Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

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Dedalus
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda Dedalus » 07 mar 2012 19:29

La risposta numero 1) è sbajata.

Clamorosamente.

Ma lasciamo stare, per il momento.

Diamo per scontato che l'unica scala seria sia quella assoluta. Non conosco il riferimento a Tommasi, ma credo sia tutto sommato superfluo.

Il punto cruciale sta altrove.

Come facciamo a stabilire quando è arrivato il momento di passare da un certo punteggio (diciamo 91/100) dato ad un vino che ci è piaciuto un tot al centile successivo per un vino che ci sia piaciuto un po' di più?

Facciamo finta che esistano questi famosi parametri oggettivi secondo cui giungere alla stessa gerarchia fra un certo numero di vini degustati.

Quale è il meccansimo che trasforma l'ordine (il vino A viene prima di B e dopo C) in un valore (il vino A vale 91, il vino B 89 e il vino C 94)?

Questo è il punto. Quale è l'unità di misura?
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda Dedalus » 07 mar 2012 19:32

Palma ha scritto:Riguardo al Maccario, il Conte mi aveva già fatto notare che avevo sbagliato, ma io non sono esperto in materia


Non ti devi preoccupare del fatto che fai ironia su dei vini che conosci poco: quelli che ridono con te dei voti che altri danno a questi vini, per lo più lo dicono esplicitamente che tali valutazioni si possono considerare ridicole anche senza il bisogno di assaggiare i vini in questione... :mrgreen:
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda Palma » 07 mar 2012 19:51

Dedalus ha scritto:Il punto cruciale sta altrove.

Come facciamo a stabilire quando è arrivato il momento di passare da un certo punteggio (diciamo 91/100) dato ad un vino che ci è piaciuto un tot al centile successivo per un vino che ci sia piaciuto un po' di più?


A parte il fatto che non è scontato pensare di utilizzare la scala assoluta, RVF ad esempio, non lo fa, ti rispondo a questa obiezione, stavolta in maniera quasi seria. e penso che non siamo distantissimi in questa interpretazione
Questo è realmente il passaggio più empirico e dipende esclusivamente dal valutatore. Ovviamente è anche possibile mettere tutti i voti tra 99 e 100 aggiungendo una marea di + e di -. Allo stesso modo posso ritenere assolutamente non raggiungibile il vino ideale e quindi valutare tutto sotto al 90. Dipende,dalla risoluzione della scala utilizzata, dai riferimenti, dall'essere più o meno di manica larga e da una buona dose di approssimazione (l'importante è non utilizzare schede che facciano diventare buoni anche i tristi) ma di certo se A è meglio di B deve risultare, altrimenti la valutazione è scazzata, non c'è verso. Ma mica sempre è così netto che uno sia meglio dell'altro ed allora si che è solo questione di gusti.
Insomma quando si valuta una valutazione, bisogna comunque conoscere il valutatore :mrgreen:
Io sono oggettivista con giudizio e perciò non ritengo che per questo tutti dobbiamo dare gli stessi voti, però si deve far capire se un vino è buono o è tristo.
E' solo per una convenzione che ci permetta di capirci, che dobbiamo assumere, ad esempio, che la soglia della bontà sia 90/100 e quella dell'eccellenza sia 95/100.
Non creo che si capisca molto, ma sono disponibile a chiarire.
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda Palma » 07 mar 2012 19:57

Dedalus ha scritto:
Palma ha scritto:Riguardo al Maccario, il Conte mi aveva già fatto notare che avevo sbagliato, ma io non sono esperto in materia


Non ti devi preoccupare del fatto che fai ironia su dei vini che conosci poco: quelli che ridono con te dei voti che altri danno a questi vini, per lo più lo dicono esplicitamente che tali valutazioni si possono considerare ridicole anche senza il bisogno di assaggiare i vini in questione... :mrgreen:

Onestamente, penso che sui vini, sui quali più spesso ironizzo, ci ironizzi anche tu, ma magari mi sbaglio.
Senza sentirli no, non almeno su tipi di vino che non conosco. Un punteggio sorprendente, mi sorprende appunto solo se non conosco e quindi cerco di approfondire. Poi si vede, finora dei gran Latour non sono saltati fuori, ma buoni vini sì, eccome.
Ci sono invece vini che ho già appurato essere tristi e che proprio non seguo più, ma non credo di riferisca a questi.
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda Palma » 07 mar 2012 20:00

