Borgogna best buy

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giodiui
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Borgogna best buy

Messaggioda giodiui » 25 lug 2021 14:43

Ennesimo ritrovo romagnolo, questa volta attorno ad una selezione di Borgogna 'best buy'.
In una bellissima serata abbiamo condiviso 11 bottiglie in 8 per la considerevole somma di…. 25 euro a testa (prezzi cantina, ovviamente).

Abbiamo bevuto:
F. Chagnoleau Saint Veran La Roche 2017
R. Denogent Macon Village Sardines 2017

D. Bart Bourgogne 2017
J.L. Joillot Hautes cotes de Beaune 2017
A. Jeanniard Bourgogne ‘Quintessence’ 2017

P. Girardin Bourgogne 2019
A. Chopin Bourgogne 2019
J. Voillot Bourgogne 2019

A. Chopin Cotes de Nuits Village 2018
Réné Bouvier Bourgogne ‘En montre cul’ 2018

Bart Les Hérvélets 1er cru 2014


Immagine

Alcune considerazioni generali.
1. nonostante i timori di molti, i Bourgogne régional rispondono bene al cambiamento climatico. I 2018 e i 2019 presentavano tutti una bellissima freschezza di frutto. Molta più materia dei 2017 ma nessun eccesso alcolico, sovramaturazioni, pesantezze.
2. Sotto i 30 euro è inutile accanirsi per cercare a tutti i costi un Puligny Montrachet o un Meursault a prezzo umano. Comprate in Côte Chalonnaise o nel Maçonnais, ci sono chardonnay tesi, puri, con grande pienezza di frutto che danno enorme soddisfazione.
3. Tra i régional Voillot è forse quello che ha ottenuto maggiori consensi, probabilmente perché in annata calda la freschezza della Côte de Beaune da una marcia in più.
4. In generale il terroir riesce a marcare anche in questa tipologia di prodotto: i base di Bart e Bouvier sono caratterizzati da note più selvatiche, di sottobosco, spezie, tipiche della parte più settentrionale della Côte de Nuits, Voillot esaspera le note piacevoli, quasi ‘piacione’ dei frutti rossi, ciliegia in primis, mentre Chopin e Jeanniard si posizionano su un equilibrato punto mediano. Non c’è un meglio o un peggio, ma svariate sfumature di pinot noir.
5. A commento di quanto sopra, ogni vino ha avuto i suoi estimatori e i suoi detrattori, non ci sono stati giudizi unanimi né pro né contro (solo Denogent ha forse sofferto un po’ del confronto con Chagnoleau, ma Frantz è un fuoriclasse, ancorché quasi sconosciuto). Per me è la conferma che dove i produttori lavorano bene, alla fine è solo questione di gusti, e su questo siamo tutti diversi e ognuno trova la sua bottiglia. Anche in questa categoria di prezzo.

Su una note più personale, avendo selezionato i vini degustati: amo l’immediatezza solare di Voillot, mi piace il lato introverso e a tratti oscuro di Bart, e mi piacciono l’eleganza misurata di Jeanniard e di Chopin. Davvero non è possibile, e forse non ha senso, dire chi è meglio e chi è peggio. Joillot era purtroppo rappresentato da un vino che non gli rende giustizia. Girardin punta alto, con un Bourgogne Pinot Noir che si proietta su un orizzonte temporale medio-lungo, e che esprime grandissima classicità.
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zampaflex
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Re: Borgogna best buy

Messaggioda zampaflex » 25 lug 2021 19:26

Bravo, bella operazione.
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dani23
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Re: Borgogna best buy

Messaggioda dani23 » 26 lug 2021 08:02

Minima spesa massima resa! Bella bevuta :D
Guido_88
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Re: Borgogna best buy

Messaggioda Guido_88 » 26 lug 2021 09:39

Molto utile grazie
Il Parente
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Re: Borgogna best buy

Messaggioda Il Parente » 27 lug 2021 21:23

Bravo... Bella panoramica su una Borgona "umana"... Il tuo intervento si riallaccia al discorso dell'altro thread in cui si parla dell'aumento dei prezzi... Cercare... curiosare... Si può bere bene (chiaramente senza star lì a fare improbabili paragoni.. come oltretutto hai già detto tu...) anche senza ipoteche dilapidatorie.... Grazie :wink:
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pier2559
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Re: Borgogna best buy

