giodiui ha scritto:Poi aggiungo che produttori come Mascarello e Rinaldi volutamente tengono 'bassi' i prezzi per consentire ai consumatori di accedere ai loro vini, non agli speculatori di arricchirsi. Maria Teresa mi ha detto più volte che per loro c'è un patto esplicito con i privati che comprano da loro: non speculare rivendendo.
E mi ha anche detto che più volte hanno ritirato l'assegnazione a chi lo faceva. Ecco, anche una politica di questo tipo sarebbe un modo 'morale' di stare sul mercato, senza svilire il lavoro delle persone.
Su questo passaggio dico solo due cose veloci: come ho spiegato prima, qualunque scelta venga fatta dal produttore, il ricco consumatore finale di un prodotto scarso ad altissima richiesta, lo pagherà moltissimo (per i nostri standard, a lui non fa alcuna differenza). La differenza la fa il percorso che farà la bottiglia per arrivare da lui e quanti passaggi di intermediazione avverranno nel frattempo.
Conosco benissimo le motivazioni per cui alcuni produttori non alzano del 100-150-200% il prezzo sorgente ex-cantina come in effetti potrebbero fare senza perdere una sola vendita. In effetti la loro scelta è quella di ottenere una distribuzione della ricchezza molto più "diffusa" di quella che otterrebbero se si comportassero come i loro colleghi che hanno "inglobato" nella fonte il valore che molti consumatori attribuiscono ai loro vini. In pratica preferiscono fare in modo che molti dei soldi che si concentrerebbero nelle loro casse, entrino invece in quelle di tutti coloro che rivendono (nei primi 2-3-4 passaggi) le loro bottiglie. E' una scelta più che rispettabile ed apprezzabile da alcuni punti di vista (sicuramente sotto quello della redistribuzione della ricchezza nella società). Mi permetto però di far notare che lo stesso risultato, anzi amio parere migliore, lo potrebbero ottenere se fossero loro a decidere a chi "donare" quei soldi: per esempio finanziando delle Onlus, delle inziative socialmente utili del loro territorio o donando materiali e strumenti agli ospedali, ecc.).
Anche perchè questa loro scelta ha una controindicazione: vendendo vino direttamente a gente come noi, che poi molte bottiglie se le beve, provocano indirettamente un'ulteriore riduzione dell'offerta per i clienti più facoltosi e quindi un'ulteriore crescita del prezzo. Il paradosso è che se vendessero solo ai commercianti, quelli che le piazzerebbero subito in scaffale o a listino di importazione a 2-3-4 volte il prezzo sorgente, crescerebbe la disponibilità per i clienti più facoltosi alleviando così la pressione sul prezzo intermedio (quello pagato dal ristoratore di NYC o di Tokio, tanto per intenderci).
Non esiste quindi mai una scelta di mercato assolutamente giusta o una assolutamente sbagliata, anche se si pensa di essere guidati più dall'etica che dalla "pancia".
Chiudo con una riflessione/provocazione: se proprio vogliamo fare due "conti della serva", stiamo parlando di prodotti che, ad essere proprio di manica larghissima, costeranno al produttore 8-9 euro a bottiglia finita ed inscatolata, mettiamo 10 per fare cifra tonda toh! (sono stato larghissimo eh!). In cantina noi privati le paghiamo 45-60 euro, mica ce le regalano!!! E voi state facendo una "crociata moralizzatrice" per un prodotto che ha un ricarico alla fonte del 400-500%, mentre uno che ci marginalizza commercialmente un 10-15% sarebbe uno "sporco speculatore", l'equivalente di un "mangia-carogne"!!! No dai, ditemi che siamo su "Scherzi a parte"!