Mi piacerebbe avere anche il parere di Luca Mazzoleni, in materia.
O potremmo pure tornare a discutere dei 2001 in Langa, per me è indifferente, ma siamo arrivati a -10 e non deve rilanciare :mrgreen:
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda marwine » 07 mar 2012 20:02

Palma ha scritto: l'Eclisse di Poltronieri


Lui direi che ha fatto una parabola :D
http://www.youtube.com/watch?v=1A9iqKDHfM8
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda Palma » 07 mar 2012 20:06

marwine ha scritto:
Palma ha scritto: l'Eclisse di Poltronieri


Lui direi che ha fatto una parabola :D
http://www.youtube.com/watch?v=1A9iqKDHfM8

Questo invece è il classico lapis frodiano. Poltronieri è il soprannome di un discreto bevitore dell'AVR, un tantino pigro.
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda Dedalus » 07 mar 2012 20:14

Palma ha scritto:
Dedalus ha scritto:
Palma ha scritto:Riguardo al Maccario, il Conte mi aveva già fatto notare che avevo sbagliato, ma io non sono esperto in materia


Non ti devi preoccupare del fatto che fai ironia su dei vini che conosci poco: quelli che ridono con te dei voti che altri danno a questi vini, per lo più lo dicono esplicitamente che tali valutazioni si possono considerare ridicole anche senza il bisogno di assaggiare i vini in questione... :mrgreen:

Onestamente, penso che sui vini, sui quali più spesso ironizzo, ci ironizzi anche tu, ma magari mi sbaglio.
Senza sentirli no, non almeno su tipi di vino che non conosco. Un punteggio sorprendente, mi sorprende appunto solo se non conosco e quindi cerco di approfondire. Poi si vede, finora dei gran Latour non sono saltati fuori, ma buoni vini sì, eccome.
Ci sono invece vini che ho già appurato essere tristi e che proprio non seguo più, ma non credo di riferisca a questi.


Solo un tiro di rinterzo, ovvio e bonario obiettivo il buon vittoxx che spesso (non so quanto ironicamente) dice che non ha nemmeno bisogno di assaggiarli, certi vini, per essere sicuro che certe valutazioni sono emerite bippate. :mrgreen:
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda vittoxx » 07 mar 2012 20:25

Dedalus ha scritto:
Palma ha scritto:
Dedalus ha scritto:
Palma ha scritto:Riguardo al Maccario, il Conte mi aveva già fatto notare che avevo sbagliato, ma io non sono esperto in materia


Non ti devi preoccupare del fatto che fai ironia su dei vini che conosci poco: quelli che ridono con te dei voti che altri danno a questi vini, per lo più lo dicono esplicitamente che tali valutazioni si possono considerare ridicole anche senza il bisogno di assaggiare i vini in questione... :mrgreen:

Onestamente, penso che sui vini, sui quali più spesso ironizzo, ci ironizzi anche tu, ma magari mi sbaglio.
Senza sentirli no, non almeno su tipi di vino che non conosco. Un punteggio sorprendente, mi sorprende appunto solo se non conosco e quindi cerco di approfondire. Poi si vede, finora dei gran Latour non sono saltati fuori, ma buoni vini sì, eccome.
Ci sono invece vini che ho già appurato essere tristi e che proprio non seguo più, ma non credo di riferisca a questi.


il buon vittoxx che spesso dice che non ha nemmeno bisogno di assaggiarli, certi vini, per essere sicuro che certe valutazioni sono emerite bippate. :mrgreen:
(non so quanto ironicamente)

50 e 50, poi li bevo e divento 100 % serio :mrgreen:
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda vittoxx » 07 mar 2012 20:27

Palma ha scritto:Allora veniamo alle varie risposte per Rossano.
I mascheramenti delle bottiglie erano puramente delle boiate, inizialmente volevo solo vedere se qualcuno avesse realmente creduto ad un Cervaro Montrechizzato, poi ho aggiunto tutto il resto, tra l'altro tranne i bianchi (mascherati sotto la stagnola), che volevo bere pure io alla cieca per provare definitivamente la superiorità di Meursault e Chassagne su Chablis (provato), mi sono servito di quelle etichette per riconoscere i vini bendati e servirli in ordine giusto. Ho semplicemente utilizzato etichette di vini di cui si era discusso o di cui alcuni punteggi mi avevano assolutamente divertito e lasciato basito. Tra l'altro uno dei vini (come Giacomo con la maschera di Cossiga) si è offeso e per protesta ha assunto sentore di tappo. Poi c'era pure Rizzi mascherato da Rizzi...