Messaggioda pier2559 » 01 ago 2021 09:53

Segnalazioni molto interessanti, da romagnolo come te mi chiedo se hai trovato queste bottiglie in enoteche in zona oppure dove, visto che da una rapida ricerca sul web non ho trovato granchè...
giodiui ha scritto:Ennesimo ritrovo romagnolo, questa volta attorno ad una selezione di Borgogna 'best buy'.
In una bellissima serata abbiamo condiviso 11 bottiglie in 8 per la considerevole somma di…. 25 euro a testa (prezzi cantina, ovviamente).

Abbiamo bevuto:
F. Chagnoleau Saint Veran La Roche 2017
R. Denogent Macon Village Sardines 2017

D. Bart Bourgogne 2017
J.L. Joillot Hautes cotes de Beaune 2017
A. Jeanniard Bourgogne ‘Quintessence’ 2017

P. Girardin Bourgogne 2019
A. Chopin Bourgogne 2019
J. Voillot Bourgogne 2019

A. Chopin Cotes de Nuits Village 2018
Réné Bouvier Bourgogne ‘En montre cul’ 2018

Bart Les Hérvélets 1er cru 2014
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Re: Borgogna best buy

Messaggioda giodiui » 02 ago 2021 12:49

pier2559 ha scritto:Segnalazioni molto interessanti, da romagnolo come te mi chiedo se hai trovato queste bottiglie in enoteche in zona oppure dove, visto che da una rapida ricerca sul web non ho trovato granchè...
giodiui ha scritto:Ennesimo ritrovo romagnolo, questa volta attorno ad una selezione di Borgogna 'best buy'.
In una bellissima serata abbiamo condiviso 11 bottiglie in 8 per la considerevole somma di…. 25 euro a testa (prezzi cantina, ovviamente).

Abbiamo bevuto:
F. Chagnoleau Saint Veran La Roche 2017
R. Denogent Macon Village Sardines 2017

D. Bart Bourgogne 2017
J.L. Joillot Hautes cotes de Beaune 2017
A. Jeanniard Bourgogne ‘Quintessence’ 2017

P. Girardin Bourgogne 2019
A. Chopin Bourgogne 2019
J. Voillot Bourgogne 2019

A. Chopin Cotes de Nuits Village 2018
Réné Bouvier Bourgogne ‘En montre cul’ 2018

Bart Les Hérvélets 1er cru 2014


tutte comprate in zona (infatti ho scritto prezzo cantina), in Italia difficile trovarle e comunque a prezzi doppi o tripli.
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Re: Borgogna best buy

Messaggioda giodiui » 25 set 2021 08:49

Ieri sera ennesima edizione del Borgogna best buy. Abbiamo bevuto con grande soddisfazione collettiva:

Guillemot-Michel, Viré-Clessé ‘Quintaine’, 2017. Bottiglia purtroppo sotto-performante, vino altrimenti sempre di grande soddisfazione per la sua trama non banale, profumi che si allontano dal cliché borgognone, grazie ad un affinamento lungo solo in cemento, e una pluridecennale pratica biodinamica.
Charly Nicolle, Chablis Mont de Milieux 1er cru 2017. Qui c’è tutto quello che uno Chablis 1er cru in grande annata deve avere: agrumi, iodio e conchiglie al naso, materia, acidità e mineralità in bocca. Un piccolo e giovane talentuoso vigneron di cui sentiremo parlare sempre più spesso.
Paul Jouard, Chassagne Montrachet, 2017. Si apre con un naso burroso dove l’élévage inizialmente domina per poi distendersi lasciando spazio a limoni canditi e frutta gialla. In bocca coniuga alla perfezione la ‘larghezza’ di Chassagne con un’acidità vibrante che lo sostiene. E’ stato unanimanente il vino della batteria.

