Messaggioda Ziliovino » 13 feb 2020 17:53
Barolo Arborina 1988 - Elio Altare. Ancora informa già dal colore, concede però davvero poco al naso, liquirizia, foglie secche, zero ossidazioni, molto meglio in bocca dove ha bell'equilibrio tra materia e freschezza ed il tannino in sottofondo che si fa ancora sentire. Non so come lavorava Altare ai tempi (diseredato dal padre nel 1985, presumo fosse già da qualche anno sulla via del cambiamento...), ma sempre più spesso mi devo ricredere sulla tenuta nel tempo dei nebbiolo "modernisti", che a questo punto vanno aspettati anche loro.
Barolo Sperss 1991- Gaja. Qui invece è il naso a concedere qualcosa in più con ancora la frutta matura, spezie, fiori secchi, ma non abbastanza, o meglio non "alla Gaja", sorso piuttosto rotondo, fresco, con tannini un po' immaturi che graffiano ancora. Meglio di una bottiglia gemella stappata qualche anno fa, ma nel complesso l'annata minore direi che si sente.
Mosel Erdener Treppchen Riesling Spatlese Halbtrocken 2010 - Weingut Karl Erbes. Agrumi e pompelmo, mineralità scura da polvere pirica, sorso che parte sull'acidità citrina (piacevole) e termina tendenzialmente secco con una leggera vena di amarognolo da terpeni. Scaldandosi un poco cambia totalmente faccia al sorso con maggior rotondità ed equilibrio. Particolare, ma direi che mi è piaciuto.
Haut-Medoc 2002 - Chateau La Lagune. Colore intenso, frutta scura, decisa nota di fondo di caffè e tostature, poi liquirizia, bocca fresca, tannino graffiante, piuttosto cortino. Sovrapponibile per qualità al Chasse-Spleen '01 bevuto qualche giorno prima, e direi due riuscite senza infamia e senza lode... in questa fascia di prezzo in Italia si può bere molto meglio.
Champagne Brut 2006 - Remy Massin. Senza slanci particolari questo Champagne dall'Aube, si lascia bere bene nonostante la bollicina non finissima, svolge il compitino.
Nebbiolo d'Alba Vigna Valmaggiore 2014 - Bruno Giacosa. Consueta finezza di casa con melograno e lamponi, colore scarico e brillante da manuale del nebbiolo, leggiadro, solo il tannino graffia un poco. Direi che vale la spesa, senza strapparsi i capelli.
Volnay Vieilles Vignes 2014 - Joseph Voillot. Parte piuttosto chiuso, necessita di aria per aprirsi su belle note floreali e di fruttini, sorso fresco e leggiadro ma l'acidità in questa fase è asprognola e necessita cibo. Se devo fare il confronto con Giacosa bevuto il giorno prima Nebbiolo 1 - Borgogna 0.
Colli Orientali del Friuli Friulano 2008 - I Clivi. Era ovviamente da bere qualche anno fa, ma era finito chissà dove in cantina... ha comunque retto molto bene gli anni: ancora scorza d'agrumi e decisa mineralità pietrosa, bocca con le varie componenti un pochetto slegate ma direi che mi è piaciuto.
Cortona Syrah Julie & Giulià 2015 - Stefano Amerighi. Appena stappato è radicoso e contratto, necessita di aria (tappo ceralaccato) per distendersi, ne esce un vino a metà strada tra un Beaujolais e un ciliegiolo. Non l'ho capito molto... La retro-etichetta parla di vino nato per il mercato canadese, dalle vigne più precoci.
Barbaresco Ovello 2004 - Cascina Morassino. Di bell'integrità, colore intenso e concentrato, parte con decisi chiodi di garofano e prugne, spezia scura, tannino ancora ben presente, un po' irruento-rustico al sorso, la finezza non è il suo forte ma non c'è male nel complesso.
Brunello di Montalcino 2006 - Le Macioche. Non concede moltissimo al naso, con frutta scura, spezie, qualche leggera nota fumé, ma è bello godibile al sorso, energico e di corpo pieno, il tannino si fa ancora sentire, buona freschezza.
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