Brunello 2016

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alì65
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Re: Brunello 2016

Messaggioda alì65 » 05 feb 2021 07:49

littlewood ha scritto:
Andyele ha scritto:Abbiate a dire cosa vi pare, io quando bevo un Brunello di solito casco sempre in piedi. Io Montalcino ce l'ho nel cuore ed i suoi vini anche!

Detto da uno che beve soldera ris 90 a colazione... :shock: :D


anche a merenda :D
futuro incerto...2021 grandissima annata!!!
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Re: Brunello 2016

Messaggioda alì65 » 05 feb 2021 07:54

gianni femminella ha scritto:
alì65 ha scritto:...
questa poi chiudo; un notissimo produttore Langarolo DOC (non importato) m'ha detto che nella bottiglia ci trovi quello che il produttore vuole, o ti fidi di lui o lascia stare, bevi e stai zitto
infatti sono anni che bevo e acquisto in modo semplice; buono, non buono, seghe mentali le lascio ad altri
buone bevute a tutti


Mi dai pretesto per porre una domanda. Perché tanti chianti classico riserva e tanto brunello sono deludenti? Il chianti annata e il rosso di Montalcino sono più affidabili, più costanti. Mentre la sfocatura di tante riserve cc e tanto brunello non può essere un caso.
Io ho una ipotesi, ma mi riesce difficile scriverne.


per la mia piccola esperienza molti non sanno gestire la riserva come andrebbe realmente e giustamente fatta; selezione delle uve che possano reggere l'anno in più nei legni
non basta tenere la semplice annata un anno in più ferma, molte volte viene forzata e risulta scorbutica e fuori fuoco con conseguente ossidazione precoce e altri problemi
chi lavora in modo serio crea vini straordinari e da lunghissimo invecchiamento
poi è ovvio che il prodotto di partenza deve essere di ottima qualità, poi dipende dal mercato in cui si colloca l'azienda e dove vuole portare il proprio prodotto, non tutti vogliono prodotti di qualità eccelsa ma nella media per una più semplice collocazione nel mercato (vedi GDO)
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Re: Brunello 2016

Messaggioda ioenontu » 05 feb 2021 09:10

sta discussione cade proprio a fagiolo visto che quest'anno volevo mettere un po' di Brunelli in cantina...
per il momento preso Ciacci Piccolomini

domandona: stavo valutando di prendere anche un po' di Biondi Santi (sia annata 2013 e 2015 che riserva 2012 e 2013), vale i soldi che costa?
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Re: Brunello 2016

Messaggioda l'oste » 06 feb 2021 13:45

alì65 ha scritto:Franco, è una battaglia persa
su questo forum si pensa che la Langa sia il posto più bello al mondo per fare vino dove escono prodotti duri e puri senza considerare che anche loro vivono del mercato oltroceano
sembra che solo a Montalcino facciano vini "diversi" dalla tradizione solo perchè sono comparsi capitali esteri
forse pochi conoscono la storia e l'evoluzione della zona Ilcinese
ma scusate, avete bevuto le ultime annate delle due zone?
trovate così tanta differenza qualitativa?
trovate i vini langaroli al di sopra delle mode?

Claudio prenesso che non sono schierato nebbiolista nè toscanista. Vorrei provare a vedere da una prospettiva che parta dalla differenze di territorio che hanno potuto influenzare scelte commerciali e produttive.
Il Piemonte (Langa) è molto diverso dalla Toscana (Montalcino), è diverso il carattere delle persone, il tipo di natura e paesaggi e principalmente sono diverse la mole e l'offerta turistica soprattutto per stranieri ma non solo. Questo ha probabilmente portato maggiormente alcuni produttori toscani a inventare soluzioni e fasce di vini dedicate al mercato anglosassone e nordeuropeo, a partire dai fiaschetti entry level (che insieme ai chianti di ovunque possono aver sputtanato un po' il nome Chianti) fino a creare una tipologia che avesse un respiro e un'appeal interbaziobale. In Langa invece, senpre generalizzando, si è puntato più sulla tradizione e anche alcuni modernisti hanno fatto marcia indietro.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: Brunello 2016

Messaggioda alì65 » 06 feb 2021 14:42

l'oste ha scritto:
alì65 ha scritto:Franco, è una battaglia persa
su questo forum si pensa che la Langa sia il posto più bello al mondo per fare vino dove escono prodotti duri e puri senza considerare che anche loro vivono del mercato oltroceano
sembra che solo a Montalcino facciano vini "diversi" dalla tradizione solo perchè sono comparsi capitali esteri
forse pochi conoscono la storia e l'evoluzione della zona Ilcinese
ma scusate, avete bevuto le ultime annate delle due zone?
trovate così tanta differenza qualitativa?
trovate i vini langaroli al di sopra delle mode?

Claudio prenesso che non sono schierato nebbiolista nè toscanista. Vorrei provare a vedere da una prospettiva che parta dalla differenze di territorio che hanno potuto influenzare scelte commerciali e produttive.
Il Piemonte (Langa) è molto diverso dalla Toscana (Montalcino), è diverso il carattere delle persone, il tipo di natura e paesaggi e principalmente sono diverse la mole e l'offerta turistica soprattutto per stranieri ma non solo. Questo ha probabilmente portato maggiormente alcuni produttori toscani a inventare soluzioni e fasce di vini dedicate al mercato anglosassone e nordeuropeo, a partire dai fiaschetti entry level (che insieme ai chianti di ovunque possono aver sputtanato un po' il nome Chianti) fino a creare una tipologia che avesse un respiro e un'appeal interbaziobale. In Langa invece, senpre generalizzando, si è puntato più sulla tradizione e anche alcuni modernisti hanno fatto marcia indietro.


concordo; il carattere chiuso dei langaroli non ha certo aiutato il turismo, ora le cose sono cambiate parecchio grazie anche alle nuove genrazioni
i Toscani, si sa, sono molto più aperti e i paesaggi aiutano non poco
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Re: Brunello 2016

Messaggioda endamb » 06 feb 2021 14:42

littlewood ha scritto:Io prendero' perche' gia prenotate da tempo baricci fattoria del pino aan lorenzo chiuse gianni brunelli salvioni valdicava ragnaie fuligni. Pian dell' orino mastrojanni schiena d' asinoMolti li ho gia' bevuti in cantina...sara' una bellissima annata nettamente superiore alla 015 x eleganza e longevita'...anche se da botte la 019 sara' superiore mentre la 020 assomiglia molto alla 016


se da botte la 2019 dovrebbe essere così buona, non dovremmo trovare espressione di questa qualità già nel Rosso?
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Re: Brunello 2016

Messaggioda Alberto » 06 feb 2021 14:47

l'oste ha scritto:una tipologia che avesse un respiro e un'appeal interbaziobale. In Langa invece, senpre generalizzando

Che brutto raffreddore Andrea...riguardati... :lol:
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Re: Brunello 2016

Messaggioda Luca castoldi » 06 feb 2021 15:41

alì65 ha scritto:
l'oste ha scritto:
alì65 ha scritto:Franco, è una battaglia persa
su questo forum si pensa che la Langa sia il posto più bello al mondo per fare vino dove escono prodotti duri e puri senza considerare che anche loro vivono del mercato oltroceano
sembra che solo a Montalcino facciano vini "diversi" dalla tradizione solo perchè sono comparsi capitali esteri
forse pochi conoscono la storia e l'evoluzione della zona Ilcinese
ma scusate, avete bevuto le ultime annate delle due zone?
trovate così tanta differenza qualitativa?
trovate i vini langaroli al di sopra delle mode?