Domaine Bart, Pinot Noir Bourgogne 2017. Vino che giustamente tradisce l’ultima (purtroppo) annata non esageratamente calda. L’estrazione è moderata, il naso si posiziona sui frutti rossi, poi sottobosco e una nota di selvatico come non è raro trovare nei vini di Marsannay e Fixin. Al palato è fresco, con un’acidità giusta e una chiusura leggermente amaricante. Per me e mia moglie il vino della batteria, ma il resto della tavola ha preferito il successivo.
Domaine Chopin et fils., Pinot Noir Bourgogne 2019. Interpretazione da manuale di un’annata ottima ma calda: colore già più scuro, frutti scuri al naso, in bocca ti riempie piacevolmente il palato. Come con il vino successivo, ti fa domandare perché a questi prezzi uno dovrebbe bere altro che pinot nero di borgogna.

Domaine Chopin et fils., Côtes de Nuits Village Vieilles Vignes, 2018. Il fratello maggiore del precedente. Lo sovrasta di due lunghezze in finezza ed eleganza. Per il resto l’impronta è quella. Qualcuno ha chiesto se vale il doppio dei soldi del fratellino. La risposta è: si.
Alain Jeanniard, Côtes de Nuits Village, 2018. Seconda bottiglia sottoperformante della serata. Peccato perché è un produttore che non delude mai e che si distingue sempre per precisione, finezza, ed eleganza. All’apertura all’ora di pranzo il naso era scalpitante di frutta, poi una volta nel bicchiere a cena è uscita una fastidiosa nota acetica, gli aromi sono come spariti, e il corpo asciugato. Misteri del vino.
Domaine Joseph Voillot, Volnay Vieilles Vignes, 2018. Qui emerge tutta l’eleganza della Cote de Beaune, e vicino ai precedenti il contrasto è abbastanza marcato. C’è più finezza, siamo più sui fruttini rossi, la bocca è leggermente più esile. Anche qui un vino che non delude mai, e ancora ad un prezzo competitivo.

Domaine Marchand-Grillot, Gevrey Chambertin ‘En Jouse’, 2018. Il meno pronto di questa batteria, ma ci sta, è ancora giovane. Naso scalpitante di frutta rossa, tannini ancora presenti, che hanno appena infastidito i non-nebbiolisti (not my problem). In bocca è vellutato ma non ha ancora sviluppato quell’eleganza e finezza che sono il marchio di fabbrica dei Gevrey-Chambertin di Marchand-Grillot. Sarà monumentale tra 4-5 anni.
Domaine Bart, Fixin 1er cru ‘Les Hérvelets’, 2018. Vino della serata per me: Bart interpreta Fixin alla perfezione. La potenza e le note a volte animali di questo terroir qui danno luogo ad un naso incredibilmente speziato ma molto fine. C’è grandissima complessità olfattiva e soprattutto un’evoluzione pazzesca nel bicchiere. E’ un vino già molto equilibrato e godibilissimo. A differenza del precedente non ci si fa nessuno scrupolo ad aprirlo ora, basta averne fatto scorta :-)
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Re: Borgogna best buy

Messaggioda giodiui » 25 set 2021 09:35

giodiui ha scritto:Ieri sera ennesima edizione del Borgogna best buy. Abbiamo bevuto con grande soddisfazione collettiva:

Guillemot-Michel, Viré-Clessé ‘Quintaine’, 2017. Bottiglia purtroppo sotto-performante, vino altrimenti sempre di grande soddisfazione per la sua trama non banale, profumi che si allontano dal cliché borgognone, grazie ad un affinamento lungo solo in cemento, e una pluridecennale pratica biodinamica.
Charly Nicolle, Chablis Mont de Milieux 1er cru 2017. Qui c’è tutto quello che uno Chablis 1er cru in grande annata deve avere: agrumi, iodio e conchiglie al naso, materia, acidità e mineralità in bocca. Un piccolo e giovane talentuoso vigneron di cui sentiremo parlare sempre più spesso.
Paul Jouard, Chassagne Montrachet, 2017. Si apre con un naso burroso dove l’élévage inizialmente domina per poi distendersi lasciando spazio a limoni canditi e frutta gialla. In bocca coniuga alla perfezione la ‘larghezza’ di Chassagne con un’acidità vibrante che lo sostiene. E’ stato unanimanente il vino della batteria.

