Messaggioda egio » 09 gen 2021 13:52
Oltre a ringraziare ancora una volta il "padrone di cantina" per l'ospitalità squisita (nel vero senso della parola...beccaccia clamorosa e i tartufi cavati dal mitico Mario i più intensi e profumati dell'anno), provo a mettere due veloci parole di commento alle bottigilie, tutte super in forma:
- Belle Epoque 2012: primo assaggio, è la piacevolezza fatta champagne, avrà tempo per aggiungere "complicazione" e da quanto sentito lo farà senz'altro, ma per chi vuole sentirlo adesso, farà grande fatica a interrompere la bevuta.
- Krug GC 164 ed.: direi che questa è la prima edizione del ritorno del Krug "krugheggiante", nel senso che quelle immediatamente precedenti dai miei assaggi avevano subito un cambiamento che aveva fatto perdere loro identità e i "marchi di fabbrica" tipici dell'etichetta. Qua ci siamo decisamente, soprattutto per quanto si sente nel calice man mano che la temperatura sale un poco e che l'aerazione fa il suo lavoro.
- Valentini Trebbiano 1995: versione piuttosto potente, splendida sin dal colore e bottiglia in stato di grazia. Fare colazione con un caffelatte in un prato di camomille in fiore... Nota finale di bella acidità, che diventerà pompelmosa col tempo e l'apertura, leggera polvere da sparo e un accenno di oliva verde... Bocca splendida, piena, completa e senza nessun cedimento. A fine pasto stava ancora aprendosi. Finisce subito di diritto tra le più grandi bottiglie di Valentini mai bevute.
- Sassicaia e D'Alceo 2009: il gioco ovviamente era metterli a confronto in annata buona e sufficientemente abbordabile. Io che non ho mai svalvolato per il Sassicaia, ero ovviamente a capo dei tifosi panzanesi. Ho faticato quindi a dover ammettere che, per la prima ora almeno, il Sassicaia era decisamente avanti, più aperto, più intelliggibile, di più immediato e soddisfacente approccio. Naso in cui il frutto e la parte balsamica-vanigliosa si iniziavano a fondere al meglio e una bocca bella, sontuosa, piena e senza debolezze. D'Alceo inizialmente più ritroso, con naso decisamente più girondino rispetto alla decisa caratterizzazione da costa toscana dell'altro. In bocca pure più nervoso e restio a concedersi. Poi, la metamorfosi e l'inversione, col Sassicaia che rallentava decisamente il suo galoppo e il D'Alceo che con il passare dei minuti acquistava punti in tutto, pulizia, precisione e dinamicità olfattiva, col frutto scuro che usciva prepotente tra note di grafite e i primi accenni di pellame nobile, con le componenti più verdi, piraziniche o comunque varietali spinte quasi non pervenute; in bocca acquistava rotondità, corpo, complessità e grande persistenza. Quindi 1 a 0 per il bolgherese alla fine del primo tempo, ma 3 a 2 per il chiantigiano a fine match (ma non so se Ivo sarà d'accordo, visto che lui a quel punto se li era tracannati tutti ed era ormai orientato ad armeggiare con bottiglie secolari...).
- Albana Diletti 1901: una delle migliori, se non la migliore, più precisa, fresca, intensa, viva e integra versione tra le tante sentite sinora grazie alla generosità e voglia di condivisione di Ivo. Spaziale e strabiliante.
- Porto Quinta de Vargellas Vintage 1964 Taylor's: naso inizialmente confuso, ma ci stà, e si sistemerà appieno con il giusto tempo nel bicchiere, ma bocca strepitosa sin da subito che non aveva nessun tipo di cedimento e anzi dialogava con reciproca esaltazione persino con la tenerina al cioccolato con crema di mascarpone che ha chiuso la tenzone. Altro esempio di splendido vintage meravigliosamente conservato, estratto dalla fiabesca cantina sotto la farmacia...
Per quanto mi riguarda, davvero una bellissima bevuta.