Giornata da ricordare! Un grazie sentito allo staff del Mediterraneo, disponibilissimo e competente come al solito, ed agli amici partecipanti, con i quali non sono mancati certo gli spunti di discussione...vini, cibo e compagnia ad alto livello! Avanti così!
Bevuti, nell'ordine (vini serviti alla cieca, destagnolati a 2 a 2; rossi tutti a DO Ribera del Duero, salvo dove specificato altrimenti):
Rioja Blanco Castil Corvo Cosecha Escogida, Bodegas Franco-Españolas, SABianco vinificato secco, mitica (per gli strippati del Rioja, ovviamente
) cuvée di più annate dal lungo invecchiamento prima in legno poi in bottiglia prima dell'uscita, ora non più prodotta dall'azienda (che nel frattempo ha perso gran parte del suo blasone). Non è facile datarlo, ma da qualche ricerca online come periodo non andrei oltre la metà degli anni '70. Forse sarà perché all'imbottigliamento avrà avuto 500 di solforosa totale, forse sarà che i bianchi d'antan avevano una carica di acidità malica impensabile per l'andamento climatico contemporaneo, però un vino di almeno 45 anni in una bottiglia trasparente che abbia ancora sfumature verdoline così brillanti non l'avevo ancora visto mai (un'altra bottiglia "gemella" che avevo avuto modo di stappare in precedenza, comunque molto buona, aveva un colore più carico e meno limpido). Al naso una miriade di toni verdi-rinfrescanti, dalla foglia di menta alla buccia di limone, al palato è tutto nervo acido ed lontana una suggestione di pasticceria, quasi senza sentori ossidativi. Migliora nel bicchiere in termini di lunghezza di sviluppo in bocca, mantenendo il suo naso ipnotico anche a temperature elevate, segno che forse non è ancora arrivato! Mistero.
Gran Reserva, Protos, 1991Che dire: partenza "didattica" per un vino sicuramente dalla grande perizia tecnica, che si giova per di più di un'annata dalla fama mitica: bella dolcezza di frutto e qualche tono "cassettonesco" da élevage vecchio stile, che non stona, molto bevibile e gastronomico, lontano da dare segni di declino, ma non ha chiaramente il passo e la statura dei vini seguenti.
Gran Reserva, Tinto Pesquera, 1992Profilo molto fresco/boschivo e dai terziari quasi bordolesi (con suggestioni vegetali/piraziniche inizali al naso, che poi virano sul balsamico scuro e su di una terrosità tutt'altro che greve), non enorme a livello di trama, ma non molla di un mm per tutto il tempo, mantenendo focus ed eleganza...spiazzante (chissà se messo come "ringer" in una batteria di Bordeaux trentenni!
), gran manico e gran materia, nonostante l'annata sulla carta minore.
Reserva Valbuena 5° Año, Vega Sicilia, 1997Il vino dal colore più scarico di tutti. Parte in quarta con tanti fruttini (fragoline di bosco!) ed una volatile spinta, ma poi lavora sotterraneamente alla lunga distanza, liberandosi completamente al naso nel tempo e mantenendo una bocca ossuta, quasi dura, innervata da una "luminosità" che riporta evidentemente alla "foto di famiglia" di Vega...anche si capisce il perché non abbiano fatto uscire Unico 1997, trattandosi di un'annata evidentemente non felicissima.
Gran Reserva Unico Reserva Especial, Vega Sicilia, 1985-1990-1991 (imbottigliato nel 2003)
Poco da dire: ovviamente non il più potente, né il più concentrato, ma sicuramente il vino più maestoso del gruppo. Mille terziari nobili, dal balsamico al caffè ai toni fungini, ed una dolcezza di frutto rosso straordinaria senza quasi mostrare peso. La bocca è una sfera, in cui tannino, frutto e acidità sono una fitta nuvola di punti equidistanti dal centro. Bottiglia in forma spettacolare, vino immenso.
Toro Gran Reserva Gran Colegiata, Fariña, 1989Bottiglia non felice, su una china ossidativa evidente: il colore è molto bello (più scuro dei 4 precedenti) ma il naso è brodoso, e la bocca, seppur un po' più vitale, segna anch'essa il passo. Peccato...in Spagna tra gli
aficionados è un vino quasi leggendario (prodotto in due sole annate, 1987 e 1989).
VdT Mauro Vendimia Seleccionada, Bodegas Mauro, 1994Qui la supposta "modernità" degli intenti iniziali (nasce come vino "di rottura" di Mariano Garcia, fuori DO, con un 10% di garnacha, passato in rovere francese - all'epoca ancora poco usato) converge, a 27 anni, verso una classicità che definirei statuaria: colore stupendamente brillante, frutto di pulizia estrema, in bocca la fusione tra tannino, estratti e glicerine è seta pura. Caffè, legni nobili, tornano anche al naso quei fruttini già incontrati nel Valbuena, ma con più definizione e rotondità. Golosissimo.
Tinto Alion, Alion (Vega Sicilia), 1994Tappazzo.
Hostia!!! Il vino c'era tutto. Ri-peccato.
Tinto Alion, Alion (Vega Sicilia), 2003Qui ci siamo: sente ed esprime le proverbiali caratteristiche dell'annata torrida, su sentori quasi confetturati del frutto, cui però fanno da contrappunto un'acidità molto viva ed un tannino ancora mordace, ma tutt'altro che sgraziato o sovraestratto...gli manca forse un po' di mobilità e qualche rifinitura dei dettagli, ma stiamo spaccando il capello in 4: gran boccia pure questa!
Gran Reserva Janus, Tinto Pesquera, 2003Storica etichetta prodotta da Alejandro Fernandez solo in una manciata di annate (anzi, forse meno) nella storia dell'azienda. Come già testimonia il nome, vuole rappresentare un vino di passaggio tra lo stile classico di Pesquera (balsamicità, tabacco biondo e spezie chiare, costituzione longilinea) ed un approccio più moderno, fatto di volume di frutto ed estratti...e ci riesce molto, molto bene. Gran classe al naso sui legni nobili e leggero fumé, in bocca una visciola dalla precisione sbalorditiva, ed una riserva di materia quasi illimitata.
Tinto Matallana, Telmo Rodriguez, 2004Qui entriamo nel campo del
Vino de Autor, delle microproduzioni, dell'ultra-garagismo: colorone ancora impenetrabile, sensazioni di frutto scuro quasi distillate ed una trama tannica imponente, è un vinone
bona fide che sa muoversi però con una certa eleganza, mascherando l'alcol (15%) ed il legno nuovo alla perfezione. Siamo agli esatti opposti stilistici dei primi 6 vini, comunque.
Neusiedlersee Sämling TBA, Angerhof-Tschida, 2001 Solito bombolone di zuccheri che, a parte il colore decisamente ambrato, a 20 anni suonati non sembra dare gran segni di evoluzione ossidativa. L'acidità forse è meno presente rispetto ad altri vini di Tschida bevuti recentemente, ma forse sono io che con il sämling88/scheurebe ho un feeling limitato.