mennella ha scritto:Ragazzi invidio le vostre cantine.
Nella mia ci sono alcune CdP che avete bevuto, ma non durano piu' di 5 anni che poi calano
Quella di Franco non è una cantina, è una caverna!
E quando va a recuperare le bottiglie ci va così
mennella ha scritto:Ragazzi invidio le vostre cantine.
Nella mia ci sono alcune CdP che avete bevuto, ma non durano piu' di 5 anni che poi calano
mennella ha scritto:Ragazzi invidio le vostre cantine.
Nella mia ci sono alcune CdP che avete bevuto, ma non durano piu' di 5 anni che poi calano
sbrega ha scritto:A parte i vin santo di Barattieri da sempre nella eccellenza di questa tipologia di vini; il vin santo di vigoleno di lusignani è un grandissimo vino di una doc ( la più piccola in italia ) sempre più spesso "dimenticata" dal mainstream.
E la qualità rispetto al vin santo avignonesi non è così tanto inferiore come il prezzo
...la penso come tutti e due ...Biavo ha scritto:sbrega ha scritto:A parte i vin santo di Barattieri da sempre nella eccellenza di questa tipologia di vini; il vin santo di vigoleno di lusignani è un grandissimo vino di una doc ( la più piccola in italia ) sempre più spesso "dimenticata" dal mainstream.
E la qualità rispetto al vin santo avignonesi non è così tanto inferiore come il prezzo
La penso come te
Trabateo ha scritto:Venerdì 27 Maggio 2022 – Tutti i colori del Chianti
Prima volta in Valpolicella e battesimo di fuoco nella Littlewood’s House per il sottoscritto.
Mi scuso fin d’ora ma non rammento nessun nome dei presenti (mi devo preoccupare?) ma sicuramente il premio Braveheart va all’eroe in trasferta (con rientro!) direttamente da Savona: applausi!!!
La serata ha visto una presenza femminile ai nastri di partenza che ha sicuramente reso un po’ meno grufolante l’espressività del gruppo dei maschietti incinghialiti.
Per tutta la degustazione siamo stati vittime dello spauracchio dei taralli ai semi di finocchio che, la leggenda narra, altererebbe il gusto tanto da rendere il Chianti alla pari del Tavernello. Fortunatamente tale diceria, messa in circolo da uno dei più agguerriti partecipanti, si è poi rivelata una mera buggerata per i grulli che ci sono cascati.
Il padrone di casa ci ha deliziato con una panoramica sul territorio del Chianti e, in fattispecie, del Chianti Classico, con dettagli e dati (che qualcuno ha provato inutilmente a confutare) a supportare la peculiarità del territorio. Poi si si sono aperte le danze e a suonare ci ha pensato il Chianti Classico.
--- PRIMA BATTERIA ---
1 – Vigna Calcinaia CC 2017
Ha la sfortuna di trovarsi in batteria con 3 bestie che hanno anche il millesimo che gioca a loro favore, comunque è un Chianti di tutto rispetto ma ancora un po’ scomposto: CBCR;
2 – Isole e Olena CC 2016
Al primo giro non mi aveva convinto: note boisè un po’ troppo da borgogna e una certa grassezza mi avevano fatto storcere il naso. Poi la svolta con note balsamiche di eucalipto, viola e frutta rossa al naso e poi ancora le note ferrose che emergono dagli inferi. Un sorso morbido, fine, elegante con una bellissima spinta acida che allunga sensazioni peccaminose a dismisura: CONTURBANTE;
3 – Monteraponi – Il Campitello CCR 2016
L’ho trovato con un naso non molto espressivo (tenete sempre bene in mente il contesto della batteria) ma con un’ottima bocca però inferiore tanto al 2° quanto al 4°: TRA INCUDINE E MARTELLO;
4 – Buondonno – Casavecchia alla Piazza CCR 2016
Qui torniamo ai livelli del Isole e Olena con spezie fini e l’ematico del Sangiovese con un corpo già percettibile al naso (forse i 15,5° si sono fatti sentire), profumi che, col passare del tempo, si sono evoluti in un bel goudron di renana memoria. Sorso bello pieno, rotondo, potente ma al contempo elegante (la mano del produttore si è fatta sentire), un bel frutto e, anche qui, l’acidità che ti portava a spasso con leggiadra maestria: AMMALIANTE.
