, non avrebbe aggiunto granché al discorso e il concetto mi sembra chiarissimo.



ma funziona anche col vino già imbottigliato?
perchè io di macchine da osmosi inversa ce n'ho qualcuna e se capita una bottiglia che spunta ce la butto dentro?
oppure una volta "finito" il vino non gli puoi fare più niente?


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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda zampaflex » 06 lug 2023 07:46

picenum ha scritto:eheheh e niente l'importante è sparare nel mucchio. facile quando si danno arco e frecce (prima o poi la finiremo, forse).

Luciano dici essere una pratica occulta della feccia naturale?

pensa invece che su intravino ne parlarono già 13 anni fa... non citandoli neanche

https://www.intravino.com/salute/mai-vo ... cialmente/

forse il problema (se di problema si tratta perché alla fine conta quello che ti arriva nel bicchiere, salute permettendo) potrebbe essere più ampio, non credi?

Guarda che l'articolo è scritto da un paladino dei naturali.
Lo shock del Moricchia è proprio nello scoprire che nel suo universo di angelica purezza alberga IL MALE (la tecnologia rettificatrice).
E lo shock è tanto maggiore, quanto elevata è la professione di purezza del settore. Come beccare un vescovo pedofilo, insomma.
Ed è giusta e meritevole questa indignazione, perchè non puoi buttare fango sui non naturali salvo poi comportarti di nascosto allo stesso modo, se non peggio.
Perciò finiamola di osannare a prescindere chiunque compia quella scelta di campo non interventista, togliamo le etichette di razza e religione, e guardiamo solo al risultato nel bicchiere, sperando sia onesto...
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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda vinogodi » 06 lug 2023 08:01

Alert : pippone...
...purtroppo ci stiamo scherzando attorno , ma se si partisse dal presupposto che:
- una cantina è una impresa economica , che fattura e produce profitti , se "sana" . Se si pensi che sia solo la passione e l'ideologia a mandare avanti l'impresa , siamo dei sognatori/illusi/ingenui/ scemotti/sempliciotti. La passione può essere una componente per fare meglio , ma i conti devono quadrare , altrimenti non hai credito né capacità finanziarie per sostenerla. Quindi destinata a morire , dopo brevissima sofferenza ...
- I Natural/biodinamici/biologici , che conosco , sono persone , per la maggior parte, di alti ideali e umanamente deliziosi , però l'agricoltura/enologia sono una cosa seria e avere la filiera sotto controllo completamente è una cosa che necessita controcoglioni di porfido . Dalla gestione della vigna contro le avversità meteorologiche e gli attacchi microbiologici/parassitari alla tecnica di cantina che permette di equilibrare gli squilibri di cui sopra . E la bravura tecnica dell'enologo non è solo una propensione con aneliti da apprendisti stregoni, suvvia, come invece capziosamente in certe aree ideologiche si vuol far credere. Infatti chi abiura tutto ciò e non ha competenze tecniche , può essere sostenuto dalle migliori intenzioni ma fa vini di merda ( o , meglio, per politically correct "vini con qualche difetto sensoriale")
- La sostenibilità ambientale è duopo ( input) , meno la fuffa commerciale ( output comunicativo) . Tutte le str*nzate partorite negli ultimi vent'anni con sottili allusioni che il "vino naturale" facesse meno male ( ragioni salutistiche) del vino convenzionale mi hanno irritato fortemente verso una categoria ( vini da agricoltura sostenibile) che andrebbe invece fortemente incentivata con grande supporto tecnico da parte delle autorità competenti e vini all'altezza qualitativa. Dove l'errore occasionale ci può stare , la pervicacia su alcuni modelli sensoriali , assolutamente no.
- I coadiuvanti tecnologici ammessi senza dichiararne l'uso è l'ennesima cazzata legislativa che andrebbe bonificata per avere più trasparenza e consapevolezza da parte del consumatore , così come , indirettamente, conoscenza tecnica delle "cause effetto" dell'utilizzo di queste in base alle problematiche enologiche. Vedrete che , a breve se si autorizzasse la dichiarazione obbligatoria in etichetta , come nel settore alimentare, lo sforzo tecnico di migliorare alcune variabili facili da correggere con una chimica invasiva, andrebbero riviste , rivisitate, e presi in considerazione( che si può ... ve l'assicuro) sistemi chimico/fisici/tecnologici alternativi all'attuale situazione in mano alle "Big-Pharma" enologiche . Ma costa meno la scorciatoia chimica o tecnologica ,chiaro.
PS: l'osmosi inversa? C'è stato un periodo che l'avevano in tantissimi produttori : con le mutate condizioni meteorologiche/ambientali , serve sempre meno e sono relegate , e nascoste , nei ripostigli ... 8)
Ultima modifica di vinogodi il 06 lug 2023 15:55, modificato 2 volte in totale.
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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda alì65 » 06 lug 2023 08:16