Claudio prenesso che non sono schierato nebbiolista nè toscanista. Vorrei provare a vedere da una prospettiva che parta dalla differenze di territorio che hanno potuto influenzare scelte commerciali e produttive.
Il Piemonte (Langa) è molto diverso dalla Toscana (Montalcino), è diverso il carattere delle persone, il tipo di natura e paesaggi e principalmente sono diverse la mole e l'offerta turistica soprattutto per stranieri ma non solo. Questo ha probabilmente portato maggiormente alcuni produttori toscani a inventare soluzioni e fasce di vini dedicate al mercato anglosassone e nordeuropeo, a partire dai fiaschetti entry level (che insieme ai chianti di ovunque possono aver sputtanato un po' il nome Chianti) fino a creare una tipologia che avesse un respiro e un'appeal interbaziobale. In Langa invece, senpre generalizzando, si è puntato più sulla tradizione e anche alcuni modernisti hanno fatto marcia indietro.


concordo; il carattere chiuso dei langaroli non ha certo aiutato il turismo, ora le cose sono cambiate parecchio grazie anche alle nuove genrazioni
i Toscani, si sa, sono molto più aperti e i paesaggi aiutano non poco

Beh, che i senesi siano così aperti, specie in Zona Montalcino/Siena/Montepulciano io qualche dubbio lo sollevo.
Il senese poi, fatte sempre le ovvie eccezioni, non brilla per interesse verso vini Foresti.
Nella zona citata, molti produttori conoscono un po i loro vini, nessun confronto con quelli di altri. Questo non aiuta di certo.
Giusto lo champagne è accettato, anche perché quando fanno le bolle, insomma, non è siano dei geni.
I più aperti, specie in materia di vino sono i Livornesi e gli aretini.
I primi perché sono un porto, gente che viene e che va.
I secondi perché non sono sotto lo scudo di prestigiose DOC.
Strappano di tutto.
Il Piemonte confina con la Francia. E per vino e formaggio credo non ci sia bisogno di aggiungere altro. Come tutte le terre di confine è invece più aperta, al netto del carattere del local.
E stappano il mondo nei ristoranti. Specie Borgogna e champagne.
Fino a qualche anno fa a Montepulciano la gente beveva solo Montepulciano. O Montalcino.
Ora l arrivo di imprenditori forestieri ha aperto gli orizzonti e anzi, rispetto a Montalcino, è molto cresciuta la cultura per vini non solo locali.
Tutto è in divenire, i prossimi anni diranno che direzione prende la Toscana del vino.
Ma si possono serenamente mettere da parte le fazioni.
Sono due mondi agli antipodi.
Il corriere passa per solito il martedì e venerdì, spedisco appena ricevo i pagamenti e da molti anche prima. Insomma appena posso.
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Re: Brunello 2016

Messaggioda alì65 » 06 feb 2021 20:07

Luca castoldi ha scritto:
alì65 ha scritto:
l'oste ha scritto:
alì65 ha scritto:Franco, è una battaglia persa
su questo forum si pensa che la Langa sia il posto più bello al mondo per fare vino dove escono prodotti duri e puri senza considerare che anche loro vivono del mercato oltroceano
sembra che solo a Montalcino facciano vini "diversi" dalla tradizione solo perchè sono comparsi capitali esteri
forse pochi conoscono la storia e l'evoluzione della zona Ilcinese
ma scusate, avete bevuto le ultime annate delle due zone?
trovate così tanta differenza qualitativa?
trovate i vini langaroli al di sopra delle mode?

Claudio prenesso che non sono schierato nebbiolista nè toscanista. Vorrei provare a vedere da una prospettiva che parta dalla differenze di territorio che hanno potuto influenzare scelte commerciali e produttive.
Il Piemonte (Langa) è molto diverso dalla Toscana (Montalcino), è diverso il carattere delle persone, il tipo di natura e paesaggi e principalmente sono diverse la mole e l'offerta turistica soprattutto per stranieri ma non solo. Questo ha probabilmente portato maggiormente alcuni produttori toscani a inventare soluzioni e fasce di vini dedicate al mercato anglosassone e nordeuropeo, a partire dai fiaschetti entry level (che insieme ai chianti di ovunque possono aver sputtanato un po' il nome Chianti) fino a creare una tipologia che avesse un respiro e un'appeal interbaziobale. In Langa invece, senpre generalizzando, si è puntato più sulla tradizione e anche alcuni modernisti hanno fatto marcia indietro.


concordo; il carattere chiuso dei langaroli non ha certo aiutato il turismo, ora le cose sono cambiate parecchio grazie anche alle nuove genrazioni
i Toscani, si sa, sono molto più aperti e i paesaggi aiutano non poco


Il Piemonte confina con la Francia. E per vino e formaggio credo non ci sia bisogno di aggiungere altro. Come tutte le terre di confine è invece più aperta, al netto del carattere del local.


mo co dit!!!! se c'era una zona burbera e chiusa era proprio la Langa; gli champo sono arrivati con il benessere, amano tanto anche i prodotti parmigiani, amano la bella vita e le belle macchine...........simplicemnte perchè prima non avevano un cazzo di niente, era una delle zone più antipatiche del pianeta!!!!!!!
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Re: Brunello 2016

Messaggioda littlewood » 06 feb 2021 20:18

endamb ha scritto:
littlewood ha scritto:Io prendero' perche' gia prenotate da tempo baricci fattoria del pino aan lorenzo chiuse gianni brunelli salvioni valdicava ragnaie fuligni. Pian dell' orino mastrojanni schiena d' asinoMolti li ho gia' bevuti in cantina...sara' una bellissima annata nettamente superiore alla 015 x eleganza e longevita'...anche se da botte la 019 sara' superiore mentre la 020 assomiglia molto alla 016


se da botte la 2019 dovrebbe essere così buona, non dovremmo trovare espressione di questa qualità già nel Rosso?

