maxer ha scritto:Prunella_Ballor ha scritto:maxer ha scritto:Prunella_Ballor ha scritto:penso che sti punteggi siano tutta fuffa da marketing e magari, talvolta, anche frutto di qualche marchetta ...
..... un consiglio : vacci piano con le parole, visto il nome che si legge bello grande nel titolo del thread .....

non metto in dubbio la qualità e la serietà dei produttori, figuriamoci di un grande come Burlotto. La mia affermazione é riferita piuttosto al sistema dei punteggi in generale dove gli interessi di grossi importatori e distributori americani potrebbero, talvolta, giustificare diversità anche grandi tra le recensioni dei diversi giornali. Basta sfogliare una qualsiasi edizione di
WS per vedere di quanta pubblicità questo
giornale é intriso.
"A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca" diceva Andreotti
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# 1) più che di giornale, per WS parlerei di 'rivista' (quindici numeri all' anno)
# 2) il tema spinoso della pubblicità si può estendere ai giornali veri e propri, la cosiddetta carta stampata, che senza gli inserti pubblicitari non riuscirebbero a sopravvivere
Ma in cambio ? Silenzi, notizie non pubblicate, inchieste completamente ignorate, strenue difese di situazioni all' evidenza indifendibili, omissioni indecorose
Hai mai letto su un giornale di proprietà della Fca articoli che siano anche un minimo critici verso la proprietà, che tra l' altro inonda il suo giornale di pubblicità asfissiante delle sue auto ? Hai mai letto approfonditi articoli critici su Eni (scandalo Nigeria) o Enel (5G), quando i loro budget pubblicitari annuali su tutti (o meglio, quasi tutti i quotidiani, perché ce ne sono almeno due o tre che coraggiosamente non accettano pubblicità, proprio per non essere ritenuti e/o ritenersi ricattabili nella loro libertà informativa) sono anche plurimilionari ? Stesso discorso sui giornali e sulle TV di proprietà, diretta o indiretta, del vecchio Silvione e dei suoi pargoletti, su quelli del De Benedetti fino a qualche anno fa. Sono solo alcuni esempi, ma ce ne possono essere a decine
Ti do ragione sull' importanza della pubblicità o delle pressioni diciamo di politica commerciale per quanto riguarda il mondo del vino : ma solo parzialmente
Dipende
Dipende dall' importanza della rivista, del sito o della Guida, dalla sua risonanza mondiale o nazionale, dai rapporti che ha con il singolo importatore o con il singolo distributore, dai comportamenti etici, sì, etici (soprattutto di questi tempi, in cui questa parola è sempre meno usata) dei loro direttori e collaboratori che si sedimentano solo nel tempo e con una linea editoriale quanto più seria e professionale
Se un vino non è "buono" ma il distributore o l' importatore o magari l' azienda produttrice fanno la marchetta con la rivista, che gli va a dare i suoi 100/100 o giù di lì, ci rimettono tutti, nella credibilità, che è fondamentale nel mondo del vino : la rivista o la guida (che continuerà a vendere sempre di meno), il distributore o l' importatore, che magari farannno il colpaccio affaristico per un anno ma lo pagheranno caro successibamente e l' azienda, che vedrà crescere il suo invenduto negli anni a seguire
E anche in questi casi gli esempi, diciamo di "auto-sputtanamento", non mancano di certo
Da considerare pure la grandezza dell' azienda che produce un vino 'premiato' : se la sua produzione è relativamente bassa, il profitto complessivo che può derivare a tutta la catena commerciale collegata causato dal conseguente aumento di prezzo della bottiglia premiata è relativamente e in proporzione basso (e l' eventuale marchetta costa ...)
# 3) Punteggi : qui sta il punto dolente
Molti, ma sempre ttoppi, si fanno ormai condizionare dalle quantita di centesimi assegnati, da quei numerini sfornati da cosiddetti 'critici' (non tutti, fortunatamente) che mentre li scrivono si sentono degli eletti giudici divini
Basta poi assistere basiti alla corsa sfrenata di tanti speculatori assatanati sul nostro mercatino del Forum, che fanno di tutto per accumulare in tutti modi quante più bottiglie 'premiate' (spesso di vini gonfiati ad arte) a prezzi di cantina, dalle raccomandazioni, alle conoscenze annose, dagli scambi più strani e imbarazzanti, alle insistenze più sgradite, ovviamente mai per bersele, ma per attendere il momento più favorevole per rivenderle ai soliti tordi e allocchi che purtroppo non mancano e che a loro volta si auto-convincono di aver fatto l' affare della vita
Questi comportamenti insulsi, secondo me, sono la principali causa degli aumenti di prezzo a cui stiamo assistendo sul mercato per i vini di alcune tipologie e di alcuni territori (i soliti : Barolo/Langhe e Brunello/Montalcino) e I responsabili sono spesso gli stessi (venditori e acquirenti) che più se ne lamentano, da bravi coccodrilli
Non è certo colpa di Burlotto, considerato come azienda, se i suoi vini hanno raggiunto certe valutazioni : i prezzi in cantina sono rimasti praticamente gli stessi ormai da qualche anno (forse con un aumento al massimo di un + 10 / 20 %), a dimostrazione lampante della loro correttezza ed onestà, avendo oltretutto la sicurezza che i loro Barolo, sempre, da anni, sono tutti prenotati e non avrebbero nessun problema nel venderli a prezzi anche di molto maggiorati
E come Burlotto, anche altri produttori seri
# 4) piccola noticina 'storico-politica'
È vero, il fuAndreotti pronunciò una volta la frase che riporti, solo che la stessa non era farina del suo (oscuro) sacco : come ammise (almeno quella volta, sinceramente

) lo stesso, la sentì pronunciare la prima volta nel 1939 dal cardinale Francesco Marchetti Selvaggiani, vicario di Roma, che a sua volta l' aveva ascoltata addirittura detta da un papa, l' Achille Ratti / Pio XI, il molto discusso e discutibile sovrano dello Stato della Città del Vaticano durante il periodo fascista
Per la precisione
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