Bene! oggi ho tempo per fare un pochetto di polemica.
Avviso anche che cercherò in questo di mixare le capacità di sintesi di Rossano e GP
Partiamo con una premessa: amo i vini di Bruno Giacosa, soprattutto quelli più buoni cioè quelli di fine anni 70 - anni 80, quando ha sfornato alcuni tra i maggiori capolavori dell'arte enologica italiana. Allo stesso tempo questi vini non sono e non sono mai stati dei carri armati e tra l'altro toccano punti molto elevati, ma non sono quelli che meglio sfidano il tempo. Per questo, forse, se dovessi scegliere un solo vino da portare con me sull'isola deserta (assieme a qualche donzella), sceglierei Monfortino che molto difficilmente mi delude. Tra l'altro è molto più facile che mi incacchi leggendo castronerie su quest'ultimo che sugli altri, in quanto appunto ho una discreta certezza che siano castronerie fini a se stesse.
Tutto ciò per dire che anche se volessi difendere Giacosa, non lo farei certamente inventando imperfezioni nel Monfortino, ma eventualmente potrei sopravvalutare l'altro.
Quel Monfortino 1978 era buonissimo ed ha vinto nettamente il duello (anche e non di 7 punti, ma magari solo di due o tre) con il Collina 1982, ma voi mi insegnate (almeno Vittorio) che non era un vino da 100 punti. Allora chiedo, dove li ha persi quei due punti? il naso era assolutamente didascalico di quello che dovrebbe essere un grandissimo barolo invecchiato e non c'era neppure traccia di quell'anguria che, quando eccessiva, ne va a limitare il profilo, la bocca a tutti è parsa mostruosa e di grande persistenza, una lieve rusticità nel tannino però era avvertibile in chiusura. A me ciò disturba poco o niente, ma penso di non far torto ad un vino enorme e vicinissimo alla perfezione, riconoscendogli un, seppur piccolissimo difetto, che tra l'altro a me lo fa apprezzare ancora di più. Per me 97/100
Collina Rionda 1982: altro grande vino. Attenzione al naso di un Rionda, io non me lo aspetto mai, magari sbagliando, così floreale, fresco ed elegante come quello di altri cru. Toni più scuri sono sempre presenti e questo nel complesso non era affatto male, ne aveva evidenti segni di ossidazione, ovviamente non aveva il fascino estremo di quello del Monfortino. La bocca è risultata di assoluta precisione, senza asperità alcuna e di ottima dolcezza finale, però in altre occasioni aveva mostrato una maggior densità palatale ed una persistenza maggiore. Siamo tra il 94 ed il 95, meno è immorale.
Ormai metto anche l'Osso San Grato 1982: sono rimasto stupefatto, devo ammettere che faticavo assai ad immaginarmelo così. Naso assolutamente splendido, al limite della perfezione, da grandissimo nebbiolo, perde qualcosa in bocca, dove risulta effettivamente un po' più rustico e meno persistente degli altri. 94 ci sta tutto.
Ed infine la più grande delle sorprese, il Rosso del Conte 1988: siamo su un profilo totalmente diverso eppure questo non viene penalizzato come Apparita 1992 (bottiglia non performante a livello dell'altra bevuta, in magnum). Decisamente più caldo e mediterraneo, come già mirabilmente detto, voluttuoso e tuttavia complesso, davvero ottima la dolcezza finale. Tranquillo sopra i 90, direi un 92-93.
Soprattutto un grosso ringraziamento a Simone ed a tutto lo staff del Don Abbondio per averci sopportato
Grande incontro quello con Aldo, Giovanni e Giacomo.
Ma soprattutto una domanda. A causa dell'alcol non ricordo se i 100 € a Boston (nulla c'entrano i vini) li abbiamo poi dati o no
perché in caso affermativo bisognerà controllarlo, ma credo che l'abbia fatta franca anche stavolta.