Assolutamente si...con certi rossi mi sarei buttato dentro la botte....se penso che straordinario benvenuto brunello sarebbe stato quello di quest' anno...rossi 019 brunelli 016 ris 015....irripetibile! Fanculo al covid!!!
Beppekk
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Re: Brunello 2016

Messaggioda Beppekk » 06 feb 2021 20:21

alì65 ha scritto:
Luca castoldi ha scritto:
alì65 ha scritto:
l'oste ha scritto:
alì65 ha scritto:Franco, è una battaglia persa
su questo forum si pensa che la Langa sia il posto più bello al mondo per fare vino dove escono prodotti duri e puri senza considerare che anche loro vivono del mercato oltroceano
sembra che solo a Montalcino facciano vini "diversi" dalla tradizione solo perchè sono comparsi capitali esteri
forse pochi conoscono la storia e l'evoluzione della zona Ilcinese
ma scusate, avete bevuto le ultime annate delle due zone?
trovate così tanta differenza qualitativa?
trovate i vini langaroli al di sopra delle mode?

Claudio prenesso che non sono schierato nebbiolista nè toscanista. Vorrei provare a vedere da una prospettiva che parta dalla differenze di territorio che hanno potuto influenzare scelte commerciali e produttive.
Il Piemonte (Langa) è molto diverso dalla Toscana (Montalcino), è diverso il carattere delle persone, il tipo di natura e paesaggi e principalmente sono diverse la mole e l'offerta turistica soprattutto per stranieri ma non solo. Questo ha probabilmente portato maggiormente alcuni produttori toscani a inventare soluzioni e fasce di vini dedicate al mercato anglosassone e nordeuropeo, a partire dai fiaschetti entry level (che insieme ai chianti di ovunque possono aver sputtanato un po' il nome Chianti) fino a creare una tipologia che avesse un respiro e un'appeal interbaziobale. In Langa invece, senpre generalizzando, si è puntato più sulla tradizione e anche alcuni modernisti hanno fatto marcia indietro.


concordo; il carattere chiuso dei langaroli non ha certo aiutato il turismo, ora le cose sono cambiate parecchio grazie anche alle nuove genrazioni
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Il Piemonte confina con la Francia. E per vino e formaggio credo non ci sia bisogno di aggiungere altro. Come tutte le terre di confine è invece più aperta, al netto del carattere del local.


mo co dit!!!! se c'era una zona burbera e chiusa era proprio la Langa; gli champo sono arrivati con il benessere, amano tanto anche i prodotti parmigiani, amano la bella vita e le belle macchine...........simplicemnte perchè prima non avevano un cazzo di niente, era una delle zone più antipatiche del pianeta!!!!!!!

Concordo in parte, non amo le generalizzazioni. Sta di fatto che il re dei vini italiani è il Barolo e, quando sai di essere uno dei fortunati produttori, alle volte viene anche un po' di spocchia.
Chiavennasco cresciuto nella Chiavennasca!
ZEL WINE
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Re: Brunello 2016

Messaggioda ZEL WINE » 06 feb 2021 20:21

alì65 ha scritto:
Luca castoldi ha scritto:
alì65 ha scritto:
l'oste ha scritto:
alì65 ha scritto:Franco, è una battaglia persa
su questo forum si pensa che la Langa sia il posto più bello al mondo per fare vino dove escono prodotti duri e puri senza considerare che anche loro vivono del mercato oltroceano
sembra che solo a Montalcino facciano vini "diversi" dalla tradizione solo perchè sono comparsi capitali esteri
forse pochi conoscono la storia e l'evoluzione della zona Ilcinese
ma scusate, avete bevuto le ultime annate delle due zone?
trovate così tanta differenza qualitativa?
trovate i vini langaroli al di sopra delle mode?

Claudio prenesso che non sono schierato nebbiolista nè toscanista. Vorrei provare a vedere da una prospettiva che parta dalla differenze di territorio che hanno potuto influenzare scelte commerciali e produttive.
Il Piemonte (Langa) è molto diverso dalla Toscana (Montalcino), è diverso il carattere delle persone, il tipo di natura e paesaggi e principalmente sono diverse la mole e l'offerta turistica soprattutto per stranieri ma non solo. Questo ha probabilmente portato maggiormente alcuni produttori toscani a inventare soluzioni e fasce di vini dedicate al mercato anglosassone e nordeuropeo, a partire dai fiaschetti entry level (che insieme ai chianti di ovunque possono aver sputtanato un po' il nome Chianti) fino a creare una tipologia che avesse un respiro e un'appeal interbaziobale. In Langa invece, senpre generalizzando, si è puntato più sulla tradizione e anche alcuni modernisti hanno fatto marcia indietro.


concordo; il carattere chiuso dei langaroli non ha certo aiutato il turismo, ora le cose sono cambiate parecchio grazie anche alle nuove genrazioni
i Toscani, si sa, sono molto più aperti e i paesaggi aiutano non poco


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mo co dit!!!! se c'era una zona burbera e chiusa era proprio la Langa; gli champo sono arrivati con il benessere, amano tanto anche i prodotti parmigiani, amano la bella vita e le belle macchine...........simplicemnte perchè prima non avevano un cazzo di niente, era una delle zone più antipatiche del pianeta!!!!!!!

Hai avuto un amichetto langarolo che ti ha fregato la fidanzatina da piccolo ??
Definire “aperti” i toscani per quelli che ho conosciuto mi pare quantomeno eccessivo...
Ultima modifica di ZEL WINE il 06 feb 2021 20:25, modificato 1 volta in totale.
fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
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Re: Brunello 2016

Messaggioda l'oste » 06 feb 2021 20:23

Adoro il Piemonte, da Gattinara che è a 40 minuti di macchina, Torino a un'ora, Alba e le Langhe a due ore. Sono tra le gite che faccio più spesso e ultimamente ancor di più soprattutto nella doc Coste della Sesia, ma questa è un'altra storia.
Ma contro la Toscana la partita sull'offerta turistica diventa dura per tutte le regioni italiane, oltre a vino, olio, carni e formaggi ci sono le città d'arte, il mare è sempre vicino e obbiettivamente la maggior parte dei toscani ci sa fare.
Sono proprio due regioni agli antipodi come dice Luca e le scelte commerciali e produttive dei produttori di vino possono esserne state influenzate.
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Re: Brunello 2016