Capitolo valutazione:

1) Cosa si misura col voto ad un vino: semplice, la bontà del vino in questione :mrgreen:
2) Qual'è l'unità di misura? il voto viene ovviamente dato in "per unit". E qua nasce la domanda vera, cioè:
3) qual'è il riferimento da prendere, cioè chi vale 1? Ci sono più risposte possibili.
1) Si prende come riferimento il miglior vino mai bevuto: ciò comporta che ogni volta che berrò un vino migliore dovrò riscalare tutti i punteggi fin lì dati, ma purché indichi appunto qual'è questo riferimento mi pare possa andare (e.g.: Montiano 2000 98/100, fatto 100/100 il Redigaffi pari anno).
2) Si prende come riferimento (100/100=1) il vino ideale che può anche non esistere, ma che magari si ha perfettamente in mente. In questo modo la scala teoricamente non dovrebbe essere ritoccata, ma in realtà all'aumentare dell'esperienza si capisce meglio quali siano i parametri* che più contano nel determinare la bontà assoluta e quindi, va da se che comunque dei ritocchi anche sostanziosi bisognerà apportarli.

Nasce infine un nuovo dilemma cioè se la valutazione (secondo uno dei due metodi precedenti) debba essere fatta:
1) Categoria per categoria: questa, soprattutto per alcuni vini potrebbe essere davvero utile. Mi spiego, vini come l'Eclisse di Poltronieri non ha senso valutarli rispetto ad una scala assoluta, sono davvero buoni, freschi, sui generis, e bevibilissimi, che sto a dargli 82? meglio dire scala Lambrusco 100/100, oppure evitare di dare punteggi (non male questa ipotesi, ma poi di cosa parleremmo sul forum?).
2) Assoluta, pounds by pounds e qua non c'è nulla da spiegare. Nel caso chiedete a Rino Tommasi.

*: scordati pure che ti dica io quali sono i parametri da utilizzare, per le seguenti ragioni:
1) sei esperto almeno quanto me, quindi lo hai certamente già capito
2) mica posso rivelare proprio tutto su come valutare correttamente ed oggettivamente un vino, metti che in futuro voglia ricavarci dei soldi...

:mrgreen: :mrgreen:

Minchia Marchese, m'hai fatto friggere per 2 giorni e mi butti giù 20 righe? M'aspettavo come minimo un De rerum natura... 8)
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda vittoxx » 07 mar 2012 20:30

Nota ai naviganti: io e soprattutto il Marchese ci avviamo ad un'ennesima grande bevuta senutina :lol: dove scopriremo e riveleremo erga omnes le meraviglie dell'etna (vedrete che voti, e lo dico senza averli bevuti :mrgreen: ), dunque se non risponderà per le rime non sarà per mancanza di argomenti (essendo grande poeta) nè per scortesia, ma perchè in tutt'altre faccende affacendato 8)
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda Dedalus » 07 mar 2012 20:43

Palma ha scritto:
Dedalus ha scritto:Il punto cruciale sta altrove.

Come facciamo a stabilire quando è arrivato il momento di passare da un certo punteggio (diciamo 91/100) dato ad un vino che ci è piaciuto un tot al centile successivo per un vino che ci sia piaciuto un po' di più?


