Week end abbastanza aggressivo l'ultimo, in particolare :
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Champagne Guy Michelle Vinoteque 1996: oro carico, ossidazione presente ma non eccessiva bilanciata da buona sapidità. Forse meno complesso e stratificato di quanto mi aspettassi ma è durato troppo poco per capirlo del tutto. Voto 8
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Champagne Bereche e Fils Le Cran 2007: ci si alza di una spanna buona, vino decisamente più concentrato ed incazzato del precedente, più secco, cognaccoso ma anche più agile e fresco al sorso... voto 9
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Puligny Montrachet 1er Cru "Les Folatiers" J Pascal 1999 (da magnum): bottiglia di cui temevo le condizioni di conservazione, visto che arrivava da un lotto dove ho avuto qualche brutta sorpresa, invece questa era più che a posto. Il vino si apre con la classica polvere pirica (forse anche eccessiva) che io, probabilmente in modo semplicistico, associo ai Puligny per poi continuare con il classico corredo da borgogna classica giocata su morbidezze e concentrazioni presenti ma non eccessive. Manca un filo di slancio ma un bell'8 ci sta tutto.
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N Joly Clos de la Culeé Serrant 2005: Rivelazione della giornata. Qualche timore anche qui per una capsula dalla quale si cominciava a vedere un po' di muffa ed un tappo che esce troppo facilmente, invece vino perfettamente integro. Nessuna riduzione o puzza fastidiosa iniziale. Come dicevo in altro post, è un vino che, al contrario delle descrizioni lette in giro, gioca molto sulla "purezza" di sapori dando una continua sensazione di "sassosità" al sorso. Nessuna concentrazione o mollezza eccessiva, anzi di equilibrio mirabile e grande persistenza, con rimandi più alle erbe aromatiche che alla frutta gialla. Annata particolare? Effetti della terziarizzazione? allucinazioni? Non so ma con quello che ho letto di questo vino non c'azzecca proprio Voto 9
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A. Lageder Lowengang 2016: Bevuto distrattamente in coda al resto ma mi è sembrato di gran lunga il miglior chardonnay italico. Niente da spartire con gli altri simil borgognoni di casa nostra ed una piacevolezza non inferiore al puligny direi un 8 anche per lui.
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Chateau Chalon 2004 Jean Macle: Altra grandissima bottiglia, anche se capisco non essere una bevuta da tutti. Quasi un distillato per stratificazione e concentrazione ma senza l'eccesso di alcol a bruciare le papille. Capisco che l'ossidazione possa non piacere ma a questo livello di equilibrio è difficile non riconoscerne la grandezza... vino sicuramente "difficile" ma nella mia esperienza personale, una delle cose più complesse e affascinanti che mi siano capitate... voto 9,5...
E adesso sotto con gli insulti che tanto lo so di essere pessimo nelle descrizioni...