Messaggioda alì65 » 06 feb 2021 20:47

ZEL WINE ha scritto:
alì65 ha scritto:
Luca castoldi ha scritto:
alì65 ha scritto:
l'oste ha scritto:Claudio prenesso che non sono schierato nebbiolista nè toscanista. Vorrei provare a vedere da una prospettiva che parta dalla differenze di territorio che hanno potuto influenzare scelte commerciali e produttive.
Il Piemonte (Langa) è molto diverso dalla Toscana (Montalcino), è diverso il carattere delle persone, il tipo di natura e paesaggi e principalmente sono diverse la mole e l'offerta turistica soprattutto per stranieri ma non solo. Questo ha probabilmente portato maggiormente alcuni produttori toscani a inventare soluzioni e fasce di vini dedicate al mercato anglosassone e nordeuropeo, a partire dai fiaschetti entry level (che insieme ai chianti di ovunque possono aver sputtanato un po' il nome Chianti) fino a creare una tipologia che avesse un respiro e un'appeal interbaziobale. In Langa invece, senpre generalizzando, si è puntato più sulla tradizione e anche alcuni modernisti hanno fatto marcia indietro.


concordo; il carattere chiuso dei langaroli non ha certo aiutato il turismo, ora le cose sono cambiate parecchio grazie anche alle nuove genrazioni
i Toscani, si sa, sono molto più aperti e i paesaggi aiutano non poco


Il Piemonte confina con la Francia. E per vino e formaggio credo non ci sia bisogno di aggiungere altro. Come tutte le terre di confine è invece più aperta, al netto del carattere del local.


mo co dit!!!! se c'era una zona burbera e chiusa era proprio la Langa; gli champo sono arrivati con il benessere, amano tanto anche i prodotti parmigiani, amano la bella vita e le belle macchine...........simplicemnte perchè prima non avevano un cazzo di niente, era una delle zone più antipatiche del pianeta!!!!!!!

Hai avuto un amichetto langarolo che ti ha fregato la fidanzatina da piccolo ??


altro che, veniva a Parma a rompere il cazzo alla compagnia e sbragava solo perchè produceva vino e offriva da bere a tutti.....ma chi sei!!!! :mrgreen:
dai Zel, smetti di dire cazzate!!!!!
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Re: Brunello 2016

Messaggioda ZEL WINE » 06 feb 2021 21:05

alì65 ha scritto:
ZEL WINE ha scritto:
alì65 ha scritto:
Luca castoldi ha scritto:
alì65 ha scritto:
concordo; il carattere chiuso dei langaroli non ha certo aiutato il turismo, ora le cose sono cambiate parecchio grazie anche alle nuove genrazioni
i Toscani, si sa, sono molto più aperti e i paesaggi aiutano non poco


Il Piemonte confina con la Francia. E per vino e formaggio credo non ci sia bisogno di aggiungere altro. Come tutte le terre di confine è invece più aperta, al netto del carattere del local.



mo co dit!!!! se c'era una zona burbera e chiusa era proprio la Langa; gli champo sono arrivati con il benessere, amano tanto anche i prodotti parmigiani, amano la bella vita e le belle macchine...........simplicemnte perchè prima non avevano un cazzo di niente, era una delle zone più antipatiche del pianeta!!!!!!!

Hai avuto un amichetto langarolo che ti ha fregato la fidanzatina da piccolo ??


altro che, veniva a Parma a rompere il cazzo alla compagnia e sbragava solo perchè produceva vino e offriva da bere a tutti.....ma chi sei!!!! :mrgreen:
dai Zel, smetti di dire cazzate!!!!!

Come immaginavo, ti ha ciullato la fidanzatina
fama di loro il mondo esser non lassa;
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non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
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Re: Brunello 2016

Messaggioda DanMem92 » 16 feb 2021 17:27

Buonasera ragazzi, sono nuovo qui sopra, piacere.

Mi sono appassionato al mondo del vino da relativamente poco e, vedendo la magnifica annata del Brunello 2016, ho deciso di acquistare delle bottiglie, nell'ordine:

Livio Sassetti Pertimali 2016
Giodo 2016
Gianni Brunelli Le Chiuse di Sotto 2016
Franceschi Il poggione 2016
Marroneto Madonna delle Grazie 2016

E delle riserve:

Gianni Brunelli Le chiuse di Sotto Riserva 2015
Ciacci Piccolomini d'Aragona Riserva 2015


Ora, la mia domanda è: avendo nella mia vita fatto invecchiare vini per massimo 6 o 7 anni, cosa mi consigliate di fare con i vini qui sopra? C'è qualcuno che mi sappia dire se vale la pena tenerli in cantina e per quanto?


Saluti a tutti!
littlewood
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Re: Brunello 2016

Messaggioda littlewood » 18 feb 2021 21:08

DanMem92 ha scritto:Buonasera ragazzi, sono nuovo qui sopra, piacere.

Mi sono appassionato al mondo del vino da relativamente poco e, vedendo la magnifica annata del Brunello 2016, ho deciso di acquistare delle bottiglie, nell'ordine:

Livio Sassetti Pertimali 2016
Giodo 2016
Gianni Brunelli Le Chiuse di Sotto 2016
Franceschi Il poggione 2016
Marroneto Madonna delle Grazie 2016

E delle riserve:

Gianni Brunelli Le chiuse di Sotto Riserva 2015
Ciacci Piccolomini d'Aragona Riserva 2015


Ora, la mia domanda è: avendo nella mia vita fatto invecchiare vini per massimo 6 o 7 anni, cosa mi consigliate di fare con i vini qui sopra? C'è qualcuno che mi sappia dire se vale la pena tenerli in cantina e per quanto?


Saluti a tutti!

Ciao marroneto e gianni brunelli almeno 10 anni sicuro ma anche 20....sei partito piano vedo....
alì65
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Re: Brunello 2016

Messaggioda alì65 » 18 feb 2021 22:43

DanMem92 ha scritto:Buonasera ragazzi, sono nuovo qui sopra, piacere.

Mi sono appassionato al mondo del vino da relativamente poco e, vedendo la magnifica annata del Brunello 2016, ho deciso di acquistare delle bottiglie, nell'ordine:

Livio Sassetti Pertimali 2016
Giodo 2016
Gianni Brunelli Le Chiuse di Sotto 2016
Franceschi Il poggione 2016
Marroneto Madonna delle Grazie 2016

E delle riserve:

Gianni Brunelli Le chiuse di Sotto Riserva 2015
Ciacci Piccolomini d'Aragona Riserva 2015


Ora, la mia domanda è: avendo nella mia vita fatto invecchiare vini per massimo 6 o 7 anni, cosa mi consigliate di fare con i vini qui sopra? C'è qualcuno che mi sappia dire se vale la pena tenerli in cantina e per quanto?


Saluti a tutti!


dipende dalla cantina, anche 30 anni
bere ora i 85, 88, 89 e 90 di Salvioni è sesso puro (quasi :D )
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Re: Brunello 2016

Messaggioda Smarco » 19 feb 2021 00:39

alì65 ha scritto:
DanMem92 ha scritto:Buonasera ragazzi, sono nuovo qui sopra, piacere.

