Messaggioda bobbisolo » 19 giu 2023 18:19
che dire... vincitori della giornata lo chevalier e l'aligoté, coche appena dietro assieme a ramonet e comte lafon
Fevre è chablis più importante e concentrato di billaud-simon, che è bello dritto e scattante, non lunghissimo così come non è lunghissimo fevre che ha pure un finale leggermente "polveroso", impreciso rispetto ai 2 seguenti... dauvissat che apre ridotto, poi si normalizza , assomiglia a fevre ma col colore di billaud-simon, più speziato e meno "seduto"... l'emozione la da per me il billaud-simon che è sulla carta il più vecchio ma il più giovane nel bicchiere... bello comunque il profilo di Dauvissat, non di eccessiva potenza, ma c'è una speziatura importante che lo distingue da billaud-simon e gli da un che di piccantezza al sorso, non cotto nè pesante
poi si prosegue con michelot che ha un profilo simile al dauvissat e bs, di fiori e di aria salmastra, di bei legni, bella bottiglia di soddisfazione, ma ancora con qualcosa da dire.. seguita dal meursault luchets il più "in bolla" della batteria, ovvero il più completo, con una bocca quasi masticabile, leggiadra e scorrevole a sufficienza, la bocca più equilibrata fra i 3 (il più pronto)... poi raveneau che apre anche esso ridotto e piano piano si arricchisce di sensazioni dolci su una bocca tesa ed elettrica (valmur stessa annata lo ricordo con un guizzo, con un'energia maggiore), forse ancora in debito di equilibrio, rispetto a quanto invece fosse godibile roulot
perrieres di comte lafon è uno dei top5 della giornata, acidità ben fusa, di grande equilibrio il sorso, completo più del roulot, splendido bicchiere... montrachet di latour si sente la potenza su un profilo fresco, di erba falciata e amarognolo dei legni, trovato un po'imbrigliato e con ancora tanto da dire, relativamente semplice il profilo e in questa fase abbastanza lineare, mi sembra però una bella versione, squillante, energica, ma non so dire dove andrà e cosa diventerà... bienvenues di ramonet che pare già simile di profilo a un suo montrachet, con aromi di oliva e salamoia e una quantità di altri rimandi, di importante complessità ma una goduria comunque anche se con qualche punto in meno di freschezza (questa bottiglia ci stava da bere, il 2013 invece me lo ricordo molto più indietro...)... anche lui nella top5
poi arriviamo all'ultima batteria di bianchini,
per le prime due piazze è un testa a testa fra lo chevalier e l'aligoté, ma partiamo dal meursault che ha la struttura ma allo stesso tempo una leggerezza che lo rendono irresistibile, quasi masticabile anche lui ma non pesante, non monolitico, ci avviciniamo all'acqua fresca come "difficoltà" o "consistenza" della bocca... chevalier monumentale, una di quelle bocce felici, con uno due punti in più di corpo di coche dury, questo ha davvero tutto: un profilo ancora fruttato, lievemente burroso, ma floreale e di limoni dolci, bocca di ottima tensione e precisione, difficile bere di meglio...
eppoi 6 anni prima, un aligotè che non teme il confronto, anzi, ti mette in difficoltà: scegliere tra questo e lo chevalier (ma sarebbe giusto includere anche i 2 meursault e il bienvenues) è questione di gusti personali... perchè qui c'è abbondanza di riconoscimenti come nello chevalier, c'è sostanza e corpo senza pesantezza e una limpida e squillante acidità... meno qui il profilo di spezie, incenso e oppio...
non raggiunge la grandezza di quel famoso "narvaux" ma ancora una volta si ha la dimostrazione di quanto unici siano i vini di questo domaine emergente