parte della collina di Cartizze
Alla fine il micro-tour l'ho fatto, Loredan Gasparini (comunque disponibilissimo) ha dato purtroppo forfait causa vendemmia (ma hanno vigne anche nel Collio? altra cantina-proprietà?), e mi son fatto coraggio nel pagare un "prosecchino" quanto uno Champagne
quindi: Silvano Follador e Bele Casel.
Dopo aver girato per vigneti in lungo e in largo la zona di Valdobbiadene-Asolo ancora mi mancava e la lacuna andava colmata... Dopo qualche giorno di mare a pochi metri dalla foce del Piave, risalgo praticamente il "fiume sacro alla patria" fino ad arrivare in zona Asolo. In realtà siamo ancora in piena pianura, dove trovo la sede-cantina di Bele Casel, mentre le colline ed i vigneti di proprietà sono ancora piuttosto lontani all'orizzonte. I vigneti ci sono già anche lì attorno, vigne di pianura stracariche di uva in procinto di essere vendemmiate: qualche enorme trattore è in attesa lungo i filari e qualcun'altro sfreccia stracarico di uva, ma proprio stracarico, e nella mia ingenuità resto allibito... non chiedetemi quanta uva possano portare, ma suppergiù erano montagne di uva di 3 metri di altezza, per 4 o 5 di lunghezza. E ne ho visti molti anche a Valdobbiadene... praticamente la fermentazione parte già in campo nel cassone, come si fa a lavorare così? Nella scheda tecnica dovrebbero mettere "contenitore di fermentazione: cassone inox trainato da trattore Same Deutz-Fahr". Mah...
Non è comunque il caso di Bele Casel, e tornando quindi alla visita: cordialissima l'accoglienza, assaggiati i secchi, con tre vini dalla personalità ben sottolineata e distinta. Il Col Fondo 2018 è sempre molto buono, e molto pulito (non si dovrebbe, ma vista la tipologia sottolineo la cosa), profumato e concessivo, una bella pera verde e fiori, col lievito che non prevale ma accompagna, davvero ottimo. Dalla prossima annata dovrà essere declassato da asolo ad IGT per poter passare al tappo a corona, che dicono dia migliori risultati di costanza e tenuta nel tempo: mi consigliano quindi di tener via qualche bottiglia per seguirne l'evoluzione secondo loro piuttosto interessante, proverò. Il metodo charmat extra brut 2019 è declinato più sul lato floreale al naso, piuttosto teso e fresco al sorso, mentre molto interessante è il Vecchie Uve 2017, dove le uve di solito complementari alla Glera come tradizione sui colli di Asolo qui invece la fanno da padrone (Rabbiosa, Marzemina bianca, Perera, Bianchetta Trevigiana), da metodo Charmat lungo, ben un anno e mezzo se non ricordo, regala una bollicina finissima, da cremant per capirci, roccioso al naso e teso al sorso, con una lunga e piacevole scia acida data da uno dei quattro vitigni (non ricordo quale) strettamente imparentato con la Durella dei vicini monti Lessini.
Pomeriggio a Santo Stefano di Valdobbiadene, in località Follo, da Silvano Follador, per una piacevole chiacchierata con Alberta. Anche qui visita in sospeso fino all'ultimo causa vendemmia incipiente ed incerta fino all'ultimo per il meteo instabile, ma alla fine si aspetterà ancora qualche giorno. Chiedo quindi dell'annata 2020 e ottengo probabilmente la prima risposta sincera da un produttore: piuttosto misera probabilmente. L'anno scorso i loro vigneti hanno subito una grandinata in primavera che ha indotto le piante a produrre meno grappoli quest'anno, le piogge hanno gonfiato parecchio gli acini, la forte umidità estiva ha dato qualche grattacapo con le malattie, e la fortissima e dirompente pioggia e vento di fine agosto/inizio settembre hanno in qualche caso fatto esplodere qualche acino. Se arriverà qualche giorno di sole stabile qualcosa si salverà, e vedremo in cantina se alla fine non sarà poi così male, dice.Della loro azienda e filosofia produttiva avevo solo sentito parlare e letto solo qualcosina, ero quindi piuttosto curioso di capire, 3 ettari e mezzo da sempre, percorso di avvicinamento alla biodinamica e quindi la scelta di andare verso il metodo classico, che sembrava più "naturale" del tecnologico Charmat, allungando progressivamente la sosta sui lieviti cercando complessità... che però toglieva naturalezza ed espressività a territorio e vitigni. Quindi qualche anno di stop al metodo classico, prove e ripensamenti fino ad arrivare all'affinamento attuale di 10 mesi, buon compromesso tra tutti i fattori. Niente col fondo, i lieviti preferiscono levarli terminata la rifermentazione, anche in questo caso perchè secondo loro tendono a marcare troppo il risultato finale. Qualche parola anche sui dosaggi che affliggono gran parte dei Valdobbiadene, e sulla collina di Cartizze dove hanno una parte dei vigneti, le cui uve finiscono per scelta nella cuvée dei vini prodotti. Vinificazione ovviamente per parcelle, la scelta di quali partite destinare ai vari vini viene poi fatta successivamente in cantina.Veniamo agli assaggi: si parte da un delizioso Muscadet de la Vallée du Piavé, il tradizionalissimo ed interessante vino fermo 2018, provatelo e mi direte... Poi confronto tra le due bollicine, il metodo Charmat 2019 è secco, teso, dalla bolla finissima, roccioso, consiglia di attendere ancora qualche mese perchè si distenda, a me è piaciuto comunque già così, mentre altra faccia della medaglia è il metodo classico, dove le tradizionali note della glera si uniscono a quelle di frutta secca donate dal metodo di rifermentazione.
Velocissimo giro nel bellissimo borgo storico di Asolo, che avrebbe meritato sicuramente più tempo, mi è sembrata una città alta di Bergamo in miniatura, e Cena all'Osteria La Trave sempre ad Asolo, la scarna carta vini viene ben compensata dai piatti, dagli ottimi prezzi e dall'ampia scelta di sgnape
Ho comunque bevuto:Montello - Colli Asolani Venegazzù Della Casa 2012 - Conte Loredan Gasparini. Senza effetti speciali ma davvero ben fatto ed ad ottimo punto di maturazione, apre su leggero peperone grigliato che lascia subito spazio alla frutta scura, qualche spezia dolce, bocca di buon peso e rotondità e tannino levigato per un sorso vellutato.