Mi sono appassionato al mondo del vino da relativamente poco e, vedendo la magnifica annata del Brunello 2016, ho deciso di acquistare delle bottiglie, nell'ordine:

Livio Sassetti Pertimali 2016
Giodo 2016
Gianni Brunelli Le Chiuse di Sotto 2016
Franceschi Il poggione 2016
Marroneto Madonna delle Grazie 2016

E delle riserve:

Gianni Brunelli Le chiuse di Sotto Riserva 2015
Ciacci Piccolomini d'Aragona Riserva 2015


Ora, la mia domanda è: avendo nella mia vita fatto invecchiare vini per massimo 6 o 7 anni, cosa mi consigliate di fare con i vini qui sopra? C'è qualcuno che mi sappia dire se vale la pena tenerli in cantina e per quanto?


Saluti a tutti!


dipende dalla cantina, anche 30 anni
bere ora i 85, 88, 89 e 90 di Salvioni è sesso puro (quasi :D )

Io scambierei le bottiglie con un paio di foto di piedi 8)
Acquisto: solo da persone con feed o conosciute
alì65
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Re: Brunello 2016

Messaggioda alì65 » 19 feb 2021 13:50

Smarco ha scritto:
alì65 ha scritto:
DanMem92 ha scritto:Buonasera ragazzi, sono nuovo qui sopra, piacere.

Mi sono appassionato al mondo del vino da relativamente poco e, vedendo la magnifica annata del Brunello 2016, ho deciso di acquistare delle bottiglie, nell'ordine:

Livio Sassetti Pertimali 2016
Giodo 2016
Gianni Brunelli Le Chiuse di Sotto 2016
Franceschi Il poggione 2016
Marroneto Madonna delle Grazie 2016

E delle riserve:

Gianni Brunelli Le chiuse di Sotto Riserva 2015
Ciacci Piccolomini d'Aragona Riserva 2015


Ora, la mia domanda è: avendo nella mia vita fatto invecchiare vini per massimo 6 o 7 anni, cosa mi consigliate di fare con i vini qui sopra? C'è qualcuno che mi sappia dire se vale la pena tenerli in cantina e per quanto?


Saluti a tutti!


dipende dalla cantina, anche 30 anni
bere ora i 85, 88, 89 e 90 di Salvioni è sesso puro (quasi :D )

Io scambierei le bottiglie con un paio di foto di piedi 8)


quasi quasi 8)
futuro incerto...2021 grandissima annata!!!
Langa&Roero
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Re: Brunello 2016

Messaggioda Langa&Roero » 19 feb 2021 14:45

l'oste ha scritto:
alì65 ha scritto:Franco, è una battaglia persa
su questo forum si pensa che la Langa sia il posto più bello al mondo per fare vino dove escono prodotti duri e puri senza considerare che anche loro vivono del mercato oltroceano
sembra che solo a Montalcino facciano vini "diversi" dalla tradizione solo perchè sono comparsi capitali esteri
forse pochi conoscono la storia e l'evoluzione della zona Ilcinese
ma scusate, avete bevuto le ultime annate delle due zone?
trovate così tanta differenza qualitativa?
trovate i vini langaroli al di sopra delle mode?

Claudio prenesso che non sono schierato nebbiolista nè toscanista. Vorrei provare a vedere da una prospettiva che parta dalla differenze di territorio che hanno potuto influenzare scelte commerciali e produttive.
Il Piemonte (Langa) è molto diverso dalla Toscana (Montalcino), è diverso il carattere delle persone, il tipo di natura e paesaggi e principalmente sono diverse la mole e l'offerta turistica soprattutto per stranieri ma non solo. Questo ha probabilmente portato maggiormente alcuni produttori toscani a inventare soluzioni e fasce di vini dedicate al mercato anglosassone e nordeuropeo, a partire dai fiaschetti entry level (che insieme ai chianti di ovunque possono aver sputtanato un po' il nome Chianti) fino a creare una tipologia che avesse un respiro e un'appeal interbaziobale. In Langa invece, senpre generalizzando, si è puntato più sulla tradizione e anche alcuni modernisti hanno fatto marcia indietro.


Non sono d’accordo sull’ultima frase. In Langa i turisti stranieri li han portati i modernisti, non i tradizionalisti.
I modernisti che oggi stanno facendo marcia indietro l lo stanno facendo perché il mercato OGGI lo richiede; domani non si sa :D
Comunque da albese vi dico che qua non c’è ASSOLUTAMENTE un turismo di nicchia, o meglio non più. Quello c’era fino a 3/4 anni orsono. Ora c’è una buonissima cerchia di appassionati, intenditori e ricchi provenienti da Scandinavia, UK, Germania e USA + produttori da svariate zone d’Italia, ma da turismo di nicchia sta arrivando il turismo di massa. Con il problema che non ci sonoo strutture sufficienti per accogliere cotanta gente (il che, a mio avviso sarà una fortuna). Toscana contesto diverso, ma l’ho vista troppe poche volte.
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Wineduck
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Re: Brunello 2016

Messaggioda Wineduck » 19 feb 2021 18:15

Langa&Roero ha scritto:
l'oste ha scritto:
alì65 ha scritto:Franco, è una battaglia persa
su questo forum si pensa che la Langa sia il posto più bello al mondo per fare vino dove escono prodotti duri e puri senza considerare che anche loro vivono del mercato oltroceano
sembra che solo a Montalcino facciano vini "diversi" dalla tradizione solo perchè sono comparsi capitali esteri
forse pochi conoscono la storia e l'evoluzione della zona Ilcinese
ma scusate, avete bevuto le ultime annate delle due zone?
trovate così tanta differenza qualitativa?
trovate i vini langaroli al di sopra delle mode?

Claudio prenesso che non sono schierato nebbiolista nè toscanista. Vorrei provare a vedere da una prospettiva che parta dalla differenze di territorio che hanno potuto influenzare scelte commerciali e produttive.
Il Piemonte (Langa) è molto diverso dalla Toscana (Montalcino), è diverso il carattere delle persone, il tipo di natura e paesaggi e principalmente sono diverse la mole e l'offerta turistica soprattutto per stranieri ma non solo. Questo ha probabilmente portato maggiormente alcuni produttori toscani a inventare soluzioni e fasce di vini dedicate al mercato anglosassone e nordeuropeo, a partire dai fiaschetti entry level (che insieme ai chianti di ovunque possono aver sputtanato un po' il nome Chianti) fino a creare una tipologia che avesse un respiro e un'appeal interbaziobale. In Langa invece, senpre generalizzando, si è puntato più sulla tradizione e anche alcuni modernisti hanno fatto marcia indietro.


