Messaggioda Ludi » 04 ott 2020 19:42
Dettori, Tenores 2009: il naso esemplarmente "dettoriano" (mirto a go go, ma anche elicriso, lampone, pellame) trova una bocca che, svanita la lieve sensazione rifermenentativa iniziale, si rivela assolutamente composta e nobile. Certo, non è un vino da aperitivo, con i suoi 16.5° ed il percepibile residuo zuccherino....ma fa godere, e pensare.
Mousse et Fils, Champagne L'Or de Eugenie SA: base 2017, con riserve a partire dal 2003. Davvero piaciuto, nelle note rotonde ma non banali, nella acidità che dona equilibrio, nell'agrumato fine ed esemplare. Ottimo.
Domaine A. Leccia, Muscat de Cap Corse 2016: in genere non amo questo stile nel Moscato, ma qui ci siamo. Esemplare la scorza candita di arancia che si percepisce sia al naso che in bocca, e che assieme alla misurata dolcezza lo rende versatile non solo per il dessert.
Castello dei Conti, Vespolina Ledi 2010: rustica, rusticissima, con un tannino tagliente. Ma alla fine si fa piacere, se non si cercano aristocrazia e verticalità.
Gulfi, Nerosanlorè 2012: grande enologo, bel terroir, ma c' qualcosa che mi impedisce di amare il Nero d'Avola, che mi da sempre l'idea di un vino "merlotizzato" nella sua fruttata rotondità (come direbbe il Vate). Ha dalla sua una freschezza bella vispa, e non gli si può oggettivamente rimproverare nulla....questione di mio gusto, o di mia incapacità di capirlo.