A parte il fatto che non è scontato pensare di utilizzare la scala assoluta, RVF ad esempio, non lo fa, ti rispondo a questa obiezione, stavolta in maniera quasi seria. e penso che non siamo distantissimi in questa interpretazione
Questo è realmente il passaggio più empirico e dipende esclusivamente dal valutatore. Ovviamente è anche possibile mettere tutti i voti tra 99 e 100 aggiungendo una marea di + e di -. Allo stesso modo posso ritenere assolutamente non raggiungibile il vino ideale e quindi valutare tutto sotto al 90. Dipende,dalla risoluzione della scala utilizzata, dai riferimenti, dall'essere più o meno di manica larga e da una buona dose di approssimazione (l'importante è non utilizzare schede che facciano diventare buoni anche i tristi) ma di certo se A è meglio di B deve risultare, altrimenti la valutazione è scazzata, non c'è verso. Ma mica sempre è così netto che uno sia meglio dell'altro ed allora si che è solo questione di gusti.
Insomma quando si valuta una valutazione, bisogna comunque conoscere il valutatore :mrgreen:
Io sono oggettivista con giudizio e perciò non ritengo che per questo tutti dobbiamo dare gli stessi voti, però si deve far capire se un vino è buono o è tristo.
E' solo per una convenzione che ci permetta di capirci, che dobbiamo assumere, ad esempio, che la soglia della bontà sia 90/100 e quella dell'eccellenza sia 95/100.
Non creo che si capisca molto, ma sono disponibile a chiarire.


RVF non lo fa, ma è inevitabile che uno debba riportare tutto ad una scala assoluta, se vuole capirci qualcosa. Metti il famoso 100 al Coteaux Champenois 2002 di Egly Ouriet. Se uno stappa e pretende di trovarci dentro un pari di un Romané-Conti rimane deluso. Ma se uno sa che RVF punteggia così e ha un'idea di cosa sia un GC di Vosne e un Coteaux Champenois ci mette la tara e sa che quel Pinot Noir che prende 100 in Champagne vale nella scala assoluta in cui si trova ad esempio la Borgogna circa 93-95. O giù di lì. Quindi inevitabilmente si torna sempre alla scala assoluta. Altrimenti io do un 100/100 al Clinton passito vinificato in bianco svizzero che ho provato l'altra sera, che nella categoria li merita tutti, e questo significa che il tal vino è buono come l'Oremus 6Puttonyos 1999.

Il punto come hai ben capito sta nell'elasticità della scala a punti. Nella sua deformabilità. Che non è banalmente soggettiva, è addirittura assolutamente ARBITRARIA, e se si trova una certa convergenza in materia, è puro lavoro di affiatamento di gruppo.

Dove voglio arrivare? Voglio arrivare a dire che la distribuzione dei punteggi ai vari livelli qualitativi che esprime il vino risponde ad un'esigenza ben precisa: quella di ordinare i vini che si assaggiano, in maniera che essi risultino appropriatamente distinti gli uni dagli altri. Che si possa fare differenza. Quindi tutto dipende dalla frequenza con cui si assaggiano i vini di vario livello.

Immaginiamo che un gruppo assaggi tutti i giorni solo e soltanto la migliore annata mai prodotta di Romanée-Conti, diciamo la 1978 tanto per tirarne una a caso, insomma un 100/100 per antonomasia, concentrandosi esclusivamente sulle tenui variazioni che ci possono essere fra una bottiglia e l'altra. L'esigenza di questo gruppo sarà quella di fare differenza fra questi diversi vini, e comincerà a relegare una bottiglia leggermente sottoperformante perché un po' chiusa a 99, o 98. Il meccanismo mi pare chiaro. Finisce che la boccia più debole dell'anno di Romanée-Conti 1978, ancorché esente da qualsivoglia difetto, arriva a beccarsi 82-83 punti, magari anche meno.

Inutile replicare cosa succede quando uno assaggia tutti i giorni solo e soltanto Tavernello dei vari lotti. Finisce che c'è un lotto che si piglia pure lui 82-83 punti, magari anche più.

Siamo tutti abbastanza intelligenti da capire cosa succede quando, pur avendo tutti esperienza sia dei minimi sia dei massimi livelli qualitativi, ed avendo quindi tutti la chiara capacità di distinguere -al netto della preferenza personale- i vini grami da quelli buoni, si hanno frequentazioni diverse sui vini di livello alto o di livello basso.

La scala si sposta, scivola, si allunga, si accorcia, si contorce... ed è chiaro che non fa "errore" più grande chi assaggia tutti i giorni solo Tavernello spingendo una porcheria fino a 82-83, di chi a furia di bere solo Romanée-Conti finisce per relegare a 82-83 un vino appena un capello sotto l'assoluto.