Non sono d’accordo sull’ultima frase. In Langa i turisti stranieri li han portati i modernisti, non i tradizionalisti.
I modernisti che oggi stanno facendo marcia indietro l lo stanno facendo perché il mercato OGGI lo richiede; domani non si sa :D
Comunque da albese vi dico che qua non c’è ASSOLUTAMENTE un turismo di nicchia, o meglio non più. Quello c’era fino a 3/4 anni orsono. Ora c’è una buonissima cerchia di appassionati, intenditori e ricchi provenienti da Scandinavia, UK, Germania e USA + produttori da svariate zone d’Italia, ma da turismo di nicchia sta arrivando il turismo di massa. Con il problema che non ci sonoo strutture sufficienti per accogliere cotanta gente (il che, a mio avviso sarà una fortuna). Toscana contesto diverso, ma l’ho vista troppe poche volte.


Sottoscrivo e aggiungo: al giorno d'oggi continuare a parlare di contrapposizione fra modernisti e tradizionalisti è attuale come parlare di Rosa Rossa vs. Rosa Bianca, Oriazi vs. Curiazi, Batman vs. Joker, Napoleone vs. Wellington, Peppone vs. Don Camillo ect. ect. Se proprio vogliamo leggere la realtà in termini di contrapposizione fra bene e male, luce ed oscurità, paradiso ed inferno, lo possiamo fare ma la realtà è molto più sfumata ed articolata. Molti ex Barolo Boys hanno corretto dimensione e qualità dei recipienti di legno in cui affinare i loro vini oltre che la durata dello stesso, per non parlare delle tecniche di estrazione e dei tempi di macerazione. Gli ex tradizionalisti hanno fatto il percorso uguale in direzione contraria, bruciando le vecchie botti grandi in cui i loro barolo prendevano puzze mefistoteliche ed uscivano già mezzi ossidati (e completamente marroni) al momento della messa in commercio. Adesso puoi trovare ex modernisti che non usano più la barrique, come puoi trovare l'ex tradizionalista che estrae con il rotomaceratore o che comunque mette in vendita dei Barolo che almeno il primo anno luccicano di rosso rubino come il Dio del Vino vorrebeb che fossero tutti i vini giovani di questo creato. Il movimento dei Barolo Boys è stato essenziale perchè anche i langhetti accettassero che il mondo enologico si era evoluto e si convincessero a mettere mano al portafogli per investire sulle loro cantine (il vecchio langhetto è di natura talmente spilorcio che Zio Paperone in confronto sembrerebbe un personaggio di un film dei fratelli Vanzina dopo una notte di vincite continue al casinò).
Dopo anni di battaglie idelogiche, la realtà è che le due scuole di pensiero si sstanno fondendo portando vantaggi soprattutto alla qualità media della denominazione.
"Woke up this morning with a wine glass in my hand - Whose wine? What wine? - Where the hell did I dine? - Must have been a dream - I don't believe where I've been - Come on, let's do it again"
Peter Frampton
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Re: Brunello 2016

Messaggioda Langa&Roero » 19 feb 2021 23:21

Wineduck ha scritto:
Langa&Roero ha scritto:
l'oste ha scritto:
alì65 ha scritto:Franco, è una battaglia persa
su questo forum si pensa che la Langa sia il posto più bello al mondo per fare vino dove escono prodotti duri e puri senza considerare che anche loro vivono del mercato oltroceano
sembra che solo a Montalcino facciano vini "diversi" dalla tradizione solo perchè sono comparsi capitali esteri
forse pochi conoscono la storia e l'evoluzione della zona Ilcinese
ma scusate, avete bevuto le ultime annate delle due zone?
trovate così tanta differenza qualitativa?
trovate i vini langaroli al di sopra delle mode?

Claudio prenesso che non sono schierato nebbiolista nè toscanista. Vorrei provare a vedere da una prospettiva che parta dalla differenze di territorio che hanno potuto influenzare scelte commerciali e produttive.
Il Piemonte (Langa) è molto diverso dalla Toscana (Montalcino), è diverso il carattere delle persone, il tipo di natura e paesaggi e principalmente sono diverse la mole e l'offerta turistica soprattutto per stranieri ma non solo. Questo ha probabilmente portato maggiormente alcuni produttori toscani a inventare soluzioni e fasce di vini dedicate al mercato anglosassone e nordeuropeo, a partire dai fiaschetti entry level (che insieme ai chianti di ovunque possono aver sputtanato un po' il nome Chianti) fino a creare una tipologia che avesse un respiro e un'appeal interbaziobale. In Langa invece, senpre generalizzando, si è puntato più sulla tradizione e anche alcuni modernisti hanno fatto marcia indietro.


Non sono d’accordo sull’ultima frase. In Langa i turisti stranieri li han portati i modernisti, non i tradizionalisti.
I modernisti che oggi stanno facendo marcia indietro l lo stanno facendo perché il mercato OGGI lo richiede; domani non si sa :D
Comunque da albese vi dico che qua non c’è ASSOLUTAMENTE un turismo di nicchia, o meglio non più. Quello c’era fino a 3/4 anni orsono. Ora c’è una buonissima cerchia di appassionati, intenditori e ricchi provenienti da Scandinavia, UK, Germania e USA + produttori da svariate zone d’Italia, ma da turismo di nicchia sta arrivando il turismo di massa. Con il problema che non ci sonoo strutture sufficienti per accogliere cotanta gente (il che, a mio avviso sarà una fortuna). Toscana contesto diverso, ma l’ho vista troppe poche volte.


Sottoscrivo e aggiungo: al giorno d'oggi continuare a parlare di contrapposizione fra modernisti e tradizionalisti è attuale come parlare di Rosa Rossa vs. Rosa Bianca, Oriazi vs. Curiazi, Batman vs. Joker, Napoleone vs. Wellington, Peppone vs. Don Camillo ect. ect. Se proprio vogliamo leggere la realtà in termini di contrapposizione fra bene e male, luce ed oscurità, paradiso ed inferno, lo possiamo fare ma la realtà è molto più sfumata ed articolata. Molti ex Barolo Boys hanno corretto dimensione e qualità dei recipienti di legno in cui affinare i loro vini oltre che la durata dello stesso, per non parlare delle tecniche di estrazione e dei tempi di macerazione. Gli ex tradizionalisti hanno fatto il percorso uguale in direzione contraria, bruciando le vecchie botti grandi in cui i loro barolo prendevano puzze mefistoteliche ed uscivano già mezzi ossidati (e completamente marroni) al momento della messa in commercio. Adesso puoi trovare ex modernisti che non usano più la barrique, come puoi trovare l'ex tradizionalista che estrae con il rotomaceratore o che comunque mette in vendita dei Barolo che almeno il primo anno luccicano di rosso rubino come il Dio del Vino vorrebeb che fossero tutti i vini giovani di questo creato. Il movimento dei Barolo Boys è stato essenziale perchè anche i langhetti accettassero che il mondo enologico si era evoluto e si convincessero a mettere mano al portafogli per investire sulle loro cantine (il vecchio langhetto è di natura talmente spilorcio che Zio Paperone in confronto sembrerebbe un personaggio di un film dei fratelli Vanzina dopo una notte di vincite continue al casinò).
Dopo anni di battaglie idelogiche, la realtà è che le due scuole di pensiero si sstanno fondendo portando vantaggi soprattutto alla qualità media della denominazione.