--- SECONDA BATTERIA ---
5 – San Giusto A Rentennano CC 2007
Saliamo di livello con una batteria di un millesimo che non ha bisogno di tanti preamboli.
Il San Giusto mi ha riportato al naso l’oliva verde e frutta sotto spirito. In bocca entra ed esce rotondo, liquirizioso, con bel tannino levigato, anzi, quasi vellutato. A una bella acidità, però, non corrisponde una perfetta integrità e forse questa è la pecca che gli farà perdere tanto la batteria quanto il podio: A UN PASSO DAL PARADISO;
6 – Tenuta Villa Rosa CCR 2007
Top di giornata anche se per sola mezza incollatura. Naso e bocca corrispondenti e da grande Sangiovese: ematico, sottobosco, polveroso, cipria e poi al sorso elegante, completo, perfettamente integrato, insomma, tanta ma tanta roba: ORGASMICO.
--- TERZA BATTERIA ---
7 – Ormanni – Borro del Diavolo CCR 2006
Questa è la batteria che mi è piaciuta meno, nonostante due ottimi millesimi.
Il Borro del Diavolo presenta color mattone e note evolute al naso. Un buon sorso fresco e liquirizioso con una discreta acidità. Non male ma vista la batteria precedente, direi sotto le aspettative: DILUDENTE;
8 – Chianti Rufina – Fattoria di Selvapiana CC 2004
Vedi il precedente con colore più scarico, nota di umidità al naso e la presenza di residui nel bicchiere. In bocca è scomposto, fresco, astringente ma ancora lungo: STRANO.
--- QUARTA BATTERIA ---
9 – Castello di Ama – Vigneto Bellavista – CC Gran Selezione 1990
Eccolo qui il 2° di giornata, ops, serata. Balsamico e con note salmastre (tipo quelle delle olive in salamoia) al naso e una bocca ancora goduriosa con un leggero tannino che fa da contorno alla liquirizia e un’acidità ancora ben presente. Pecca giusto un po’ in lunghezza ma stiamo comunque parlando di un classe 90: STUPEFACENTE;
10 – Il Poggio di Monsanto CC 1990
Il Poggio perde il confronto con il pari età di Ama. Anche qui, come nel Rufina 2004, residui nel bicchiere, naso evoluto con fondi di caffè e note ossidative. Bocca con ancora una bella acidità (il favoloso sound degli anni 90…perdonatemi la mezza citazione) e note di caffè. Poteva andare meglio ma purtroppo ha già scollinato: SULLA VIA DELLA CAVEDAGNA.
La mia personalissima classifica vede:
1° Tenuta Villa Rosa CCR 2007
2° Castello di Ama – Vigneto Bellavista – CC Gran Selezione 1990 (solo perché al naso era meno accattivante e giusto un pelino corto in bocca)
3° ex-equo tra Isole e Olena CC 2016 e Buondonno – Casavecchia alla Piazza CCR 2016
Ringrazio Franco per l’opportunità e per l’ospitalità.
Da Negrar è tutto a voi studio.
littlewood ha scritto:Trabateo ha scritto:Venerdì 27 Maggio 2022 – Tutti i colori del Chianti
Prima volta in Valpolicella e battesimo di fuoco nella Littlewood’s House per il sottoscritto.
Mi scuso fin d’ora ma non rammento nessun nome dei presenti (mi devo preoccupare?) ma sicuramente il premio Braveheart va all’eroe in trasferta (con rientro!) direttamente da Savona: applausi!!!
La serata ha visto una presenza femminile ai nastri di partenza che ha sicuramente reso un po’ meno grufolante l’espressività del gruppo dei maschietti incinghialiti.
Per tutta la degustazione siamo stati vittime dello spauracchio dei taralli ai semi di finocchio che, la leggenda narra, altererebbe il gusto tanto da rendere il Chianti alla pari del Tavernello. Fortunatamente tale diceria, messa in circolo da uno dei più agguerriti partecipanti, si è poi rivelata una mera buggerata per i grulli che ci sono cascati.
Il padrone di casa ci ha deliziato con una panoramica sul territorio del Chianti e, in fattispecie, del Chianti Classico, con dettagli e dati (che qualcuno ha provato inutilmente a confutare) a supportare la peculiarità del territorio. Poi si si sono aperte le danze e a suonare ci ha pensato il Chianti Classico.