Dunque, per evitare di finire al qualunquismo dell'incomunicabile, ognuno dà i punteggi accazzo e nessuno può contestarglieli, è allora necessario fissare dei punti di ancoraggio, in termini qualitativi. Di norma il lavoro si fa ai livelli delle cinquine. Anziché dire davanti ad un 93: "eh, ma allora cosa ci do allo Chateau Latour del 19eppippa che ho bevuto ieri, che era comunque molto meno buono de Vougeot GC 20eccozze bevuto l'altro ieri, che era molto molto molto meno buono del Monfortino 18emmortacci bevuto nella seduta spiritica di sabato scorso...", ci si metterà a ragionare di caratteristiche.

Tenendo ovviamente conto del fatto che:
1) non si misura la qualità del vino, che in sé non esiste, ma il gradimento che il vino induce in chi beve
2) ogni tipologia di vino impone di considerare la sua specificità costitutiva: così come un Bordeaux non si valuta con il modello di un Borgogna, un Dolceacqua non si valuta con il modello di un Barolo
3) ogni assaggiatore può valorizzare con una certa varietà di parametri e varietà di peso le varie caratteristiche di ogni vino; se di norma la maggior parte degli assaggiatori si ritrova su parametri ampiamente condivisi (io ad esempio in questo sono molto medio e non valorizzo parametri estremi, tipo l'acidità di gremul tanto per intendersi) può anche capitare che uno si dimostri eccentrico, e ad esempio non valorizzi per forza la complessità, bastandogli anche la purezza e la nettezza aromatica di pochissimi descrittori, etcetera

I punteggi sono mobili più delle donne. Sono strumenti, non monoliti, e servono a capire quanto un vino è piaciuto a tizio e a caio. Il resto è voglia di replicare da grandi il giochino del righello, pensando di affermare la propria superiorità di assaggiatore (o meglio all'interno della comunità degli assaggiatori) con l'esibizione di vini di gran qualità, fama e costo; quindi di punteggio, e guai a chi si azzarda a sconfinare in certe zone rosse con vini di fama e costo molto inferiori. Io la vedo così.
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda alexer3b » 07 mar 2012 21:17

Palma ha scritto:1) Categoria per categoria: questa, soprattutto per alcuni vini potrebbe essere davvero utile. Mi spiego, vini come l'Eclisse di Poltronieri non ha senso valutarli rispetto ad una scala assoluta, sono davvero buoni, freschi, sui generis, e bevibilissimi, che sto a dargli 82? meglio dire scala Lambrusco 100/100, oppure evitare di dare punteggi (non male questa ipotesi, ma poi di cosa parleremmo sul forum?).

Me ne ricorderò al prossimo Orvieto bianco premiato. :mrgreen:

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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda Luca Mazzoleni » 07 mar 2012 21:52

Palma ha scritto:Mi piacerebbe avere anche il parere di Luca Mazzoleni, in materia.


easy! fatturare (commissioni) e' meglio che degustare (vini).
il quintale di Pinot Grigo, di Prosecco, di MPF aromatici astigiani...sono commodities quotate al CME di Chicago, chi cazzo si interessa oggi di Montrachet o Latour in-the-business???? :mrgreen:
sorry, sono in fase enocinica, e' il post-degustatore andato a male, ci vorrebbe un Nicoletti, un Montanari, un Sansonna, un Furlotti per spiegare... :P
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda Dedalus » 07 mar 2012 23:20

Nicoletti, Montanari, Sansonna... che marchi vendono questi?
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda Palma » 08 mar 2012 11:25

Rossano, appena riesco ti rispondo punto per punto, chiarendo anche il riferimento a Rino Tommasi (mica è campato in aria) ma ho bisogno di una mezza giornata libera :mrgreen:
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda Palma » 09 mar 2012 17:27

Rossano, domani sei connesso, vero? Immagine
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda Palma » 10 mar 2012 22:54

Habemus tertium magnum langae: aemenetissimum ac reverendissimum Maurum Cardinalem Mascarello. 5-6 punti sopra quelli dell'altro giorno. Puttana troia
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda vittoxx » 10 mar 2012 23:24

Palma ha scritto:Habemus tertium magnum langae: aemenetissimum ac reverendissimum Maurum Cardinalem Mascarello. 5-6 punti sopra quelli dell'altro giorno. Puttana troia

Un Mascarello sine tappo? :shock: Sta come Belen alle mutande
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda Dedalus » 11 mar 2012 00:39

