Monferrale ha scritto:oerfmoar ha scritto:Mi ricorda i tanti 'club del libro' che erano popolari quando ero bambino, ma con un tocco moderno. Di conseguenza, credo che dietro la 'sorpresa' si nasconderà il vino della grande distribuzione
coreball come principale fattore di marketing.
Qualcuno sa spiegare quale potrebbe essere lo scopo di questi bot?
Non è la prima volta che li trovo in questo forum
Escludendo i top delle cinque sorelle, le 5 B + 2 R (Borgogna, Bordeaux, Barolo, Brunello, Barbaresco e Rodano, Riesling) che molti
traders se li litigano, ma i margini calano e la bollavino 2.0, post vacche grasse, è diventata una bollicina, però ormai i danni sui listini li ha fatti. Indietro non si torna. A costo di scoppiare.
Fuori da questo forum, i numeri dei consumatori poco maniaci e/o consapevoli sono enormi.
Qui dentro siamo una percentuale inferiore anche a quella di Renzi. La maggioranza delle bottiglie (e brick) vendute in Italia va a persone che hanno info e conoscenza del vino appena superiori al bianco, rosso o frizzante. Qualche nome famoso, il Barolo, il Brunello, lo
champo i "vini francesi". Fine.
A metà c'è una categoria di bevitori curiosi, più disponibili a sganciare un deca abbondante a bottiglia per qualcosa di buono, nuovo, presentato in modo "autorevole".
Questi club, secondo me, nascono proprio per questia fascia di consumatori, ancora non enorme ma ampliabile, magari setacciando acquirenti tra i bevitori basic dell'offerta sull'offerta Gdo (dove peraltro a volte qualcosa si scova, senza vedere Santi ma bevendo più che decentemente un vino quotidiano).
A mio parere, generalizzando il discorso, si produce troppo vino inutile ai fini della qualità, del rispetto per l'agronomia e della storia del vino (passata, presente e futura).
Troppo spesso "il Vino" diventa moda pret-a-porter in Club o localini trendy, oppure un prodotto di massa coadiuvante per sciogliere in alcool una giornata di M.