Non potevi parlare meglio.
L’anno scorso Elio Altare mi raccontò di quando Bartolo Mascarello un giorno gli telefonò e gli disse: “signor Altare io e lei un giorno saremo un bene per la Langa.” Tutti i torti non ce li aveva il buon Bartolo.
In Langa, per far capire la zona, vedi il “parinot” (vecchietto) sul trattore che ti sembra un “pezzente “, bene, quel pezzente è molto probabile che in banca abbia milioni di euro, e che non spenda una lira. L’esempio più lampante è Accomasso, ma ce ne sono a bizzeffe di personaggi del genere. I figli di quelli sopra citati probabilmente li troverai a girare in RS4 e a bere Krug al Centro Storico a Serralunga, cosa che al padre farebbe accapponare la pelle. Ovviamente ho generalizzato ma è così.
Tornando in tema Brunello, è anche così in zona? Oppure l’essere taccagni appartiene solo al mondo langarolo? Sarei curioso di saperne di più.

Scusate l’OT
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l'oste
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Re: Brunello 2016

Messaggioda l'oste » 19 feb 2021 23:45

Wineduck ha scritto:
Langa&Roero ha scritto:
l'oste ha scritto:
alì65 ha scritto:Franco, è una battaglia persa
su questo forum si pensa che la Langa sia il posto più bello al mondo per fare vino dove escono prodotti duri e puri senza considerare che anche loro vivono del mercato oltroceano
sembra che solo a Montalcino facciano vini "diversi" dalla tradizione solo perchè sono comparsi capitali esteri
forse pochi conoscono la storia e l'evoluzione della zona Ilcinese
ma scusate, avete bevuto le ultime annate delle due zone?
trovate così tanta differenza qualitativa?
trovate i vini langaroli al di sopra delle mode?

Claudio prenesso che non sono schierato nebbiolista nè toscanista. Vorrei provare a vedere da una prospettiva che parta dalla differenze di territorio che hanno potuto influenzare scelte commerciali e produttive.
Il Piemonte (Langa) è molto diverso dalla Toscana (Montalcino), è diverso il carattere delle persone, il tipo di natura e paesaggi e principalmente sono diverse la mole e l'offerta turistica soprattutto per stranieri ma non solo. Questo ha probabilmente portato maggiormente alcuni produttori toscani a inventare soluzioni e fasce di vini dedicate al mercato anglosassone e nordeuropeo, a partire dai fiaschetti entry level (che insieme ai chianti di ovunque possono aver sputtanato un po' il nome Chianti) fino a creare una tipologia che avesse un respiro e un'appeal interbaziobale. In Langa invece, senpre generalizzando, si è puntato più sulla tradizione e anche alcuni modernisti hanno fatto marcia indietro.


Non sono d’accordo sull’ultima frase. In Langa i turisti stranieri li han portati i modernisti, non i tradizionalisti.
I modernisti che oggi stanno facendo marcia indietro l lo stanno facendo perché il mercato OGGI lo richiede; domani non si sa :D
Comunque da albese vi dico che qua non c’è ASSOLUTAMENTE un turismo di nicchia, o meglio non più. Quello c’era fino a 3/4 anni orsono. Ora c’è una buonissima cerchia di appassionati, intenditori e ricchi provenienti da Scandinavia, UK, Germania e USA + produttori da svariate zone d’Italia, ma da turismo di nicchia sta arrivando il turismo di massa. Con il problema che non ci sonoo strutture sufficienti per accogliere cotanta gente (il che, a mio avviso sarà una fortuna). Toscana contesto diverso, ma l’ho vista troppe poche volte.


Sottoscrivo e aggiungo: al giorno d'oggi continuare a parlare di contrapposizione fra modernisti e tradizionalisti è attuale come parlare di Rosa Rossa vs. Rosa Bianca, Oriazi vs. Curiazi, Batman vs. Joker, Napoleone vs. Wellington, Peppone vs. Don Camillo ect. ect. Se proprio vogliamo leggere la realtà in termini di contrapposizione fra bene e male, luce ed oscurità, paradiso ed inferno, lo possiamo fare ma la realtà è molto più sfumata ed articolata. Molti ex Barolo Boys hanno corretto dimensione e qualità dei recipienti di legno in cui affinare i loro vini oltre che la durata dello stesso, per non parlare delle tecniche di estrazione e dei tempi di macerazione. Gli ex tradizionalisti hanno fatto il percorso uguale in direzione contraria, bruciando le vecchie botti grandi in cui i loro barolo prendevano puzze mefistoteliche ed uscivano già mezzi ossidati (e completamente marroni) al momento della messa in commercio. Adesso puoi trovare ex modernisti che non usano più la barrique, come puoi trovare l'ex tradizionalista che estrae con il rotomaceratore o che comunque mette in vendita dei Barolo che almeno il primo anno luccicano di rosso rubino come il Dio del Vino vorrebeb che fossero tutti i vini giovani di questo creato. Il movimento dei Barolo Boys è stato essenziale perchè anche i langhetti accettassero che il mondo enologico si era evoluto e si convincessero a mettere mano al portafogli per investire sulle loro cantine (il vecchio langhetto è di natura talmente spilorcio che Zio Paperone in confronto sembrerebbe un personaggio di un film dei fratelli Vanzina dopo una notte di vincite continue al casinò).
Dopo anni di battaglie idelogiche, la realtà è che le due scuole di pensiero si sstanno fondendo portando vantaggi soprattutto alla qualità media della denominazione.

