Nebbiolino ha scritto:Luca castoldi ha scritto:Nebbiolino ha scritto:Dopo moltissimo tempo, sono tornato a riassaggiare qualcosa di borgogna rossa, nella (flebile) speranza di poter trovare un base discreto da poter stappare all'occorrenza senza alcun patema, d'animo e di portafoglio.
Apro quindi una bottiglia di Bourgogne Rouge 2017 de La Gibryotte.
E niente, nessuna sorpesa, la solita cagaxx deludente... nasino grazioso in linea con vitigno e provenienza, gradevole e sussurrato, fatto di fruttini rossi e fiori, seguito però dalla solita bocca insulsa, esile fino al diafano, marcata da acidità fine a sè stessa e un crollo a centro bocca pressochè repentino.
Va bene, direte voi, è pur sempre un bourgogne rouge, il base del base.
D'accordo, dico io, ma l'ho comunque pagato una ventina di euro abbondanti.
Esperimento fatto, mò torniamo al nebbiolo.
immagino sia quello della maison negociant che ha creato Dugat qualche anno fa. Ci sta che sui base sia molto debole, chissà il bacino dove ha le vigne dove sarà. E' raro ytrovare un negociant che faccia dei pn di qualche interesse, ma non sarà diverso anche per l'amato nebbiolo. Sono vini creati per fare cassetta, poi sui top magari fanno dei vini splendidi, come tanti negociants. Ma costano un boato e allora meglio un nebbiolino defaticante di certo
Mah, guarda, al netto dei gusti personali (ammetto di non aver mai avuto una sintonia naturale con il PN), personalmente non posso prescindere dal caro vecchio rapporto q/p. Beato chi può permettersi di non valutare questa variabile, ma non è il mio caso.
Concordo con te che certe operazioni di "efficienza aziendale" difficilmente diano vita a vini memorabili; però, senza voler fare polemica alcuna, con uno o due euro in più di quanto ho speso per quel bourgogne, bevo il Sassella di Terrazzi Alti.
Probabilmente costa poco il vino di Siro, ma faccio tanta fatica a giustificare il prezzo di quella risciacquatura di botte sporca fatta in Borgogna. Quella che ho bevuto, intendo.
Non voglio neppure farne una questione di vitigni, credimi. Entrambi nobilissimi, poi interviene il gusto personale.
E' che non sono mai riuscito a trovare un vino buono, fatto bene, che dia soddisfazione, con una sua anima e a prezzi corretti, da quelle parti. Un vino quotidiano da aprire serenamente.
Per capirci, l'equivalente borgognone (rosso) di un langhe nebbiolo di Scarzello o di Burlotto, ecco, mai trovato. Poi magari non mi sarò applicato abbastanza, ma la curiosità passa in fretta visti i prezzi medi con cui si deve fare i conti da quelle parti.
Pronto sempre a ricredermi, intediamoci.
Io sono in linea di massima d'accordo con te e ho da sempre un rapporto di amore ricambiato col nebbiolo, che nasce come uva gemella del Pinot,, qualcuno che tratta questa materia sostiene siano stati separati alla nascita.
Ma anche sul nebbiolo è necessario avere le adeguate competenze, se non è un attimo dar da bere al lavandino.
Terre una volta dedicate a profumati golosi dolcetti, sono state reimpiantate a Nebbiolo. Sostando il dolcetto in culonia. Con il meraviglios risultato di svilire i nebbioli su terreni non adatti e di devastare la doc dolcetto. Ci vuole maestria. Quindi anche il consumatore medio di nebbiolo, che non ha la tua preparazione, si trova in un mare in tempesta, nudo e e senza il timone.
Considera poi che comunque i miti di langa e non, Colla, Pesce etc etc, hanno rivoluzionato il Piemonte vinicolo dopo i loro viaggi in Borgogna. Altri anni, per carità, ma l'ispirazione arriva da lì. Lo stesso nume tutelare di Toscana, Gambelli, che io ancora rimpiango tutti i giorni che mi alzo dal letto, ha avuto grande ispirazione dalla Borgogna.
Come sempre sono le competenze a fare la differenza ed il problema cmq lo hai centrato. Tante distribuzioni fanno cassetta sui pinot base, molti li pagano poco e li ricaricano tanto. Questo chiaramente droga il mercato con l'immissione di bottiglie di scarso valore, già abbastanza care oltralpe, figuriamoci dopo 2/3 passaggi. Inavvicinabili.
Io difficilmente parlo di rqp, preferisco sempre parlare di appropriatezza di un prezzo, che è un po' diverso. Un vino deve valere i soldi che costa, poi uno magari svalvola e sceglie di bere Salon a 1000 euro perchè gli piace e del rqp se ne infischia, dal momento che se lo può permettere. ma è chiaro che il prezzo non è appropriato.
Il problema poi ha altro inquietante risvolto. L'immissione sul mercato di pinot neri dalla dubbia origine, acque colorate che provengono da chissà quali zone, abitua un pubblico non esperto a poi uscire di testa se beve dei pinot veri. Trova misteriosi tannini, inusuali consistenze e si sente stranito e smarrito. Se poi è avvezzo a bere pn italiani, li troverà a prezzi assurdi per vini spesso, non sempre, di nessun talento Il cui unico scopo è quello di dare l'immediata impressione al naso di ricordare il Pn, Pinottare con spensierata leggerezza, per poi rivelarsi in bocca per quello che sono, spesso dopo il primo bicchiere. Ma anche prima. E quelli che costano 100 lire saranno simili a quello bevuto da te, a 20 euro però
Il corriere passa per solito il martedì e venerdì, spedisco appena ricevo i pagamenti e da molti anche prima. Insomma appena posso.