Ludi ha scritto:Oggi in visita a La Visciola a Piglio. C'ero già stato qualche anno fà, e la bellissima esperienza si è ripetuta: Piero e Rosa lavorano davvero bene, cercando l'eleganza e le peculiarità dei cru, a costo di fare poche migliaia (a volte centinaia) di bottiglie per etichetta. Mozzatta e Vignali sono i Cesanese che ci hanno più convinto, sia nell'assaggio della 2020 da botte, sia nella orizzontale della 2018 con la quale abbiamo proseguito l'esperienza. Molto divertente il frizzante metodo ancestrale, e convincente la versione macerata della Passerina Donna Rosa. Ad un certo punto abbiamo perso il conto dei vini provati (Piero continuava ad aprire bottiglie...) ma nei rossi abbiamo sempre riscontrato una impronta molto borgognona, dalle note animali e speziate ai setosissimi tannini, molto lontani dalle versioni iperconcentrate del Cesanese del Piglio.
A pranzo abbiamo voluto invece provare il Collefurno di Carlo Noro, nella versione 2017. Al naso molto scuso, cioccolatoso; non so se per colpa dell'annata o della conservazione al ristorante. In bocca era più spigliato, ma comunque meno convincente dei vini dei Macciocca.
Grande Piero.
Molto sta cambiando nell'areale. Anche i vini di Noro (anch'io l'ho trovato sempre troppo scuro il collefumo) credo, (li devo assaggiare, quindi per sentito dire) sebbene per me la sua passerina la reputo migliore di quella di di Piero. La 2020 si dice essere una gran bella annata (Riccardi Reale rifarà la riserva e Damiano Ciolli era a dir poco entusiasta).
La 17 non è stata un'annata facilissima per un vitigno così scontroso, ma Ciolli ha tirato fuori una versione del Cirsium fenomenale. Se ti capita assaggiala.
Ps. Geneticamente il vitigno è sempre lo stesso. non esiste piglio, olevano, affile, etc, ma è tutto cesanese d'affile. poi le zone, i terreni e i vigneron chiaramente fanno i distinguo.
dato che ci sto... un nuovo Pelaverga che non mi è dispiaciuto è quello di Gian Luca Colombo, annata 2020, vino giocato su toni di rosa e viola più che sulle spezie, pulizia e corpo con l'idea di un vino di montagna, caldo senza essere corposo.