Domaine Bart, Pinot Noir Bourgogne 2017. Vino che giustamente tradisce l’ultima (purtroppo) annata non esageratamente calda. L’estrazione è moderata, il naso si posiziona sui frutti rossi, poi sottobosco e una nota di selvatico come non è raro trovare nei vini di Marsannay e Fixin. Al palato è fresco, con un’acidità giusta e una chiusura leggermente amaricante. Per me e mia moglie il vino della batteria, ma il resto della tavola ha preferito il successivo.
Domaine Chopin et fils., Pinot Noir Bourgogne 2019. Interpretazione da manuale di un’annata ottima ma calda: colore già più scuro, frutti scuri al naso, in bocca ti riempie piacevolmente il palato. Come con il vino successivo, ti fa domandare perché a questi prezzi uno dovrebbe bere altro che pinot nero di borgogna.

Domaine Chopin et fils., Côtes de Nuits Village Vieilles Vignes, 2018. Il fratello maggiore del precedente. Lo sovrasta di due lunghezze in finezza ed eleganza. Per il resto l’impronta è quella. Qualcuno ha chiesto se vale il doppio dei soldi del fratellino. La risposta è: si.
Alain Jeanniard, Côtes de Nuits Village, 2018. Seconda bottiglia sottoperformante della serata. Peccato perché è un produttore che non delude mai e che si distingue sempre per precisione, finezza, ed eleganza. All’apertura all’ora di pranzo il naso era scalpitante di frutta, poi una volta nel bicchiere a cena è uscita una fastidiosa nota acetica, gli aromi sono come spariti, e il corpo asciugato. Misteri del vino.
Domaine Joseph Voillot, Volnay Vieilles Vignes, 2018. Qui emerge tutta l’eleganza della Cote de Beaune, e vicino ai precedenti il contrasto è abbastanza marcato. C’è più finezza, siamo più sui fruttini rossi, la bocca è leggermente più esile. Anche qui un vino che non delude mai, e ancora ad un prezzo competitivo.

Domaine Marchand-Grillot, Gevrey Chambertin ‘En Jouse’, 2018. Il meno pronto di questa batteria, ma ci sta, è ancora giovane. Naso scalpitante di frutta rossa, tannini ancora presenti, che hanno appena infastidito i non-nebbiolisti (not my problem). In bocca è vellutato ma non ha ancora sviluppato quell’eleganza e finezza che sono il marchio di fabbrica dei Gevrey-Chambertin di Marchand-Grillot. Sarà monumentale tra 4-5 anni.
Domaine Bart, Fixin 1er cru ‘Les Hérvelets’, 2018. Vino della serata per me: Bart interpreta Fixin alla perfezione. La potenza e le note a volte animali di questo terroir qui danno luogo ad un naso incredibilmente speziato ma molto fine. C’è grandissima complessità olfattiva e soprattutto un’evoluzione pazzesca nel bicchiere. E’ un vino già molto equilibrato e godibilissimo. A differenza del precedente non ci si fa nessuno scrupolo ad aprirlo ora, basta averne fatto scorta :-)
Gavedano82
Messaggi: 61
Iscritto il: 06 gen 2020 00:02

Re: Borgogna best buy

Messaggioda Gavedano82 » 27 set 2021 09:54

Mi dispiaccio per Guillemot Michel, bottiglia ed azienda che amo, uno degli esempi migliori per bere borgogna bianca a prezzi molto accessibili.
giodiui
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Re: Borgogna best buy

Messaggioda giodiui » 27 set 2021 10:46

Gavedano82 ha scritto:Mi dispiaccio per Guillemot Michel, bottiglia ed azienda che amo, uno degli esempi migliori per bere borgogna bianca a prezzi molto accessibili.

Infatti. Ieri sera ne ho aperta un'altra bottiglia, sempre stessa annata (2017) e questa volta ha sfoderato tutta la sua classe. L'affinamento in cemento ne fa un vino che a volte disorienta chi è abituato a certe grassezze borgognone, ma una volta che lo si capisce è un grande vino.
Se riesco ci passo tra un paio di settimane per il gruppo di acquisto.

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