--- PRIMA BATTERIA ---
1 – Vigna Calcinaia CC 2017
Ha la sfortuna di trovarsi in batteria con 3 bestie che hanno anche il millesimo che gioca a loro favore, comunque è un Chianti di tutto rispetto ma ancora un po’ scomposto: CBCR;
2 – Isole e Olena CC 2016
Al primo giro non mi aveva convinto: note boisè un po’ troppo da borgogna e una certa grassezza mi avevano fatto storcere il naso. Poi la svolta con note balsamiche di eucalipto, viola e frutta rossa al naso e poi ancora le note ferrose che emergono dagli inferi. Un sorso morbido, fine, elegante con una bellissima spinta acida che allunga sensazioni peccaminose a dismisura: CONTURBANTE;
3 – Monteraponi – Il Campitello CCR 2016
L’ho trovato con un naso non molto espressivo (tenete sempre bene in mente il contesto della batteria) ma con un’ottima bocca però inferiore tanto al 2° quanto al 4°: TRA INCUDINE E MARTELLO;
4 – Buondonno – Casavecchia alla Piazza CCR 2016
Qui torniamo ai livelli del Isole e Olena con spezie fini e l’ematico del Sangiovese con un corpo già percettibile al naso (forse i 15,5° si sono fatti sentire), profumi che, col passare del tempo, si sono evoluti in un bel goudron di renana memoria. Sorso bello pieno, rotondo, potente ma al contempo elegante (la mano del produttore si è fatta sentire), un bel frutto e, anche qui, l’acidità che ti portava a spasso con leggiadra maestria: AMMALIANTE.
--- SECONDA BATTERIA ---
5 – San Giusto A Rentennano CC 2007
Saliamo di livello con una batteria di un millesimo che non ha bisogno di tanti preamboli.
Il San Giusto mi ha riportato al naso l’oliva verde e frutta sotto spirito. In bocca entra ed esce rotondo, liquirizioso, con bel tannino levigato, anzi, quasi vellutato. A una bella acidità, però, non corrisponde una perfetta integrità e forse questa è la pecca che gli farà perdere tanto la batteria quanto il podio: A UN PASSO DAL PARADISO;
6 – Tenuta Villa Rosa CCR 2007
Top di giornata anche se per sola mezza incollatura. Naso e bocca corrispondenti e da grande Sangiovese: ematico, sottobosco, polveroso, cipria e poi al sorso elegante, completo, perfettamente integrato, insomma, tanta ma tanta roba: ORGASMICO.
--- TERZA BATTERIA ---
7 – Ormanni – Borro del Diavolo CCR 2006
Questa è la batteria che mi è piaciuta meno, nonostante due ottimi millesimi.
Il Borro del Diavolo presenta color mattone e note evolute al naso. Un buon sorso fresco e liquirizioso con una discreta acidità. Non male ma vista la batteria precedente, direi sotto le aspettative: DILUDENTE;
8 – Chianti Rufina – Fattoria di Selvapiana CC 2004
Vedi il precedente con colore più scarico, nota di umidità al naso e la presenza di residui nel bicchiere. In bocca è scomposto, fresco, astringente ma ancora lungo: STRANO.
--- QUARTA BATTERIA ---
9 – Castello di Ama – Vigneto Bellavista – CC 1990
Eccolo qui il 2° di giornata, ops, serata. Balsamico e con note salmastre (tipo quelle delle olive in salamoia) al naso e una bocca ancora goduriosa con un leggero tannino che fa da contorno alla liquirizia e un’acidità ancora ben presente. Pecca giusto un po’ in lunghezza ma stiamo comunque parlando di un classe 90: STUPEFACENTE;
10 – Il Poggio di Monsanto CC 1990
Il Poggio perde il confronto con il pari età di Ama. Anche qui, come nel Rufina 2004, residui nel bicchiere, naso evoluto con fondi di caffè e note ossidative. Bocca con ancora una bella acidità (il favoloso sound degli anni 90…perdonatemi la mezza citazione) e note di caffè. Poteva andare meglio ma purtroppo ha già scollinato: SULLA VIA DELLA CAVEDAGNA.