"Quel gran genio del mio amico
Lui saprebbe cosa fare
Lui saprebbe come aggiustare
Con un cacciavite in mano fa miracoli....."
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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda tenente Drogo » 06 lug 2023 11:56

zampaflex ha scritto:
picenum ha scritto:eheheh e niente l'importante è sparare nel mucchio. facile quando si danno arco e frecce (prima o poi la finiremo, forse).

Luciano dici essere una pratica occulta della feccia naturale?

pensa invece che su intravino ne parlarono già 13 anni fa... non citandoli neanche

https://www.intravino.com/salute/mai-vo ... cialmente/

forse il problema (se di problema si tratta perché alla fine conta quello che ti arriva nel bicchiere, salute permettendo) potrebbe essere più ampio, non credi?

Guarda che l'articolo è scritto da un paladino dei naturali.
Lo shock del Moricchia è proprio nello scoprire che nel suo universo di angelica purezza alberga IL MALE (la tecnologia rettificatrice).
E lo shock è tanto maggiore, quanto elevata è la professione di purezza del settore. Come beccare un vescovo pedofilo, insomma.
Ed è giusta e meritevole questa indignazione, perchè non puoi buttare fango sui non naturali salvo poi comportarti di nascosto allo stesso modo, se non peggio.
Perciò finiamola di osannare a prescindere chiunque compia quella scelta di campo non interventista, togliamo le etichette di razza e religione, e guardiamo solo al risultato nel bicchiere, sperando sia onesto...


"C'è sempre uno più puro che ti epura"

(Nenni)
I comunisti mi trattavano da fascista, i fascisti da comunista.
Tutto questo ha aiutato il film.
(Sam Fuller, a proposito di "The Steel Helmet")

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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda picenum » 06 lug 2023 13:59

zampaflex ha scritto: togliamo le etichette di razza e religione, e guardiamo solo al risultato nel bicchiere, sperando sia onesto...

pienamente d'accordo.
ps. non voglio credere che Alessandro si sia tanto scandalizzato. è troppo tempo che vive il mondo del vino a 360^

vinogodi ha scritto:- una cantina è una impresa economica , che fattura e produce profitti , se "sana" .

sul discorso aziendale e imprenditoriale ce ne sarebbero di cose da dire. quest'anno, annata molto difficile per molti, ne ho sentite di cotte e di crude.
vinogodi ha scritto:...Infatti chi abiura tutto ciò e non ha competenze tecniche , può essere sostenuto dalle migliori intenzioni ma fa vini di merda
per l'appunto. il discorso è generale. forse lungo. te giustamente entri nel merito. ma il dialogo è difficile su tastiera.
insindacabile l'avere competenza come in tutti i mestieri. la competenza spesso si avvale anche dell'esperienza, del lavoro, del luogo, dei microclimi, delle tradizioni, etc.
che poi i fideisti sanno essere molto irritanti è verissimo. per me vale per tutti ( e in tutti i campi).