Sono daccordo con voi sul discorso strettamente vinicolo su modernisti vs.tradizionalisti, non era il tema focus della mia prospettiva di ragionamento. Ovvero provavo a vedere come alcune scelte produttive "internazionaliste" (supertuscan, barriques etc) siano "nate" prima in Toscana che in Langa dove oltre appunto all'offerta vinicola, a parità delle diverse meraviglie naturistiche, il volano di contorno (mare, città d'arte) era più potente e più facilmente vendibile al turista straniero insieme al vino e soprattutto il toscano è, commercialmente, più elastico, più aperto, forse anche più parahulo.
In Langa, ancora oggi, c'è uno zoccolo duro di "burberi talebani", non solo per quanto grandi siano le loro botti, ma proprio per quanto amino poco il turismo rumoroso dei grandi numeri di massa, privilegiando invece visitatori di nicchia e solvibilità alta, forse non a caso in Langa aumenta il numero delle stelle Michelin da diversi anni.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


Iir Boon Gesùuu/ ciii/ fuuur/ mini
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Re: Brunello 2016

Messaggioda Langa&Roero » 19 feb 2021 23:55

l'oste ha scritto:
Wineduck ha scritto:
Langa&Roero ha scritto:
l'oste ha scritto:
alì65 ha scritto:Franco, è una battaglia persa
su questo forum si pensa che la Langa sia il posto più bello al mondo per fare vino dove escono prodotti duri e puri senza considerare che anche loro vivono del mercato oltroceano
sembra che solo a Montalcino facciano vini "diversi" dalla tradizione solo perchè sono comparsi capitali esteri
forse pochi conoscono la storia e l'evoluzione della zona Ilcinese
ma scusate, avete bevuto le ultime annate delle due zone?
trovate così tanta differenza qualitativa?
trovate i vini langaroli al di sopra delle mode?

Claudio prenesso che non sono schierato nebbiolista nè toscanista. Vorrei provare a vedere da una prospettiva che parta dalla differenze di territorio che hanno potuto influenzare scelte commerciali e produttive.
Il Piemonte (Langa) è molto diverso dalla Toscana (Montalcino), è diverso il carattere delle persone, il tipo di natura e paesaggi e principalmente sono diverse la mole e l'offerta turistica soprattutto per stranieri ma non solo. Questo ha probabilmente portato maggiormente alcuni produttori toscani a inventare soluzioni e fasce di vini dedicate al mercato anglosassone e nordeuropeo, a partire dai fiaschetti entry level (che insieme ai chianti di ovunque possono aver sputtanato un po' il nome Chianti) fino a creare una tipologia che avesse un respiro e un'appeal interbaziobale. In Langa invece, senpre generalizzando, si è puntato più sulla tradizione e anche alcuni modernisti hanno fatto marcia indietro.


Non sono d’accordo sull’ultima frase. In Langa i turisti stranieri li han portati i modernisti, non i tradizionalisti.
I modernisti che oggi stanno facendo marcia indietro l lo stanno facendo perché il mercato OGGI lo richiede; domani non si sa :D
Comunque da albese vi dico che qua non c’è ASSOLUTAMENTE un turismo di nicchia, o meglio non più. Quello c’era fino a 3/4 anni orsono. Ora c’è una buonissima cerchia di appassionati, intenditori e ricchi provenienti da Scandinavia, UK, Germania e USA + produttori da svariate zone d’Italia, ma da turismo di nicchia sta arrivando il turismo di massa. Con il problema che non ci sonoo strutture sufficienti per accogliere cotanta gente (il che, a mio avviso sarà una fortuna). Toscana contesto diverso, ma l’ho vista troppe poche volte.


Sottoscrivo e aggiungo: al giorno d'oggi continuare a parlare di contrapposizione fra modernisti e tradizionalisti è attuale come parlare di Rosa Rossa vs. Rosa Bianca, Oriazi vs. Curiazi, Batman vs. Joker, Napoleone vs. Wellington, Peppone vs. Don Camillo ect. ect. Se proprio vogliamo leggere la realtà in termini di contrapposizione fra bene e male, luce ed oscurità, paradiso ed inferno, lo possiamo fare ma la realtà è molto più sfumata ed articolata. Molti ex Barolo Boys hanno corretto dimensione e qualità dei recipienti di legno in cui affinare i loro vini oltre che la durata dello stesso, per non parlare delle tecniche di estrazione e dei tempi di macerazione. Gli ex tradizionalisti hanno fatto il percorso uguale in direzione contraria, bruciando le vecchie botti grandi in cui i loro barolo prendevano puzze mefistoteliche ed uscivano già mezzi ossidati (e completamente marroni) al momento della messa in commercio. Adesso puoi trovare ex modernisti che non usano più la barrique, come puoi trovare l'ex tradizionalista che estrae con il rotomaceratore o che comunque mette in vendita dei Barolo che almeno il primo anno luccicano di rosso rubino come il Dio del Vino vorrebeb che fossero tutti i vini giovani di questo creato. Il movimento dei Barolo Boys è stato essenziale perchè anche i langhetti accettassero che il mondo enologico si era evoluto e si convincessero a mettere mano al portafogli per investire sulle loro cantine (il vecchio langhetto è di natura talmente spilorcio che Zio Paperone in confronto sembrerebbe un personaggio di un film dei fratelli Vanzina dopo una notte di vincite continue al casinò).
Dopo anni di battaglie idelogiche, la realtà è che le due scuole di pensiero si sstanno fondendo portando vantaggi soprattutto alla qualità media della denominazione.

Sono daccordo con voi sul discorso strettamente vinicolo su modernisti vs.tradizionalisti, non era il tema focus della mia prospettiva di ragionamento. Ovvero provavo a vedere come alcune scelte produttive "internazionaliste" (supertuscan, barriques etc) siano "nate" prima in Toscana che in Langa dove oltre appunto all'offerta vinicola, a parità delle diverse meraviglie naturistiche, il volano di contorno (mare, città d'arte) era più potente e più facilmente vendibile al turista straniero insieme al vino e soprattutto il toscano è, commercialmente, più elastico, più aperto, forse anche più parahulo.
In Langa, ancora oggi, c'è uno zoccolo duro di "burberi talebani", non solo per quanto grandi siano le loro botti, ma proprio per quanto amino poco il turismo rumoroso dei grandi numeri di massa, privilegiando invece visitatori di nicchia e solvibilità alta, forse non a caso in Langa aumenta il numero delle stelle Michelin da diversi anni.


Verissimo, difatti in Langa sono ancora in tanti quelli che non hanno fatto lo switch da “agricoltori” a “imprenditori”. Ed è forse anche la cosa che rende la zona più interessante, aldilà della qualità dei vini. In Toscana sta cosa penso l’abbiano capita invece :D
Ma con la new generation tutto cambierà, i giovani si son trovati l’oro sotto il culo, i vecchi han visto la miseria.
Credo che in qualche anno questo fascino andrà a perdersi, crescono come funghi relais, resort e come dicevi tu ristoranti stellati (una quindicina in un raggio di 20km).
Sarà interessante vedere cosa succederà un domani.

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