La mia personalissima classifica vede:
1° Tenuta Villa Rosa CCR 2007
2° Castello di Ama – Vigneto Bellavista – CC 1990 (solo perché al naso era meno accattivante e giusto un pelino corto in bocca)
3° ex-equo tra Isole e Olena CC 2016 e Buondonno – Casavecchia alla Piazza CCR 2016
Ringrazio Franco per l’opportunità e per l’ospitalità.
Da Negrar è tutto a voi studio.
Bravo Ivan! Una sola correzione. Il Rufina nn era Selvaoiana bensì fattoria Cerreto Libri!
Kalosartipos ha scritto:Ma un 1990 può essere "Gran Selezione"?
littlewood ha scritto:Kalosartipos ha scritto:Ma un 1990 può essere "Gran Selezione"?
No
Kalosartipos ha scritto:Ma un 1990 può essere "Gran Selezione"?
Nexus1990 ha scritto:Kalosartipos ha scritto:Ma un 1990 può essere "Gran Selezione"?
La Gran Selezione è retroattiva
zampaflex ha scritto:Nexus1990 ha scritto:Kalosartipos ha scritto:Ma un 1990 può essere "Gran Selezione"?
La Gran Selezione è retroattiva
Le colpe dei figli ricadono sui padri.
Trabateo ha scritto:E ieri sera?!?!
Stay tuned...
littlewood ha scritto:Trabateo ha scritto:E ieri sera?!?!
Stay tuned...
Lunedì sera una memorabile verticale di culee de serrant....ma anche clos romains di Thierry Germain ma anche un nourissons di bernadeau ma anche un monprivato di g. Mascarello ma anche un LES poyeaux di rougeard...e alcuni hanno poi continuato in altra sede fino alle ore 7.30 del mattino.... lascio all' amico Ivan trabateo i commenti sui vini perché più bravo a scrivere...
Trabateo ha scritto:Verticale Nicolas Joly – Clos de la Coulée de Serrant + intruso + fuochi pirotecnici finali + dispersi in qualche cantina
Serata strepitosa in quel della Littlewood’s House con una sventagliata di Chenin Blanc che manco fosse Natale…e si sa che il Natale quando arriva arriva: taaaaaaac!!!
Tutto il gruppo compatto, ben bardato (perché il Natale cade in dicembre, mica a inizio luglio con temperature equatoriali e siccità spaventosa…), assiepato a bordo tavola con quota rosa in esponenziale rialzo e frementi, tintinnanti calici per l’addivenire Re della Loira. Insomma, tutti a seguire il verbo di Franco nella suggestione di un viaggio in terre che furono conquista di Galli, Romani, Re, Imperatori, Giacobini (ma che a noi “ce ne frega un casso” e vogliamo bere) e che ora sono patrimonio dell’Unesco e in cui dominano sti due speroni di roccia in cui i vini di Nicolas Joly, su tutti il Clos de la Couléè de Serrant, la fanno da padrone.
Ma bando alle ciance, e veniamo al sodo, che poi sono le mie personalissime e opinabilissime note di degustazione.
Prima però mi sembra più che doveroso fare una menzione d’onore a Matteo (zuppadilatte) che anche questa volta fa il dritto Savona-Valpolicella-Savona…me cojoni!
Batterie a 2 a 2 con annate a casaccio perché se no che gusto c’è?
Caratteristiche comuni: il colore dorato più o meno intenso, acidità da vendere e una lunga persistenza.
--- PRIMA BATTERIA ---
1 – 1997 14%
Naso pervaso da mela gialla matura, rabarbaro, scorza di agrume amaro, minerale tendente all’idrocarburo. Poi scaldandosi uscirà prepotente la liquerizia.
Parte con note dolci per evolvere in fondo con nota amarognola. Bellissima acidità accompagnata dal minerale. A me è parso leggermente ancora non integratissimo, cioè, qualcosa in più da dare ne ha: allora lasciamolo maturare ancora un po’!
2 – 1995 12,5%
Più dolce del precedente: miele, burro, canditi, uvetta, un panettone fatto e finito (ah, il Natale…), tant’è che mi sono permesso di chiedere a Franco se per caso ne avesse uno pronto da mettere in tavola…il suo sorriso sotto i baffi, che non ha, è valso più di mille parole.
Leggerissima nota ossidativa e profumi che evolvono prima in funghi (non chiedetemi quali che non sono un esperto) e poi ancora in liquerizia.