come dice Luciano guardiamo il risultato (salute permettendo, inteso come basta metanolo ad es.). poi i gusti sono gusti. personalmente gli chardonnay da voi in altro thread citati non li berrei neanche regalati. in quelli di Ganevat farei il bagno.
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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda Timoteo » 06 lug 2023 14:08

picenum ha scritto:pienamente d'accordo.
ps. non voglio credere che Alessandro si sia tanto scandalizzato. è troppo tempo che vive il mondo del vino a 90^



ma che frasario!
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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda vinogodi » 06 lug 2023 15:25

Timoteo ha scritto:
picenum ha scritto:pienamente d'accordo.
ps. non voglio credere che Alessandro si sia tanto scandalizzato. è troppo tempo che vive il mondo del vino a 69^



ma che frasario!
...imbarazzante...
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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda picenum » 06 lug 2023 17:21

oh all'età vostra mica ve passa la voglia de gioca' coi numeri. bene così :mrgreen:
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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda tenente Drogo » 07 lug 2023 15:41

"Attilio Scienza, professore Viticoltura ed Enologia dell'Università di Milano, e Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, sono stati chiari: rischiamo gravi danni alla produzione di quest’anno, con perdite che potrebbero arrivare anche oltre un terzo del raccolto in Puglia, Abruzzo e Basilicata, ma con danni diffusi anche in Lazio, Umbria, Sicilia, Veneto e Lombardia, particolarmente nel caso dei vigneti cosiddetti biologici, dato che i trattamenti ammessi dal disciplinare sono molto meno efficaci rispetto a quelli convenzionali. “È necessario intervenire con prodotti fitosanitari”, dichiara il prof. Scienza; e a lui fa eco Cotarella, che ha a sua volta dichiarato: “Le malattie non sono scomparse ma soprattutto ancora non ci sono valide alternative ai prodotti chimici.”

E perché, come mai non ci sono alternative valide? Possibile che la ricerca non sia riuscita ad offrire nuovi mezzi di contenimento, e che, a fronte del fallimento del biologico in tempi di parassitosi e fitopatie, si debba necessariamente ricorrere ad agenti di sintesi di varia natura?

Prima di rispondere a questa domanda, vorrei citare un esempio, giusto per dimostrare un punto importante: la ricerca le soluzioni le ha individuate eccome, ed il problema non sta nella comunità scientifica. Meno di un mese fa, è stato pubblicato un lavoro che riguarda una pianta coltivata importante, non certo come la vite, ma con una sua nicchia specifica nel mercato alimentare: il basilico. Un ampio gruppo di ricercatori italiani, utilizzando CRISPR/Cas9, hanno editato il genoma di questa pianta per ottenere attraverso la modifica selettiva di un singolo gene la sua resistenza proprio nei confronti della peronospora. Per farlo, hanno inserito le “fornici molecolari” opportune nella pianta attraverso infezione con una vecchia conoscenza, il batterio Agrobacterium tumefaciens, usato da molto tempo e ben prima delle tecnologie moderne per ottenere piante geneticamente modificate. La resa è stata alta, perché quasi l’85 per cento delle piantine è risultato modificato, e le modifiche sono risultate trasmissibili alla progenie.

Uno specifico ceppo tra quelli ottenuti è risultato resistente all’infezione di un classico agente della peronospora (il protista Peronospora belbahrii), mostrando così la riuscita della strategia di modifica genomica attuata; non tutte le piante trasformate sono risultate ugualmente resistenti, a causa del fatto che la suscettibilità di partenza delle piantine utilizzate è probabilmente diversa e (forse) anche a causa di errori di editing dovuti al metodo utilizzato.

Inoltre, il profilo aromatico – ovvero la caratteristica organolettica più importante del basilico - è stato esaminato per tutte le piantine modificate geneticamente, ed è risultato indipendente dalla procedura sperimentale attuata, e legato invece alla variabilità intrinseca dei semi utilizzati dai ricercatori. In futuro, essi concludono, la progenie derivata da queste piante dovrà essere testata in prove in campo per valutarne il potenziale rispetto alle cultivar attuali, per poi creare nuove linee di basilico dolce resistente alla peronospora.