E ci voleva l'AVR in conclave per non so quanti mesi...
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda Francvino » 11 mar 2012 00:55

vittoxx ha scritto:
Palma ha scritto:Habemus tertium magnum langae: aemenetissimum ac reverendissimum Maurum Cardinalem Mascarello. 5-6 punti sopra quelli dell'altro giorno. Puttana troia

Un Mascarello sine tappo? :shock: Sta come Belen alle mutande


Nel 1982 il terzo grande era Ceretto. 8)
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda Palma » 11 mar 2012 01:57

Francvino ha scritto:
vittoxx ha scritto:
Palma ha scritto:Habemus tertium magnum langae: aemenetissimum ac reverendissimum Maurum Cardinalem Mascarello. 5-6 punti sopra quelli dell'altro giorno. Puttana troia

Un Mascarello sine tappo? :shock: Sta come Belen alle mutande


Nel 1982 il terzo grande era Ceretto. 8)

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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda samuyahu » 11 mar 2012 01:57

Dedalus ha scritto:
Dunque, per evitare di finire al qualunquismo dell'incomunicabile, ognuno dà i punteggi accazzo e nessuno può contestarglieli, è allora necessario fissare dei punti di ancoraggio, in termini qualitativi. Di norma il lavoro si fa ai livelli delle cinquine. Anziché dire davanti ad un 93: "eh, ma allora cosa ci do allo Chateau Latour del 19eppippa che ho bevuto ieri, che era comunque molto meno buono de Vougeot GC 20eccozze bevuto l'altro ieri, che era molto molto molto meno buono del Monfortino 18emmortacci bevuto nella seduta spiritica di sabato scorso...", ci si metterà a ragionare di caratteristiche.


Fin qui ti avevo seguito con grandissimo entusiasmo, e anche in questo discorso che ho quotato. Ora però vorrei il seguito! Cioè, entrare realmente nel dettaglio.

Io personalmente e ingenuamente (dico davvero, come principiante) parto da una scheda a punti, quella Ais, secondo la quale un vino 'buono', molto piacevole, complesso, etc, non può avere meno di 80, 83 punti, diciamo per semplificare. Poi viene il bello. Per andare sopra, un vino deve avere almeno alcune caratteristiche di grande spessore, ed è lì che si comincia a ragionare di caratteristiche, come dici, a livello serio.

Però qui mi sorge un pensiero, una comparazione che traggo dalla letteratura. Ungaretti. Quello del primo periodo, dico. Senza rime, senza metrica canonica, senza troppi versi, è riuscito a scrivere grandi capolavori con poche parole, lui che di cultura poetica classica certo non mancava. Per me la sua poesia più breve è una grande poesia, come grande poesia, seppure diversissima, è la più lunga canzone di Petrarca. Ecco, qui però comincio a pensare che se dessimo un punteggio a forme di arte quali la musica, la poesia, etc., saremmo alquanto ridicoli. Questa poesia vale 91, è eccellente, questo è un Romanzo da 98 punti. E allora comincio a pensare, per la prima volta, questo: che i vini si producono e si vendono in modo necessariamente del tutto diverso dalla musica classica o altre forme di arte umana.(Intendo per arte la capacità umana di produrre beni che vanno molto al di là del loro semplice valore funzionale più immediato, di dare a un bene un valore simbolico altissimo, capace di esaltare l'animo umano). E dunque dico questo: comincio a concordare in larga parte con paperofranco, sempre di più; ma in questo senso: preferisco cento volte una valutazione di un vino per aggettivi, che non per numeri. Se dobbiamo usare dei numeri, tanto vale che ci mettiamo d'accordo e usiamo quelli della scheda AIS o di altra scheda per esempio, magari esaltando i tratti di tipicità (incluso il territorio, il microterritorio etc) che a torto non vengono considerati troppo spesso, ma che dovrebbero essere in cima alla scala, nei parametri della finezza.

Mi rendo conto che il mio intervento è una sorta di monologo interiore, ma lo lascio invariato ugualmente, sperando di non essere preso per matto :D
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Palma
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda Palma » 11 mar 2012 02:03

Oh, santiiddio
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vittoxx
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Re: Bollettino AVR - " The Director's Cut " da pag.167

Messaggioda vittoxx » 11 mar 2012 03:49

Ora pro nobis

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