Palato spettacolare! Freschezza incredibile, sapido, idrocarburico e scorza d’agrume.
Vince a mani bassi la batteria e si piazza, se non erro, sul gradino più basso del podio.
--- SECONDA BATTERIA ---
1 – 2012 14%
Mela gialla anche qui, balsamico, note burrose, di affumicato e gliceriche.
Al sorso l’ho trovato più pastoso degli altri (forse la causa è da ricercarsi nella componente alcolica ancora da integrarsi), glicerico (appunto) e meno integrato degli altri (appunto).
Aspettiamolo con fiducia.
2 – 2002 14%
Naso esplosivo con idrocarburo, roccia vulcanica, sapido, mela gialla matura e una bellissima balsamicità a fare da legante al tutto.
Bocca perfettamente corrispondente in cui spicca un po’ di più la parte minerale e come ciliegina sulla torta spunta una nota di cedro candito a ingentilire il tutto.
Top di batteria e di giornata: ineguagliabile!!!
--- TERZA BATTERIA ---
1 – l’intruso: Clos Romans – Thierry German – Domaine des Roches Neuves – 2016 – 12,5%
Subito tradito dal colore, paglierino con unghia dorata, propone sentori di mela verde e minerali di pietra focaia.
Sorso dolce/acidulo di mela verde, sapido, minerale, anche lui è lungo e persistente.
Ci stava anche confonderlo con un riesling alsaziano (presente!), in ogni caso un buon vino ma il Clos de la Coulée de Serrant vive in un altro pianeta ad anni luce di distanza.
2 – 1999 14%
Nota ferrosa di ruggine, zafferano, ginger, zolfo e polvere da sparo.
Entra in bocca con l’agrume candito poi evolve nel minerale ferroso e la polvere pirica del naso, ha comunque una nota dolce di pasta sfoglia al burro (tipo quella dei cannoncini fatti come il Borella comanda) e poi anche un po’ di fungo.
Sicuramente vincitore della batteria e, avendomi riportato a ricordi d’infanzia, il mio “preferito” (che però la giuria popolare posizionerà come 2°): commovente.
--- QUARTA BATTERIA ---
1 – 2015 14,5%
Anche qui ritrovo la nota ferrosa ma non di ruggine come nel precedente. L’annata è la più recente di tutte, bella freschezza e la balsamicità è ben presente al naso (salvia?!) accompagnata dallo zafferano.
Si ritrovano la stessa freschezza e il balsamico al sorso con una bella mineralità di pietra focaia e zolfo.
2 – 1996 14%
Naso che parte sulle note più da “sulfanel” che da vero e proprio zolfo, poi esce lo zafferano e la nota minerale della pietra focaia.
Rapporto naso bocca molto equilibrato con la mineralità dell’idrocarburo che alla fine si erge a legare e guidare il tutto.
Vince la batteria e si posiziona ex-equo sul secondo gradino del podio della serata.
Interludio con buone bollicine francesi, giusto per togliere la glicerina dal palato, gentilmente offerte da mister x (chiedo venia ma non ricordo il nome): Alexandre Filaine – Speciale – Brut – 12%
E poi? E poi succede quel qualcosa che è simile al vedere una stella cadente durante la notte di San Lorenzo, esprimere un desiderio a occhi chiusi, riaprirli e rendersi conto che quel desiderio si sta avverando…in poche parole:
Franco scompare e riappare, per 3 volte di seguito, dalla sua sala giochi con i doni dei 3 Re Magi (la trinità!); nell’ordine:
Eleganza fatta a barolo: G. Mascarello – Monprivato – 2014 – 13,5%
Una gemma rara della Loira (ancora Chenin Blanc): Bernadeau – Les Nourrissons – 2008 – 14%
Il Cabernet Franc (sempre della Loira) in purezza che mi ha fatto ricredere sul Cabernet Franc in purezza (that’s incredible amisci miei!): Clos Rougeard “Les Poyeux” – 2006 – 12,5%
E poi? E poi io sono collassato nel letto e parte (o tutta?) del resto della combriccola è andata a far festa nella cantina del boss di Franco…al momento non si contano morti e/o feriti ma, su questo, Franco stesso potrebbe fornirci sicuramente dettagli più precisi.
Note finali: felicissimo di avere un Clos de la Couléè de Serrant 2002 nella mia scorta personale
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