Ecco quindi dimostrato come la comunità scientifica, e particolarmente quella italiana, di fronte ad una fitopatia sia perfettamente in grado di dare risposte definitive che non si fondano sull’impiego massivo e periodico di agenti chimici; ma la demonizzazione delle biotecnologie vegetali in Italia, al grido di “no Ogm”, ha reso sin qui impossibile fare ciò che avrebbe diminuito l’inquinamento ambientale, aumentato le rese e reso più facile il lavoro degli agricoltori per quello che riguarda molteplici colture.

Adesso, dietro lo schermo linguistico dei Tea, le piante geneticamente modificate potranno essere sperimentate in campo, ma solo fino al 31 dicembre 2024, scadenza impossibile per ottenere informazioni utili nella maggior parte dei casi ove non sia già disponibile qualcosa da piantare (e speriamo che con il basilico ci si riesca). "


https://www.ilfoglio.it/scienza/2023/07 ... i-5469655/
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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda Timoteo » 07 lug 2023 17:11

picenum ha scritto:oh all'età vostra mica ve passa la voglia de gioca' coi numeri. bene così :mrgreen:


Sempre meglio che tirarsi enormi seghe...
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picenum
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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda picenum » 07 lug 2023 21:26

evviva la kimika :lol:
Timoteo
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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda Timoteo » 07 lug 2023 22:11

picenum ha scritto:evviva la kimika :lol:


Non era la fika?
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enolario
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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda enolario » 08 lug 2023 16:41

Mi sembra un discorso vagamente simile e riconducibile alla tematica della carne sintetica ripudiata in Italia con tutta la diatriba che è scaturita.

Tralasciando questo, vorrei ricordare sponsorizzazioni instagram, dannatamente noiose e a mio parere imbarazzanti nonché fuorvianti e che ogni tot vengono riproposte in un loop continuo e quasi perpetuo, della serie chissà quanti soldi buttati via ma di sicuro paga Pantalone quindi nessun problema, dove Attilio Scienza e Stevie Kim si soffermano ancora sull'utilizzo, per loro sbagliato, della parola Naturale accostata al vino; facendo tanto di esempi con le fragoline di bosco che nascono spontanee e altri esempi a prova di bambino della prima elementare, roba da Neolitico come giustamente qualcuno fa notare anche nei commenti.

Quello che ho scritto, sia chiaro che non è mica per sminuire le parole di uno dei massimi esperti di viticoltura che ha contribuito tantissimo allo sviluppo del patrimonio vinicolo italiano ma per me gli estremi sia da una parte, naturale, che dall'altra, convenzionale, vanno sempre presi con le pinze.


tenente Drogo ha scritto:"Attilio Scienza, professore Viticoltura ed Enologia dell'Università di Milano, e Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, sono stati chiari: rischiamo gravi danni alla produzione di quest’anno, con perdite che potrebbero arrivare anche oltre un terzo del raccolto in Puglia, Abruzzo e Basilicata, ma con danni diffusi anche in Lazio, Umbria, Sicilia, Veneto e Lombardia, particolarmente nel caso dei vigneti cosiddetti biologici, dato che i trattamenti ammessi dal disciplinare sono molto meno efficaci rispetto a quelli convenzionali. “È necessario intervenire con prodotti fitosanitari”, dichiara il prof. Scienza; e a lui fa eco Cotarella, che ha a sua volta dichiarato: “Le malattie non sono scomparse ma soprattutto ancora non ci sono valide alternative ai prodotti chimici.”

E perché, come mai non ci sono alternative valide? Possibile che la ricerca non sia riuscita ad offrire nuovi mezzi di contenimento, e che, a fronte del fallimento del biologico in tempi di parassitosi e fitopatie, si debba necessariamente ricorrere ad agenti di sintesi di varia natura?

Prima di rispondere a questa domanda, vorrei citare un esempio, giusto per dimostrare un punto importante: la ricerca le soluzioni le ha individuate eccome, ed il problema non sta nella comunità scientifica. Meno di un mese fa, è stato pubblicato un lavoro che riguarda una pianta coltivata importante, non certo come la vite, ma con una sua nicchia specifica nel mercato alimentare: il basilico. Un ampio gruppo di ricercatori italiani, utilizzando CRISPR/Cas9, hanno editato il genoma di questa pianta per ottenere attraverso la modifica selettiva di un singolo gene la sua resistenza proprio nei confronti della peronospora. Per farlo, hanno inserito le “fornici molecolari” opportune nella pianta attraverso infezione con una vecchia conoscenza, il batterio Agrobacterium tumefaciens, usato da molto tempo e ben prima delle tecnologie moderne per ottenere piante geneticamente modificate. La resa è stata alta, perché quasi l’85 per cento delle piantine è risultato modificato, e le modifiche sono risultate trasmissibili alla progenie.

Uno specifico ceppo tra quelli ottenuti è risultato resistente all’infezione di un classico agente della peronospora (il protista Peronospora belbahrii), mostrando così la riuscita della strategia di modifica genomica attuata; non tutte le piante trasformate sono risultate ugualmente resistenti, a causa del fatto che la suscettibilità di partenza delle piantine utilizzate è probabilmente diversa e (forse) anche a causa di errori di editing dovuti al metodo utilizzato.

Inoltre, il profilo aromatico – ovvero la caratteristica organolettica più importante del basilico - è stato esaminato per tutte le piantine modificate geneticamente, ed è risultato indipendente dalla procedura sperimentale attuata, e legato invece alla variabilità intrinseca dei semi utilizzati dai ricercatori. In futuro, essi concludono, la progenie derivata da queste piante dovrà essere testata in prove in campo per valutarne il potenziale rispetto alle cultivar attuali, per poi creare nuove linee di basilico dolce resistente alla peronospora.

Ecco quindi dimostrato come la comunità scientifica, e particolarmente quella italiana, di fronte ad una fitopatia sia perfettamente in grado di dare risposte definitive che non si fondano sull’impiego massivo e periodico di agenti chimici; ma la demonizzazione delle biotecnologie vegetali in Italia, al grido di “no Ogm”, ha reso sin qui impossibile fare ciò che avrebbe diminuito l’inquinamento ambientale, aumentato le rese e reso più facile il lavoro degli agricoltori per quello che riguarda molteplici colture.

Adesso, dietro lo schermo linguistico dei Tea, le piante geneticamente modificate potranno essere sperimentate in campo, ma solo fino al 31 dicembre 2024, scadenza impossibile per ottenere informazioni utili nella maggior parte dei casi ove non sia già disponibile qualcosa da piantare (e speriamo che con il basilico ci si riesca). "


https://www.ilfoglio.it/scienza/2023/07 ... i-5469655/
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Timoteo
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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda Timoteo » 12 lug 2023 10:17

sul gambero rosso ci poteva scappare un resoconto di un incontro organizzato dal parlamento sulla biodinamica in occasione della presentazione del libro "Biodinamica, Stregoneria o Agroecologia?".
Però quello del GR si è presentato senza giacca e non l'hanno fatto entrare...
lapoelcan
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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda lapoelcan » 22 lug 2023 18:19

"carne fa carne, pane fa panza e vino fa danza"
"Jean-Paul Sartre ha scritto una frase molto bella che ti dovresti tatuare sul pisello: "Io sono quello che faccio con quello che gli altri hanno fatto di me"
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Re: Ah, i vini naturali, com'è bello il mondo...

Messaggioda vinogodi » 22 lug 2023 21:11

lapoelcan ha scritto:https://www.vice.com/it/article/ywkm57/vini-naturali-cosa-sono
....letto il pippone: e' gnocca, mi basta e puo' dire le fanciullezze che vuole, sia avesse come interlocutrice la stessa ,paziente,madre che i parenti stretti. Fra una tombolata e un gioco di famiglia la vigilia di Natale, quando sono tutti piu' buoni e pazienti, esaltati dalla buona tavola tradizionale, dai regali e dagli auguri... 8)
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